Teatrino Politico
Stop alla concettuosa stoltezza degli allevatori 'comunisti'
per recuperare un sincero rapporto con la gente
che pretendono di rappresentare
con l'augurio che abbiano la forza per rimuovere l'ingombrante TAPPO
che governa i propri interessi, dando l'impressione di poterli condividere
incredibilmente e spudoratamente con la maggioranza della popolazione.
A difesa, si prova anche a dire che molti grandi lestofanti dei tempi passati
abbiano creato ricchezza per tutti, ma la storia é fatta solo dai sopravvissuti!
 
Al fine di trovare un appiglio per contrastare la crescita abnorme del consenso a favore dell'attuale maggioranza di governo, desideriamo pregare il nostro Lettore di volere prendere in considerazione gli elementi portanti di una proposta per il rinnovamento della politica onesta, né di destra né di sinistra, che si voglia dichiarare 'democratica' o 'democratica davvero' o 'semplicemente democratica' od altro ancora.
 
Essa ha il seguente nome:

D.D.T. - La Democrazia di Tutti(1)

D.D.T. é una iniziativa politica avente lo scopo precipuo di dare un contributo di idee atte a risolvere, in sostanza, un primo problema, ma basilare, che sembra assillare i Governanti, non per una difficoltà oggettiva ma soggettiva.Tale problema é costituito dalla impostazione del sistema fiscale, non nel suo complesso, ma quasi esclusivamente nella fase del prelievo, in cui si avverte l'incombente conflitto di interesse che affligge il Legislatore, il quale deve evitare accuratamente di colpire innanzitutto i propri interessi personali, ma deve anche mascherare questa esigenza istituendo riferimenti e meccanismi nella imposizione fiscale che lascino il cittadino nella impossibilità di capirne i motivi reconditi

.D.D.T. si fa carico di questo compito, che si presenta molto gravoso, perché per condurlo a termine deve superare il muro di ferma opposizione da parte della classe che governa la politica di tutti gli schieramenti, i giornali, la radio, la televisione, l'università, i centri studi pubblici e privati, le associazioni di categoria, oltre ad un immenso esercito di professionisti che hanno costruito la loro fortuna sulla impostazione ipocrita di un problema sostanzialmente lineare !

Il primo obiettivo  di D.D.T.

 
Denuncia del limite morale dei sistemi fiscali, che, come quello italiano, adottano la tassazione del reddito come scudo del patrimonio

                Sulla spinta riformatrice dell'attuale Governo, che ha dimostrato un grande travolgente impegno, anche se discutibile, nel voler dare un nuovo assetto in vari settori della pubblica amministrazione, D.D.T., convinta che siano maturi i tempi per riformare in modo definitivo il Fisco, denuncia di avere chiesto il parere a vari Enti e personalità competenti sulla nostra proposta di adottare una base, nuova per uno Stato, ma consueta per tutte le amministrazioni patrimoniali che debbono fornire dei servizi comuni a soci o membri di consorzi, cooperative, condomini, ecc., che consiste nel ripartire l’ammontare delle spese comuni indivisibili esclusivamente in base alla ricchezza reale di ogni cittadino, quantificata, p.e., in miliardesimi, grani, carati.

                In tal modo l’Italia, oltre ad eliminare una volta per tutte le infinite ed inconcludenti diatribe sulla equità fiscale e sulla forme più efficaci di lotta all'evasione, darebbe uno straordinario esempio di coerenza a tutti i Paesi che ancora insistono nella imposizione  combinata sul reddito e sul patrimonio, in cui riesce il magico risultato di dividere i contribuenti in due fasce, c.s.: 

  ·         Contribuenti che pagano veramente molte tasse, ma sembra che ne paghino poche;    
  ·         Contribuenti che pagano veramente poche tasse, ma sembra che ne paghino molte;  

                Essendo falliti i tentativi di ottenere elementi di verifica sulla giustezza della nostra convinzione mediante informali richieste rivolte ad Uffici dell’amministrazione statale, Partiti di entrambi gli schieramenti, Centri studi (Eurispes, Censis, Cnel, ecc.), Associazione dei Tributaristi, Chiesa (CEI),   Docenti universitari, ecc., poiché hanno finora ottenuto non risposte tecniche ma silenzio o indisponibilità a discuterne o risposte verbali evasive o accuse di provocazione o sommesse denunce di ‘condizionamenti secolari (fin dal 1600!) che richiederebbero almeno 150 anni per la loro rimozione’, D.D.T., fiduciosa in tempi più brevi, ha presentato, già nel mese di dicembre 2004, una petizione, al Parlamento italiano ed europeo.

                D.D.T., a seguito delle poche speranze che questa segnalazione, rubricata nel 2005 al N.927 alla Camera, al N.1008 al Senato ed al N.47 al Parlamento europeo, potesse giungere concretamente ad un esame collegiale, a causa della assenza di un disegno di legge a cui poter essere abbinata o di sottoscrizione di un Parlamentare, ha rivolto al Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri  la preghiera di voler prendere a cuore la verifica del problema da noi sollevato, che denuncia il profondo stravolgimento della ripartizione del carico contributivo ed impone un immediato intervento, dettato da un imperativo oggettivo di giustizia amministrativa, al di fuori da qualsiasi motivazione politica che potrebbe essere appiccicata ad esso, non essendo classificabile come istanza di parte politica, ma solo come invocazione del rispetto di un elementare criterio contabile, da non ammantare di ideologia fuorviante.

Testo della Petizione al Parlamento Italiano ed Europeo

Denuncia della paradossale incostituzionalità del sistema fiscale vigente

L'iniziativa é generata dalla radicata convinzione che la società debba rimuovere quello che é il vero ostacolo alla costruzione di una comunità realmente sensibile, non nelle parole ma nei fatti, ai temi della giustizia, innanzitutto, e solidarietà, come esigenza complementare per la pace sociale, che é costituito dall'attuale sistema fiscale, basato principalmente sulla tassazione del reddito.

Partendo dalle ricorrenti dichiarazioni che appaiono nei mezzi di informazione, come:

 

"Le Fiamme gialle hanno scoperto un'alta diffusione della evasione fiscale!"
"Le Fiamme gialle non riescono a svolgere un'azione efficace contro l'evasione fiscale! "
"Le Fiamme gialle hanno rilevato vistosi volumi d’affari finora sconosciuti al fisco!"
 

é evidente che l'attuale sistema fiscale non riesce a realizzare il dettato costituzionale (art.53), che indica come principi fondamentali di partecipazione alle spese pubbliche l'equità, la progressività e la solidarietà, poiché non é né efficace né efficiente nella sua azione e non assoggetta al prelievo fiscale con metro comparato il reddito ed il patrimonio, privilegiando il secondo in misura troppo evidente.

Lo Stato italiano adotta una fiscalità che effettua prelievi di tributi sul reddito e sul patrimonio e presenta le seguenti anomalie:

  • La tassazione del reddito, entità filosofica per i contribuenti a struttura produttiva complessa poiché è facile manipolarlo, quando lo rileva lo sottopone ad aliquote più pesanti ( fino al 72% qualche decennio fa! ) per compensare i mancati introiti della parte di reddito non scoperta ;
  • La tassazione sul patrimonio segue un criterio protettivo, quasi conservativo (dall'1°/oo all'7°/oo)

Quindi, la tassazione del reddito rappresenta un primo motivo di incostituzionalità del sistema fiscale, perché é noto a tutti che il fisco non può materialmente controllare il reddito in maniera capillare, anche se centuplicasse le strutture di vigilanza, pertanto ne consegue che la tassazione é incerta, quindi non equa, e per lo stesso motivo non può essere solidale, e quando riesce a colpire lo fa in eccesso, mentre il reddito non individuato non solo non viene tassato ma più facilmente si trasforma in patrimonio, l'isola felice del sistema fiscale! 

Inoltre, l’assoggettamento fiscale del reddito produce ulteriore ‘vulnus’ all’art.53, perché:

  • Riduce l'attenzione dal principale riferimento di un’azione fiscale, che dovrebbe essere il patrimonio;
  • Non dichiara esplicitamente le necessarie regole per la equiparazione del reddito al patrimonio;
  • Produce il declassamento di una grande parte dell'azione fiscale, da certa ad incerta, se non nulla, specialmente in presenza di quei contribuenti con strutture produttive di reddito complesse;
  • Realizza, così, in concomitanza della forte imposizione sui consumi, lo straordinario paradosso di far partecipare alle spese comuni i contribuenti in misura inversamente proporzionale alla ricchezza reale posseduta, proprio con modalità diametralmente opposta a quanto disposto dall'art.53 della Costituzione, per cui anche il famoso "incapiente" paga il 20% su quasi tutti gli acquisti, fino al 300% sui carburanti, ed é inflessibilmente perseguito anche se prova a togliersi dalla sua scomoda posizione, tentando la fortuna alle lotterie nazionali!

