La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 392 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via
Beppe Grillo
Beppe Grillo è impegnato in un’operazione molto difficile e che non è mai riuscita a nessuno. In pratica deve cambiare i motori del jumbo mentre è in volo. Deve presentare per le prossime elezioni una squadra di candidati credibile con proposte politiche credibili e una storia decente alle spalle.
Della cosa è convinto anche il suo socio (entrambi mai eletti da nessuno, tanto per dire) Davide Casaleggio. All’inizio sono partiti in modo tradizionale: con la scusa di un omaggio al padre scomparso hanno organizzato a Ivrea un convegno cultural-politico, lasciando in platea i deputati e facendo parlare molti esterni. Ma si è trattato di un’esibizione modesta, quasi nessuno di qualità, e in gran parte legati al Movimento, una specie di cena dei fornitori.
Ma il problema rimane. E è più serio di quello che si pensi. Con il successo alle ultime elezioni politiche Grillo ha portato in parlamento quello che gli è capitato, ma soprattutto disoccupati, sfigati, studenti fuori corso, impiegatucci di provincia, qualche casalinga. Per di più anche un po’ infedeli e capricciosi, visto che almeno un terzo di questi ha dovuto poi espellerli personalmente.
Adesso pensa di essere vicino alla conquista di palazzo Chigi (o comunque ci prova) e deve cercare di esibire agli elettori gente un po’ più come si deve. Guappi napoletani azzimati, ma che non sanno usare i congiuntivi, vagabondi che parlano con le scimmie urlatrici, pescivendole che collocano Scelba fra quelli che hanno favorito l’ascesa di Mussolini, intellettuali pescati a caso che credono nelle sirene (sempre sbagliando i congiuntivi), tutta questa roba non è dignitosa per un Movimento che dice di rappresentare un italiano su tre.
La questione presenta almeno due aspetti complicati. Il primo è rappresentato dal fatto che questi eletti, poveracci, grazie a Grillo avevano svoltato. Invece di una misera vita nel fondo della provincia italiana, erano diventati parlamentari della Repubblica. Buoni stipendi, servizi ineccepibili di Camera e Senato, soggiorni a Roma, le trattorie, e la fila degli elettori. Per alcuni (i più disinibiti) anche frequenti comparsate tv, per la gioia dei parenti e degli amici del bar di Teramo. Tutto questo sta per finire.
E loro si ribellano, fanno le bizze, non vogliono andare a casa. Vogliono fare almeno un altro giro, meglio ancora se due. E sono così diventati molto difficili da governare.
D’altra parte Grillo deve fare una svolta. Era riuscito a conquistare i comuni di Roma e di Torino e aveva presentato l’evento come il segnale di un successo che sarebbe stato travolgente. Purtroppo a Roma sette elettori su dieci sono scontenti di Virginia Raggi e pensano che dovrebbe togliere il disturbo. A Torino, dopo il disastro di piazza San Carlo, le cose non vanno meglio. Così i fiori all’occhiello di Grillo si stanno trasformando in occhi pesti, in disavventure quasi irrimediabili.
Da qui la necessità, urgente, di presentare un “nuovo” Movimento, fatto con gente che abbia un minimo di storia, che nella vita si sia distinta in qualcosa, che conosca qualche argomento utile (e non solo scie chimiche e sirene).
La caccia, però, presenta delle difficoltà di vario tipo. Intanto è difficile trovare gente di qualità disposta a mettersi agli ordini di un ex comico che proprio non ha fama di maître a penser e che scrive i programmi politici e economici passando ore su Google, un po’ come studente svogliato. E infatti la preda più ambita, il giudice Piercamillo Davigo, si lascia corteggiare come una bella signora, si fa vedere a qualche loro convegno, ma non dice mai di sì. Più disponibile il pm di Palermo Nino Di Matteo, una vita praticamente spesa intorno all’inutile processo della trattativa stato-mafia, dal quale era già scappato anche il precedente Pm, quell’Ingroia che aveva addirittura fondato un partito (tre voti, subito sciolto). Insomma, Di Matteo è certamente una persona che sa, ma si sa anche che probabilmente ha una gran voglia di scappare dal suo polveroso processo: quasi ogni posto va bene, persino il Movimento 5 stelle.
A parte giudici un po’ giustizialisti, la caccia di Grillo finora non ha dato grandi risultati. Il suo carniere è quasi vuoto, se si escludono un po’ di funzionari e consulenti ministeriali di seconda fila, desiderosi finalmente di un po’ di luce. O qualche professore di università di serie B. L’unico vero trofeo portato a casa dal comico è il professor Domenico (Mimmo) De Masi. Conosciuto per essere un buon sociologo, studi seri e esperienza internazionale. Solo che è diventato così divergente rispetto al comune sentire e al buonsenso da essere imbarazzante: per eliminare la disoccupazione, un milione di disoccupati dovrebbero accettare di lavorare gratis, è il suo mantra. Sembra quasi di sentire Grillo e Sibilia nei loro momenti più esaltati e più dissociati dalla realtà.
Poi ci sarebbero le proposte politiche, ambientali e economiche. Tutta roba che Grillo mette insieme nella sua villa di Sant Ilario a Genova, sulla Costa Smeralda e nel resort di Briatore in Kenya, saccheggiando Google e oscuri siti visionari della Rete.
Alla Casaleggio & Associati, dove ci sono ragazzi che studiano le cose, lo lasciano fare: in fondo è il garante e la bandiera del Movimento, è quello che ha inventato il Vaffaday, mica roba da poco. Chissà che non trovi un’altra bomba come quella. Ma lui, in realtà, l’ha già trovata, anche se l’ha copiata: la guerra agli immigrati e a tutti i diversi (rom, gay, poeti solitari, asceti). Ha copiato da Matteo Salvini, uno che in quanto a scarse letture gli sta persino un po’ sopra.
Questo nuovo corso, con Grillo avvolto nel tricolore in difesa della minacciata razza italica, rischia di dare i suoi frutti. Può procurargli voti e persino candidati di un certo spessore, categoria razzisti colti.
Penso che alla fine avremo nostalgia di Giarrusso, della Taverna, di Di Battista e persino dello sgrammaticato Di Maio e del folle Carlo Sibilia (sostenitore del matrimonio fra speci diverse). Un’accozzaglia di balordi, ma che si limitava a dire stupidaggini cosmiche, a volte persino divertenti come un cabaret situazionista. Adesso, invece, si vedono avanzare i razzisti in doppiopetto, camicia bianca e capelli tagliati a spazzola. E la politica italiana sta per fare un altro salto all’indietro, verso la fine degli anni Trenta, inizio anni Quaranta, e leggi razziali di Mussolini.
La riflessione di Hominibus, adatta anche per i Grilli
Quello che accade in questi giorni fa chiarezza sulle aspirazioni reali
delle attività politiche che denunciano una netta prevalenza degli interessi
personali sulle esigenze oggettive dei cittadini rappresentati dando la motivazione
fondamentale alla urgente riforma dei meccanismi di delega solo come 'extrema ratio''.
Cari Politici di tutto il Mondo, è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per...
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ASSORBIRELE FUNZIONI POLITICHE NELLE AMMINISTRATIVE,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED IMPIEGARE
LE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO,
DA RENDERE OBBLIGATORIE IN TUTTO IL MONDO CIVILE,
CON LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA RICCCHEZZA FINANZIARIA!
------------------------DA IMPARARE A MEMORIA!------------------------
L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 18 Giugno 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.