La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 458 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)

Il vaffa day di Berlusconi, Di Maio e Salvini sempre più uniti e il rebus di Mattarella.

Il Quirinale dà 48 ore di tempo a Salvini e Di Maio per trovare la quadra di un governo. Altrimenti, lunedì, si cambia schema e potrebbe essere la volta del presidente della Camera Roberto Fico.  L’ira di Silvio: “Mai con i 5 Stelle, al massimo possono pulire i cessi”.  Poi rilancia l’alleanza di centrodestra: “Partiamo da qui, dal nostro programma, poi cerchiamo i voti in Parlamento”. Ma il Capo dello Stato non ha intenzione di varare governi di minoranza.

Berlusconi, Mattarella, Di Maio

Berlusconi, Mattarella, Di Maio

Più che uno stallo sembra un terremoto. Arriva anche la sentenza che dice che ci fu una trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra con la condanna, tra le altre, di Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, a complicare un quadro politico dove l’unica certezza che ogni volta riemerge da veti e giravolte è il legame tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. “Ci siamo messaggiati padiglione dopo padiglione” diceva ieri il leader della Lega in visita alla Fiera del mobile a Milano mentre l’altro era in viaggio per il Molise per la chiusura della campagna elettorale. E mentre loro ragionavano via whatsapp sui destini della legislatura e del governo, Berlusconi parlava ai microfoni nella piazza di Isernia: “I 5 Stelle sono un pericolo per il Paese”, “non sono un partito democratico”, sono anzi “il partito dei disoccupati” e, tanto per essere chiari, “a Mediaset pulirebbero i cessi”.

“Definitivo”

Si chiude così, almeno per Berlusconi e in modo “definitivo”, l’opzione di un’alleanza 5 Stelle. Il Cavaliere riparte “dal centrodestra unito, dai suoi programmi” e da Salvini premier. I voti che mancano, una cinquantina alla Camera e una ventina al Senato, vanno cercati in Parlamento. Messa così sembra anche facile. Il punto è che Salvini segue altre strade. Dentro Forza Italia cominciano a non fidarsi più tanto di lui (“ha fatto un casino ieri con la Casellati scaricando su di lei la responsabilità del flop di un accordo che non c’è mai stato”). Come Luigi Di Maio non “si fida” di un mandato o un incarico a Roberto Fico che potrebbe essere la prossima mossa del Quirinale. Il lavoro del presidente Mattarella, col passare dei giorni, si complica. I dolori di Mattarella, il vaffa di Berlusconi, i distinguo della Casellati e il fraseggio Salvini-Di Maio sono i punti da seguire per raccontare il giorno n.47 dello stallo politico. Al nome di Roberto Fico e ad una serie di subordinate quirinalizie, sono appesi gli eventuali sviluppi. Che Mattarella deciderà non prima di lunedì. Alla vigilia della Festa della Liberazione. Ma è solo una suggestione.

I sassolini di Elisabetta

Il suo mandato esplorativo può dirsi concluso. Con un bilancio un po’ magro: tra centrodestra e 5 Stelle esiste una sola possibile maggioranza, quella tra Lega e 5 Stelle. La presidente è salita al Colle ieri a mezzogiorno. Mezz’ora di colloquio con Mattarella e poi una breve spiegazione alla stampa. Di cui Casellati non poteva fare a meno visto quello che era uscito sui giornali ieri mattina. La frase più gentile nei suoi confronti era questa, pronunciata da Salvini: “Se chi deve mediare non media…”. In casa del Carroccio sarebbe passata la voce che se “la bella novità” con cui Salvini giovedì aveva illuso il paese è finita in nulla, la responsabilità sarebbe dell’incaricata che “avrebbe lavorato per far saltare l’accordo invece che aiutarlo”. La colpa di Casellati, sempre secondo alcune ricostruzioni dei lumbard, sarebbe quella di non aver accettato il piano di Salvini che prevedeva, intanto, di partire con “un tavolo delle forze di maggioranza per parlare dei punti del programma condiviso”, e solo dopo, tra una settimana o anche due, affrontare il nodo del premier e della squadra di governo. La Presidente esploratrice invece, come ha voluto spiegare ieri mattina, ha precisato di “aver svolto con dedizione l’incarico per favorire un confronto costruttivo nel perimetro e nei limiti indicati da Mattarella”. Insomma, il mandato diceva con chiarezza che doveva cercare maggioranza, premier e squadra di governo. Casellati non poteva, nei vari incontri, limitarsi a prendere tempo in attesa di sviluppi come avrebbe preteso Salvini. Ecco perché con i 5 Stelle ha affrontato anche temi tabù. Che infatti hanno spaventato Di Maio disponibile a stare al tavolo (“ok all’appoggio esterno”) ma non a decidere con Forza Italia cosa fare e con chi. I nomi di due possibili ministri azzurri – Carfagna, Malan – sono stati a quel punto gettati in pasto ai media. Non da Forza Italia. E per bruciarli. 

Altri due giorni di tempo 

Mattarella ieri non ha voluto incontrare la stampa. “Vi faremo sapere” ha detto lo staff congedando i cronisti. Se ne riparla lunedì. Il Presidente vuole riflettere. Nei fatti, vuole dare altre 48 ore di tempo a Salvini e Di Maio per verificare se l’indicazione dell’esploratrice – esiste nei numeri una maggioranza Lega e 5 Stelle – ha la stoffa e i fondamenti per riuscire a stare in piedi.

E’ l’ora di pranzo. Già dalla mattina Matteo e Luigi fanno sapere di aver riattivato canali di dialogo che giovedì sera, alla fine della consultazioni a Giustiniani, sembravano chiusi. Salvini manda a dire da Milano che “ostinatamente e testardamente proverò fino in fondo per riconoscere il voto degli italiani” che hanno mandato al 32 per cento i 5 Stelle e al 17% la Lega.  Di Maio, in partenza per il Molise, è “fiducioso di natura” e se Salvini “insiste per un governo con loro, ne prendo atto, io ho già detto ieri”. Insomma, una bella intesa a distanza. Berlusconi in quel momento è in volo per il Molise. Quando arriva a Isernia viene informato delle 48 ore di tempo in più che il Colle ha dato all’asse Lega-5 Stelle e decide di intervenire. A modo suo. Una specie di vaffa day in stile grillino. Ai 5 Stelle dice che sono nullafacenti e che a Mediaset “pulirebbero i cessi”. A Salvini, che ha fatto balenare l’idea del pre- incarico, recapita un altro messaggio: “Si parte dal centrodestra, dal nostro programma che abbiano iniziato a scrivere un anno fa e i voti per raggiungere la maggioranza li andiamo a cercare ovunque in Parlamento, nel gruppo Misto ma anche nel Pd”. La senatrice Licia Ronzulli, membro dello staff personale di Berlusconi con Sestino Giacomoni, vorrebbe convincerlo che è meglio tacere. Come Berlusconi aveva con fatica fatto il giorno prima quando ha anche evitato di grattarsi un occhio per evitare di dare spunti di mimica facciale alle telecamere. Ma l’uomo è inarrestabile. E zitto non ci sta più.

La condanna Stato-Mafia sulla coalizione

Avviene tutto a favore di telecamere e microfoni. Quasi un nuovo gioco di ruolo a distanza: “La costruzione di una maggioranza politica”. Salvini inorridisce davanti all’ipotesi Pd: “Se qualcuno si tira fuori insultando e guadando a sinistra, tanti auguri. Io non voglio perdere altro tempo. Attendo le prossime ore ma poi faremo passi avanti perché di tempo ne abbiamo già perso anche troppo”. Niet anche da Giorgia Meloni: “Berlusconi si metta l’anima in pace: non ci saranno mai i nostri voti per un accordo con il Pd. Fratelli d’Italia lavora per la compattezza della coalizione”. Il leader della Lega si riferisce a Berlusconi e l’alleanza di centrodestra alle quattro del pomeriggio sembra non esistere più.

Berlusconi si ritira in albergo per riposare. Lo staff si mette al lavoro per comunicati, correzioni, sintesi dialettiche. Solo che da Palermo rimbalza la sentenza di primo grado del processo Trattativa: condannato il vertice del Ros, il reparto speciale dell’Arma affidato all’epoca al generale Mario Mori; condannati i mafiosi; assolto Nicola Mancino dalla falsa testimonianza; condannato l’unico politico sopravvissuto ad altre assoluzioni, Marcello Dell’Utri, l’ex senatore e fondatore di Forza Italia. Per i 5 Stelle è il cacio sui maccheroni servito nel giorno e nel momento perfetto. Le parole del pm Nino Di Matteo una vera manna: “Dell’Utri è stata la cinghia di trasmissione tra Cosa Nostra e l’allora da poco insediato governo Berlusconi. La Corte ha ritenuto provata questa cosa”.  Per i 5 Stelle è il via libera per attaccare Silvio Berlusconi. L’occasione per seppellire l’alleanza. “Il Caimano è nervoso, hanno condannato Dell’Utri” non perde tempo Di Battista. “Questa sentenza è una pietra tombale sull’ex Cavaliere, Dell’Utri fece da tramite tra Cosa Nostra e Berlusconi” scrive sui social il questore della Camera Riccardo Fraccaro. “Oggi muore per sempre la Seconda Repubblica” si fa sotto Di Maio.

E’ un attacco a freddo. Che mette a tacere il resto. Salvini non replica più. Berlusconi fa una conferenza stampa verso le otto di sera prima del comizio finale in piazza (parlerà per quasi un’ora promettendo di diventare “molisano” con tanto di casa acquistata in loco) in cui conferma che “l’asse con i 5 Stelle è definitivamente sepolto” ma precisa che il nuovo governo “deve partire dal centrodestra unito che ha avuto la maggioranza”. I voti del Pd sono, con gli altri disponibili, solo un modo per raggiungere la maggioranza e far partire il governo. A sera i pontieri possono tirare il fiato: l’alleanza tiene. Salvini non può mollare tutto adesso, leadership e premiership, per andare fare il socio di minoranza di Di Maio. Ma mai come ieri la coalizione è stata ad un passo da finire in briciole.

Il mandato per Fico 

E’ chiaro che i risultati delle regionali in Molise avranno un peso sugli equilibri politici. I 5 Stelle potrebbero governare la prima regione in Italia e per Di Maio sarebbe un viatico straordinario. La forza della coalizione di centrodestra risentirà della performance di Forza Italia e della Lega. Soprattutto, sulla decisione di Mattarella, peserà cosa si diranno nelle prossime ore ma prima di lunedì Salvini, Di Maio e Berlusconi. Se l’asse giallo-verde, che nei fatti beneficia di un mandato informale di 48 ore, dovesse tenere, il Capo dello Stato potrebbe anche decidere di affidare un preincarico a uno dei due leader. Ma questo vorrebbe dire che l’alleanza con Forza Italia e Fratelli d’Italia è morta e sepolta. Mentre, invece, per Berlusconi è “definitivamente sepolta” l’interlocuzione con Di Maio.

L’opzione più probabile prevede invece l’affidamento del mandato esplorativo a Roberto Fico. Un mandato gemello e speculare a quello di Casellati, cioè nel recinto Pd-M5s? Oppure un mandato largo, esteso a tutte le forze in campo?  La discesa in campo di Fico potrebbe essere la fine della stella Di Maio. E l’insorgere di un problema di leadership in casa dei 5 Stelle. Due scenari possono essere esclusi: no allo scioglimento anticipato delle Camere; no a governi di minoranza. Per il resto ci sono troppi “Se” e troppe subordinate. Conviene aspettare lunedì. E leggere bene i risultati in Molise. 

L'opinione di Hominibus

Insomma, ...

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve a favorire la libera circolazione della

ricchezza finanziaria mondiale, annullando

il forte richiamo dei paradisi fiscali,

facili ricoveri, generati dalla

connivenza politica.

 

Roma, 21 Aprile 2018

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate