La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 488 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)
“I territori chiedono una riscossa subito, vogliono pensare e progettare il futuro. Non mi sembra una grande scelta aspettare di fare il congresso finché non si sa con certezza chi lo vince”. Capita spesso che il deputato semplice Roberto Giachetti, un tempo vicepresidente della Camera, sappia dare la sintesi giusta nei vari e recenti passaggi epocali del Pd. Sarà per la formazione radicale, perchè è sempre stato un cane sciolto e perchè dal 4 marzo ha fatto 77 incontri in giro per l’Italia. Giachetti lo sa e lo dice al tavolo della direzione del Pd che sta per eleggere Maurizio Martina segretario numero 6 della tormentata storia del Pd che di anni ne ha appena dieci. “Non vi illudete, il congresso è già cominciato qui, oggi. Far finta di rinviare è da classe dirigente debole e impaurita”.
E il “congresso” del Pd iniziato ieri all’hotel Ergife di Roma, colorato di magliette rosse per i migranti, vede Matteo Renzi nei panni del mattatore contro tutti (“unico leader di un partito morto” commento in sala di un anti renziano); il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti che si muove tra le file delle minoranze (parte destra della sala guardando il palco) con il fare di chi la segreteria ce l’ha già in tasca; Orlando e Cuperlo che fanno Orlando e Cuperlo e cioè parliamo di tutto basta che Renzi sia fuori dalla scena; Graziano Delrio, candidato di fatto con riserva. In effetti, il congresso è già iniziato. Anzi, come dice l’ex segretario, “il problema è che non è mai finito”.
A quattro mesi e quattro giorni dal lutto del 4 marzo - a cui ne sono poi seguiti altri e il più duro di tutti il 24 giugno con la perdita di Siena, Pisa e Massa - ieri si è chiusa formalmente la fase della segreteria di Matteo Renzi. L’ex segretario parla per primo, pronuncia il tanto atteso discorso per analizzare sconfitte, passato, presente e futuro e fissare alcuni punti. Ha ringraziato “per 4 anni di cammino insieme” in cui il Pd è stato “un argine all’ondata di populismo che sarebbe altrimenti arrivata già nel 2012” motivo per cui resta nel Pd: “Io resto e continuo a rimanere in questa comunità che è l’unico argine al populismo”. Renzi ha parlato per un’ora e in quell’ora si sono rivisti i nervi e il cuore di un partito che c’è e vuole ripartire dal suo18 per cento. L’ex segretario ha strappato applausi e critiche. Ha diviso, come al solito, la platea. Anche la passione, del resto, è unità di misura della leadership. “Abbiamo conquistato l’egemonia e l’abbiamo perduta, me ne assumo la responsabilità” ha detto. Ma non da solo. “Abbiamo perso l’egemonia a maggio-giugno 2017 quando ci siamo fatti dettare l’agenda dagli altri; quando non ho rinnovato abbastanza e siamo stati percepiti come establishment; quando non abbiamo insistito sullo ius soli, sui vitalizi e sui voucher che adesso la Lega vuole introdurre di nuovo”. E’ inarrestabile Renzi. Ribadisce il No ai 5 Stelle (“sono la vecchia destra che ha inquinato le falde della democrazia trasformando la politica in uno scontro perenne e personale”); difende il lavoro sull’immigrazione ma ammette che “c’è un evidente problema di legalità”; difende la legge Fornero “con le correzioni che noi abbiamo fatto”; dice no alla flat tax che è “un’ingiustizia sociale”.
Attacca, soprattutto, le minoranze interne che pur avendo perso il congresso, dal giorno dopo hanno iniziato nuovamente “a segare i rami dell’albero dove erano sedute”. “Lo dico per il futuro - è il suggerimento di Renzi - chi perde perde e non può dettare l’agenda. Molti anche dall’interno se la sono presa con il Matteo sbagliato e così facendo avete attaccato l’unico argine al populismo e ha vinto Salvini”. Dal lato destro della sala lo interrompono spesso. Andrea Orlando lo richiama sui temi (“e basta Blair”), altri gli ricordano Ignazio Marino. Gli applausi vanno sopra le interruzioni. E così via. C’ è un momento in cui la prima fila della sala - riservata al “governo” e ai dirigenti, da Gentiloni a Minniti - si gela ed è quando Renzi cita il “falso neuve”, la tattica del finto centroavanti che pure nel calcio spagnolo ha dato qualche soddisfazione. Tra le cause della sconfitta infatti c’è “l’aver inseguito per mesi la fantomatica coalizione di Giuliano Pisapia” e “i tempi e i modi della campagna elettorale perché non è l’algida sobrietà che fa vivere e immaginare nuovi orizzonti”. Gentiloni e Pinotti alla fine saranno gli unici a non applaudire. L’ex premier lascerà la sala dopo l’intervento di Martina - parlerà per terzo - senza dire una parola. Molti in sala hanno riconosciuto in lui il “falso neuve”.
Se uno dovesse giudicare dall’Ergife potrebbe dire che Renzi ha ancora la netta maggioranza dell’Assemblea. Ma per fare cosa visto che assicura che non prenderà parte alle prossime primarie? I pesi delle correnti interne in politica sono quanto di più effimero si possa immaginare. Lui ribadisce che non se ne va (“non l’ho fatto quando conveniva e non lo farò certo adesso”). Avvisa però che il futuro non è l’inseguimento di “vecchi schemi, Pds, Unione o simili” ma un fronte europeo e alcuni personaggi come le due attiviste americane, Alexandria Casio Cortez e Emma Gonzales che possono rivoluzionare la sinistra americana e sfidare Trump. Nell’immediato, cioè per le Europee, continua il lavoro di sintesi di un fronte unico europeista con En Marche e Ciudadanos.
Il presente per il Pd si chiama Maurizio Martina, il nuovo segretario figlio di un compromesso piccolo che vorrebbe segnare una tregua dentro il partito. Come è stato chiaro ieri, la tregua non ci sarà. Martina, look tenebroso con una barba che si annuncia copiosa, si prende in carico la segreteria - solo 7 voti contrari e 13 astenuti - per traghettare il partito durante un lungo congresso. Un punto fermo per dare una linea e un’opposizione e organizzare il dopo. Ma non solo. “Vai a sapere cosa potrà succedere nei prossimi mesi” dice un dirigente della minoranza. Se la Lega dovesse far saltare il banco, bisogna essere pronti. E allora ci sarà Martina a fare da parafulmine. Ma anche a fare le liste.
Ecco che allora sarà molto importante vedere come il nuovo segretario organizzerà la “sua” segreteria. Sarà un indicatore importante per capire il destino dei renziani nel Pd del futuro. Come vice Martina dovrebbe indicare Teresa Bellanova, la ex numero 2 del Mise e braccio destro di Calenda, sindacalista e renziana di ferro. Decisivo anche il ruolo del tesoriere: difficile che possa confermare Francesco Bonifazi. Certo Martina ha declinato questi quattro mesi e i prossimi che verranno su due criteri chiave: unità nella diversità e ascolto. Il momento più intenso dell’intervento del nuovo segretario è stato quando, in chiusura, ha mostrato in video un intervento di Ezio Bosso, il pianista affetto da una sindrome neurovegetativa. “Un grande musicista - dice l’artista - non è chi suona più forte ma chi ascolta più degli altri”. L’obiettivo di Martina è che il Pd sappia diventare “come una grande orchestra”, una comunità che ascolta le ragioni di tutti per farne una colonna sonora nuova. Il suo è un mandato a scadenza (“congresso e primarie in tempo utile per le Europee”) e con un appuntamento chiave, in ottobre, a Milano, per un forum “aperto a tutti quelli che ci stanno non per ripetere formule del passato che non hanno funzionato ma per scrivere una pagina bianca dove umiltà e determinazione possono stare insieme e rifondazione e progettazione non temono le diversità e le pluralità”.
Martina è certamente un segretario di buona volontà. Ma nella sala dell’Ergife si dimostra la generosità e al tempo stesso la difficoltà della sua mission. Quando prende la parola Gianni Cuperlo - sempre più fit per una candidatura alla segreteria - riprende il botta e risposta con Renzi. Come è sempre stato in questi anni. Rimbombano ancora le parole dell’ex segretario: “Andrete a congresso, perderete anche questa volta e ricomincerete di nuovo a tagliare i rami dell’albero dove siete seduti”. Cuperlo riparte da lì: “Renzi sa dare sempre e solo la colpa agli altri. Io posso aver anche detto cazzate ma non puoi calpestarmi. Gramsci diceva che bisogna sempre riconoscere in quello che dicono gli altri una quota di verità. Ma non si può sostituire Bandiera rossa con Uno su mille ce la fa”. Orlando fa uguale: “Non mi sarei aspettato che tutto fosse liquidato con le colpe di LeU, lo scarso carisma di Gentiloni e la rumorosità delle minoranze interne”. Orlando tenta anche un minimo di analisi (“non possiamo prendere in giro chi si mette in fila per il reddito di cittadinanza”), ricorda che c’è un nemico che è Matteo Salvini ma rivendica l’opportunità dell’alleanza con i 5 Stelle: “Può darsi anche che sia una forma di destra ma ricordo che ci siamo alleati con i monarchici pur di sconfiggere il fascismo e ricordo che Salvini governa con il 17% e che noi abbiamo il 18…”.
Nicola Zingaretti non è membro dell’Assemblea, è un ospite e nei giorni scorsi era filtrata la notizia che sarebbe stato difficile per lui avere i pass d’ingresso. Zingaretti dunque è in sala, si muove con disinvoltura tra saluti e abbracci soprattutto nella parte destra dove siedono le minoranze rumorose. Conferma a favore di microfoni la sua candidatura anche se è noto che avrebbe preferito consumare congresso e primarie in autunno. Saluta Martina che “oggi avvia nel partito un nuovo percorso e una nuova ripartenza con la sua segreteria”. Ma giusto per far capire chi è ancora l’avversario alla segretaria, direttamente o per interposta persona, Zingaretti attacca e dialoga con Renzi a distanza. Se l’ex segretario ha ripetuto il suo No ai 5 Stelle, il Governatore che in Regione dialoga con i grillini, scommette piuttosto su una loro frattura a sinistra. Renzi guarda a Macron come “un riferimento” in Europa, Zingaretti lavora a “comitati per l’alternativa” aperti al civismo. “Descrivermi come un post diessino è una caricatura di chi non ha argomenti” taglia corto. Fino all’attacco finale: “Renzi non ascolta mai ed è un limite enorme per un leader”.
Con queste premesse il Pd “inizia” il suo ennesimo congresso, il terzo in cinque anni. Ancora non è chiaro chi sarà il candidato dell’area renziana. Molti indicano Graziano Delrio che però declina l’invito. Al momento Orlando, Cuperlo ed Emiliano dovrebbero confluire su Zingaretti. Ma non è detto. E tutto sommato la “tregua Martina” ha fatto comodo a tutti.
La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero:
QUEL GIORNO ANCHE PER I PARTITI STORICI MONDIALI,
SARA' CHIARO CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI APPREZZARE
PROPOSTE CHE, DOPO ANNI CONSUMATI NELL'INTERMEDIAZIONE
DIRIGISTA, SFUGGANO DAL VECCHIO PRAGMATISMO, CONCEDENDO
LA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI NELL'UNIVERSO MONDO,
RICHIAMATI SOLO DALLA REDDITIVITA', ESSENDO PREVALSA
LA FISCALITA ESCLUSIVAMENTE DI TIPO PATRIMONIALE,
IN STRETTA CONNESSIONE CON IL LIBERO MERCATO,
SOTTRAENDO LA COMPETENZA ALLA POLITICA,
SOSTITUITA DALL'INTERESSE PRIVATO !!!
Insomma, l'appello di Hominibus a Tutti gli Uomini di buona volontà
consiglia di stornare l'attenzione dagli elementi esteriori della vita insieme
e fare una profonda riflessione sul progetto di riforma della organizzazione
politica, sociale ed economica che propone di riportare l'amministrazione di
Enti territoriali come Comuni, Province, Regioni, Stati e Federazioni di Stati
al livello di comuni Condominii, da amministrare come tali, che metterebbe in
primo piano solo elementi patrimoniali, azzerando la solita mediazione perché...
I Politici sono il kernel di Malavita,
insistendo ancora in arroccamenti che
seminano dolore e morte nel mondo.
Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione
che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le
attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare
con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei
dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi
che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,
PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!
Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,
archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.
Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta
gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,
sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste
nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !
Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":
Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di
grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire
la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,
restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.
Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,
occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non
cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio
mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,
che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,
permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,
facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,
il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,
ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"
politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,
nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o
incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli
ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che
vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da
abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio
con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa
tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti
regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,
liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve a favorire la libera circolazione della
ricchezza finanziaria mondiale, annullando
il forte richiamo dei paradisi fiscali,
facili ricoveri, generati dalla
connivenza politica.
Roma, 9 Luglio 2018
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate