Teatrino Politico
Storia di un leghista africano degli anni '70
che ebbe il coraggio di liberarsi dalla oppressione
fascista,
usando clemenza verso gli invasori sprovveduti,
senza passarli per le armi
Da "La Repubblica":
Gheddafi
niente discorso in Senato
Il Pd si spacca, l'Idv occupa l'Aula
Senatori democratici
contro il vicepresidente Latorre. Che aveva trovato l'appoggio di D'Alema
(effetto Dudinka?)
ROMA - La presenza di Gheddafi in Senato imbarazza
il Pd e diventa un caso, o meglio un braccio di ferro, che dura un intero
pomeriggio. Con i democratici che si spaccano sul via libera all'ingresso in
Aula del leader libico. Poi, in serata, arriva la notizia che chiude la
questione: il leader libico non parlerà nell'Aula del Senato ma a palazzo Giustiniani. Una mediazione che sembra soddisfare tutti. "Dall'opposizione
atteggiamento molto grave" è il commento di Silvio Berlusconi.
Tutto inizia con un gruppo dei senatori democratici che entra in rotta di
collisione con il vicepresidente Nicola Latorre. Oggetto della disputa il via
libera dato ieri dal senatore democratico, durante la conferenza dei capigruppo,
alla richiesta del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri di ospitare
in aula il leader libico. Una scelta che non piace a molti colleghi di partito
di Latorre (che sostituiva la presidente del gruppo Anna Finocchiaro alla
conferenza). In particolare ad Enrico Morando: "A Gheddafi mancano quei titoli
di democrazia e rispetto per i diritti umani".
E così, in mattinata, nel corso dell'assemblea del gruppo, una quindicina di
parlamentari contesta la decisione. Al punto che la riunione si conclude con la
scelta di disertare l'aula se il leader libico dovesse prendere la parola.
Latorre, però, non ci sta. "Nessuno mi ha contestato in aula, durante
l'assemblea del gruppo, non so se questo e' accaduto fuori. Avendo costoro
anticipato informalmente le contestazioni, attendo ora le contestazioni formali.
Ma nessuno mi ha detto che avevo sbagliato", dice l'esponente di area dalemiana.
Che trova l'appoggio di D'Alema. Per l'ex
ministro non è "scandaloso il fatto che Gheddafi (che venerdì sarà ospite
della fondazione dell'ex ministro degli Esteri, ItalianiEuropei) parli in
Senato: "Un pronunciamento contro non avrebbe senso". Poi D'Alema ricorda:
"Qui alla Camera venne a parlare Arafat, con la pistola". Parole che, però,
non convincono il segretario Dario Franceschini: "Sono d'accordo con le
decisioni che prenderà il gruppo al Senato che ha chiesto di ospitare
Gheddafi in un luogo diverso dall'Aula". Stessa posizione di Walter
Veltroni. "Ovunque parli io lo andrò a sentire" taglia corto Franco Marini.
Insomma, un pasticcio. Che Marini stesso cerca di minimizzare: "Una tempesta
in un bicchier d'acqua". .
Le riflessioni di Hominibus
Cari Pietisti
Delusi:
Va bene che siete ancora rintronati e
frastornati
dal risultato fallimentare delle Europee ed
Amministrative 2009,
ma se la vostra 'sinistrità democratica'
recuperasse un pò di serenità di giudizio,
potrebbe accettare l'incursione di un
leghista africano nell'austero Palazzo Madama,
da cui potrebbe scaturire un sollecitazione
importante per una riflessione profonda
sulla dubbia moralità della politica esercitata
nella democrazia italica,
in cui si massacra allegramente la povera gente
giorno dopo giorno !
Cari PDuisti
Liberi:
E' giunto il momento di riporre nel buio
del ripostiglio
le scope leghiste, liquidare le paghette per il
lavoro sporco eseguito,
onde evitare che questi finora utili
collaboratori co.co.pro., colto il risultato,
non si montino la testa e vogliano rivoltarsi e
sorpassare l'ingombrante 'dominus',
illudendosi di poter espandere la loro avanzata
magari fino alla secessione,
proprio mentre si cerca di comporre i popoli in
grandi confederazioni
e costruire una società mondiale con interessi
comuni
e ideali condivisi!
A tale proposito:
Costatata la inarrestabile disintegrazione della
sinistra,
Hominibus, consapevole della importanza della
sua proposta politica,
é costretto a scendere direttamente in
campo per sostenere pubblicamente
la inderogabilità di quella rivoluzione fiscale
necessaria alla corretta distribuzione
del carico contributivo nella copertura delle
spese indivisibili delle comunità,
di qualunque dimensione esse siano, dal
condominio fino allo Stato,
esclusivamente sulla ricchezza reale
posseduta e servita,
al valore di mercato !
Ne consegue che:
Ripetendo l'annuncio fatto nella
comunicazione del 30/5/2009,
in prospettiva delle prossime elezioni politiche
in Italia, entro il 2013,
Hominibus, sin da oggi, si darà da fare per
passare dalla teoria alla pratica,
per dare concretezza alla proposta di
riordinamento del sistema fiscale italiano,
nella ferma convinzione di dare un impulso
fondamentale per la costruzione
di una società più semplice, onesta, pacificata
che possa assicurare a tutti
di vivere una vita più serena ed ordinata
nel rispetto reciproco,
con l'aiuto di chi vorrà!
Il nome del movimento politico é già
esplicito:
D.d.T.
che é l'acronimo di
DEMOCRAZIA DI
TUTTI
oltre ad essere un potente disinfestante
in uso in tempi di guerra.
Questa sigla richiama un concetto
fondamentale di una società civile ed é
un incitamento a riformare l'attuale
nomenclatura politica, sia di destra che di sinistra,
responsabile di sottomettere i cittadini
più deboli ad asfissianti imposte, come ...
Irap, Ires, Irpef, Iva, Monopoli
fiscali, Accise, Lotterie,...
riservando trattamenti di favore verso
il patrimonio, comunque acquisito
e vessando in modo insopportabile
l'impresa, il lavoro ed i consumi.
L'nvito a partecipare é rivolto alle
persone di buona volontà!
L'obiettivo potrebbe essere ancora più
vicino del 2013
e può essere sovvenzionato dalla
seguente proposta
(da clickare):
da leggere attentamente e, possibilmente,
commentare,
sollecitando i lettori con esperienza in servizi
tecnici
anche perché BancoSpesa deve essere aggiornato
alla luce delle nuove tecnologie e normative.
Saluti da
Hominibus,
Movimento di
opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca
finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
strozzate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi
benestanti.