in questo clima esasperante di reciproco, ma
per fortuna ancora civile, disconoscimento di affidabilità, desideriamo,
anche noi nel nostro piccolo, di preavvisare l'esercizio democratico di sfiducia
verso i seguenti Enti:
- La Presidenza della Repubblica,
se non utilizzerà l'art.74 della Costituzione per chiedere alla
Corte costituzionale di emettere un giudizio, finalmente esplicito, sul
rispetto della capacità contributiva nel
prelievo fiscale mediante l'imposizione sul reddito separatamente dal
patrimonio, ed, indiscriminatamente dalla ricchezza individuale,
mediante l'Iva, i monopoli fiscali e le lotterie;
- Il Parlamento, se
non provvederà a manifestare, almeno, pubblicamente la intenzione di
voler modificare la legislazione in materia fiscale, in modo da
realizzare correttamente il disposto dell'art. 53 della Costituzione;
- Il Governo, se, in
mancanza di un ravvedimento spontaneo del Parlamento, non prenderà
a breve una iniziativa legislativa per modificare radicalmente il
preordinamento della legge finanziaria e far cessare il paradossale
rovesciamento della attuale partecipazione alle spese comuni, che
avviene in misura inversamente proporzionale alla ricchezza reale
dei contribuenti;
- I Partiti, sia di
destra che di sinistra, se non svolgeranno un'azione di informazione e
formazione presso i loro elettori, affinché possa affermarsi il
principio di una fiscalità basata principalmente sulla ricchezza reale,
essendo l'unica modalità capace di eliminare definitivamente
l'evasione e la sperequazione fiscale;
- Il Consiglio Superiore della
Magistratura, se non coglierà l'occasione straordinaria di
dimostrare a chiare lettere di meritare la indipendenza tanto reclamata
dal potere politico, accusando apertamente di grave
partigianeria il sistema fiscale;
- La Chiesa, se, in
ossequio alle lodevoli intenzioni di aiutare i più bisognosi, non
dimostrerà una maggiore sensibilità pratica ed un
atteggiamento più incisivo presso i governanti del mondo, affinché
dovunque si affermino sistemi fiscali equi, che facciano contribuire
tutti, nessuno escluso, al benessere comune in proporzione della propria
ricchezza reale;
- I Dipartimenti universitari di
Economia pubblica, se, avendo scritto testi limpidi, in cui
affermano, a seguito di profonda ed articolata analisi, che un
sistema fiscale equo deve necessariamente essere di tipo patrimoniale, non
smetteranno di partecipare alla composizione di commissioni
tecniche per realizzare solo leggi di segno opposto;
- I Centri studi sociali e mezzi
di comunicazione, se non assumeranno atteggiamenti autonomi
in difesa dei diritti oggettivi di tutti i cittadini, e non di
ossequioso fiancheggiamento dei poteri forti, contribuendo a costruire
un muro invalicabile di omertà, che non fa onore ad una società
moderna.
Il momento in cui decideremo di far rientrare
o emettere il nostro provvedimento di sfiducia é rappresentato dalla
formulazione della prossima legge finanziaria per l'esercizio 2006, avendo
chiesto al Presidente della Repubblica ed al C.S.M., in applicazione
dell'art. 74 della Costituzione, che sia formalizzata la richiesta
alla Corte costituzionale di emettere un parere sulla incostituzionalità
gravemente sospettata del sistema fiscale italiano vigente, a causa della
violazione dell'art. 53. della Costituzione.
E'
tempo, ormai, di usare la ragione, non la forza !
Affinché non possa più
accadere che un tizio qualunque,
capitato
per caso
nella poltrona di Responsabile del
Ministero Buffo,
possa
pensare, così a casaccio o con
la
prima brillante intuizione notturna,
di colpire fiscalmente le
"secondecase" per risolvere i problemi di bilancio dello Stato,
né di assistere alla scena
penosa di un noto esponente della sinistra
che
sia reticente a pronunciare il termine 'patrimoniale' !
Parlamentari,
usate i Vostri poteri in modo
che non siano una prova a carico,
altrimenti,
anziché chiedere di andare alle
primarie,
Vi
converrà chiedere di andare...
all'asilo... politico !