Malgrado questa situazione sia nota a tutti, sia ai soggetti che ne traggono vantaggio, sia a quelli che ne subiscono le conseguenze, poiché i primi sono ben rappresentati, mentre i secondi non hanno adeguato consapevole patrocinio, non si ha notizia di alcuna iniziativa, né tecnica né politica, che tenti di porre rimedio a questo stato di cose.

 A tale proposito, D.D.T. rivolge la sollecitazione trasversale ad esprimere un parere sull'ipotesi molto semplice, quasi elementare, di costituire, progressivamente, un sistema fiscale di tipo condominiale, che abbandoni definitivamente la pretesa di colpire il reddito come fonte principale di gettito, e si limiti solo a registrare con maggiore impegno e scrupolo la ricchezza reale, scopo ultimo dell'umana operosità. 

Posto che in un condominio difficilmente il condomino possa sottrarsi al pagamento delle quote di spese condominiali e che lo Stato può essere assimilato ad un grosso condominio, desideriamo chiedere di prendere in seria considerazione l'ipotesi di un sistema fiscale che ripeta alla lettera i criteri dell'amministrazione condominiale e, quindi, basato sui seguenti principi:

  • Tassazione della ricchezza reale civile, commerciale, industriale, mobile, immobile, pubblica e privata, sulla base di inventari ai corrispondenti valori di mercato dei beni posseduti, attivando automatismi basati su indici (quotazioni, studi di settore, listini, aste) per l'accertamento del valore reale dei cespiti posseduti, che consentano l'esaurimento del contenzioso fiscale in tempi rapidi;
  • Eliminazione di tutti i regimi di monopolio statale e delle famigerate accise;
  • Esenzione dei redditi di qualsiasi origine (di impresa, di lavoro, di capitale, pensioni, rendite varie);
  • Esenzione dei trasferimenti di beni e servizi a qualsiasi titolo (compravendite, successioni, donazioni);
  • Controllo dei movimenti di capitale verso l'estero;
  • Fornitura di tutti i servizi pubblici, tranne giustizia e difesa, in concorrenza, al costo di esercizio e di mercato;
  • Piano unico organico di aiuti efficaci per le classi disagiate

 D.D.T. ritiene che in tal modo sia possibile conseguire diversi vantaggi, come: 

  • Eliminazione delle complesse ed incerte dichiarazioni dei redditi e l'attuale diffusa e reiterata microfiscalità con relativa evasione;
  • Tassazione automatica con aliquota unica,  con esclusione di valori finanziari come depositi bancari, azioni, obbligazioni, partecipazioni, ecc.;
  • Azione amministrativa impositiva e di rivalsa più equa ed efficace;
  • Liberazione di un'enorme quantità di risorse pubbliche e private, che troverebbero un impiego più produttivo in altri ambiti;
  • Superamento della discussione sulla modifica arbitraria delle aliquote, poiché l'entità deve essere stabilita solo in base al rapporto tra spesa politicamente ritenuta necessaria e consistenza patrimoniale di riferimento.

Il criterio che porta ad escludere dalla tassazione la ricchezza finanziaria è dettato dalla obiettiva utilità di classificare la ricchezza personale finanziaria come pubblica e quella personale mobiliare o immobiliare come privata, intendendo per pubblica o privata la generica disponibilità all'uso da parte della comunità o di determinate persone fisiche o giuridiche. 

Tale esclusione é confortata dalla considerazione che trattasi di ricchezza ad elevata funzione sociale, il cui trattamento deve dipendere dal suo impiego, come segue:

  • se é convertita in ricchezza reale (case, fabbricati, stabilimenti, impianti e macchinari, beni mobili) o esportata, assumerà un uso privatistico o esterno al sistema, e, quindi, verrà assoggettata a tassazione;
  • se permane nello stato di entità finanziaria, essa risiede in depositi bancari e, quindi, partecipa alla formazione della massa di mezzi che consente alle banche od enti similari la mediazione dei bisogni pubblici di finanziamento e, di conseguenza, non deve essere tassata, consentendo costi minori di funzionamento dei servizi di credito.

Basterebbe la sola applicazione di una aliquota fissa del 4/6 per mille o progressiva e solidale dall'1 al 9 per mille (ma é già solidale un'aliquota fissa, purché pagata da tutti) sul valore reale della ricchezza mobiliare ed immobiliare (stimate per difetto in 100 mila miliardi di euro) per realizzare 400/600 miliardi di euro, in sostituzione del gettito da imposte dirette, indirette ed in conto capitale, assicurando in modo infallibile il rispetto dei principi costituzionali di equità, progressività e solidarietà.

 In tal modo sarebbero rimosse le resistenze a rilasciare fatture e quietanze e l'economia sommersa avrebbe un importante motivo in meno per non manifestarsi. Se, infine, si trovasse il coraggio di allentare la regolamentazione del rapporto retributivo e previdenziale del lavoro dipendente, si risolverebbe, insieme al problema dell'economia sommersa, anche l'eterna questione del lavoro nero.

 In conclusione, lo Stato con un sistema fiscale di tipo condominiale ed una mentalità apparentemente meno protettiva, rinuncerebbe all'affannoso ed inefficace tentativo di controllare in dettaglio il processo di formazione del reddito, che forse é solo un 'inciampo' all'azione fiscale procurato dalla politica, ma concentrerebbe l'attenzione sulla corretta rilevazione del patrimonio, predisponendo un sistema di valutazione della ricchezza reale strettamente connesso con il mercato.

 Lo Stato con un sistema fiscale di tipo condominiale, oltre ad ottenere un immediato raffreddamento del mercato immobiliare, che assorbe la gran parte del reddito prodotto, ed una ripartizione del carico fiscale su una base più ampia ed affidabile, a nostro avviso conseguirebbe i seguenti risultati:

  • Maggiore disponibilità ed economicità di risorse finanziarie per le attività produttive;
  • Rallentamento del processo di formazione del costo-prezzo verso il consumatore finale;
  • Incentivazione dei consumi in conseguenza della generale riduzione dei prezzi;
  • Grande risparmio per i contribuenti appartenenti alle fasce povere o meno ricche e redistribuzione del carico fiscale, dal reddito al patrimonio, per le fasce di ricchezza reale media;
  • Moralizzazione, impegno, attenzione e stimolo all'esercizio più solidale dei grandi patrimoni;
  • Predisposizione al confronto con Paesi giganteschi che condizioneranno sempre più l'economia del pianeta con organizzazioni di lavoro più spartane e libere da pastoie inadatte per mercati globali;
  • Facilitazione delle integrazioni internazionali (una Italia in un'Europa ed in Mondo condominiale).

 Concludendo, D.D.T. chiede che sia possibile intraprendere una iniziativa forte, al di sopra delle parti e degli interessi costituiti, per porre la questione morale della improrogabile revisione del sistema fiscale, il cui malfunzionamento é all'origine di molti squilibri sociali ed una forte spinta a comportamenti perseguiti dai codici, civile e penale

  • 31 Ottobre 2009
  • Hominibus
    Movimento di opinione nazionale per la costruzione di una società onesta,
    che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
    strozzate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti.
Scrivere a segreteria@hominibus.it per commenti, proposte o per cancellarsi dalla mailing list.
 
(1)
D.D.T., oltre a richiamare i fondamentali concetti della democrazia di tutti, richiama un potente disinfestante impiegato in tempi di guerra ed incita la stragrande maggioranza della popolazione a scuotersi dal suo profondo torpore per riformare l'attuale nomenclatura politica, sia di destra che di sinistra, responsabile di sottomettere i cittadini più deboli ad asfissianti imposte, riservando trattamenti di indebito favore per il consolidamento del patrimonio, comunque acquisito.
 
D.D.T. potrebbe essere una fondazione, che, se dotata con il contributo di appena 1€ , una tantum, da parte degli almeno 40 milioni di cittadini maltrattati da una classe politica ipocrita, potrebbe svolgere un'azione efficace per realizzare la vera rivoluzione dell'attuale assetto fiscale, partendo dalla informazione e formazione dell'opinione pubblica, affinché sia finalmente edotta degli enormi vantaggi che trarrebbe dal riconoscimento di sacrosanti diritti spettanti e, da sempre, vergognosamente calpestati.