La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 470 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)

Di Maio cambia idea sul professore e il governo non parte. Salvini si arrabbia e lancia ultimatum !!!

Tutti sereni, se ne riparla tra una settimana. Ancora un no da Luigi di Maio: “ancora troppa distanza su alcuni temi chiave come sicurezza, immigrati, reddito di cittadinanza e vincoli europei”. Salvini: “O si comincia o ci si saluta”.

[Il retroscena] Di Maio cambia idea sul professore e il governo non parte. Salvini si arrabbia e lancia ultimatum

L’ultimo incontro è stato fatale. Ieri pomeriggio, verso le 14, gruppo 5 Stelle alla Camera, s’incontrano Salvini e Di Maio entrambi reduci da un fine settimana passato intorno ad un tavolo a chiudere il “contratto per il governo del cambiamento”. E’ in quel momento che Di Maio “boccia” il professor Giulio Sapelli come candidato premier. Lo aveva conosciuto la sera prima in un albergo di Milano e l’economista, volto noto della tv, docente di Storia economica alla Statale a Milano, era piaciuto al leader dei 5 Stelle. Che ci avrebbe comunque voluto riflettere su ancora una notte e che quel restava del giorno prima di salire al Quirinale. E invece nulla: non poteva diventare premier uno che difende i vitalizi - bandiera del Movimento - in quanto garanti della libertà di fare politica. E poi no, non sarebbe stato possibile spiegare alla base le ragioni per cui è stato scelto come premier “un altro professore” che a sentirlo parlare, tra l’altro, sembra molto a sinistra.

Nuovo rinvio

Il governo giallo-verde deve attendere ancora “almeno” una settimana. E a questo punto è lecito chiedersi se nascerà mai visto che, tra l’altro, entrambe le formazioni hanno rinviato al fine settimana per svolgere chi via web chi via gazebo (la Lega) la consultazione dei propri iscritti. La domanda sarà secca: “Approvate o no questo contratto per il governo del cambiamento?”. C’era una volta la democrazia della Rappresentanza. Ora la chiamano Diretta. Le ragioni dell’ennesimo slittamento sono di almeno due ordini di motivi: la premiership e i tanti, troppi, punti del programma su cui la distanza è così tanta che diventa difficile a questo punto anche immaginare una sintesi. Qualche punto: immigrazione, infrastrutture, ma anche reddito di cittadinanza (troppo tardi farlo partire dal 2020). Il Presidente Mattarella, che nell’ultima settimana non ha mancato di far intendere quale sarà il suo ruolo in questa difficile costruzione del governo del cambiamento (non sarà notaio e avrà l’ultima parola sui ministri), ha ricevuto ieri prima Di Maio, con Toninelli e Giulia Grillo scortati dall’immancabile Casalino, e poi (alle 18) Salvini, Centinaio e Giorgetti. Facce scure, molto seccate, più quelle della Lega che dei pentastellati. Ma è chiaro che l’alleanza che sembrava cotta e mangiata deve ancora essere messa sul fuoco.

La doccia fredda

Per tutta la mattina sono state date indicazioni positive circa lo sviluppo della giornata. Nulla di definitivo e però “buone sensazioni” soprattutto dal versante Lega. Di più: non solo il nome di Sapelli premier aveva già convinto redazioni e agenzie e siti a preparare biografie, profili e a scatenare la caccia alla frase o all’intervento del professore in grado di stupire. E far discutere. Insomma, sembrava fatta. E il Professore poteva persino ipotizzare, nelle prime dichiarazioni, squadra, temi. Nulla da fare. Alle 14 la doccia fredda: Sapelli non va; a questo punto anche il professor Giuseppe Conte, l’avvocato candidato ministro dei 5 Stelle, viene depennato. Al di là del fascicoletto di 26 pagine con i 22 punti del governo, su cui c’è ancora “molta distanza” tra le parti, per il governo non solo mancano premier e squadra ma anche i fondamentali: responsabilità, serietà e volontà. L’Italia ha votato il 4 marzo. Sono passati 73 giorni.

L’ottimismo dei 5 Stelle

Contano le parole. Ma contano soprattutto i volti. Quello di Di Maio quando parla nel Salone d’onore al Quirinale sembra convinto e sicuro del fatto suo. “Siamo consapevoli delle scadenze internazionali ma chiediamo qualche altro giorno perché si sta scrivendo un programma di governo per 5 anni”. In fondo, aggiunge poco dopo, “è solo la prima consultazione che facciamo dopo l’intesa”. Lunedì della scorsa settimana parlò Mattarella e sembrò che si dovesse andare a votare a giugno. Anzi, così dissero in coro Salvini e Di Maio. Di fronte a questo terrore, la mattina dopo Berlusconi cominciò a fare il passo di lato, ad essere il responsabile di turno e in poche ore Salvini, Di Maio e rispettive delegazioni erano sedute al tavolo del Contratto. In otto giorni è successo di tutto. “Abbiamo bisogno di tempo per metabolizzare” dice Di Maio. Toninelli, lasciato il Quirinale, si mostra certo: “Chiediamo solo un po’ di tempo in più. Non salta proprio nessun accordo”.

Salvini è nero e dà ultimatum

Alle 18 e 30 è previsto il leader della Lega. Venti minuti a colloquio con il presidente Mattarella e poi la ressa di telecamere e microfoni nella Loggia d’onore. Spesso vengono appena salutate. Ma ieri era giornata in cui Salvini aveva un’irrefrenabile voglia di comunicare. Comincia parlando di “visioni diverse e distanti” su giustizia, infrastrutture, migranti su cui pretende di avere “mani libere perché noi siamo La Lega”, della serie che non si può chiedere a loro di fare passi indietro sul tema con cui hanno fatto campagna elettorale per cinque anni. Salvini rilancia la necessità di “ridiscutere i trattati europei”: “O c’è accordo o non c’è accordo sulla nuova posizione dell’Italia in Europa. Non è un governo spauracchio ma gli italiani ci hanno votato per portare a Bruxelles la centralità del tema italiano del lavoro, della difesa dell’agricoltura, della pesca, sui vincoli. O riesco a dare vita ad un governo che ridiscute questi vincoli esterni oppure è un libro dei sogni”. E poi, ancora più duro: “Se siamo bravi e capaci di trovare la quadra, si parte. Altrimenti l’ultima cosa che vogliamo fare è prendere in giro gli italiani e il Presidente della Repubblica. Ad oggi per serietà gli accordi un tanto al chilo non fanno per me, spero di rivederci il prima possibile perché o si comincia o ci si saluta”. Subito dopo torna ad evocare le urne: “Se dessi retta ai sondaggi sarei i primo a dire andiamo al voto”. A Di Maio e al suo staff va comunque il suo ringraziamento “perchè stiamo lavorando notte e giorno e sono contento che questa sia una novità. Non ci scanniamo su chi farà il sottosegretario ma perché ci sia condizione sui punti del programma".

Il Quirinale incassa

Il fatto è che con questa settimana in più, cade del tutto anche la sola ipotesi di andare a votare a luglio. Il famoso voto con canotto, pinne e occhiali che tanto ha tolto il sonno nell’ultima settimana. Se va male, se ne riparla in ottobre. Ma per quello c’è ancora tempo. Intanto a palazzo Chigi c’è Gentiloni. Ecco perché dal Quirinale non filtrano parole preoccupate. Anzi, stando ad alcune indiscrezioni, pare che Salvini e Di Maio siano stati, nel privato dell’incontro, assai più ottimisti di quello che hanno dato a vedere”. Il fatto è che, dopo aver esperito senza successo tutti i possibili tentativi di maggioranza, avendo proposto il governo del Presidente in pratica preso a pesci in faccia, adesso è questa l’ultima chance di dare all’Italia un governo politico ed evitare uno sciagurato voto anticipato. Dunque il Presidente preferisce aspettare, dare seguito alle richieste di avere più tempo arrivate da Di Maio e Salvini. Anche per non dare alibi ai vincitori che poi lo accuserebbero di aver fatto abortire la creatura in gestazione.

Il terrore dei 5 Stelle

La verità, il vero motivo dello stallo, è che Di Maio non si fida: ha il terrore che la Lega possa essere una sorta di cavallo di Troia che gli porti in casa, in maggioranza, tutto il centrodestra schiacciando poi i 5 Stelle in minoranza.
Il motivo per cui Di Maio ha messo il veto totale e assoluto su Giorgetti e Salvini è esattamente questo: la loro leadership provocherebbe nel tempo l’appoggio e l’ingresso in maggioranza di tutto il centrodestra. E finirebbe 37 a 32 (le percentuali ottenute il 4 marzo dalla coalizione di centro-destra e dai 5 Stelle). In fondo, il governo Lega-5Stelle parte con 6 voti di vantaggio al Senato e 30 alla Camera. Non sono tantissimi. Significative allora alcune dichiarazioni di ieri. “Siamo per i processi brevi ma partiamo da questioni differenti anche perché io - ha detto Salvini - sono in questa veste non solo da leader della Lega ma della coalizione di centro-destra”. Quasi un avvenimento. Che il Cavaliere, ora riabilitato, segna e mette via. In fondo non gli è mai andata giù che il Quirinale non abbia dato al centrodestra l’incarico per provare a trovare quei numeri utili a formare una maggioranza. 

La preghiera di Hominibus, per auspicare il giorno vero: La Liberazione

 

APPELLLO ALLA COCCIUTAGGINE DEI POLITICANTI,

ANCHE SE SONO RIABILITATI, PER CESSARE LE MEDIAZIONI:

Partiti? No, ma manca molto poco!!!

Stando così le cose anche nel Terzo Millennio, con i grandi mezzi di comunicazione

che si sprecano solamente in impieghi di infimo profilo a causa della minaccia per tutte le

attività di mediazione ed interpretazione di bisogni ed aspettative, ormai possibili da soddisfare

con la doverosa onestà che favorisca la partecipazione diretta nella interrogazione e discussione dei

dispositivi di legge, non è più ammissibile la frequente complicazione nella formazione dei nuovi governi

che potrebbe essere resa semplicissima con la eliminazione della solita soporifera intermediazione dei partiti,

 

PERMETTENDO, COSI', L'IMMEDIATA COSTITUZIONE DEI POTERI CON I NOMINATIVI PIU' VOTATI !!!

Un migliaio dei primi in classifica per riempire le Camere e un centinaio dei primi di questi per il Governo,

archiviando, definitivamente, il ricorso a formazioni intermedie nella interpretazione di civili aspettative.

 

Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo NON HA determinato un netto spartiacque nella consueta

gestione indecente della Cosa Pubblica, prevedibile anche con l'accozzaglia di personalità vecchie e nuove,

sì, ma ancora molto lontane dall'intuizione della corretta soluzione per il Bene Comune, che consiste

nella riforma improcrastinabile del delinquenziale sistema di partecipazione alle spese comuni !

Così è necessario intervenire "EDUCANDO IL POPOLO ED ELIMINANDO I POLITICI":

 

Ipotizzando la scomparsa dei partiti politici che, storicamente, sono stati la causa prima di

grave ritardo nella evoluzione del genere umano, si sarebbe certi di non dovere subire

la mediazione di terzi, ma aspirare alla affermazione dei personali convincimenti,

restringendo, così, la libertà nell'interpretazione delle deleghe troppo generiche.

 

Premessa la certezza di poter fare a meno dei soliti Politici, sia vecchi sia nuovi,

occupatori di Stato, ma che sarebbero ormai da calciare per la pretesa di non

cambiare la formula dell'amministrazione di uno Stato nel 3° Millennio

mediante il riconoscimento delle forze equilibratrici spontanee,

che richiedono la eliminazione dei tradizionali apparati,

permettendo la partecipazione diretta del Cittadino,

facile da realizzare con l'impiego delle nuove tecnologie,

il migliore consiglio da dare, non solo alla nostra cara Italia,

ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"

politico-amministrative, complicando il processo di rapporti privati,

nazionali, internazionali, da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o

incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli

ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che

vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da

abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio

con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa

tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti

regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,

liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto pesanti e di difficile riscontro, con la...

 

 Fiscalità Patrimoniale

come Ordine Universale per garantire

Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza

per tutti i Popoli della Terra!

 

E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire

l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che

non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione

capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi

strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione

democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.

 

Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione

dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove

prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al

danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale

preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.

IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo

e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!

...................

Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,

 è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte

che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,

risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.

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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,

PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE

LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,

DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,

 CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!

-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------

L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano

 l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento

comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei

ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.

Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi

fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto

di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico

ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo

ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon

funzionamento dei servizi pubblici sul

territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la

Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza

nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con

procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi

per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!

 

Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,

la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco

della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia

e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,

che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità

e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,

richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate

ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche

richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti

politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,

che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e

la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori

tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:

"STATO = CONDOMINIO"

Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile

con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe

naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni

amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la

certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?

 

L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle

discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma

definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione

 delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,

gratuita o a compenso da convenire, grazie alla

immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi

odierni, con potere di voto unitario per

 votazioni di principio o pari alla ricchezza

patrimoniale rappresentata per le votazioni

richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando

le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di

tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.

 

Nella speranza che finalmente sparisca lo storico ceto politico,

vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di

liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe

essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga

la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni

indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole

e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione! 

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

Provvedimenti ipotizzati in Italia, estensibili nel mondo...

...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!

 

Insomma, ...

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve a favorire la libera circolazione della

ricchezza finanziaria mondiale, annullando

il forte richiamo dei paradisi fiscali,

facili ricoveri, generati dalla

connivenza politica.

 

Roma, 15 Maggio 2018

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate