La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 386 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via
L’economista bocconiano Roberto Perotti nel settembre del 2014 è stato nominato dall'allora premier Matteo Renzi commissario alla spending review. Il suo incarico non è però durato a lungo. Nel novembre del 2015 ha gettato la spugna e si è dimesso dopo aver dichiarato di “essersi sentito poco utile”. Da allora ha evitato di parlare spesso con i media a differenza di quanto faceva prima di ricevere l'incarico. Tuttavia in occasione della presentazione del suo libro Status quo: perché in Italia è così difficile cambiare le cose (e come cominciare a farlo) ha parlato con i giornalisti raccontando cose molto interessanti sul perché al pari dei suoi predecessori Giarda, Bondi e Cottarelli non sia riuscito a tagliare la grande montagna di spesa pubblica, che è utile ricordare ammonta a oltre 800 miliardi di euro.
“Per fare la revisione della spesa serve la volontà politica – ha spiegato Perotti – e l’iniziativa dovrebbe partire dai Ministri. Ma i direttori generali, i capi di gabinetto dei ministeri non hanno alcun interesse a toccare lo status quo, si tratta di persone che sono lì a volte da 20-30 anni, spesso trascorsi a guardare il proprio ombelico e senza esperienze di fuori dall’ambiente romano e a volte senza nessuna competenza“.
I burocrati sono dunque gli unici responsabili? Assolutamente no. Il professore bocconiano punta il dito sui politici “che non hanno tempo e voglia di mettersi a capire le cose”.
Perotti non usa giri di parole per distruggere una credenza diffusa. “In Italia l'austerità fiscale non è mai esistita. La spesa pubblica al netto degli interessi ha continuato a salire dal 2014, i numeri dello stesso Def sono chiari”. “La spending review – ha proseguito - è morta, ma il debito pubblico è un problema reale non una fisima degli economisti”. Conclusione che sicuramente non farà piacere a Matteo Renzi secondo cui il suo governo ha tagliato la spesa per un importo pari a 25 miliardi.
“Non è un’affermazione inesatta ma è altamente ingannevole, nel senso che è vero che alcuni capitoli di spesa sono stati ridotti per un importo pari a 25 miliardi ma altri sono aumentati in maniera equivalente. Quindi al netto la spesa pubblica non è diminuita” aveva spiegato lo stesso Perotti poco tempo fa al Corriere della Sera.
E una conferma che in Italia la spending review di fatto non ci sia mai stata arriva anche dai dati certificati da Eurostat. Dal 1995 al 2015 la spesa complessiva, compresa di interessi passivi sul debito pubblico, è aumentata da 510 a 827 miliardi di euro. Le tasse, dirette e indirette, sono cresciute da 258 a 493 miliardi. La tenuta dei conti pubblici si è dunque sempre basata sull'aumento della leva fiscale che come noto ricade in gran parte sui lavoratori dipendenti che non possono evadere.
I dati smentiscono dunque anche il ministro dell'Economia Padoan secondo cui “si è tagliato talmente tanto che è difficile andare oltre”. Per Perotti i margini per eliminare gli sprechi sono ancora tanti. “Non suggerisco di tagliare la pesa in modo drastico – ha spiegato – perché sarebbe rischioso ma gli aggiustamenti graduali sono sempre possibili. Per esempio una revisione di 3-4 miliardi non avrebbe impatti sulla sanità o sulle pensioni”.
Per l'ex commissario “serve un segnale forte soprattutto per rispondere alle pressioni populiste, che in alcuni casi sono perfettamente giustificate”. Perotti pensa in particolare “alla riduzione dei vitalizi dei politici e degli stipendi per le figure apicali della pubblica amministrazione che guadagnano molto più rispetto ai loro pari grado di altri Paesi”. Parole sacrosante ma in Italia anche le cose più logiche sono impossibili da fare se vanno contro l'interesse dei poter forti.
La riflessione di Hominibus
Da quanto messo in evidenza nella situazione sopra descritta
è spontaneo sottolineare la presunzione degli storici istitutori della
imposizione fiscale sui redditi di qualsiasi origine e la critica rilevazione
dei risultati facilmente prevedibile data la volatilità dei dati che, invece, sono
riepilogabili dall'accumulo di ricchezza patrimoniale territoriale riscontrabile con
la semplice imposizione della obbligatoria iscrizione in pubblici servizi per tutti i beni
mobili ed immobili con valore commerciale superiore al limite fissato di esenzione, mentre
la singola quotazione sarebbe soggetta a offerta pubblica d'acquisto se giudicata sottoquotata.
Così, cari Politici di tutto il Mondo, è sempre più vicino ed opportuno il momento magico per...
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ASSORBIRE IL POTERE POLITICO NELL'AMMINISTRATIVO,
PER MODERNIZZARE IL SISTEMA FISCALE ED EVITARE
ARBITRARIE DISPOSIZIONI DALL'ALTO, COME.:
TASSAZIONE DELLE CASE DEI PIU' ABBIENTI
DA IMPOSTARE IN ORDINAMENTI CHE AFFIDINO
L'ASSEGNAZIONE DEL VALORE FISCALE IMPONIBILE
ALLE EFFICIENTI ED ELEMENTARI REGOLE DEL MERCATO!
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L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obbiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 24 Maggio 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.