La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 402 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)
Teoricamente si tratta di un'"erogazione liberale", detraibile al 26% con la motivazione del sostegno rispetto alle finalità benefiche o di utilità sociale dell’ente stesso. In realtà di liberale ci sarebbe ben poco, come sostiene Franco Bechis su Libero: l'obolo -generalmente prescritto nei regolamenti finanziari locali del PD- che regolarmente versano deputati, consiglieri regionali ed eletti vari del Partito Democratico a livello regionale, sarebbe di fatto un obbligo anche per quanti vengono piazzati dai dem ai vertici degli enti, delle municipalizzate, delle fondazioni e via discorrendo.
Una vera e propria partita di giro, che riguarderebbe una quota fissa dello stipendio o del gettone di presenza che varia da territorio a territorio e che però, nel caso degli incarichi nei cda, non dà esattamente la garanzia dell'indipendenza e dell'imparzialità decisionale degli stessi. Nè assicura la selezione dei migliori -per capacità e per curriculum-nelle nomine degli enti: basta essere disposti a pagare.
Si tratta di una pratica che risale ai tempi del vecchio Pci, quando veniva rivendicata con orgoglio la partecipazione degli iscritti o dei simpatizzanti al finanziamento del partito, e quando vigeva un primato della politica che però garantiva in contropartita una qual certa selezione della classe dirigente. Possiamo dire lo stesso ancora oggi? Qualcuno in verità ha provato a porre il problema, dentro il neonato Partito Democratico nel lontano 2013. Fu Antonio Misiani a chiedere che venisse espunto, dai regolamenti finanziari del partito, ogni riferimento al contributo "liberale-obbligatorio" per le nomine nelle partecipate e negli enti vari. Ma la proposta è caduta nel vuoto: il riferimento all'obolo non solo non è sparito ma è ben presente, codificato in una disciplina talvolta dettagliatissima nei regolamenti del partito, dal nord al sud dello stivale, con alcuni esempi eclatanti come nel caso del Friuli Venezia Giulia dove si legge: "I designati e nominati in qualità di presidenti, amministratori, consiglieri di indirizzo, revisori dei conti ecc. sono tenuti a versare al Partito Democratico del rispettivo livello di nomina una percentuale dell'indennità lorda percepita pari al 10%". Formule simili, appena più mitigate, si trovano nei regolamenti di altre regioni e città come Modena, Cremona, Bergamo, Torino, Livorno.
E se di norma, la percentuale dell'obolo è del 10%, a Siena arriva persino a lievitare del triplo. Ecco cosa è scritto nel locale regolamento del partito: "I nominati sono tenuti a versare un contributo non inferiore al 30% al lordo del percepito, sull'eccedenza dell'indennità, rispetto alla retribuzione minima di un 1° livello quadri del CCNL commercio ".
Ma non basta. In alcune regioni, come l'Abruzzo, finanziare il partito rappresenta un prerequisito essenziale anche per aspirare alla nomina. Essere in regola coi versamenti infatti "è una delle condizioni necessarie per poter essere candidato in una delle prossime competizioni elettorali o designato in altri enti pubblici o privati"
Malgrado tutto, dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti questa prassi sembra rappresentare il futuro di molti partiti ed in particolare del PD, dopo che nel bilancio 2016 si è assistito ad un vero e proprio tracollo delle quote associative: le "tessere" fatte in tutto lo stivale hanno fruttato infatti appena 14 mila euro, a fronte di 7,6 milioni derivanti da "contribuzioni da persone fisiche".
La riflessione di Hominibus
Esiste l'urgenza di trovare la soluzione per impedire
l'avvicendamento nella scena politica di personaggi che
non hanno la preparazione necessaria per svolgere l'azione
capace di comprendere ed armonizzare le aspettative dei diversi
strati sociali, da sempre affrontate in mancanza di una vera visione
democratica, dall'Alto, e di educazione ai diritti spettanti, dal Basso.
Quello che accade da sempre tra i Paesi del Mondo denuncia la ripetizione
dei comportamenti tra Cittadini di uno stesso Paese, dominanti e dominati, dove
prevale sempre l'interesse del più forte, il cui vantaggio conseguito corrisponde al
danno provocato al Cittadino o Paese più debole, dipendendo dalla forza contrattuale
preponderante del Primo rispetto al Secondo, causa di vantaggi e di danni amplificati.
IL FISCO rappresenta la prova di povertà d'animo dei Ceti dominanti in tutto il mondo!
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Per questo motivo, cari Politici, di destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, etc,
è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per rendere conto delle vostre malefatte
che finiranno con il modello di convivenza più vicino alla esperienza quotidiana di Tutti Noi,
risolvendo a costo zero la contribuzione alle spese comuni per Comuni, Province, Stati, Unioni.
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ASSORBIRE LE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
-----------DA IMPARARE A MEMORIA E TRAMANDARE AI FIGLI!----------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 3 Settembre 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.