La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 563 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via
Settanta giorni di corsa pazza, che sono costati alle casse dello Stato circa un miliardo di euro, più di sei volte quello che Di Maio e soci incasseranno dallo strombazzato assalto alle pensioni d’oro. Ieri, infatti, sui mercati finanziari lo spread è tornato a veleggiare intorno a quota 260, quella a cui si trovava nell’ultima settimana di settembre, quando il governo, insieme alla Manovra del Popolo, annunciava la sfida all’Europa e il deficit pubblico al 2,4 per cento del Pil. In questi due mesi e mezzo, con lo spread a quota 300 e passa, il Tesoro si è via via impegnato, nelle aste delle emissioni di nuovi titoli, a promettere agli investitori interessi più ricchi: il conto totale, rispetto a quanto avrebbe pagato se lo spread fosse rimasto al livello di settembre, è appena inferiore al miliardo di euro. Ma la minaccia era che, se fosse rimasto a 300 anche lungo il 2019, il conto si sarebbe allargato a sei miliardi di euro.
Sono i numeroni, quelli pesanti, contrapposti ai “numerini” su deficit e debito su cui hanno ripetutamente ironizzato Di Maio e Salvini. Sono questi che hanno probabilmente indotto il governo ad un marcia indietro nel confronto con l’Europa e alla limatura dei nuovi numeri della manovra 2019. La veloce discesa dello spread è la conferma che, anziché una faziosa campagna di propaganda, gli allarmi ripetutamente lanciati sulla tenuta della finanza pubblica erano fondati: a determinare la crisi di sfiducia dei mercati verso i titoli italiani era, assai più dei dati fondamentali dell’economia, l’atteggiamento scelto dal governo nel confronto con l’Europa. Cambiata la musica, è cambiato, almeno per il momento, anche l’atteggiamento dei mercati.
MA NON E’ FINITA QUI. E’ presto, però, per voltare pagina. Della svolta determinata dalla nuova proposta di bilancio italiana è chiara la logica politica, assai meno quella economica. A Roma interessava stemperare il clima e rasserenare i mercati. A Bruxelles, evitare di correre a perdifiato verso un duello finale con il governo italiano, a ridosso delle elezioni europee di maggio. Fare nuove proposte, da una parte, assicurare che verranno esaminate e studiate, dall’altra, il tutto in un clima di collaborazione, serve a tutti per prendere tempo. La sostanza economica sottostante, invece, è molto meno solida. In fondo, tutto ruota, ancora una volta, intorno a due numeri. Il nuovo obiettivo di un deficit al 2,04 per cento (l’impressione è che quei quattro centesimi di punto siano lì per assicurare un’assonanza con il vecchio totem del 2,4 per cento). E quello del deficit al 3,4 per cento a cui si sarebbe ridotta la Francia. Sono due numeri mediaticamente d’effetto. Ma sono ambedue fasulli. Cominciamo da quello francese.
L’EQUIVOCO MACRON. L’idea che l’arrogante Macron, di fronte alla rivolta di piazza, abbia sbracato, rompendo, con le sue promesse di tagli e regalie per 10 miliardi di euro, anche il tetto del 3 per cento e, dunque, quello che Bruxelles consentirà alla Francia deve essere consentito anche all’Italia è l’equivalente, sul piano della propaganda, di un poker d’assi. Ottenuto, però, barando. Le prove sono numerose. L’economia francese è più solida, la manovra Macron contiene più riforme strutturali, il debito pubblico è sotto il 100 per cento del Pil, lo spread con il Bund tedesco minimo, la fiducia dei risparmiatori intatta. Inoltre, proceduralmente, Parigi rischia il cartellino giallo di Bruxelles per eccesso di deficit, un peccato meno grave della mancata diminuzione del debito, che è la colpa rimproverata all’Italia (il cui debito sta oltre il 130 per cento). Ma a tagliare la testa al toro basta un conto più semplice. Il deficit annunciato da Parigi per il 2019 era del 2,8 per cento, che ora, con i 10 miliardi di euro promessi da Macron, salirebbe di 0,6 punti, al 3,4 per cento. Ma quel 2,8 per cento iniziale era un illusione contabile. L’anno prossimo, nel calcolo di una imposta a carico delle aziende, la Francia passa da un sistema di acconto al pagamento a saldo (che, a questo punto, avviene nel 2020). Vengono provvisoriamente a mancare una quindicina di miliardi, che però verranno recuperati, in via permanente, l’anno successivo. Questa posta vale circa l’1 per cento del Pil. Quindi il deficit effettivo francese 2019 è l’1,9 per cento del Pil. Con lo 0,6 che risulta dalle promesse di Macron si arriva al 2,5 per cento. Tanto, forse, ma meno di quello che la Francia registrerà nel 2018 e lontano dal famigerato 3 per cento.
IL FANTASMA DEL 2 PER CENTO. Intanto l’Italia promette di far scendere il deficit previsto per il 2019 fino al limite del 2 per cento. La Commissione insisterà perché si scenda ancora e, soprattutto, andrà a vedere cosa accadrebbe al deficit strutturale (quello al netto del normale fluttuare dell’economia) che la manovra di settembre aumentava in misura consistente e Bruxelles vorrebbe invece veder diminuire.
Ma più importante (anche per la Commissione se, oltre a guadagnare tempo, vuole fare seriamente il suo lavoro) è stabilire come si arriva a questo risparmio di 7 miliardi di euro circa, corrispondente allo 0,4 per cento in meno, proposto dal governo gialloverde. Non è certo la prima volta che il governo di Roma gioca con anticipi di incassi, posticipi di spese, risorse improbabili. Lo ha fatto sistematicamente ogni anno, per rientrare nei parametri posti dalla Ue. Questa volta, però, l’operazione studiata dal ministro del Tesoro, Tria, è a 360 gradi e richiede più di un atto di fede.
Il primo passaggio è il più indolore politicamente, ma economicamente il più rischioso. Le due misure simbolo della Manovra del Popolo – quota 100 sulle pensioni e reddito di cittadinanza – non potranno tecnicamente entrare in vigore prima di metà anno, grosso modo, e verranno temperate con una serie di slittamenti di scadenze (come le finestre di accesso alla pensione). Di fatto, sei mesi in meno di pagamenti di sussidi e pensioni consentono già di risparmiare 4miliardi di euro circa. Caricandoli, però, sugli anni successivi. Il 2020 diventa dunque un anno-monstre con una fiumana di nuovi pensionati e di nuovi sussidiati a zavorrare il bilancio. La proposta, che pare contenuta nella nuova manovra, di limitare quota 100 ai prossimi 3 anni, quelli necessari a smaltire gli esodati della legge Fornero, (dopo la regola sarebbe quella dei 41 anni di contributi) ridurrebbe l’impatto sulla spesa pensionistica a lungo termine, ma non quella sul futuro immediato. Tanto che, secondo indiscrezioni, il governo avrebbe riesumato l’Iva. Una clausola di salvaguardia per cui per tamponare le nuove spese, l’anno prossimo scatterebbe non solo l’aumento Iva già previsto (equivalente a 12 miliardi) ma un secondo aumento, pari a 7 miliardi di euro. Ovvero, per evitare il rialzo dell’Iva, come i vari governi hanno fatto sistematicamente ogni anno, si sa già che bisognerà trovare, comunque, non dodici, ma venti miliardi di euro di entrate alternative. Una autentica bomba ad orologeria, che scardinerebbe qualsiasi governo. Auguri.
L’OMBRA SULLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI. L’altro braccio della nuova manovra ipotizzato nelle indiscrezioni non è molto più rassicurante. Torniamo alla vendita del patrimonio immobiliare pubblico, un altro tema ricorrente nella hit parade della finanza pubblica. Si era parlato, però, questa volta, di una cifra molto alta, da portare a riduzione del debito, circa 18 miliardi di euro. La novità è che il governo avrebbe trovato un acquirente consenziente, perché non può dire di no: la Cassa Depositi e Prestiti che il governo gialloverde considera un po’ il proprio salvadanaio. Invece è la cassaforte in cui confluiscono 300 miliardi di euro di libretti postali, normalmente lo strumento preferito dai risparmiatori meno sofisticati. L’idea di caricare sui risparmi della povera gente, custoditi dalla Cdp, l’onere di immobili e beni di dubbia commerciabilità e, certamente, non rapidi da vendere è, quanto meno, molto scivolosa.
Di fatto, tutti i capitoli della Nuova Manovra, per quel che ne sappiamo, appaiono discutibili e di difficile applicazione. Resta, poi, la fragilità di fondo di una strategia fondata – fra pensioni e sussidi – sull’aumento della spesa corrente, con scarsa incidenza sul sistema produttivo, per colpa sia della labilità degli impegni a maggiori investimenti, sia del mancato intervento sul costo del lavoro, con l’abbattimento del cuneo fiscale, ovvero la distanza fra stipendi lordi e netti di tasse. Visto che l’Italia sta per entrare, nei prossimi mesi, in una minirecessione, non la ricetta più efficace.
mentre oggi la vera soluzione
e' sotto gli occhi di Tutti,
basta solo coglierla
avendo il merito di offrire la soluzione armonica tra i diversi ceti sociali
che permette di azzerare il ruolo delle formazioni politiche, ormai fuori corso
, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, ...
REPETITA IUVANT ...o NO?!?!
Forza, ottimo Ministro TRIA, indipendente,
visto che ne può cogliere al volo un'ottima occasione, anche contando poco o nulla nella compagine di governo, approfitti della grave situazione italiana per cercare di recuperare
IL MEGLIO
della marmaglia, A TUTTI I LIVELLI, di politici, imprenditori, opinionisti, economisti, giornalisti, lobbisti, banchieri, populisti, europeisti, sovranisti, costituzionalisti, distogliendolo dalle
SOLITE GRANDI CAZZATE,
spiegando che le misure da adottare oggi sono elementari, ma assolutamente straordinarie rispetto a quelle usuali del vivere insieme perché impongono, alla base di tutte le proposte possibili ed immaginabili, la riforma della regola economica richiedente...
...la elementare rivoluzione dei principi della partecipazione alle spese comuni indivisibili, impegnando la Società a guardare al di sopra degli interessi speculativi per dare una soluzione definitiva alla indilazionabile esigenza di assicurare il continuo ed automatico rispetto reciproco tra i diversi strati economico-sociali !
Attenzione, allora ....
Sigg. Politici, Imprenditori, Opinionisti, Economisti, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, in difficoltà di sopravvivenza in Italia, Europa, Mondo...,
non serve promuovere provvedimenti che fanno sopravvivere personalità politiche, imprenditoriali, opinioniste, economiste, giornalistiche, lobbistiche, finanziarie, populiste, europeiste, sovraniste, costituzionaliste, di scarso amore verso il Prossimo, ma grande solo verso Se Stessi, mentre ormai è necessario riconoscere la via maestra per concepire l'idea dell'assetto sociale che assicuri il diritto di vivere insieme in questo terzo millennio aderendo ad un progetto, nuovo di zecca, denominato...
"HOMINIBUS"
dal dativo e ablativo latino...
"Agli Uomini e Per gli Uomini",
senza intermediazioni fasulle!!!
che mette in primo piano l'apparentamento degli Stati ad enormi Condominii, i cui rappresentanti sono nominati e finanziati in un accordo economico privato, eliminando, così, la soggezione politica, azzerandone vigliacche protezioni e regalie a giustificazione reciproca!!!
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 21 dicembre 2018
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate