Teatrino politico
Il sequel grottesco delle inverosimili sceneggiate tra allevatori di polli
(Locations abituali: Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo, Radio-Tv, Giornali, Centri di potere)
 
Civati: "I rottamatori del Pd sono un'opportunità. Alleanza con Fini? Lo decida il congresso"
di Antonella Loi
 
"Pippo Civati (a sinistra), insieme al sindaco di Firenze, Matteo RenziSiete pregati di prendere posto e di lasciarlo dopo tre mandati. E poi non lasciate aperti i finestrini per evitare correnti". Infine, sempre la stessa voce ha detto: "Vi preghiamo di gettare i rifiuti negli appositi cestini per la rottamazione differenziata". A Firenze alla Leopolda, sotto un'insegna che dice "Prossima fermata Italia", la vedono così la politica: no al professionismo, no alle correnti interne e primarie di collegio, sempre. Si apre il sipario sui giovani del Pd, i trentenni, i "rottamatori" per dirla con Matteo Renzi. Una scossa tellurica: il Pd è avvisato. Seguono malumori e sospetto nel partito di Bersani. Finocchiaro non gliel'ha mandato a dire e al sindaco di Firenze e al suo sodale, consigliere regionale in Lombardia, Pippo Civati, ha dato dei "maleducati". Ci risiamo: una nuova puntata dell'atavica contrapposizione giovani-vecchi? "Questa polemica sulla rottamazione è insensata e l'abbiamo dimostrato a Firenze", dice un po' insofferente Civati, col quale parliamo all'indomani della convention che ha catalizzato, all'interno della stazione di Firenze, 6800 entusiastiche presenze. "Il tema è legato al numero dei mandati, alle primarie. E poi a Firenze abbiamo parlato di tutt'altro".
Ma i "rottamatori" mandano in pensione anticipata.
"Ne abbiamo spiegato il significato per due mesi ma hanno voluto continuare a fare polemica fino al giorno prima. Mi hanno raccontato di qualche contestazione all'assemblea dei circoli. Da parte nostra sono arrivati solo segnali di distensione".
Però Bersani se l'è presa. Perché non è venuto a Firenze?
"Quando abbiamo organizzato quest'iniziativa, a settembre, abbiamo pensato che sarebbe venuto. Cioè nessuna polemica da parte nostra con la segreteria nazionale, c'era un ragionamento più ampio e l'urgenza di raccontare le cose in un modo per noi più efficace. Che poi per noi e settemila persone si è rivelato più efficace. Io tendo a parlare di cose serie e continuare a parlare di rottamatori e rottamazione sia un modo per non affrontare la questione che poniamo in termini culturali prima che politici".
Il tema dei giovani in politica è un problema reale.
"E' il problema dei giovani nella società italiana. Ha qualche attinenza con il tema del ricambio anche se non non è una questione di anagrafe. Ci può essere un cinquant'enne che assume per la prima volta l'incarico e disegna la sua politica. Però è vero che c'è un problema strutturale nella società italiana che penalizza chi ha meno di quarant'anni, questo sì, clamorosamente".
A proposito di rottamazioni, Fini si dice pronto a "rottamare" Berlusconi. Ma è proprio così?
"Secondo me prima o poi sarà così. Noi abbiamo segnalato che va benissimo che Fini faccia cadere il governo Berlusconi. In questo senso tifiamo per lui, ma tifiamo molto meno pensando alla responsabilità che Fini porta".
In che senso?
"Ci sembra curioso che uno come lui che viene addirittura dalla Prima Repubblica, dall'Msi, rinnova, innova e cambia le cose dopo aver condiviso tutto con Berlusconi per sedici anni di stagione politica. Che venga sdoganato dopo aver condiviso con Bossi tutta quella xenofobia che adesso denuncia ci sembra un po' forzato insomma. Però se lui ha cambiato idea su Berlusconi ci sembra nobile".
La sensazione è che da sinistra non ci sia tutta questa voglia di far cadere Berlusconi. Forse il Pd non è ancora pronto.
"Noi diciamo proprio il rovescio. Cioè noi vogliamo far cadere Berlusconi e se il Pd non è pronto c'è qualcosa che non va, ma non siamo noi a dirlo. Perché ci sembra assurdo che un partito di opposizione non sia pronto alla caduta del governo altrui. In terzo luogo segnaliamo che quando si fa cadere un governo l'operazione successiva la si discute".
Qual è l'operazione successiva?
"Prima di fare un'alleanza con Fini ci aspettiamo che si avvii una discussione molto approfondita al nostro interno e con i nostri elettori. Bisogna fare un congresso prima di allearsi con Fini". 
Ma da dove deve partire il Pd? Quali sono secondo lei le proposte che ne farebbero una forza di governo credibile?
"Il Pd deve essere molto efficace nel raccontare l'unità nazionale, per esempio. Non può essere quella assunta come un dogma e nello stesso tempo non può neanche essere un gioco allo scarica barile, dove è sempre colpa di qualcun'altro. Se ci sono degli sprechi il Pd deve intervenire e deve dimostrare di avere una classe dirigente di qualità in tutto il Paese, deve dimostrare che se il Nord ha delle rivendicazioni come ce le ha il Sud bisogna che queste rivendicazioni trovino una comune unità di misura".
Un discorso anti-Lega?
"Il Pd deve unire la società italiana a cominciare da quel problema di giovani e anziani che dicevo. Ma deve intervenire con intelligenza, mica dicendo togliamo ai garantiti per dare ai non garantiti. Poi trovare una misura sul fisco perché è vero che c'è molta evasione ma è anche vero che bisogna trovare gli struimenti per farla emergere e, dove possibile, ridurre il peso fiscale. Il Pd deve insomma essere più determinato. L'abbiamo detto nella tre giorni di Firenze. E poi riscoprire temi completamente scomparsi che darebbero un po' di sostanza e passione".
Quali?
"Prima di tutto quello dell'ambiente, in secondo luogo quello dei diritti. Intesi sia come opportunità per tutti. Quindi la questione esplosa questa settimana sugli omosessuali ma anche il fatto che viviamo in una Paese dove vivono cinque milioni di persone che non sono nate in Italia e di cui io prenderei seriamente in mano la condizione".
Un tema a lei caro quello dell'immigrazione. Nel suo libro Regione straniera (Melampo editore) mette in luce i conflitti sociali  in Lombardia, la regione con il più alto numero di immigrati in Italia. Un tema difficile, cosa suggerite al Pd in materia?
"Politiche opposte a quelle portate avanti da questo governo. Noi chiediamo al Pd la svolta perché il Paese deve cambiare e non tornare indietro agli archivi della Prima Repubblica, al politicismo, a un governo che non si sa bene come è fatto, a una legge elettorale che sembra fatta da quelli sconfitti da Berlusconi. Vediamo di capirci di più e vediamo come va a finire con Fini. Noi dobbiamo essere pronti ad ogni situazione".
Oltre il programma il leader. Oggi sembra non si possa prescindere da questo. Anche Futuro e libertà ha scritto il nome di Fini nel simbolo: il Centrosinistra a chi si affiderà? Bersani, Vendola o magari Renzi/Civati?
"Noi abbiamo parlato del popolo e non del leader. Della necessità di costruire un movimento, una cultura politica che attraversi il Pd vogliamo fare una campagna politica e culturale e non di leadership o di correnti. Io dico la verità e cioè che dipende da quando e come si va a votare: se ci sono le primarie è giusto che si confrontino Bersani e Vendola. Se ci sono formule diverse, un'impellenza del voto immediato, è ovvio che la prima persona a cui si pensa è il nostro segretario nazionale, Bersani. E poi mi pare che prima di Renzi i dubbi li abbiamo espressi Veltroni parlando di 'papa straniero' o la Finocchiaro che ha detto addirittura in assemblea nazionale che forse c'è bisogno di qualcosa di diverso da Bersani. Riflettiamo, ma sta al gruppo dirigente capire se il segretario generale è il candidato più forte".
E' la risposta anche per chi vi taccia di "eccessivo personalismo" e "autocelebrazione"?
"A questo raduno lavoriamo in tanti da mesi su binari paralleli nel senso che non c'è un complotto Renzi-Civati e degli altri che sono venuti a Firenze. La nostra iniziativa è importante e apre ad altre iniziative sul web per spiegare che la vita a trent'anni si vede in modo meno problematico e più coraggioso, tutto qui. Poca strada fatta e tanta ancora da fare. Davanti all'accusa di liberismo e protagonismo siamo sereni. Il nostro è un contributo al Pd".
Civati, mentre il Pd vi guarda con sospetto Grillo vi accusa di avergli copiato le idee.
"Fortunatamente nel mondo c'è Grillo, c'è Obama, ci sono i Miliband e c'è il lavoro che stiamo facendo noi. Grillo a Cesena ha detto 'andiamo oltre' che è guarda caso il nome della mia associazione: mica l'ho accusato di avermi copiato. Credo che Grillo dovrebbe dire perché non è d'accordo con noi eventualmente, non che è d'accordo con noi perché lo copiamo. E poi noi abbiamo citato il modello tedesco del fisco e non mi pare che lui parli di fisco. Le 'Cinque Stelle' sono anche interessanti, ma mentre noi ascoltiamo, lui fischia. Grillo ci preoccupa e ci incuriosisce. Ci preoccupa perché sta fuori dal centrosinistra, ci incuriosisce perché dice cose condivisibili, anche se magari con i toni sbagliati. Spero che lo dica anche in campagna elettorale che lo copiamo, così fa prendere un sacco di voti al Pd".
08 novembre 2010
La riflessione di Hominibus
 
E' un bell'andare, avanti e indietro,
lungo il testo di questa intervista, a caccia
di uno spunto nuovo che dia motivo di giustificazione
e plauso verso questi trentenni pieni di vita e belle iniziative,
ma purtroppo é stato uno sforzo vano, avendo trovato
solo il solito desiderio di rubare la scena
a protagonisti logori e autoesclusi.
 
Allora c'é da chiedersi se sia il caso
di rottamare anzitempo i rottamatori fiorentini
per evitare che, sostituendosi all'attuale nomenclatura,
possano ripetere gli stessi errori che vogliono ora denunciare,
non dando prova provata della loro capacità di assolvere
una missione molto delicata ed impegnativa
contro un malgoverno a tutti i livelli.
 
L'impressione di immaturità giovanile
si ricava dalla leggerezza del parere fiscale,
anche riparando dietro alla citazione del modello tedesco,
perché lasciano inalterato il crimine perpetrato con una fiscalità
che perpetua una forma di prelievo rozzo e indiscriminato,
causa prima di guasti connaturati nei metodi,
potenziati da incorreggibili egoismi.
 
Così conviene stornare l'attenzione
da questo gruppo di volenterosi autopromossi
oppure invitarli, se sono ancora in ascolto di pareri esterni,
di approfondire l'analisi dei veri fattori scatenanti il disagio sociale,
che non si cura solo con la gestione attenta delle risorse,
ma, innanzitutto e sopratutto, col loro prelievo
in cui manca il rispetto dei più deboli.
 
Roma, 10 Novembre 2010
 
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.