La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 426 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)

Addio primarie, nessuno partito le farà più. Tutti i candidati li sceglieranno i leader !!!

Il sistema che soltanto cinque anni fa tutti i partiti dicevano di voler “normare per legge”, che sembrava avere riannodato i fili tra elettori ed eletti ed ha certamente contribuito a cambiare la composizione della classe politica viene definitivamente archiviato. Oggi si chiude una stagione. Tutti i candidati alle Politiche del 4 marzo saranno infatti individuati senza fare ricorso ad elezioni primarie

Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi
Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi

di Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare

Non le farà il Movimento 5 stelle, dal momento che il compito di “scremare” i curricula degli autocandidati se l’è intestato Luigi Di Maio. Non il centrodestra, nonostante i continui appelli, le raccolte di firme di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giovanni Toti. Ha scelto di rinunciarvi pure il Partito democratico, che le ha in qualche modo “inventate” e alle quali il segretario Matteo Renzi deve moltissimo. Stiamo parlando delle primarie, ovviamente. Il sistema che soltanto cinque anni fa tutti i partiti dicevano di voler “normare per legge”, che sembrava avere riannodato i fili tra elettori ed eletti ed ha certamente contribuito a cambiare la composizione della classe politica, viene definitivamente archiviato. Oggi si chiude una stagione.

 

Tutti i candidati alle Politiche del 4 marzo saranno infatti individuati senza fare ricorso ad elezioni primarie. Dodici anni e mezzo dopo i quattro milioni e mezzo di elettori alle urne per le primarie dell’Unione che incoronarono Romano Prodi come candidato premier, il 16 ottobre 2005, i leader di partito torneranno ad avere il diritto di vita o di morte su un parlamentare. A sancire questo ritorno al passato la decisione del leader Pd di non replicare l’esperienza delle parlamentarie dem, che fu proprio lui a chiedere, a fine dicembre 2012, all’allora segretario Pierluigi Bersani. Il 29 e 30 dicembre di quell’anno, due mesi prima delle Politiche, un milione di iscritti al Pd avevano scelto i “loro” candidati e l’iniziativa aveva avuto degli esiti clamorosi.

 

Lo sbarco sullo scena politica nazionale di Giorgio Gori, per dire, subì una pesante battuta d’arresto proprio in quell’occasione: si posizionò male alle parlamentarie nella sua città e non riuscì ad essere candidato in Parlamento, dovendo poi ripiegare sul Comune di Bergamo. Oggi, senza passare per le primarie, il sindaco ed ex direttore di Canale 5 è candidato governatore del Pd alla Regione Lombardia e sarà lo sfidante di Roberto Maroni per la conquista del Pirellone. 

 

Le parlamentarie “salvarono” Rosy Bindi, che ottenne una deroga al limite dei mandati conquistandosi la nomina in Calabria e fu ricandidata e costarono il seggio a Paola Concia o al costituzionalista Stefano Ceccanti. Si fecero largo “ragazzi” come Giuditta Pini ed Enzo Lattuca, rimasero fuori parlamentari con più legislature alle spalle ma con meno seguito sul territorio. “Sono felice di vedere così tanti giovani e così tante donne”, commentò l’allora segretario. Bersani prese l’impegno a replicare l’iniziativa, ma di lì a qualche mese fu costretto a lasciare la segreteria e dallo scorso anno ha cofondato con Massimo D’Alema un nuovo partito, LeU. Nemmeno la sua nuova creatura ha scelto Pietro Grasso e i candidati con metodi democratici, per la verità.

 

Il lungo addio del Pd alle primarie era iniziato nel 2015, quando il Pd ha dovuto fare i conti con la crisi dell’amministrazione di Ignazio Marino a Roma, che si conquistò il posto da candidato battendo il predestinato (David Sassoli) proprio grazie al voto popolare, e quando, sempre a sorpresa, la candidata governatrice del centrosinistra in Liguria, Raffaella Paita, uscì suonata alle urne dall’allora consigliere politico del Cavaliere, Giovanni Toti, che issò la bandiera azzurro-verde in una Regione storicamente “rossa”. Vincere bene le primarie del centrosinistra ha significato spesso perdere male le elezioni. Ecco perché Matteo Renzi, che pure sulle primarie aveva costruito la sua scalata prima al partito e poi a Palazzo Chigi, aveva suggerito nel corso di una Direzione Pd di “ripensare” lo strumento, proponendo “una moratoria” di qualche mese. Poi c’è stata la campagna per il referendum e le difficoltà che conosciamo. 

 

La proposta di legge dal titolo “Istituzionalizzazione delle primarie pubbliche, benefici per i partiti che le organizzano, patto di lealtà per i partiti ed i candidati ammessi alle consultazioni”, depositata ad aprile 2016 da un gruppo di renziani capitanati dai deputati del Pd Dario Parrini ed Edoardo Fanucci e dai senatori Andrea Marcucci e Franco Mirabelli, non è mai stata discussa.  Da quel momento, le primarie sono finite nel dimenticatoio. Non sono state convocate per scegliere i candidati sindaci a giugno 2017, non, a ottobre, per individuare il candidato governatore in Sicilia. Tutti queste scadenze elettorali, a onor del vero, si sono tramutate in sconfitte per il Pd. 

 

La fine delle primarie non riguarda solo il centrosinistra. Non è un mistero che nel centrodestra per molti anni si è guardato con molta invidia all’uso che il Pd faceva dello strumento. Ancora fino alla scorsa primavera  sia il leader della Lega che quella di Fdi chiedevano che il centrodestra organizzasse le primarie per individuare i candidati di collegio e, soprattutto, un leader nazionale. Già dal 2014 insieme a Toti e Raffaele Fitto - che oggi è parte integrante della “quarta gamba” del centrodestra - i due avevano promosso una raccolta di firme tra i parlamentari per chiedere primarie di coalizione: me raccolsero alcune centinaia, anche importanti dentro Forza Italia.

 

L’unico ad opporvisi sempre, bollandolo come un “sistema aperto alle infiltrazioni, dunque pericoloso” è stato Silvio Berlusconi. La scorsa estate, forse dopo aver fiutato l’aria che cambiava,  i tre leader del centrodestra sono addivenuti ad un accordo: “Le primarie sono nelle urne: il primo partito della coalizione indicherà il premier”, ripetono ora all’unisono il Cavaliere e i due più giovani alleati. Di primarie non si parla più. Soltanto la presidente di Fdi, ogni tanto, butta lì: “Io avrei voluto le primarie per i candidati, ma è troppo tardi...”. 

 

Il Movimento 5 stelle ha fatto una scelta diversa. Ci sarà comunque - più avanti - una votazione online, col consueto strumento Rousseau, cioè la piattaforma web della Casaleggio e Associati. Ma a parte i dubbi sulla privacy e sulla trasparenza, quello che conta è che non saranno primarie vere, cioè aperte a tutti, ma potrà essere votato solo chi avrà il gradimento dei “capi” del Movimento. “Dovrò verificare i profili perché il Movimento non è un taxi che possono usare tutti per entrare in Parlamento”, ha ammesso Luigi Di Maio. Sarà lui, entro quindici giorni, a far sapere chi potrà concorrere alla sfida finale per conquistarsi un posto in lista e chi invece no.  

 

“E’ una buffonata”, accusa il senatore ex grillino espulso, Luis Alberto Orellana. Perché se i “signor nessuno” dovranno sfidarsi in una competizione sul web, già il vicepresidente uscente della Camera ha comunicato i nomi di alcuni che sono certamente “dentro”: il comandante Gregorio De Falco, il capitano di fregata che intimò a Francesco Schettino di risalire sulla Costa Concordia durante il naufragio all’isola del Giglio, ma anche i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone.

L'opinione di Hominibus

Il migliore consiglio da dare, non solo al sig. Luigi Di Maio,

ma al Mondo intero, è quello di smetterla con le "minchiatelle"

contro la vera democrazia, snaturando il processo di rapporti privati,

nazionali o internazionali da parte di politici intrallazzatori, prepotenti o

incapaci, che cavano vantaggi giustificati solo dalla libertà concessa dagli

ordinamenti molto diffusi per continuare a far resistere una classe sociale che

vive grazie alla immaturità dei Popoli sottoposti, manipolati con regimi fiscali da

abrogare urgentemente con il declassamento dello Stato ad elementare Condominio

con i Cittadini del Mondo che sapranno associarsi in entità territoriali, solo dopo previa

tabula rasa dei limiti convenzionali della politica, accettando la supremazia delle conseguenti

regole amministrative di tipo condominiale e facendo riferimento al solo valore dei beni residenti,

liberando le transazioni di qualsiasi tipo da oneri fiscali molto onerosi e di difficile riscontro, con la...

 

 Fiscalità Patrimoniale

come Ordine Universale per garantire

Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza

per tutti i Popoli della Terra!

 

E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire

l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che

non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione

capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi

strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione

democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.

 

Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione

dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove

prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al

danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale

preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.

IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo

e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!

...................

Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,

 è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte

che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,

risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.

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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,

PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE

LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,

DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,

 CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!

-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------

L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano

 l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento

comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei

ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.

Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi

fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto

di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico

ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo

ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon

funzionamento dei servizi pubblici sul

territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la

Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza

nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con

procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi

per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!

 

Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,

la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco

della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia

e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,

che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità

e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,

richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate

ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche

richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti

politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,

che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e

la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori

tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:

"STATO = CONDOMINIO"

Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile

con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe

naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni

amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la

certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?

 

L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle

discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma

definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione

 delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,

gratuita o a compenso da convenire, grazie alla

immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi

odierni, con potere di voto unitario per

 votazioni di principio o pari alla ricchezza

patrimoniale rappresentata per le votazioni

richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando

le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di

tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.

 

Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,

vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di

liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe

essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga

la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni

indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole

e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione! 

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

Insomma, ...

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve a favorire la libera circolazione della

ricchezza finanziaria mondiale, annullando

il forte richiamo dei paradisi fiscali,

facili ricoveri, generati dalla

connivenza politica.

 

Roma, 9 Gennaio 2018

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate