I due
vicepremier
si
vedono a
Palazzo
Chigi,
il
premier
Conte ci
resta
male.
Bisogna
decidere
su temi
importanti.
A
partire
da
quella
manovra
economica
d’autunno
su cui
ci sarà,
di
certo,
da
litigare,
tra Lega
– che
vuole
una flat
tax
‘vera -
e M5S,
che
invece
la vuole
‘mini’,
per non
dire del
rapporto
con la
Ue:
problematico
per
Salvini,
molto
migliore,
da
quando
l’M5S ha
votato
per la
van der
Layen,
per Di
Maio,
che è
riuscito
a
rientrare
nel
‘grande
gioco’.
Il
povero
premier,
Giuseppe
Conte,
invece,
resta
solo e,
non
sapendo
bene
cosa
fare, è
costretto
a
improvvisare,
su
consiglio
del suo
staff,
un
pranzo
‘all’aperto’,
a base
di
sushi,
per far
vedere e
notare
che
“ohi,
esisto
pure io,
eh?”.
“Sono o
non sono
io, il
presidente
del
Consiglio?”
la
domanda
neanche
troppo
sottesa.
“No” la
duplice
risposta.
Ecco, va
così
nelle
pazze
giornate
politiche
dell’esecutivo
e della
maggioranza
gialloverde:
i due
vicepremier
testimoniano,
ove mai
ce ne
fosse
stato
bisogno,
anche
plasticamente
che
contano
assai
più del
premier
(trattavasi,
nella
Prima
Repubblica,
di
cariche
puramente
onorifiche)
e il
premier
cerca,
disperatamente,
di
ritagliarsi
un ruolo
suo.
Di
Maio
cede
sulla
Tav,
Salvini
rimanda
le
Autonomie
Certo è
che,
seppellite
le
istanze
‘no-Tav’
del
Movimento
sull’altare
della
realpolitik
(i quali
No Tav
manifestano
sabato
prossimo
in val
Susa, e
se lo
faranno
‘pacificamente