La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 533 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via
Di Maio da Vespa
A Porta a Porta, da Bruno Vespa, il leader a Cinquestelle Luigi Di Maio tuona contro una “manina” che avrebbe manipolato il testo sulla pace fiscale. Quasi contestualmente alla registrazione della trasmissione la notizia compare sui social: “È accaduto un fatto gravissimo! – si legge su Facebook - Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. Nel testo trasmesso alla presidenza della Repubblica, ma non accordato dal Consiglio dei Ministri, c'è sia lo scudo fiscale sia la non punibilità per chi evade. Noi del Movimento 5 Stelle in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così. Questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”. E ancora: “Non so se una manina tecnica o politica, in ogni caso domattina si deposita una denuncia alla Procura perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”, spiega il capo dei pentastellati.
La presa di posizione scatena, ovviamente, le critiche degli avversari politici ed apre scenari complessi anche tra gli alleati di governo. Anzi, per la prima volta – secondo alcuni osservatori – c'è il rischio concreto di mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo.
Vediamo di capire meglio. La situazione prima di tutto. Allo stato attuale la Presidenza della Repubblica ha chiarito che quel testo non era mai stato trasmesso al Quirinale. Il presidente del Consiglio a sua volta ha sospeso l’invio del provvedimento al Colle. Da considerare che mentre ciò accadeva il leader della Lega si trovava in Russia, e a proposito lo stesso Luigi Di Maio ha tenuto a chiarire in tv “piena fiducia negli accordi presi con Matteo Salvini”. Il ministro pentastelalto ha precisato per altro che la parte non prevista del decreto si può levare.
Tutta la vicenda, intrisa ufficialmente di giallo, ruota attorno all’articolo 9 del decreto. E’ un dato di fatto che il testo uscito da Palazzo Chigi il 16 mattina contiene l'articolo contestato dal ministro del Lavoro, un condono vero e proprio. Quell’articolo recita: "Nei confronti dei contribuenti che perfezionano la procedura di integrazione o emersione ai sensi del presente articolo e limitatamente alle condotte relative agli imponibili, alle imposte e alle ritenute oggetto della procedura: a) è esclusa la punibilità per i delitti di cui agli articoli [2, 3,] 4, 10-bis e 10-ter del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74; b) è altresì esclusa la punibilità delle condotte previste dagli articoli 648-bis e 648- ter del codice penale, commesse in relazione ai delitti di cui alla lettera a); c) si applica l'articolo 5-septies del decreto-legge 28 giugno 1990, n.167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227; d) si applicano le disposizioni in materia di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo di cui al decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, ad eccezione di quanto previsto dall'articolo 58, comma 6, del medesimo decreto; e) le condotte previste dall'articolo 648-ter.1 del codice penale non sono punibili se commesse in relazione ai delitti di cui alla lettera a), sino alla data del 30 settembre 2019, entro la quale può essere attivata la procedura".
In soldoni sostiene che verso chi decide di far emergere un limitato nero non verranno applicate talune norme penali, quelle che scattano verso chi ha evaso: per omessa dichiarazione, infedele dichiarazione, e una serie di reati simili oltre a riciclaggio e soprattutto autoriciclaggio. Un vero colpo basso per i cinquestelle. Il discorso – nota tuttavia Franco Bechis sul Corriere dell’Umbria - è il seguente: “La persona che aderisce al condono anche su cifre contenute rischierebbe senza quelle previsioni normative da uno a dieci anni di prigione. A quel punto – continua il giornalista – nessuno farebbe più il condono”. Ora è vero che nella riunione di maggioranza il vice premier pentastellato avrebbe precisato che “le pene non scatterebbero se si evade meno di 100 mila euro”. “In ogni caso il decreto – nota ancora Bechis - consente quei 100 mila euro "all'anno" e potrebbe essere in teoria applicato sugli ultimi cinque anni in alcuni casi. Quindi senza depenalizzazione il condono non si potrebbe fare”.
Per Di Maio si tratta tuttavia di un fatto gravissimo da portare a conoscenza dell’opinione pubblica e della magistratura. Nella bozza del decreto fiscale in mano al Mef infatti, - come si legge sul Fatto Quotidiano - sono “inserite misure come la non punibilità per i reati di riciclaggio, uno scudo fiscale sui capitale all’estero, la sanatoria anche sull’Iva. Misure non concordate che infatti il leader dei cinquestelle denuncia con rabbia durante la trasmissione di Vespa”.
Ma cosa può essere successo? Chi abbia avuto una parte decisiva nella paventata manipolazione è cosa difficile da decifrare. Franco Bechis riporta, citando “primarie fonti del M5S", che il famigerato articolo 9 “era sì contenuto in una bozza del provvedimento, ma è stata discussa in riunione di maggioranza e si sarebbe deciso di cassarla”. Dunque “non allargando il condono (che vale fino a 100 mila euro a patto che siano non superiori al 30% di quanto dichiarato) come invece è scritto ora nel provvedimento anche "all'imposta sul valore degli immobili all'estero", e alla "imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero". E sempre secondo tali fonti citate dal direttore del Corriere dell’Umbria “espungendo anche la parte che depenalizzava qualsiasi reato tributario compiuto per quel nero che si stava facendo emergere. Stando al M5s la Lega sarebbe stata d'accordo su quella modifica alla bozza originaria”.
Secondo il noto giornalista in ogni caso non si tratta di un gran condono: “Non vale per evasori fiscali totali, né per grandi evasori. Si applica a chi ha presentato una dichiarazione pagando il 43% di tasse su un reddito massimo di 333 mila euro nell'anno. Se in quella dichiarazione si è dimenticato di inserire da o a 100 mila euro, può farlo ora volontariamente come si fosse trattato di una banale dimenticanza e pagare il 20% di tasse sulla cifra "scordata". Chi lo può fare? Chiunque ha dichiarato un reddito vero che però arrotondava in nero. Quindi dal professore di scuola che arrotondava con le lezioni private al commerciante o al professionista che fatturava i due terzi di quanto davvero incassato e teneva in nero l'altro terzo”.
A leggere il Fatto Quotidiano però lo stesso Quirinale avrebbe bacchettato gli uffici ministeriali, e in particolare la Direzione generale delle Finanze, invitando “il ministero a rimuovere quella norma”. Secondo il giornale diretto da Travaglio (particolarmente critico in tema di condoni) “fonti dell’Alto Colle romano avrebbero fatto sapere di aver chiesto di modificare le parti sulle depenalizzazioni”, pur non sapendo “come le modifiche saranno effettuate”. Va chiarito che dopo le dichiarazioni di Di Maio una nota del Colle ha assicurato che “il testo non è mai giunto al Presidente. Ma l’intervento del Quirinale c’è stato”, scrive il quotidiano. E pesa come un macigno la dichiarazione di Di Maio: “In questa forma, il voto del M5S sul condono non ci sarà”.
L’esecutivo ha dunque un grande incendio davanti. E’ vero che Conte si è impegnato in prima persona a far chiarezza, senza smentire il suo vicepremier e confermando che al Quirinale, in via informale, una bozza del decreto è stata inviata. Ma la dura presa di posizione di Luigi Di Maio di fronte alle telecamere sembra aver inevitabilmente aperto crepe, diffidenze e sospetti dentro l’alleanza che regge Palazzo Chigi.
Da ambienti importanti della Lega, recitano oggi le agenzie di stampa, proverrebbero “stupore, irritazione e gelo”. In una nota gli esponenti del Carroccio affermano “Noi siamo seri, non sappiamo niente di decreti truccati”. E qualcuno vi ha voluto leggere una sorta di rimprovero al leader alleato. “Se Di Maio non è in grado mantenere i patti, problema suo”, sembrano voler dire. Il testo-bozza del dl fiscale – farebbero notare le solite fonti parlamentari - era del resto “ben nota ai Cinque stelle, che ne parlavano come di un testo quasi definitivo, sottolineando come lo scudo per i capitali all'estero contro cui si è scagliato Luigi Di Maio, nella bozza non c'è”. Per Massimo Garavaglia, sottosegretario "verde" all'Economia "lo sapevano tutti". Lo sapeva anche Di Maio?, incalzano i cronisti. "Non lo so...", taglia corto lui. E quando gli si domanda se sia la sua la 'manina' che ha cambiato, come qualcuno ipotizza, il testo, risponde accennando un sorriso: "No".
Ciò che conta è che esiste un accordo politico per il programma e la cosa diventa adesso delicata. Se i cinquestelle lo mettono in discussione - dicono negli ambiti leghisti - allora si rimette in discussione tutto, anche i punti tanto graditi ai pentastellati e poco amati dal Carroccio, come pensioni d’oro, pensioni di cittadinanza e forse persino il reddito di cittadinanza. D’altra parte la base del M5S avrebbe forti mal di pancia per misure di marca leghista come la pace fiscale e i conflitti potrebbero divampare oltre ogni aspettativa.
Di Maio e Salvini dovranno dunque lavorare parecchio per eliminare i veleni che con questa vicenda sembra si siano diffusi nell’aria dell’alleanza governativa. Per disinnescare le mine. Sempre che ne abbiano la volontà. Dovranno trovare una ricucitura forte altrimenti l’intero impianto della manovra, che in questo momento Conte difende dagli artigli dei falchi di Bruxelles cercando sponde e alleati, rischia di saltare in aria. E, a voler essere sinceri, queste tensioni sorte all’interno dell’asse di governo non aiutano certo a rassicurare gli ambienti europei, spesso prevenuti nei confronti del governo del cambiamento.
Per questo c’è chi come Bechis ritiene quella compiuta da Di Maio a Porta a Porta una scivolata.“Anche avesse avuto tutte le ragioni del mondo una ingenuità, che rischia di non avere grandi via di fuga. Perché se succedono cose di questo tipo, non vai in tv a spararle ad alzo zero, ma la prima cosa che fai è chiedere una riunione con il premier, la Lega e il ministro dell'Economia”, sostiene il direttore. Per trovare una soluzione. Magari per cambiare il decreto. Mondarlo di quel passaggio. “Magari si trova il compromesso, magari no – nota - Se effettivamente la Lega ha concordato con te di buttare via quel testo, ti aiuterà a cacciare chi ha fatto lo scherzetto”.
Tuttavia è inevitabile considerare un altro aspetto che Bechis mette in risalto: “Quel condono (nel testo che non piace a Di Maio) paga più della metà del costo del reddito di cittadinanza (costa 9 miliardi e le tasse su banche e assicurazioni ne coprono solo 4)”. Se si fa saltare tutto, “bisogna trovare altre coperture per il reddito di cittadinanza e bisogna farlo in pochissime ore”. Uno sforzo obiettivamente difficile da compiere.
Per questo la bordata di Di Maio potrebbe mettere a repentaglio, stavolta sì concretamente, l’esistenza stessa del governo. Del resto in questo momento, col vento elettorale in poppa, il capo della Lega potrebbe anche trovare conveniente farlo saltare. Senza contare che esiste chi non esclude la possibilità di convergenza dell'altra parte. Siccome conosco Di Maio da molti anni e sono l'ultimo a pensare che sia sprovveduto o che non sappia quello che fa - conclude per esempio Franco Bechis - ho il dubbio che questa mossa mirasse proprio a questo: mettere fine al governo del cambiamento. Allora sarebbe stata assai efficace”. Sarà così? Il dubbio – direbbe qualcuno – sorge spontaneo, ma potrebbe rivelarsi solo congettura. Potrebbe esserci una spiegazione più semplice, forse ingenua: che il M5S non voglia spingersi oltre un certo limite sulla strada della “pace fiscale” o dei “condoni” che dir si voglia perché pagherebbe prezzi duri in termini di consenso e fiducia. In ogni caso un dato di fatto resta: il governo è un po’ meno stabile di prima. Servirà una buona dose di buona volontà e diplomazia da parte dei leader degli schieramenti, del premier mediatore Conte e del Capo dello Stato per rasserenare gli animi e contenere voglia di elezioni e spinte allo sfascio.
Forza, ottimo Ministro TRIA, indipendente, visto che ne può cogliere al volo un'ottima occasione, approfitti della grave situazione italiana per recuperare anche la marmaglia politica europea, vecchia, nuova,
che, anche se nuovissima, è tutta da macero,
distogliendola dalle solite grandi cazzate, spiegando che le misure da adottare oggi sono elementari, ma straordinarie rispetto a quelle usuali del vivere insieme perché impongono la rivoluzione dei principi della partecipazione alle spese comuni indivisibili, impegnando la Società a guardare al di sopra degli interessi speculativi per dare una soluzione definitiva alla indilazionabile esigenza di assicurare il continuo ed automatico rispetto reciproco tra i diversi strati economico-sociali !
Attenzione, allora Sigg. Politici, in difficoltà di sopravvivenza...,
non serve promuovere provvedimenti che fanno sopravvivere personalità politiche di scarso amore verso il Prossimo, ma grande solo verso Se Stessi, mentre ormai è necessario riconoscere la via maestra per concepire l'idea dell'assetto sociale che assicuri il diritto di vivere insieme in questo terzo millennio aderendo ad un progetto, nuovo di zecca, denominato...
"HOMINIBUS"
dal dativo e ablativo latino...
"Agli Uomini e Per gli Uomini",
senza intermediazioni fasulle!!!
che mette in primo piano l'apparentamento degli Stati ad enormi Condominii, i cui rappresentanti sono nominati e finanziati in un accordo economico privato, eliminando, così, la soggezione politica, azzerandone vigliacche protezioni e regalie a giustificazione reciproca!!!
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 18 Ottobre 2018
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate