La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 420 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)
Probabilmente in questi mesi e settimane tante volte si è chiesto: “Che avrebbe fatto Giovanni al posto mio?”. Giovanni è Falcone. Lui è Piero Grasso, Pietro all’anagrafe. Quella domanda il presidente del Senato se l’è fatta tante volte da quel 22 maggio 1992 quando a Capaci 500 kg di tritolo impacchettati da Cosa Nostra uccisero lui, la moglie e gli uomini della scorta. Se l’è fatta nel novembre 2012 quando l’allora segretario Luigi Bersani lo convinse, impresa difficile, a togliersi di dosso la toga indossata per 45 anni. E se la sta facendo in questi mesi in cui ha dovuto prendere una decisione non facile ma certamente assunta in nome di “un bene comune” e non per ambizione personale: la seconda carica dello Stato, dopo cinque anni non facili ma attraversati con fermezza a palazzo Giustiniani, può ben ambire ad essere una riserva della Repubblica anziché rimboccarsi le maniche alla guida di un progetto politico nuovo. In questi mesi glielo hanno anche detto, “guardi Presidente che se fa questa scelta, ne preclude altre, sicure e garantite…”. Lui ci ha pensato, ha socchiuso gli occhi e ha sorriso in quel modo che è quasi una firma di chi vede lungo e oltre. Sfida accettata. Come quell’altra volta – era la fine di ottobre del 1985 - quando Falcone prese quel giovane giudice appena nominato a latere, lo portò nell’ufficio istruzione, aprì una porta e gli disse: “Vieni, vieni che ti presento il maxi…”. Il 16 dicembre 1987 lo Stato vinse la sua prima sfida contro Cosa Nostra condannando 460 boss per un totale di 19 ergastoli e 2665 anni di reclusione. Grasso scrisse quella sentenza. Senza, l’Italia oggi sarebbe un paese assai peggiore.
Trent’anni fa, oggi, Piero Grasso era chiuso all’Ucciardone in quella che è stata la più lunga camera di consiglio di un processo. Ieri ha fatto notte nel suo ufficio a palazzo Giustiniani trasformato da 48 ore in un piccolo bunker dove possono entrare solo pochi e fidatissimi tra cui Maria, la moglie, Alessio, il portavoce e i suoi più stretti collaboratori. Ieri sera c’è stato l’ultimo incontro con Speranza e Fratoianni (Civati è assente per questioni familiari ma sarà presente oggi) per limare la scaletta. E il discorso che comunque Grasso ha scritto da solo. Secondo la propria scaletta “di ragazzo di sinistra”. Il nome della lista sarà molto probabilmente “Liberi e uguali per Piero Grasso”. Come già anticipato all’inizio della settimana, non ci sarà la parola “sinistra” perché, è il ragionamento, “io voglio parlare ad un mondo che non è solo di sinistra, non ci chiuderemo in un angolo e non faremo la solita cosa rossa. Non faremo una ridotta”. Va detto che già questa scelta non è stata digerita benissimo da tutti.
Sarà un discorso “legato al nome – Liberi e uguali – sui diritti della Costituzione che la politica non sembra in grado di garantire e soprattutto quelli che la sinistra dovrebbe garantire e proteggere”. Il lavoro, soprattutto, il diritto allo studio, i diritti civili, i diritti di chi ha meno, delle donne. Un discorso sui valori, quindi diritti e anche doveri, che sono alla base di una comunità che si chiama Stato. Un discorso, si assicura, “determinato, forte, ma con lo stile di Grasso, ovverosia no insulti, no offese e anzi porte aperte a chi ci vuole stare”.
A chi? Rifondazione comunista dice no grazie. Il segretario Maurizio Acerbo ha già detto che “staremo fuori da lista Grasso, la nostra sarà una proposta alternativa”. Non pervenuti Falcone e Tomaso Montanari, i coordinati dei comitati per il No al referendum che hanno lasciato il progetto un mesetto perché “stiamo rivedendo le solute logiche spartitorie dall’alto e non dal basso”. Campo Progressista di Giuliano Pisapia sembra ormai attirato nell’orbita della coalizione del Pd con, probabilmente, Laura Boldrini front woman della lista. La presidente della Camera non ha ancora deciso il dà farsi ma, al di là del merito, e nonostante abbia detto due settimana fa “mai con il Pd”, forse non gradirebbe essere la spalla del Presidente del Senato.
Porte aperte al Pd? Anche ieri prima il ministro Andrea Orlando e poi Gianni Cuperlo hanno rinnovato diversi ma analoghi appelli “all’unità del centrosinistra”. Cuperlo, tra i reduci della minoranza Pd, in una lettera aperta a Civati, Speranza e Fratoianni invita a “mirare lo sguardo sul buono che per la sua parte ciascuno coltiva”. Pur non nascondendosi “la durezza di una rottura” che accompagnerà la “più difficile campagna elettorale degli ultimi anni”, si augura almeno un “dopo comune” (la legge elettorale impedisce nei fatti quei patti di desistenza nei collegi uninominali che qualcuno ancora auspica). “Non posso arrendermi – scrive ancora Cuperlo - all'idea che la nostra metà del campo marci divisa”. E auspica che le classi dirigenti “vecchie e nuove” lavorino al perimetro largo di un'alleanza capace di riscoprire il senso della sua unità. Per farlo, il primo passo, oltre a guardare il buono che c'è nell'altro, è la consapevolezza che “sarà un bene per tutti se la sinistra rafforzerà sé stessa, rinnoverà i suoi principi e li collocherà nella storia del dopo”. Potrebbero essere parole che Grasso farà sue questa mattina.
Quella che nasce stamani è in sostanza un’unica lista che vede unite sotto la leadership di Piero Grasso le tre formazioni, Mdp- Articolo 1 di Speranza e Bersani, Sinistra italiana di Nicola Fratoianni (e Nichi Vendola) e Possibile di Pippo Civati. La “nuova proposta” (che dà il nome all’indirizzo di posta elettronica dove ospiti e giornalisti si sono accreditati) verrà presentata al palazzetto Atlantico dell'Eur di Roma, un locale più da concerti che da assemblee popolari politiche ma anche l’unico, nel rapporto qualità/prezzo, che garantisce la capienza. Nell'allestimento comparirà il simbolo delle tre vele, la volontà delle tre sigle principali della lista di navigare finalmente in mare aperto. La scaletta perfezionata fino a tarda notte, prevede una quindicina di interventi di testimonianza – ricercatori del Cnr, operai Fiat ma anche i magazzinieri di Amazon, disoccupati, lavoratori precari, immigrati, volontari, portavoci di Arci e Anpi - inframmezzati in ordine sparso da quelli dei tre “tenori”, Giuseppe Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza. A Grasso sono affidate le conclusioni.
I big saranno tutti a sedere in prima fila: D’Alema, Bersani, Epifani, Errani, Fratoianni, Vendola. Qualcuno ricorda, in queste ore, che già nel 2013 Bersani fece cartello con Fratoianni. E prima di lui anche Veltroni. Ogni volta, arrivati in Parlamento, le liste si sono puntualmente divise. “Questa volta andrà diversamente” si assicura.
In prima fila anche Bobo Craxi (se dovesse arrivare anche Di Pietro che ha aderito a Mdp sarebbe un’interessante incrocio della Storia), Antonio Bassolino e la leader della Cgil Susanna Camusso.
Ieri la Cgil ha organizzato cinque manifestazioni in 5 diverse città. Al grido “i conti non tornano”, la Cgil ha rotto il tavolo, anche con le altre due sigle sindacali, con il governo sulla legge sulle pensioni nonostante i correttivi portati dal governo di almeno 15 categorie di lavori usuranti esentate dall’obbligo di pensione a 67 anni. La data del 2 ottobre, scelta due settimane fa e dopo una rottura che agli altri due sindacati è sembrata “pretestuosa”, è apparsa plasticamente oggi per quello che è sempre stata: il trampolino di lancio per l’assemblea di oggi. In piazza c’erano Fratoianni (“il nostro soggetto politico nasce in nome del diritto al lavoro”), Stefano Fassina, Roberto Speranza. “Saremo il partito del sindacato” hanno detto.
Ieri sera l’organizzazione ha inviato un messaggio whatsapp per scusarsi in anticipo per “qualche inconveniente che potrà accadere” stamani. Oltre ai 1500 delegati eletti nello scorso fine settimana, ci sono 500 invitati ma richieste ed accrediti hanno superato le tremila persone (rispetto ai 2000 consentiti). C’è molta curiosità. Soprattutto per Grasso in modalità leader di una formazione politica. Le discoteche non lo spaventano. Appena nominato presidente del Senato, nell’autunno 2013 accettò l’invito dei giornalisti de L’Unità alla festa per i 90 anni della testata fondata da Gramsci in un locale dark nella zona Ostiense a Roma. Con la moglie Maria, fu una gradevolissima presenza. Dunque non sarà il locale a preoccuparlo. Semmai, da ex magistrato antimafia, Grasso si chiederà in ogni secondo chi è ciascuno di quelle migliaia che avrà davanti ad applaudirlo. Un consenso politico che non è possibile, per nessuno, certificare al cento per cento. Perché gli impresentabili non portano un cartello al collo. E questa è, per Grasso, l’insidia più grossa
3.
Lunga fila di 1500 delegati all'assemblea unitaria della sinistra italiana che ha visto incontrarsi all'Atlantico Live di Roma Mdp, Si e Possibile per quella che sarà poi una lista unitaria alle prossime elezioni. Applausi e una vera e propria standing ovation per il presidente del Senato Pietro Grasso. Sul palco tre vele di colore giallo, blu e rosso, compaiono su un maxischermo accanto alla scritta: "C'è una nuova proposta". Ma la matita di Sergio Staino è caustica, come dimostra questa vignetta.
La proposta di Hominibus
per "Liberi e Uguali di Piero Grasso",
al fine di ridurre all'osso la possibilità di errore
nel perseguimento del principale obbiettivo sociale:
Fiscalità Patrimoniale
come Ordine Universale per garantire
Correttezza amministrativa, Economia ed Efficienza
per tutti i Popoli della Terra!
E così v'è l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo
e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!
...................
Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Regioni, Stati.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!-----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
Provvedimenti ipotizzati in italia, estensibili nel mondo...
...ripetendo l'esperimento del 2006, destinazione Dudinka!
Insomma...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 3 Dicembre 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.