La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 558 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via
Dopo giorni di veleni e guastatori, fakenews (un’agenzia Ansa taroccata su misura) e profili Facebook che diventano oracoli ma sono solo pagine private, la notizia, quella vera, arriva alle 20 e 57. “Marco Minniti, verso il ritiro della candidatura alla segreteria” dice il titolo dell’agenzia di stampa, quella vera. Fonti parlamentari del Pd, di area anche renziana, spiegano che “dopo una riflessione sofferta, al fine di agevolare il percorso congressuale del Pd e con l'unico intento di favorire l'elezione di un segretario autorevole”, l’ex ministro dell’Interno sarebbe orientato a ritirare la propria candidatura alla segreteria del Pd. Per il sempre più frastornato popolo del Partito democratico che nei territori si sta faticosamente, ma con passione, armando per il congresso e le primarie del 3 marzo, è un altro cazzotto nello stomaco. Perché è ovvio che se questo fosse veramente il destino del candidato “renziano senza dirlo” alla segreteria, i cosiddetti renziani potrebbero iniziare a chiedere – c’è chi lo fa già da un pezzo, ad esempio alla Leopolda di ottobre - all’ex segretario di fare un nuovo partito “che tanto il Pd è una scatola vuota, una bad company utile solo a chi vuole un partitino per tenersi la poltrona”.
E così, nella giornata in cui la Manovra, che sarà liquidata con voto di fiducia tra venerdì e sabato, approda finalmente nell’aula della Camera, il congresso del Pd si prende la scena e i retroscena della giornata. Forse perché la Manovra – alle 20, quando il presidente Fico apre i lavori, non c’è neppure il testo – è in realtà una Manovra-fantasma: saldi e i contenuti saranno tutti cambiati quando arriverà al Senato la prossima settimana e quando il governo avrà finalmente deciso di informare il Parlamento come ha deciso di modificare Reddito di cittadinanza e Quota 100 nell’ambito della trattativa con Bruxelles. Fatto è che Matteo Renzi, osservatore esterno ma sempre attivo, presente e puntuale in questi mesi in cui molti gli hanno chiesto di farsi da parte “per il bene del Pd”, torna protagonista. Ancora una volta al centro della scena. In quanto risorsa o in quanto zavorra,dipende, come sempre, dai punti di vista.
La corsa al sofferto congresso del Pd - iniziata il 5 marzo dopo la sconfitta ma ufficializzata solo il 17 novembre con l’indicazione delle primarie il 3 marzo prossimo - ha visto un protagonista della prima ora, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti in campo da luglio. La sua mozione ambisce a riunire il centrosinistra, esperimento che porta avanti con successo in regione anche oltre gli scissionisti di Leu, vuole rinnegare gli anni del renzismo pur senza abiure e non esclude l’alleanza con i 5 Stelle. Una “Piazza grande”, appunto. Con Zingaretti si sono posizionati da tempo Franceschini e più di recente Gentiloni. Alle primarie aperte del 3 marzo, è molto probabile che gli scissionisti Bersani & c. possano decidere di andare a votare per ricomporre la grande famiglia.
Dopo infiniti tira e molla, voci di rinvio e giravolte – sempre Renzi sullo sfondo da cui le altre correnti del Pd pretendono l’unica vera “analisi della sconfitta”, cioè il suo ritiro dalla politica – nelle ultime tre settimane si è completata la griglia dei competitor. Prima Marco Minniti, nome condiviso da Renzi e dalla sua truppa in Parlamento perché in linea con l’idea di riformismo che ha caratterizzato gli anni del renzismo, soprattutto il ministro dell’Interno che ha affrontato il dossier migranti riducendo drasticamente gli sbarchi. Poi, a ruota, Maurizio Martina, il segretario uscente diventato reggente dopo le dimissioni di Renzi ma che ha quasi subito messo un’ampia distanza con l’ex segretario che l’aveva promosso ministro. Una corsa a tre, quindi, più altre due “comparse” (Francesco Boccia e Cesare Damiano) perfettamente compatibili con la mozione Zingaretti e con quella Martina a cui nel frattempo si è aggiunto in ticket Matteo Richetti. Due correnti “minori” ma che al momento opportuno potrebbero essere importanti per decidere l’esito del congresso.
Fino ieri mattina Zingaretti aveva un leggero vantaggio su Minniti (partito mesi dopo) e uno scarto di circa sette punti su Martina. Percentuali fluide e tutte da giocare nei tre mesi di congresso. Soprattutto, dettaglio non secondario, tre nomi legati a tre diverse stagioni del Pci/Pds/Ds.
Minniti ha accettato la candidatura domenica 18 novembre con due interviste, in tv ospite di Lucia Annunziata e su Repubblica, dicendo, tra le altre cose che la sua è “una candidatura fuori dalle correnti” facendo intendere che non avrebbe gradito l’imprimatur di Renzi. Netto, però, nel dire, che la sua piattaforma sarebbe stata in continuità con il riformismo e che il Pd si deve preparare ad un lungo percorso di ricostruzione sul territorio senza cercare scorciatoie per tornare al governo. Una su tutte: l’alleanza con i 5 Stelle. La presa di distanza da Renzi lasciò i renziani ortodossi tutti un po’ spiazzati. E nel dubbio: “Vuoi vedere - ricordava ieri uno di loro - che anche Minniti una volta eletto rinnega i voti che lo hanno eletto? Come hanno già fatto Martina, Mogherini e altri che hanno beneficiato del renzismo salvo poi ripudiarlo ora che non va più di moda”.
Un altro sospetto è legato al nome di Teresa Bellanova. L’ex viceministro allo Sviluppo economico, “una ragazza di sessant’anni”, ex bracciante, poi sindacalista, una vera pasionaria del renzismo che in questi mesi ha saputo infiammare platee insospettabili, si sarebbe candidata volentieri. Unica donna “in uno scontro testosteronico”, spiegò. La sua discesa in campo sarebbe stata però troppo ingombrante per Minniti. A cui fu quindi proposto di fare un ticket, il ministro e la viceministra, sicurezza e sviluppo economico, due carte decisive nel dibattito politico. Ma Minniti ha posto il veto, il ticket con Bellanova gli deve essere sembrato una sorta di commissariamento. Nulla da fare. Anche questo non è piaciuto ai renziani doc.
Si arriva così a venerdì della scorsa settimana. Quando la situazione inizia a registrare spifferi e frizioni. C’è tempo fino al 12 dicembre per definire le candidature. Ma ormai i giochi sembrano fatti. I sondaggi registrano il testa a testa Zingaretti-Minniti, il governatore ha un leggero vantaggio, l’ex ministro però è in pista da neppure due settimane. E però quel giorno, venerdì, iniziano ad uscire sui giornali spifferi e illazioni. “Renzi incontra i senatori di Forza Italia”, “Renzi organizza le truppe, si conta e fa il partito…”. Gli spifferi diventano voci, gli articoli a una colonna diventano aperture, dalle pagine dietro si arriva alle prima pagine. Martedì Minniti cancella alcune presentazioni del suo libro-manifesto “Sicurezza è libertà” (ma la causa è un forte mal di schiena). Da alcune riunioni concitate alla Camera, filtrano alcune sue perplessità: “Renzi non s’impegna sulla mia candidatura….”, “Renzi sta lavorando ad un altro progetto e se i renziani non s’impegnano, questo progetto nel Pd non ha più senso”. Tra i più attivi, nei capannelli alla Camera, si notano Giacomelli e Guerini. Con posizioni opposte: Giacomelli una presa di posizione chiara; Guerini cerca di abbassare la tensione.
L’ex segretario tace. Fino a ieri mattina. In missione a Bruxelles con Sandro Gozi per testare le possibilità di costruire un’alleanza che possa mettere in minoranza il Ppe e scontrarsi con l’asse sovranista, quando ha parlato Renzi ha tagliato corto sul congresso: “Non me ne occupo”. Un pessimo segnale per Minniti. Per tutta la giornata si inseguono voci e illazioni. Verso le 16 sulla chat dei deputati Pd viene messa in circolazione una falsa agenzia Ansa che annuncia il ritiro di Minniti. E’ un falso clamoroso. Poco dopo spunta una pagina Facebook, un profilo Libdem con la foto di Renzi per un fantomatico Movimento liberale democratico europeista a sua volta legato ad un’altra pagina Open democrats che richiama il nome della fondazione renziana (Open). “Iniziative personali di un sostenitore di Matteo” fa sapere l’entourage renziano. Intanto Renzi a Bruxelles incontra il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, la liberale olandese Margrethe Vestager, il socialista olandese Franz Timmermans, il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici. Un’agenda di incontri che parla da sola.
Per Minniti sono tutti indizi inequivocabili che portano dritti ad una prossima scissione. Aspetta tutto il giorno una smentita sulla formazione di un nuovo soggetto politico, prima o dopo le Europee poco importa, che però non arriverà. Per l’ex ministro dell’Interno non ci sono più le condizioni.
Alle 19 l’aula della Camera si prepara alla discussione generale sulla Manovra, una discussione finta perchè non c’è neppure il testo. L’ufficio di Guerini a San Macuto, dove presiede il Copasir, diventa il luogo dell’ultimo tentativo per convincere Minniti. Ci sono Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, ma le loro rassicurazioni (“noi diamo la nostra parola a Minniti, noi ci fidiamo di lui ma lui si deve fidare di noi, non possiamo certo garantire per Renzi, se la devono vedere loro”) non sembrano essere sufficienti. L’unica garanzia utile è quella di Renzi che però non vuole occuparsi di un congresso che, va detto, gli ha fatto capire in tutti i modi di non volerlo tra i piedi. Osserva un renziano doc: “Il punto è che non si può dire Renzi-vattene-perchè-hai-sbagliato-tutto e però chiedere i suoi voti…” Si fanno sentire i sindaci, sono 500 quelli che hanno firmato per la sua candidatura, tra loro Matteo Ricci e Dario Nardella. Niente da fare. Alle 21 e 32 è già tutto deciso. Con tanto di intervista per spiegare il suo punto di vista. Le sue difficoltà.
Il punto è cosa succede adesso. Difficile che uno come Minniti possa tornare indietro, il suo profilo e la sua storia non gli consentono di giocare. Come ha spiegato, “non sono un predestinato, mi candido per spirito di servizio, per restituire agli uomini e alle donne di questa comunità quello che mi è stato dato negli anni. Che è molto”.
Per i renziani potrebbe tornare in auge il nome di Guerini. Magari in ticket con Teresa Bellanova. Ma anche restare a guardare, senza un proprio candidato, per vedere cosa succede nel Pd senza il famigerato Renzi in circolazione. Il punto vero è, al solito, cosa farà Renzi: un nuovo partito? Prima o dopo le Europee?
I Comitati civici, progetto affidato ad Ivan Scalfarotto, hanno raggiunto numeri importanti in un mese e mezzo: 150 sono già fondati e operativi (con tanto di documenti di identità e iscrizione), altri 350 in via di definizione. Ma Renzi ha sempre smentito che possano diventare un partito, sono “luoghi di resistenza civile alla barbarie che stiamo vivendo”. In effetti, però, hanno tutta l’aria di essere una start up della politica.
Certo è che una scissione adesso sarebbe un disastro per il Pd, l’inizio di una lunga agonia con esito molto incerto. Ieri erano molto preoccupati sia Zingaretti (“Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd. Basta con questo gioco al massacro, non è il momento di picconare e dividere”) che Martina (“Basta divisioni”). Adesso diranno che “il solito Renzi non sa perdere e allora scappa portando via il pallone”. Il problema è che tutti i capi corrente del Pd sono prigionieri di un assurdo paradosso: si vogliono sbarazzare di Renzi ma non riescono a fare a meno della sua leadership.
e' sotto gli occhi di Tutti
avendo il merito di offrire la soluzione armonica tra i diversi ceti sociali
che permette di azzerare il ruolo delle formazioni politiche, ormai fuori corso
, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, ...
Forza, ottimo Ministro TRIA, indipendente,
visto che ne può cogliere al volo un'ottima occasione, anche contando poco o nulla nella compagine di governo, approfitti della grave situazione italiana per cercare di recuperare
IL MEGLIO
della marmaglia, A TUTTI I LIVELLI, di politici, imprenditori, opinionisti, economisti, giornalisti, lobbisti, banchieri, populisti, europeisti, sovranisti, costituzionalisti, distogliendolo dalle
SOLITE GRANDI CAZZATE,
spiegando che le misure da adottare oggi sono elementari, ma assolutamente straordinarie rispetto a quelle usuali del vivere insieme perché impongono, alla base di tutte le proposte possibili ed immaginabili, la riforma della regola economica richiedente...
...la elementare rivoluzione dei principi della partecipazione alle spese comuni indivisibili, impegnando la Società a guardare al di sopra degli interessi speculativi per dare una soluzione definitiva alla indilazionabile esigenza di assicurare il continuo ed automatico rispetto reciproco tra i diversi strati economico-sociali !
Attenzione, allora ....
Sigg. Politici, Imprenditori, Opinionisti, Economisti, Giornalisti, Lobbisti, Banchieri, Populisti, Europeisti, Sovranisti, Costituzionalisti, in difficoltà di sopravvivenza in Italia, Europa, Mondo...,
non serve promuovere provvedimenti che fanno sopravvivere personalità politiche, imprenditoriali, opinioniste, economiste, giornalistiche, lobbistiche, finanziarie, populiste, europeiste, sovraniste, costituzionaliste, di scarso amore verso il Prossimo, ma grande solo verso Se Stessi, mentre ormai è necessario riconoscere la via maestra per concepire l'idea dell'assetto sociale che assicuri il diritto di vivere insieme in questo terzo millennio aderendo ad un progetto, nuovo di zecca, denominato...
"HOMINIBUS"
dal dativo e ablativo latino...
"Agli Uomini e Per gli Uomini",
senza intermediazioni fasulle!!!
che mette in primo piano l'apparentamento degli Stati ad enormi Condominii, i cui rappresentanti sono nominati e finanziati in un accordo economico privato, eliminando, così, la soggezione politica, azzerandone vigliacche protezioni e regalie a giustificazione reciproca!!!
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 7 dicembre 2018
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate