La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 625 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)
Urla Salvini: “Io voglio la tassa piatta, aliquota unica, semplificare, lo abbiamo scritto nel Contratto di governo, abbiamo approvato il reddito di cittadinanza, adesso dobbiamo rispettare anche le nostre promesse…”. Gli risponde secco Tria, che pure ha un tono di voce meno squillante: “Va bene, se vuoi l’aliquota unica allora dobbiamo far aumentare l’Iva. Le coperture da qualche parte dobbiamo averle. La coperta è questa e non si può tirare da una parte sola…”. Tocca a Di Maio: “Non se ne parla, io certo non faccio scattare l’aumento dell’Iva per introdurre una flat tax che aiuta solo i ricchi”. E’ un ring la sala del consiglio dei ministri a palazzo Chigi. Le grida arrivano in anticamera. E non è un bel sentire.
Quella in cui si presenta il Documento di economia e finanza (Def), la fotografia dell’andamento economico del paese e i presupposti per l’anno che verrà, è una delle riunioni più importanti per il governo. Il rito vuole che alla fine premier e ministro economico scendano in sala stampa e spieghino, tramite agenzie, tv, siti e giornali, dove andrà il Paese. Il rito, invece, va in soffitta. Perché al di là di un profluvio di comunicati in cui Salvini e Di Maio cercano di intestarsi il successo di una partita che vede solo sconfitti, la verità è che dal testo del Def approvato ieri sera spariscono le due aliquote indicate (che andavano bene a Di Maio) e resta solo la promessa della tassa piatta. Senza indicazione delle coperture finanziarie necessarie. Promettere senza spiegare, che poi è sempre stata la road map del ministro Tria.
Così ieri sera alle 19 la sala stampa di Palazzo Chigi resta vuota e sguarnita. “Non scende nessuno, potete andare” congedano gli addetti al palazzo del Governo. In fuga dai numeri piccoli di un bilancio di stato che non quadra più. Addio all’anno “bellissimo” e al “boom economico” con cui ci hanno accarezzato in questi mesi. Addio non solo al terrazzino da cui la sera del 28 settembre annunciarono la fine della povertà. Addio persino al rito, ad entrambi i vicepremier così caro, delle dichiarazioni in favore di telecamere. Il ministro Di Maio ha persino cancellato all’ultimo tuffo l’intervista con Lilli Gruber a “Otto1/2”.
“Nessun giochino sui numeri” aveva chiarito il ministro Giuseppe Tria pochi giorni fa parlando del Def che stava per arrivare. E così è stato. La crescita nel 2019 sarà dello 0,2% contro l’1% indicato nella legge di Bilancio a fine dicembre. In quello 0,2% ci stanno gli effetti delle due misure bandiera (Reddito di cittadinanza e Quota 100) che dunque impattano sulla crescita molto meno di quei 13 miliardi che sono costate. E ci stanno anche gli effetti “volano” dei due decreti (di cui è ancora ignoto il testo definitivo), noti come “Crescita” e “Sblocca cantieri”: nel Def valgono una crescita pari allo 0,1%.
Il gioco dell’oca dei decimali. Nessuna affidabilità. Zero crescita. Questa è la fotografia del Def. Che offre dettagli ancora più preoccupanti. Uno su tutti: aumenta la disoccupazione, salirà all’11 per cento (era 10,6% nel 2018) , crescerà ancora nel 2020 (11,2%) e tornerà all’11% nel 2021. Senza pietà, anche rispetto all’osannato decreto Dignità. Cresce, invece, il debito pubblico che sale al 132,7% per colpa dello spread. Con buona pace della sottosegretaria Castelli che in proposito provò a dare lezioni in diretta tv all’ex ministro Padoan. Il deficit, che da settembre a dicembre 2018 aveva fatto impazzire lo spread facendo aumentare il debito pubblico, torna al 2,4%. Ora era sceso al 2,04% con grande soddisfazione del premier Conte che poté così vantare di aver evitato la procedura di infrazione di Bruxelles. Il Def, 132 pagine di numeri impietosi.
Lontani dalle telecamere, alle prese con i rispettivi comunicati - si racconta dell’imbarazzo generale nel far firmare il comunicato finale al sottosegretario Giorgetti - i due azionisti di governo si trincerano dietro un mantra che sa di logoro appena pronunciato: “Dato il quadro generale di netta recessione, siamo soddisfatti perché non ci sarà alcune manovra aggiuntiva, non ci saranno nuove tasse né patrimoniali e non sarà aumentata l’Iva. Si conferma una manovra con misure sociali e inclusive” ripetono più volte durate il complicato post Cdm. Parzialmente vero. O parzialmente falso.
Infatti ci sarà. “A fronte delle tendenze sui conti pubblici - si legge nel Def - il Governo intende attuare la clausola contenuta nella Legge di Bilancio 2019, in base alla quale due miliardi di euro di spesa delle Amministrazioni centrali resteranno congelati nella seconda metà dell’anno”. Al di là della formulazione contorta, significa che nei prossimi sei mesi verranno meno al Bilancio dello Stato due miliardi. Si tratta della cifra che Bruxelles a dicembre ha preteso fosse accantonata a tutela dei conti pubblici. Questi due miliardi restano congelati, non saranno cioè spesi: sono 640 milioni in meno per lo Sviluppo economico, altri 400 tagliati al Trasporto locale, e poi Difesa, Università, Famiglia. Due miliardi di tagli alla spesa sociale e agli investimenti. Se non le vogliamo chiamare tasse, sicuramente sono servizi non erogati. Una manovrina nascosta.
E’ qui che è saltato il tavolo. Salvini e Di Maio sono arrivati al tavolo del Cdm armati dopo tre giorni di dichiarazioni a raffica secondo l’ormai collaudato schema dell’uno contro l’altro armato per azzerare tutti gli altri competitor politici. Non a caso i sondaggi registrano una tenuta dei due player della maggioranza e la stasi del Pd che pure aveva ridato segni di vitalità con l’arrivo del nuovo segretario Zingaretti. In sintesi si può dire che Di Maio è arrivato con la proposta di avere una tassa progressiva in tre scaglioni contro i 5 attuali. Ci doveva essere una no-tax area, lo scaglione al 15% e l’ultimo al 20 per cento. Così era anche scritto nella prima bozza del Def circolata ieri verso le 14. Per sostenere questo progetto, la bozza del Def diceva anche che “la legislazione vigente prevede un aumento delle aliquote Iva a gennaio 2020 e a gennaio 2021 e un lieve rialzo delle accise sui carburanti a gennaio 2020”. In sostanza, per sostenere il mancato gettito derivante dalla flat tax, la copertura poteva arrivare dall’aumento dell’Iva che elimina in partenza la necessità di reperire 23 miliardi nel prossimo autunno quando il governo dovrà scrivere la manovra 2020. “Per disattivare le clausole - si legge nel testo - servirà una nuova manovra in autunno”.
Salvini invece ha sempre difeso come un leone - e l’ha fatto anche ieri sera dopo il cdm - la sua idea di tassa piatta, ovverosia una sola aliquota al 15% per i redditi fino a 50 mila euro. “Una misura per le famiglie” ha ripetuto il ministro dell’Interno. Ancora una volta le coperture sarebbero dovute arrivare dall’aumento dell’Iva. Da nessuna parte del Def infatti, si fa cenno all’abolizione degli 80 euro dell’ “odiato” Matteo Renzi, una misura molto criticata che vale quei 10 miliardi oggi indispensabili per finanziare in parte la flat tax. Insomma, ha spiegato Tria ai ministri, “qui se indichiamo nello specifico la flat tax dobbiamo anche dire dove recuperiamo i soldi”. Tra i No di Salvini e i No di Di Maio, alla fine è andata come Tria aveva previsto. L’indicazione delle due aliquote è sparita ed è rimasto un più generico: “In campo fiscale si intende continuare il processo di riforma delle imposte sui redditi in chiave flat tax incidendo in modo particolare sull’imposizione a carico dei ceti medi, mentre si proseguirà negli interventi di sostegno alle famiglie e alla natalità”. Se ne riparla in ottobre. Forse. E a quel punto, con tutti i se del caso, è possibile che il governo proceda al taglio degli sgravi fiscali, quelle 90 voci (circa) che vanno sotto il nome di tax expenditures” e “sottraggono” allo Stato tra i 150 e i 200 miliardi l’anno.
Abbiamo visto che le due misure bandiera impattano poco sulla crescita (lo 0,2%) ma avranno meglio negli anni a seguire (0,4 e 0,6). E sappiamo che a marzo hanno chiesto di accedere alla richiesta di sostegno circa due milioni e mezzo di persone, la metà dei 5 milioni di poveri che era stato preventivato. Tre ipotesi: ci sono meno poveri; molti lavorano a nero e non vogliono “emergere”; le rilevazioni sul fenomeno lasciano a desiderare. Su fronte lavoro, il Def ammette che “c’è stato troppo ottimismo sulle stime che riguardano gli occupati”. Nel 2022, grazie al meccanismo dei Navigator e dei centri per l’impiego, s’immaginano 260 mila posti di lavoro in più. Meno rispetto al previsto. Troppo ottimismo, appunto, così come su Quota 100. Ancora ricordiamo le uscite di Salvini che tranquillizzava i critici dicendo che con Quota 100 il rapporto sarebbe stato “3 a 1” e cioè uno esce e tre entrano nel mondo del lavoro. Errato. Le stime del Def dicono che nel 2019 il turn over per i pensionati con Quota 100 sarà pari al 35%. Dunque, 3 escono e uno entra. Il contrario del previsto. La quota cresce negli anni a seguire. Il Def stima che “nel triennio 2019-2021 ci saranno maggiori spese complessive per 133 miliardi”. Solo 16 miliardi le minori spese.
“Macchè libro dei sogni, quelli li leggevo da bambino. Questo è il libro dei fatti”. Così Giuseppe Conte a fine mattinata quando era ancora a Milano a presentare il nuovo quartiere Citylife. Poi però è tornato a palazzo Chigi e il libro dei sogni se l’è trovato sulla scrivania. Anzi, l’ultima bozza lo ha raggiunto in via digitale durante il volo da Milano a Roma.
Perché nelle 132 pagine che formano il Def ci sono molti progetti interessanti e giusti. Una buona ricetta per il rilancio del Paese. Ma è una ricetta, appunto. Ci vuole lo chef adatto per cucinarla. Una strada lastricata di buone intenzioni. Nessuna nuova tassa e, meno che mai, “tasse sulla casa e sugli immobili”. E poiché le “misure sociali sono importanti tanto quanto i saldi e il pareggio di bilancio” - motivo per cui sarà proposto il salario minimo garantito- l’obiettivo è “continuare l’opera di revisione della spesa pubblica con l’obiettivo di ridurre il rapporto tra spesa corrente e Pil, abbattere il cuneo fiscale e aumentare la spesa per gli investimenti”. Cenni vaghi e generici sull’eterna spending review che non si realizza mai. Così come l’eterna vendita di immobili: il governo vorrebbe fare cassa per 3 miliardi. Difficile nelle condizioni attuali. A meno che nel decreto sblocca-cantieri (allegato al Def) ma il cui testo non è ancora definitivo non siano veramente contenute quelle norme che liberano gli immobili in vendita (per le più caserme in centri storici e località esclusive) da vincoli e divieti tali da rendere immediata e vantaggiosa la vendita.
Due su due non sono più solo una coincidenza. Andò così anche in autunno: in un primo momento il ministro Tria fu sconfessato numero su numero e iniziarono le residenze e le quasi minacce, brutto clima, come quando Rocco Casalino disse al telefono che quelli del Mef “andavano passati per i coltelli”. Dopo tre mesi, cioè a fine dicembre, ha avuto ragione il ministro e i numeri della legge di Bilancio sono stati declinati a lui piacendo: 2,04 di deficit; +1 % la crescita. Tre mesi dopo ci risiamo: alla vigilia del Def, fuoco di fila su Tria, gli attacchi personali, la denuncia di “minacce alla sua privacy”, ma poi nel Def, ancora una volta i numeri li ha messi lui. E come voleva lui. Secondo coscienza. E seguendo le regole.
Anche il ministro economico ieri sera ha preferito non scendere in sala stampa. Tra l’altro, ha avuto ragione anche sul decreto banche: per quanto deciso, non è stato possibile neppure ieri portarlo in Cdm. C’è un’aggravante a tutto questo: uno dopo l’altro, il ministro ha sgonfiato la maggior parte degli argomenti utili alla propaganda di Lega e 5 Stelle nella campagna elettorale per le Europee. Una nuova campagna contro di lui avrebbe oggi il sapore sfacciato della ritorsione. Poco utile. I numeri sono numeri. E non sono quelli sbandierati da Salvini e Di Maio. O cade Tria. O il governo ha esaurito la sua spinta.
La raccomandazione di Hominibus
per un
MONDO CONDOMINIALE
SENZA INFRASTRUTTURE OBSOLETE,
ai soliti Politicanti, principalmente di sinistra, ma, data la bontà della proposta, anche di centro e di destra...
... affinché abbandonino la soporifera e consueta resistenza al vero nuovo che richiede determinazione incrollabile nella individuazione dei punti dolenti da sostenere a viso aperto, che non possono identificarsi in scontri tra falsificatori nazionali ed internazionali, emergendo dalla abitudine comune, replicata in tutto il mondo, di affrontare i problemi imposti dalla civile convivenza con la pretesa di poter conservare trattamenti privilegiati. Di conseguenza...
...La straordinaria urgenza della riforma fiscale per
mandare in soffitta una legislazione ormai
indegna del III° Millennio, mediante
l'immediata archiviazione
di costose procedure amministrative
di lavoro utile solo a distrarre l'attenzione
dalla vera ricchezza che sta sotto la luce del sole!
Insomma, ....
mentre oggi la vera soluzione
e' sotto gli occhi di Tutti,
basta solo coglierla
avendo il merito di offrire la soluzione armonica tra i diversi ceti sociali
che permette di ...
... AZZERARE IL RUOLO DELLE FORMAZIONI POLITICHE
, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, ...
REPETITA IUVANT ...o NO?!?!
Forza, ottimo Ministro TRIA, indipendente,
visto che ne può cogliere al volo l'occasione, anche contando poco o nulla nella compagine di governo, approfitti della grave situazione italiana per cercare di recuperare,
insieme all'ottimo Ministro BONAFEDE,
IL MEGLIO
della marmaglia, A TUTTI I LIVELLI, di politici, imprenditori, opinionisti, economisti, giornalisti, lobbisti, banchieri, populisti, europeisti, sovranisti, costituzionalisti, distogliendolo dalle
SOLITE GRANDI CAZZATE,
spiegando che le misure da adottare oggi sono elementari, ma assolutamente straordinarie rispetto a quelle usuali del vivere insieme perché impongono, alla base di tutte le proposte possibili ed immaginabili, la riforma della regola economica richiedente...
...la elementare rivoluzione dei principi della partecipazione alle spese comuni indivisibili, impegnando la Società a guardare al di sopra degli interessi speculativi per dare una soluzione definitiva alla indilazionabile esigenza di assicurare il continuo ed automatico rispetto reciproco tra i diversi strati economico-sociali !
Attenzione, allora ....
Sigg. Politici, Imprenditori, Opinionisti, Economisti, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, in difficoltà di sopravvivenza in Italia, Europa, Mondo...,
non serve promuovere provvedimenti che fanno sopravvivere personalità politiche, imprenditoriali, opinioniste, economiste, giornalistiche, lobbistiche, finanziarie, populiste, europeiste, sovraniste, costituzionaliste, di scarso amore verso il Prossimo, ma grande solo verso Se Stessi, mentre ormai è necessario riconoscere la via maestra per concepire l'idea dell'assetto sociale che assicuri il diritto di vivere insieme in questo terzo millennio aderendo ad un progetto, nuovo di zecca, denominato...
"HOMINIBUS"
dal dativo e ablativo latino...
"Agli Uomini e Per gli Uomini",
senza intermediazioni fasulle!!!
che mette in primo piano l'apparentamento degli Stati ad enormi Condominii, i cui rappresentanti sono nominati e finanziati in un accordo economico privato, eliminando, così, la soggezione politica, azzerandone vigliacche protezioni e regalie a giustificazione reciproca!!!
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
---------------------------------------------------------------------------------
ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 10 Aprile 2019
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate