La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 580 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)
Stavolta la potente macchina della comunicazione a 5 Stelle ha fatto cilecca. Ha sbagliato giorno. E ha sbagliato lo slogan. “Se lo diciamo lo facciamo” è la campagna che ieri mattina Luigi Di Maio ha lanciato in una conferenza stampa con cui il Movimento ha spiegato che dopo otto mesi di governo è arrivato il momento di tornare nelle piazze “a spiegare i risultati messi a segno dal governo giallo verde perché, appunto, quello che diciamo noi lo facciamo”. Peccato che sempre ieri mattina, e proprio alle 11 mentre Di Maio elogiava le sorti progressive dell’azione di governo, l’Istat abbia diffuso i dati economici relativi all’ultimo trimestre del 2018. Da quel momento l’Italia è tornata ufficialmente e “tecnicamente in recessione” visto che per il secondo trimestre consecutivo i dati della crescita economica hanno il segno meno: -0,2% rispetto al trimestre precedente (-0,1%)”.
Una fotografia anticipata il giorno prima dal premier Conte, quasi a mettere le mani avanti e attutire l’impatto sui mercati (che ieri alla fine hanno tenuto) e già indicata da Bankitalia e dal Fmi la scorsa settimana. E se allora Di Maio attaccò i due istituti posizionandoli tra il gufo e il rosicone, dicendo che “non ci prendono mai”, bollando come “infondate” quelle stime e immaginando “un nuovo boom economico”, ieri mattina il vicepremier del Movimento non ha avuto dubbi nel dire: “I dati Istat testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ha mentito perché non ci hanno mai portato fuori dalla crisi”. Ben diversa la reazione dell’altro vicepremier Salvini che non si cura “di chi sia la colpa” e ha cercato di rassicurare: “Gli effetti della manovra si vedranno avanti”. Da aprile in poi. Meglio sarebbe dopo il 26 maggio, dopo il voto per le Europee, unico vero obiettivo delle due forze di governo. In sintonia, Salvini, con il premier Conte e il ministro economico Giovanni Tria che, con approccio più realistico, ha parlato di “dato atteso e determinato dal ciclo economico europeo”, di “fiducia sul debito italiano che comunque resta alta sui mercati finanziari” (le aste di questo inizio anno, in tutto circa 30 miliardi da piazzare sui mercati, stanno andando bene) e di seconda fase in cui occorre “accelerare quel programma di investimenti pubblici previsti nella manovra” che però sono stati ridimensionati per lasciare spazio alle due misure bandiera, per molte assistenzialistiche, Reddito di cittadinanza e Quota 100.
Ma il vero mistero profondo della narrazione di Di Maio prende forma quando il vicepremier esulta perché “i dati sull’occupazione, i migliori dal 2008, spazzano via la più gigantesca fake news messa in giro dalle opposizioni”, ovverosia il decreto Dignità ribattezzato decreto disoccupazione. Allora tocca prendere i dati Istat e metterli in fila. Sulla crescita, s’è detto: -0,2%, segno meno per il secondo trimestre di fila, recessione tecnica. Da segnalare che l’Italia veniva da quattordici trimestri di fila col segno positivo fino, +1,4 nel 2017; +1,1 nel 2018. Certo: il contesto è stato favorevole – export, Qe della Bce e basso costo del petrolio – e tutta la Eurozona è cresciuta (più dell’Italia). Ma, insomma, dire che sono state “balle” quelle di chi diceva che “siamo usciti dalla crisi”, sembra oggi il pensiero di una persona poco lucida. O accecata. Il governo è in carica da 8 mesi, ha creato da subito un clima di incertezza e instabilità, ha tenuto fermo il Paese tre mesi con una manovra prima sballata e poi, per qualcuno, sbagliata visto che ha tagliato i fondi per lo sviluppo e gli investimenti. Ha fatto alzare lo spread bruciando migliaia di euro e non si capisce come possa creare lavoro. Il rischio ora è di una manovra bis (il +1% di crescita sembra oggi velleitario rispetto a tutte le stime) sapendo già che a settembre 2019, per bene che vada, il governo dovrà trovare 23 miliardi per non far scattare le clausole dell’Iva.
Sul capitolo “lavoro”, poi, i grillini, non solo Di Maio, sono arrivati a manifestazioni di vero giubilo. I dati Istat in realtà, come spesso succede, danno luci e ombre. A dicembre 2018 gli occupati sono leggermente cresciuti (+0,1%), 23 mila persone in più rispetto a novembre, un aumento di 202 mila persone (+0,9 per cento) su base annua. Tanto che il tasso di occupazione è cresciuto (58,8%), il dato migliore dal 2008. Buone notizie, dunque, di cui siamo tutti contenti.
