I migranti hanno fatto saltare in aria l’Europa. Ma è un disastro annunciato!!!
Se qualcuno pensa che questa situazione di crisi europea sia dovuta solo ai migranti e sia solo il prodotto dell’emergenza si sbaglia. Viene da lontano. In primo luogo l’Unione non si è mai data una politica estera e di difesa comune: i sovranisti non sono una novità, nascono da radicate convinzioni e interessi divergenti ben radicati negli stati europei.
Che cosa è accaduto e sta accadendo nel triangolo delle Bermude Conte-Merkel –Macron? Mentre l’Europa si congratula di avere risolto (provvisoriamente) la questione ventennale del nome della Macedonia, si sta verificando un fenomeno prevedibile: è l’Unione europea oggi che si è balcanizzata, non i Balcani che sono diventati più europei. In poche parole l’Europa rischia di andare in pezzi, frantumata dalla questione dell’immigrazione e dall’ascesa dei cosiddetti “sovranisti” che vorrebbero chiudere le frontiere e lasciare che gli altri se la sbrigassero da soli con le ondate di profughi, una tendenza che ha il carattere dell’emergenza ma che in realtà è di medio-lungo periodo: la popolazione del Sahel e della fascia sub-sahariana nei prossimi trent’anni raddoppierà da uno a due miliardi.
Vincere ora, perdere subito dopo
Ma ovviamente i politici europei contemporanei, in Italia e ovunque, non si preoccupano di quello che succederà domani ma di vincere, se possibile, le prossime elezioni. Ogni governo europeo “è a letto con il nemico”, politicamente parlando. Di Maio con Salvini e la signora Merkel con il suo ministro degli Interni bavarese Horst Seehofer, sempre più intransigente sul tema migrazioni e sicurezza mentre il gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) se ne va per conto suo. Questi Paesi non accettano un migrante e non temono troppo neppure le sanzioni europee perché, se attuate, colpirebbero, almeno in parte anche le industrie tedesche o italiane che hanno delocalizzato da quelle parti, con i finanziamenti di Bruxelles. L’Unione è stata abilissima in quei decenni a stringersi da sola il cappio intorno al collo.
"Non si possono accogliere tutti"
Se Salvini fa il duro con i Cinquestelle, anche la Merkel deve stare molto attenta e con lei tutta l’Europa, ormai a pezzi. Conte ieri ha potuto incontrare la cancelliera, al prossimo giro potrebbe trovare qualcuno meno malleabile che potrebbe dare filo da torcere anche al nostro campione di sovranisti, Salvini. Mi fa notare un caro amico, diplomatico di lungo corso, ex ambasciatore in Medio Oriente e anche alla presidenza del Consiglio: “Ho ripetuto per quattro anni che se si continuava ad accogliere tutti ci sarebbero state inevitabili conseguenze politiche. Non siamo i soli. Adesso vediamo in Germania che seguiti avrà lo scontro tra una cancelliera che non vuole capire quello che il bavarese ministro dell’interno ha invece compreso. Afd è già il terzo partito tedesco e secondo nei sondaggi. Come si fa a non capire che se si continua così diventerà il primo?”. Alternativa per la Germania, di estrema destra, è attualmente il terzo partito, come la Lega in Italia, ed è in rapida ascesa.
Le avvisaglie, ignorate da tutti
Se qualcuno pensa che questa situazione di crisi europea sia dovuta solo ai migranti e sia solo il prodotto dell’emergenza si sbaglia. Viene da lontano. In primo luogo l’Unione non si è mai data una politica estera e di difesa comune: i sovranisti non sono una novità, nascono da radicate convinzioni e interessi divergenti ben radicati negli stati europei. La Gran Bretagna per anni, prima della Brexit, è stata dentro all’Unione soltanto per sabotarla perché lavorava all’asse atlantico con gli Usa: gli inglesi hanno partecipato con Blair a tutte le iniziative belliche americane compresa la guerra del 2003 contro l’Iraq, giustificata dalle menzogne sulle armi di distruzione di massa di Saddam, che ha dato il via alla disgregazione del Medio Oriente. La Francia di Chirac si oppose, l’Italia partecipò nella speranza di ottenere vantaggi che non sono mai arrivati, mentre la Germania rimase neutrale come lo è stata con la Libia nel 2011: per questo oggi la Merkel si dice d’accordo con gli hotspot in Libia, ben sapendo, come Macron, che sono assai difficili da realizzare se non mandando un consistente contingente militare.
Cosa ci insegnano i Balcani
E’ in momenti come questi, dove di fronte a problemi complicati da affrontare come le migrazioni, che emergono anche le soluzioni impossibili a breve termine, come la creazione di hotspot di identificazione sul suolo africano o rimandare indietro i profughi che non hanno diritto all’asilo: lo scrive oggi anche la Stampa. Tutto questo si può fare se l’Unione prende iniziative diplomatiche e militari comuni: risulta che sia possibile allo stato attuale? Perché il parallelo con i Balcani? Perché proprio nei Balcani l’Europa si è divisa quando si disgregò la Jugoslavia, l’unico stato davvero multi-etnico e multi-religioso emerso dalla seconda guerra mondiale. Quando cominciò la guerra gli stati europei volevano portarsi a casa un pezzo di Jugoslavia: la Germania, per esempio, sostenne la separazione della Croazia per annettersela dal punto di vista economico. L’Italia in Kosovo nel ‘99 andò a bombardare Belgrado, suo antico alleato, senza avere neppure il coraggio di dirlo ufficialmente, e dal Kosovo è poi arrivato un serio tentativo di attentato jihadista bloccato fortunatamente a Venezia. In Serbia arrivammo persino a colpire la Zastava, storica fabbrica della Fiat. Dei suicidi o dei traditori, a seconda dei punti di vista: più che altro dei fessi perché non abbiamo ottenuto nulla in cambio.
Gara a chi più si fa gli affari suoi
Per arrivare poi a unirsi ai raid della Nato nel 2011 contro Gheddafi, il suo maggiore alleato nel Mediterraneo: se qualcuno si chiede come mai abbiamo i profughi in casa, deve anche domandarsi che politica estera è stata attuata in questi anni, contraria agli interessi nazionali e alla sicurezza del Paese. E’ vero che ci sono alleanze internazionali da rispettare ma forse le ha rispettate la Germania? E tanto meno lo ha fatto la Francia che non ci ha neppure avvisato dei raid contro Gheddafi nel 2011. Oggi Macron si sta annettendo la Cirenaica del generale Haftar, altro che mettere gli hotspot in Libia: se mai lo farà è solo per rafforzare la presenza francese. Questa è l’Europa balcanizzata. Un ultimo esempio caro al governo Lega-Cinquestelle: il Consiglio europeo ha appena rinnovato le sanzioni alla Russia imposte per l’annessione con referendum della Crimea nel 2014. Ma come? Non è questo uno dei punti compresi nel famoso contratto di governo Salvini-Di Maio? Ora qualcuno si aspetta che l’Italia sia conseguente e metta il veto. Oppure contratteremo anche questo in cambio dell’accoglimento di un pugno di profughi o di rom? Alla prossima puntata.