La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 408 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre Tutti sulla retta via)

 

Com'è Emmanuel Macron visto da vicino.Abbiamo incontrato il neopresidente francese in due occasioni.

Ecco cosa si capisce della sua personalità, dei suoi modi e dei suoi progetti.

A partire dalle profonde differenze rispetto ad Hollande

di Gigi Riva - 16 maggio 2017

Emmanuel Macron
Emmanuel Macron, 39 anni, è un uomo a cui piace camminare controvento con l’aria di sfida di chi pensa di poter far cambiare direzione al vento stesso. Così non fosse non sarebbe riuscito nell’impresa di arrivare all’Eliseo senza un partito, sfidando la vague populista e avendo in testa un motto attribuito a Napoleone: “Impossibile non è una parola francese”.

Quelle che seguono sono considerazioni a valle di due incontri ravvicinati. Il primo l’anno scorso a Roma nell’ambasciata di piazza Farnese; il secondo pochi giorni fa a Parigi nella sede di Mediapart durante un dialogo con la redazione e uno sparuto gruppo di cronisti stranieri, tra cui chi scrive.

Macron stringe la mano con misurato vigore, poi fissa l’interlocutore negli occhi e ha il dono di farlo sentire, almeno in quel frangente, la persona più importante del mondo. È certo di poter convincere anche il più strenuo avversario. Non ad ogni costo, ma con la forza delle sue argomentazioni. Sta seduto in punta di sedia, quasi a catturare con più precisione il senso del discorso. Si tocca il viso, gesticola, intreccia le dita, enumera i punti salienti, alza l’indice per chiedere attenzione su passaggi chiave. Non svicola davanti a nessuna domanda. È qui per piacere non per compiacere. Se la gioca sulla competenza in ogni dossier. Li ha studiati, li fa risalire a una precisa visione del mondo che sta esattamente alla bisettrice tra destra e sinistra. Qualcosa dell’una e dell’altra.

Per citarlo: «La libertà economica e la libertà politica», che devono andare di passo. E a chi gli rimprovera di essere un ex della banca d’affari prima regala un sorriso e poi lo fulmina: «Lei non si è ancora liberato del passato». Argomenta: «Ultradestra e ultrasinistra hanno deciso che sono il nemico perché “vecchio” banchiere, una questione che non mi viene mai posta quando vado in banlieue... Non conosco un altro politico a cui venga perennemente ricordata la sua ex professione. Però io non voglio cambiare personaggio. So chi sono e so chi continuerò a essere. Sono stato libero di diventare banchiere provenendo da una famiglia dove non ce n’erano mai stati. Sono stato libero di lasciarli e mi dicevano che ero un pazzo se lo facevo per raggiungere un partito di sinistra (i socialisti, ndr) quando in quell’ambiente sono piuttosto di destra. Sono stato poi libero di lasciare il governo. Per prendermi altre libertà. Tanto peggio per loro se non piaccio a qualcuno, io sono così».

Quelli di Mediapart sono molto più a sinistra di lui. Ma così come non ha ceduto al populismo e ha difeso strenuamente l’Europa e l’euro, ora non cede su temi sensibili di segno opposto. Chiudere con la produzione di energia nucleare? «So che vorreste sentirvelo dire, ma è da irresponsabili, ci sono migliaia di posti di lavoro in gioco. Incrementare gradualmente le fonti rinnovabili comunque sta nel programma».

All’ennesima domanda-tormentone sul suo rapporto con la ricchezza e i poteri forti sbotta: «Se la mia fosse cupidigia non avrei mai lasciato la banca. Lì ho guadagnato molto. Poi, affrancato dai bisogni materiali, ho guadagnato la possibilità di poter scegliere il mio destino. Ho fatto parte della comunità della finanza, la conosco bene. Sentono ormai solo la responsabilità di accumulare soldi, ma non più quella verso i vicini, l’ambiente sociale. Se non recupereranno questo aspetto perderanno la libertà di cui hanno goduto sinora». Il suo programma inviso alle piazze? «Gli elettori di Fillon saranno ostili alle mie riforme economiche e sociali, così come quelli di Hamon e Mélenchon, lo so», dice.

Emmanuel Macron è di centro, grazioso di modi, ma non debole. E, dote rara per un politico, sempre sincero - o almeno così sembra. Sa che ha davanti una “fase di transizione” in cui dovrà dosare qualcosa del vecchio sistema e introdurre il nuovo. Una sintesi che si rintraccia anche nel giudizio su François Hollande, il predecessore. Lo ha abbandonato, non rinnegato: «È di moda ora attaccarlo. Però ricordatevi bene che non è mai stato sfiorato da nessun affaire di corruzione, al contrario di molto altri». Non lo imiterà tuttavia.

Hollande aveva la pretesa di essere un presidente “normale”. Prima ce n’era stato un altro, Sarkozy, che era “bling bling”. Emmanuel Macron, fin dalla postura solenne anche se un po’ impacciata della camminata al Louvre la sera dell’elezione, ha dimostrato di voler ridare un decoro al ruolo. Del resto dice: «Non ho la pretesa di essere un presidente normale. Voglio essere un presidente che presiede, un presidente impegnato». Come i francesi hanno sempre voluto il loro re repubblicano.

 

La riflessione di Hominibus

 

Questo Macron è troppo efficiente, ma ...

nella solita direzione, lasciando poche speranze

di ravvedimento operoso a favore della vera democrazia.

Quindi, malgrado il sopraggiungere di un eccellente banchiere..

 

...Insiste l'urgenza di trovare la soluzione per impedire

l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che

non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione

capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi

strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione

democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.

 

Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione

dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove

prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al

danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale

preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.

IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo

e l'urgenza di seria revisione in grado di rendere adeguatamente onerosa la vera ricchezza!

...................

Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,

 è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte

che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,

risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Stati, Unioni.

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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,

PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE

LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,

DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,

 CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!

-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!----------

L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano

 l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento

comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei

ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.

Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi

fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto

di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico

ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo

ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon

funzionamento dei servizi pubblici sul

territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la

Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza

nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con

procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi

per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!

 

Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,

la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco

della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia

e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,

che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità

e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,

richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate

ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche

richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti

politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,

che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e

la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori

tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:

"STATO = CONDOMINIO"

Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile

con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe

naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni

amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la

certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?

 

L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle

discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma

definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione

 delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,

gratuita o a compenso da convenire, grazie alla

immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi

odierni, con potere di voto unitario per

 votazioni di principio o pari alla ricchezza

patrimoniale rappresentata per le votazioni

richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando

le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di

tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.

 

Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,

vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di

liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe

essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga

la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni

indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole

e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione! 

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

"Non si può risolvere un problema con

lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !"

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

 

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA,

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...

 

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Roma, 1 Ottobre 2017 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.