Analizzando i dati, emerge che i 23 mila occupati in più sono così suddivisi: +47 mila contratti a termine; + 11 mila autonomi; in forte diminuzione i contratti a tempo indeterminato. Il reale obiettivo, fu detto, del decreto dignità, primo atto del governo gialloverde. Interessante sapere che nell’arco dell’anno gli occupati sono aumentati nella fascia d’età 15-24 (+36 mila) e tra gli ultracinquantenni (+300mila) mentre c’è stata una brutta flessione nella fascia 25-49 (-135 mila) che dovrebbe essere quella più produttiva.
Non si capisce come, ma questi dati sono per Di Maio e parlamentari 5 Stelle la prova del successo. “Dati incoraggianti che ci dicono che siamo ai minimi nella disoccupazione dai tempi pre-crisi” ha commentato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. “Le balle dette sul decreto dignità erano appunto balle” hanno esultato in coro i deputati . Il decreto dignità, come è noto, era stato pensato e confezionato, smontando nei fatti il jobs act, per dare più lavoro stabile e contratti a tempo indeterminato. I posti di lavoro sono aumentati, è vero e per fortuna, ma solo quelli precari mentre sono diminuiti quelli stabili. Il contrario dell’obiettivo del governo. Mentre invece sono in effetti aumentate (+1,7%) rispetto al 2017 le retribuzioni contrattuali orarie. Che non hanno beneficiato in alcun modo delle norme del decreto dignità.
I dati nel periodo maggio-dicembre 2018 (governo Conte) sono ancora più espliciti: 76 mila occupati in meno, 123 mila tempo indeterminati in meno, 84 mila precari in più.
Le opposizioni fanno le opposizioni. Hanno chiesto che Di Maio riferisca quanto prima in Parlamento sui dati diffusi dall'Istat e relativi al Pil. E si sono accalorate. “Accusa l’Istat di aver falsificato i dati… Basta buffonate, venga subito in aula” ha chiesto Daniele Marattin (Pd). “Venga anche Conte e ci spieghi le sue capacità divinatorie, visto che ha anticipato dati sul Pil che doveva restare segreti ancora qualche ora” il sarcasmo di Brunetta (Fi). Walter Rizzetto, ex 5 Stelle poi passato a Fratelli d’Italia, chiedendo anche lui l’audizione del ministro Di Maio “per capire quali sono i piani del governo per contrastare subito la recessione”, ha chiosato: “L’unico che ha bisogno di un navigator è proprio Di Maio”. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, in pole per diventare segretario del Pd, è stato più costruttivo. E rivolgendosi al premier gli ha sottoposto una ricetta in tre punti per reagire subito ai segni meno: “Sbloccare gli investimenti pubblici sulle opere già finanziate, rafforzare gli incentivi per gli investimenti privati, rivedere alcune scelte del decreto Dignità, ripensare la Flat tax per i lavoratori autonomi e rendere più conveniente l'occupazione stabile”. Micidiale il post di Matteo Renzi: “Da quando c’è il nuovo governo l'Italia ha perso 76 mila posti di lavoro, il Pil è per la seconda volta in negativo e siamo in recessione. Le scelte economiche di Salvini e Di Maio sono sbagliate. Con le nostre, quattordici trimestri di crescita. Il Paese rischia di andare a sbattere, cambiamo strada prima che sia troppo tardi”. Il tweet di Gentiloni: “ Siamo ufficialmente in recessione. Assurdo che Governo non riconosca le proprie responsabilità. Pericoloso che non faccia nulla per evitare all'Italia una decrescita infelice con più tasse e meno lavoro”. E quello di Piero Grasso: “Caro Di Maio, il boom non è quando vai a sbattere contro un muro ma quando crescono lavoro, ricchezza, investimenti, servizi per i cittadini. Siamo in recessione e il Governo prova a distrarci tenendo le navi in ostaggio”.
Le opposizioni, si diceva fanno le opposizioni. Sui temi economici il blocco critico è compatto e trasversale. Il problema sono i sindacati, tutti tranne Ugl, e le organizzazioni di categoria, da Confindustria a Confesercenti passando per la Cna. Tutti contro. Tutti delusi. E pronti a scendere in piazza nelle prossime settimane. “E’ grave e preoccupante - dicono gli artigiani e le piccole e medie imprese, quelle partite Iva che pure il governo è convinto di aver favorito - che dopo avere ripreso con fatica la strada della crescita, l'Italia rischi di ritrovarsi al punto di partenza. La recessione pone pesanti interrogativi sulle politiche messe in atto dal governo e suscita comprensibili timori sulla necessità di dolorosi interventi correttivi di finanza pubblica. Il governo - chiedono - deve reagire immediatamente per evitare che questo vento negativo si trasformi in tempesta”. Tutti chiedono che possano ripartire subito quei cantieri (400) per un valore di circa 27 miliardi (dati Ance) e circa 800 mila posti di lavoro che sarebbero l’unica vera possibile scossa per far ripartire il Paese nel giro poche settimane.
E’, questa, anche la scommessa del governo. Soprattutto di Conte, Tria e Salvini. Anche Di Maio promette: “Lo faremo, smantellando il codice degli appalti”.In un paese dove la corruzione si mangia 130 miliardi l’anno contro cui il governo ha deciso di mettere in campo agenti provocatori e infiltrati, non sarà semplice velocizzare l’iter degli appalti. E’ doveroso e senza dubbio quella è la strada. Ma qui servono soluzioni subito. “Aiutiamo le fasce più deboli, i pensionati, le pmi e chi cerca lavoro, così aumenterà la domanda interna. In più immettiamo sul mercato 8 miliardi di euro ogni anno (quelli di Reddito e Quota 100) e altri 5 con il trattamento di fine rapporto” scandisce Di Maio. Dall’ennesimo vertice di giornata a palazzo Chigi è saltato fuori anche “il team Mani di forbice”, quello che deve tagliare sprechi pubblici per 30 miliardi. Non sono venute fuori grandi idee.
AFFINCHE' SIA FINALMENTE CHIARA
LA EVIDENTE DISUTILITA' DEGLI INTERVENTI
POLITICI NEL CONTROLLO DEI FENOMENI ECONOMICI,
CHE, OLTRE AD ESSERE DANNOSI, IMPEDISCONO QUEGLI
AGGIUSTAMENTI AUTOMATICI NECESSARI, GARANTITI
DALLA ADOZIONE DI PRINCIPI INELUDIBILI DI
RECIPROCO RISPETTO ACCETTANDO...
...Il primo ed unico impegno:
...La straordinaria urgenza della riforma fiscale per
mandare in soffitta una legislazione ormai
indegna del III° Millennio, mediante
l'immediata archiviazione
di costose procedure amministrative
di lavoro utile solo a distrarre l'attenzione
dalla vera ricchezza che sta sotto la luce del sole!
Insomma, ....
mentre oggi la vera soluzione
e' sotto gli occhi di Tutti,
basta solo coglierla
avendo il merito di offrire la soluzione armonica tra i diversi ceti sociali
che permette di ...
... AZZERARE IL RUOLO DELLE FORMAZIONI POLITICHE
, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, ...
REPETITA IUVANT ...o NO?!?!
Forza, ottimo Ministro TRIA, indipendente,
visto che ne può cogliere al volo l'occasione, anche contando poco o nulla nella compagine di governo, approfitti della grave situazione italiana per cercare di recuperare,
insieme all'ottimo Ministro BONAFEDE,
IL MEGLIO
della marmaglia, A TUTTI I LIVELLI, di politici, imprenditori, opinionisti, economisti, giornalisti, lobbisti, banchieri, populisti, europeisti, sovranisti, costituzionalisti, distogliendolo dalle
SOLITE GRANDI CAZZATE,
spiegando che le misure da adottare oggi sono elementari, ma assolutamente straordinarie rispetto a quelle usuali del vivere insieme perché impongono, alla base di tutte le proposte possibili ed immaginabili, la riforma della regola economica richiedente...
...la elementare rivoluzione dei principi della partecipazione alle spese comuni indivisibili, impegnando la Società a guardare al di sopra degli interessi speculativi per dare una soluzione definitiva alla indilazionabile esigenza di assicurare il continuo ed automatico rispetto reciproco tra i diversi strati economico-sociali !
Attenzione, allora ....
Sigg. Politici, Imprenditori, Opinionisti, Economisti, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, in difficoltà di sopravvivenza in Italia, Europa, Mondo...,
non serve promuovere provvedimenti che fanno sopravvivere personalità politiche, imprenditoriali, opinioniste, economiste, giornalistiche, lobbistiche, finanziarie, populiste, europeiste, sovraniste, costituzionaliste, di scarso amore verso il Prossimo, ma grande solo verso Se Stessi, mentre ormai è necessario riconoscere la via maestra per concepire l'idea dell'assetto sociale che assicuri il diritto di vivere insieme in questo terzo millennio aderendo ad un progetto, nuovo di zecca, denominato...
"HOMINIBUS"
dal dativo e ablativo latino...
"Agli Uomini e Per gli Uomini",
senza intermediazioni fasulle!!!
che mette in primo piano l'apparentamento degli Stati ad enormi Condominii, i cui rappresentanti sono nominati e finanziati in un accordo economico privato, eliminando, così, la soggezione politica, azzerandone vigliacche protezioni e regalie a giustificazione reciproca!!!
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 1 Febbraio 2019
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate