La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 716 di esortare i più forti,  perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)

E' Conte il padrone esclusivo di palazzo Chigi. Via i vicepremier e vuole anche il sottosegretario

Tra poche ore il premier incaricato salirà al Quirinale per sciogliere la riserva e con la lista dei ministri. Franceschini e Di Maio fuori dal palazzo del governo, diventano Capidelegazione. Franco Gabrielli in pole per il Viminale. Gualtieri alle Finanze. De Micheli alle Infrastrutture. Il giallo Dibba. Tutti i nomi del Conte 2

All’una di notte le luci al primo piano di palazzo Chigi sono ancora accese. Sarà una lunga notte per definire programma e squadra del Conte 2. Combinare e soddisfare i desiderata del Pd e del Movimento. Dei partiti più piccoli che, come Leu, stanno trattando temi e presenza in squadra con la forza di chi sa di avere in tasca i numeri decisivi (al Senato). E quelli del padrone di casa, il professore Giuseppe Conte che, azzerato il problema dei vicepremier - operazione perfetta grazie all’auto eliminazione reciproca dei candidati Franceschini e Di Maio - sta per azzerare anche quello del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. I 5 Stelle pretendono quell’incarico - il più strategico del governo - per affidarlo a Vincenzo Spadafora, sottosegretario uscente (alle Pari Opportunità), mentore politico del “primo” Di Maio e certamente regista attento e sempre dietro le quinte della soluzione della crisi. Spadafora, che non aveva mai digerito l’alleanza con la Lega, è sempre stato sostenitore dell’asse Pd-M5s. A casa sua il 19 agosto avviene il primo faccia a faccia Di Maio-Bersani. Il premier incaricato però scrolla la testa, “Spadafora non si può - ha spiegato - perchè in tandem con me vorrebbe dire consegnare le chiavi di palazzo Chigi al Movimento, cosa che il Pd non può accettare”. Conte ha rilanciato con il suo capo della segreteria, Roberto Chieppa, l’uomo che siede alla sua destra nelle consultazioni e tiene i verbali degli incontri con le delegazioni. Ma se così fosse, Conte diventerebbe il padrone assoluto di palazzo Chigi. Senza alcun contrappeso da parte dei maggiori azionisti della nuova maggioranza. E’ questo il rebus che deve trovare una soluzione entro le prime ore di questa mattina. Prima che il premier incaricato salga al Quirinale consegnando al Presidente della Repubblica programma e lista dei ministri. Su cui il Capo dello Stato avrà sempre e comunque la parola finale.

Dopo Rousseau

Archiviata alle 19 e 30, dopo una suspence fasulla con relativa drammatizzazione, la propaganda e i risultati del voto on line sulla piattaforma Rousseau con il 79,3% di Sì al governo con il Pd (“il record mondiale di partecipazione ad una votazione politica online in un solo giorno, abbiamo scritto una pagina di Storia” ha potuto esultare Davide Casaleggio, dimenticando che 70 mila sono poco più di niente) le trattative per la nascita del nuovo governo sono subito riprese per completare il puzzle del Conte 2, governo che il segretario dem Nicola Zingaretti pretende “in discontinuità” e “di svolta” con quello passato. E’ stato deciso di dare “pari dignità” di ruolo. Il Movimento ha indicato Conte come premier ed è stato accontentato visto che è il partito di maggioranza relativa anche se i dati del 2018 (quel 33 % pari a circa undici milioni di elettori) sono crollati, nel maggio 2019 (Europee) al 17,4%. Una debacle. Che non corrisponde però al numero di eletti. Così, nonostante Di Maio anche ieri abbia continuato a sottolineare che i 5 Stelle sono “il partito di riferimento del nuovo governo”, quello che detiene la golden share, rivendicando a se medesimo il merito di restare fedele alla mission del Movimento al governo ovverosia "il cambiamento per il bene dell’Italia”, alla fine i dicasteri saranno distribuiti in parti uguali, otto per ciascuno. E a ben vedere, quelli più di peso sono destinati al Pd.

I capi delegazione

Questo saranno Luigi Di Maio e Dario Franceschini. Sfumate a colpi di tweet e video su Fb le caselle di vicepremier (il primo a rinunciare è stato Franceschini, qualche ora dopo lo ha seguito Di Maio) che avevano bloccato per giorni la definizione della squadra, entrambi acquisiranno il fin qui inedito ruolo di capo della delegazione. Oltre che ministri. Il capo politico dei 5 Stelle sarà ministro degli Esteri (i maligni si sono subito preoccupati di informare che farà un corso intensivo di inglese e relativa pronuncia) dove era destinato Andrea Orlando. Il quale ieri sera, compreso di essere d’impaccio, ha comunicato senza indugio il suo passo indietro. “Resto a disposizione del partito, a fianco del segretario Zingaretti, perchè nei prossimi mesi avrei importanti sfide da affrontare” ha detto Orlando risolvendo così un altro empasse che rischiava di far slittare se non saltare il timing sollecitato da Mattarella con Conte: “Fate presto a sciogliere la riserva”. Dario Franceschini tornerà alla fine “a casa”, a quel ministero dei Beni culturali dove era stato cinque anni firmando molte rivoluzioni e dove c’è urgenza di riprendere un lavoro che è stato interrotto per quindici mesi. Probabilmente il premier deciderà di riportare al Mibac anche la “T” di Turismo, delega che l’ex ministro Centinaio aveva portato nel suo portafoglio insieme all’Agricoltura. Il centrosinistra aveva abbinato la cultura al turismo, uno volano dell’altro. La Lega lo ha invece portato in capo al ministero dell’Agricoltura, scommettendo più su cibo e turismo. Entrambi, Franceschini e Di Maio, saranno gli interlocutori del premier Conte, i capi delegazione, ogni volta che sarà necessario condividere e discutere una decisione con i partiti della maggioranza. Per questo motivo, aveva spiegato Di Maio, “devo stare a palazzo Chigi” nella cabina di regia del governo. In realtà palazzo Chigi è il potere, che Di Maio voleva e doveva “occupare” per non perdere il controllo dei gruppi parlamentari e del partito.

La lista dei 5S, i pugni di Leu e il giallo Dibba

Sarà che Grillo lo ha invitato a “scegliere bene i ministri” e che forse, quasi quasi, “sarebbero meglio i tecnici dei politici”, Di Maio ha blindato nel suo mazzo più o meno i soliti nomi: Fraccaro, Bonafede, Spadafora, promossi i capigruppo Patuanelli e D’Uva; sono dentro, per questioni legate al genere, le ministre uscenti Grillo, Lezzi e probabilmente la Castelli. Dovrebbero anche restare ciascuno dov’era. In bilico sono il generale dei Carabinieri Costa (Ambiente) e la ministra Trenta. Per motivi diversi. Costa potrebbe essere sacrificato in nome dell’accordo con Liberi e Uguali. La delegazione tornata da Loredana De Petris e Federico Fornaro ha lasciato palazzo Chigi all’una di notte. Ufficialmente ballano i temi del programma su cui non sarebbe stato raggiunto l’accordo pieno. In realtà ballano posti di governo. Leu pretende “pari dignità”. Del resto senza i suoi quattro voti al Senato la situazione potrebbe complicarsi se è vero che “almeno nove senatori passeranno con la Lega”. Così Leu potrebbe strappare il posto di ministro per Rossella Muroni, la presidente di Legambiente che Piero Grasso volle in squadra e che meglio di chiunque altro saprebbe declinare le parole sviluppo e ambiente. Leu batte i piedi anche per Speranza ed Errani. Piero Grasso ha il merito di aver subito indicato la strada della parlamentarizzazione quando Salvini aprì la crisi.

Ancora un mistero il destino di Alessandro Di Battista: su di lui si rincorrono le voci più diverse e contraddittorie. Di Maio quasi certamente cercherà di metterlo in squadra, anche per evitare di averlo fuori che attacca dentro un giorno sì e l’altro pure. E’ molto probabile che Conte lo percepisca come elemento di disturbo anziché un valore aggiunto e che dunque non faccia mai entrare Dibba nella lista di governo. Nel caso lo facesse, ci sarebbe poi il limite, a quel punto invalicabile, del Quirinale che ha detto chiaramente di voler evitare “nuovi casi Savona”. Per cui quindici mesi fa Di Maio chiese l’impeachment di Mattarella. Ma la memoria è corta in questo paese.

Esperienza e nuova generazione: il mix dem

E’ il mix su cui vuole puntare il segretario dem per la sua squadra di governo che deve tenere in conto le richieste di tutte le correnti interne al partito. Qualche problemino, ad esempio, sembra darlo la quota di pugliesi (corrente Emiliano) a cui non andrebbe giù la scelta di nominare la turbo renziana Teresa Bellanova all’Agricoltura. La caselle senior sono riservate a Dario Franceschini e Lorenzo Guerini che dovrebbe andare al ministero della Difesa dove si sono accumulati decine e decine di dossier delicatissimi soprattutto sul fronte delle commesse militari. Per la casella chiave del Mef, Zingaretti ha indicato senza se e senza ma Roberto Gualtieri, professore universitario, eurodeputato Pd, dal 2014 presidente della Commissione del parlamento europeo per i problemi economici e monetari. Nel 1985 prese la tessera dei giovani comunisti dalle amni di Zingaretti che allora ne era segretario. Tra i giovani Enzo Amendola è stato indicato agli Affari Europei, Provenzano al dicastero per il Sud, da sempre il campo di battaglia del ricercatore siciliano. Ministeri di peso per le donne: Paola De Micheli, braccio destro di Zingaretti, è stata indicata al Mit, il ministero delle Infrastrutture così centrale per molti dei punti del programma (ad esempio le concessioni autostradali); Bellanova all’Agricoltura e la giovanissima Anna Ascani agli Affari regionali.

Il Viminale ad un tecnico

La proposta di Zingaretti per il Viminale è un nome che non ha bisogno di convincere. Il segretario ha chiesto al prefetto Franco Gabrielli, dal 2015 capo della polizia e della Pubblica sicurezza, l’onore e l’onere di guidare il ministero dell’Interno. La scelta del tecnico superpartes e superesperto della macchina dovrebbe almeno per un po’ mettere il Viminale al riparo dalle speculazioni e dalla propaganda anti migranti con cui è stato stressato negli ultimi 15 mesi. Una prima linea che Gabrielli ben conosce avendola vissuta in prima fila e che dunque, nel caso, saprà gestire subito nel modo più idoneo. I Cinque stelle lasciano libera la casella del Commissario europeo dove sarebbe in effetti difficile a questo punto mandare un 5 Stelle visto che il Movimento ad un certo punto ha interloquito con i Gilet gialli francesi. Il Commissario dovrebbe essere Paolo Gentiloni, la delega quella della Concorrenza.

Il programma “indefinito”

Ieri prima di dare il via alla votazione su Rousseau, sul blog sono stati pubblicati i 26 punti del programma. Un chiaro invito, anche da parte della Casaleggio, a votare Sì come poi è successo. “Una bozza di programma, molto sintetizzata” ha precisato il Pd. Utile, comunque, per far dire a Di Maio che “è stato accolto il loro programma, qui venti punti per cui aveva alzato un po’ la voce qualche gionro fa”. Tanto per dirne una, si intravedono molti capitoli di spesa e pochi quelli in cui si spiega dove trovare i soldi. Più o meno la storia di sempre. Si spiega che nella Manovra, “la prima verifica del programma” ha detto Di Maio, “sarà perseguita una politica economica espansiva senza compromettere l'equilibrio di finanza pubblica”. Tra gli obiettivi, neutralizzare l'aumento dell'Iva, sostenere le famiglie e i disabili, garantire maggiori risorse a scuola, università, ricerca e welfare. Al capitolo Fisco si trova la promessa della “riforma fiscale con riduzione delle tasse, spending review e tax expenditures che accompagnino la lotta all'evasione fiscale” per cui sono previste pene più severe. Urgente poi la web tax per le multinazionali. Pd e M5S ritengono che in Ue si debbano “rilanciare investimenti e margini di flessibilità” superando “l'eccessiva rigidità dei vincoli europei in materia di politiche di bilancio pubblico”. C’è la riduzione delle tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori, l’introduzione del salario minimo e l’individuazione del “giusto compenso” anche per i lavoratori non dipendenti. Il Patto sul Verde, cioè sull’ambiente, prevede che “tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la protezione dell'ambiente, il ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto dei cambiamenti climatici”. Circa le concessione autostradali si prevede “la revisione”. Sull’immigrazione si parla di “rivedere i decreti sulla base delle indicazioni del Quirinale” e di imporre all’Europa la revisione di Dublino. Ventisei punti, uno più nobile dell’altro e in alcun modo criticabili.

Dove fare cassa

Il punto è dove prendere i soldi, come finanziare questo piano e le spese fisse che ci portiamo appresso, dall’Iva al Reddito di cittadinanza. Le misure dovranno presto essere delineate. Il varo della Manovra deve avvenire entro il 20 ottobre, ma già il 15 dello stesso mese Bruxelles vuole ricevere - come da programma - le linee guida degli interventi. Neutralizzare l'Iva (23 miliardi nel 2019), finanziare le spese indifferibili e attuare il taglio del cuneo fiscale porterebbero subito il conto sui 35 miliardi. Una decina di miliardi arriverebbero per il prossimo anno dall'andamento del gettito Iva (4 miliardi), dal calo dei tassi e dello spread (3 miliardi) e dai risparmi su quota 100 e altre misure di welfare (altri 2-3 miliardi). Dal confronto con l'Europa, da cui ci si attende la concessione di un po' di flessibilità, potrebbero arrivare altri 8-10 miliardi. Una nuova spending review e la revisione degli sgravi fiscali (oltre cento miliardi l’anno) potrebbero fare il resto.

La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:

Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà

consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme

e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione

politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di

Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati

al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in

primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione ...

I Politici sono il kernel di Malavita,

insistendo ancora in arroccamenti che

seminano dolore e morte nel mondo.

Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione

che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le

attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare

con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei

dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi

che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,

 

PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!

Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,

archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.

 

Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta

gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,

sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste

nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !

Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":

 

Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di

grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire

la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,

restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.

 

Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,

occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non

cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio

mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,

che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,

permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,

facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,

il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,

ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"

politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,

nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o

incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli

ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che

vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da

abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio

con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa

tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti

regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,

liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...

 

 Fiscalità Patrimoniale

come Ordine Universale per garantire

Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza

per tutti i Popoli della Terra!

 

E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire

l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che

non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione

capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi

strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione

democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.

 

Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione

dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove

prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al

danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale

preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.

IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo

e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!

...................

Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,

 è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte

che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,

risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.

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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,

PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE

LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,

DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,

 CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!

-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------

L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano

 l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento

comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei

ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.

Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi

fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto

di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico

ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo

ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon

funzionamento dei servizi pubblici sul

territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la

Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza

nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con

procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi

per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!

 

Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,

la musica rimane la stessa  il canovaccio usato lungo tutto l'arco

della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia

e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,

che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità

e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,

richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate

ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche

richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti

politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,

che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e

la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori

tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:

"STATO = CONDOMINIO"

Ma  non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile

con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe

naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni

amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la

certezza del domani  basati su norme elementari da seguire?

 

L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle

discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma

definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione

 delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,

gratuita o a compenso da convenire, grazie alla

immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi

odierni, con potere di voto unitario per

 votazioni di principio o pari alla ricchezza

patrimoniale rappresentata per le votazioni

richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando

le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di

tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.

 

Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,

vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di

liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe

essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga

la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni

indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole

e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione! 

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...

...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!

 

Insomma, ...

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve a favorire la libera circolazione della

ricchezza finanziaria mondiale, annullando

il forte richiamo dei paradisi fiscali,

facili ricoveri, generati dalla

connivenza politica.

 

Roma, 2 Settembre 2019

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate