Teatrino Politico
Campionatura del confronto tra gli allevatori nostrani di
polli.
Editoriale L'Espresso: articolo di Paolo Biondani e Luca
Piana
Chi è più libero di evadere
Nuove direttive e nuovi
uomini: il ministro Tremonti ha cambiato il volto del fisco. Con quale
effetto? Favorire alcune categorie di elettori. Perché l'Iva scende mentre
sale il prelievo in busta paga
La lotta all'evasione ai tempi di Giulio Tremonti? Letteralmente
dimenticata. Per fotografare cosa è cambiato nella politica fiscale con il
ritorno al governo di Silvio Berlusconi, alcuni alti ufficiali della Guardia
di Finanza tornano al primo giorno. Tremonti si è appena insediato. Al
comando generale delle Fiamme Gialle è fissata la prima riunione operativa:
il vertice del Corpo deve trasmettere a tutti i comandanti regionali le
direttive e priorità indicate dal nuovo ministro dell'Economia. Gli ordini
si susseguono: lotta alla contraffazione, concorrenza cinese, immigrazione
clandestina, pattugliamento delle coste. All'uscita, diversi comandanti sono
stupefatti: "E l'evasione fiscale? Ma non era questa la nostra missione?".
L'argomento è politicamente bollente. L'opposizione accusa
il governo di aver mollato la presa sugli evasori, compromettendo i 23
miliardi di gettito aggiuntivo garantiti dal governo Prodi. L'andamento dei
conti è "coerente con gli impegni europei", ribatte Tremonti, forte dei dati
della Banca d'Italia: nei primi undici mesi del 2008 le entrate tributarie
sono cresciute del 3 per cento circa rispetto a un anno prima. Il ministro
esibisce anche i 2,3 miliardi che l'Agenzia delle Entrate, affidata al
fedelissimo Attilio Befera, ha incassato alla voce 'riscossioni da
accertamento' sempre tra gennaio e novembre: il 46 per cento in più del
2007.
Gli stessi dati, tuttavia, armano i critici. L'Agenzia delle Entrate
incassa oggi il frutto delle indagini chiuse negli anni di Prodi.
Una larga fetta degli introiti del 2008, in effetti, deriva da alcune
ispezioni chiave della passata gestione: i casi del motociclista Valentino
Rossi, della finanziaria lussemburghese Bell, del raider Stefano Ricucci.
Analizzando mese per mese le cifre di Bankitalia, poi, la crescita delle
entrate risulta in realtà concentrata nella prima parte dell'anno. Insomma,
è l'onda lunga delle politiche anti-evasione del precedente governo. Ma c'è
di più. Il centro studi Nens, fondato dall'ex viceministro diessino Vincenzo
Visco, ha calcolato che l'aumento delle entrate nel periodo gennaio-ottobre
2008 è dovuto unicamente all'Irpef. Che è cresciuta grazie "ai numerosi
rinnovi contrattuali". Un'analisi che per i lavoratori dipendenti ha un
gusto amaro. Se così stanno le cose, infatti, sarebbero proprio gli italiani
che non possono evadere, perché tassati alla fonte, a garantire la tenuta
dei conti pubblici.
Il ritorno dei furbetti fiscali, invece, emerge dal calo del gettito
dell'Iva (vedi grafico a pagina 112). Per spiegarlo, sostiene
sempre il Nens, non basta la crisi, visto che nei mesi considerati l'Iva
crolla di quasi 3 miliardi, ma i consumi su cui è calcolata aumentano. Che
succede allora? "Non tutti registrano le vendite e il fenomeno sembra
peggiorare", conclude lo studio.
Il grande ritorno dell'evasione si può raccontare da diversi punti
di vista. C'è l'analisi delle norme varate da Tremonti. E c'è
l'occupazione sistematica delle poltrone chiave nella macchina dei controlli
fiscali. Ma andiamo con ordine.
Finito il boom prodiano delle entrate, le preoccupazioni degli esperti ora
riguardano le dichiarazioni dei redditi che verranno presentate nel prossimo
giugno da professionisti, imprenditori e autonomi. Nel presente, queste
categorie hanno versato anticipi fiscali che in grande maggioranza sono
calcolati sui redditi passati. Il problema è l'effetto futuro dei segnali
inviati da Tremonti al popolo delle partite Iva. Sotto accusa c'è lo
smantellamento, come lo definisce l'opposizione, delle misure varate per
ridurre il nero.
Si tratta delle norme con cui l'Italia aveva applicato le più
importanti direttive europee per la lotta al riciclaggio di denaro sporco.
Regole che rendono più rischioso anche accumulare i soldi 'grigi'
dell'evasione. Prodi aveva fissato un drastico divieto di usare denaro
contante sopra i 5 mila euro. Oltre la stessa soglia, scattava l'obbligo di
emettere assegni non trasferibili, per identificare l'effettivo
beneficiario. Sempre per evitare girate di comodo, anche gli assegni
'liberi' sotto i 5 mila euro dovevano indicare il codice fiscale o la
partita Iva. E per i liberi professionisti era prevista la "tracciabilità"
di tutti i compensi sopra i 500 euro.
ecc., ecc., ecc.!
(15 gennaio 2009)
L'opinione di Hominibus
Ecco il confronto farsesco
tra uno Stato che foraggia la stampa
e una stampa che deve far finta di criticare lo
Stato,
pena la chiusura dei rubinetti del finanziamento a
fondo perduto.
Il tutto nei confronti dell'ignaro cittadino, che
frena la sua indignazione
di fronte a tale sensibilità ed impegno civico degli
autori di turno,
che invece sono sempre attenti a non oltrepassare
la linea di buona creanza tra compari
nel gioco di parti prefissate.
perché...
La mossa del giulivo Tremonti
é conseguente a quella del prode Romano,
perché entrambe, per abitudine, inefficaci ed
inefficienti,
ma acconciate nel proseguire lo sfruttamento delle
solite fonti,
che, essendo oggi inadeguate al mantenimento della
classe benestante,
sono accompagnate dall'invito implicito a violare e
derogare,
onde assicurare quel flusso vitale di risorse
necessarie,
dando prova della adattabilità del costume,
di destra, di centro e di sinistra !
E così...
Assistiamo, allora, all'accusa
di avere dismesso le misure prodiane
per stanare il nero, ma nessuno si azzarda a dire
che sarebbe più efficace, efficiente, economico e
sbrigativo
non perdere tempo nella impossibile impresa del
controllo minuto,
inventariando la ricchezza residente nel
territorio nazionale,
applicando le imposte relative alla spesa da coprire
direttamente sulla ricchezza accumulata,
in base al valore mercantile dei beni,
sia dalle persone per bene,
ma anche da briganti
Così, per sempre,
in modo automatico, immutabile,
infallibile, cristallino, cioè ONESTO,
contro l'arbitrio dei tribuni di turno, di destra, di
centro, di sinistra,
stabilendo, una volta per tutte, le regole dell'unica
gestione
capace di assicurare la democrazia all'imposizione
fiscale,
ottimo antidoto anche contro la crisi che stiamo
vivendo,
generata sostanzialmente proprio da un fisco di
parte,
inadatto a fiutare gli spostamenti della ricchezza.
Questi, in breve, i principi da realizzare per Hominibus:
Mercato, Mercato, Mercato,
&
Fisco patrimoniale, di stile condominiale,
&
Borsa pubblica dei cespiti significativi per il fisco,
&
Offerta pubblica d'acquisto per cespiti fiscalmente sottostimati,
&
Esenzione fiscale di redditi, rendite varie, consumi,
trasferimenti,
&
Controllo patrimoniale dei movimenti di capitali, beni, servizi con
l'estero
&
Servizi pubblici limitati ai soli essenziali (Difesa,
Giustizia, Ordine pubblico)
&
Sistema unificato di assistenza alla popolazione
patrimonialmente povera (*)
&
Amministratori condominiali, con dimestichezza contabile...
in miliardesimi, grani, carati, applicati alla sana, solida,
irresistibile, ineffabile, ma inafferrabile ricchezza
che
turba il sonno agl'inguaribili amanti
di
sguaiati agi terreni
L'invito di Hominibus a L'Espresso
Meno politica, meno Stato, meno stampa assistita, meno
collusione,
più onestà d'informazione per l'educazione della pubblica
opinione,
altrimenti si permane in un continuo di vergognosa neghittosità,
riprovevole per chi dovrebbe suonare l'allarme per uscirne.
Insomma, si dismetta l'attuale mentalità da supermarket,
e si dia significato agli opulenti finanziamenti pubblici,
usando i grandi mezzi a disposizione per scrollare
un Paese che si trova ad essere governato
da un impresario che prospera di fiction,
estraneo alla realtà che lo circonda.
Prima L'Espresso si conservava gelosamente per anni,
perfino nei traslochi si trasferiva insieme alle cose
più care,
oggi finisce subito nella spazzatura, insieme alla
stampa gratuita!
(nei bidoni per la carta e cartone, non nell'umido, forse solo perché si
incorrerebbe in multe)
Hominibus
Movimento di
opinione per l'affermazione della democrazia reale
a difesa del
70/80% della popolazione mondiale, vessata da legislatori,
governanti e fiancheggiatori collusi
(*)
Avrebbero diritto anche cittadini finanziariamente molto
provvisti, ma non affetti da ansia da accaparramento materiale, che
non possiedono immobili, aziende, vivono in albergo, pranzano nei
ristoranti, usano mezzi di terzi per i trasferimenti per terra,
mare, aria, facendo crescere il beneamato P.I.L., e che lasciano
circolare, esentasse, i loro capitali nella comunità di
appartenenza.
In tal caso, si può confidare in
un probabile ritegno nell'esibire la 'social card' ai servizi di
assistenza!