La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 383 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via

Il missile di de Bortoli e la piccola banca gonfiata dai media per colpire Renzi e affondare la Boschi per sempre

A De Bortoli è scappata l’acqua per l’orto. La storia appare poco credibile. Perché rivolgersi a Unicredit, banca nei guai profondi, e a un amministratore delegato che da lì a non molto sarebbe stato cacciato proprio per via dei pessimi risultati? Si

Maria Elena Boschi, Matteo Renzi e Ferruccio de Bortoli

di Giuseppe Turani

La Banca Etruria, irrilevante istituto toscano, continua a seminare le sue vittime. Le prime risalgono addirittura al 2015, quando la banca, insieme a altre tre, va in crisi. E’ un affare locale, di non grande importanza, ma poiché il vice-presidente (con nessuna delega operativa e zero poteri e conoscenza di quel che facevano là dentro) è il papà del ministro Boschi, si scatena l’inferno.

Di colpo la banca Etruria diventa il centro del mondo, il covo dei poteri forti. Forse segretamente posseduta dal Bilderberg o dalla Trilateral. E quindi, giù a testa bassa. La povera Maria Elena chiamata giustificarsi in parlamento (addirittura) a seguito di mozione di sfiducia presentata dai soliti grillini (instancabili inseguitori di mulini a vento), indagini di ogni tipo. Alla fine, com’era prevedibile, vengono rinviati a giudizio un po’ di boss locali. Ma non il papà Boschi: di quello che accadeva in quella banca, dove rappresentava i coltivatori diretti,  nulla sapeva. Era lì perché a loro spettava un posto, ma solo per quello. E tutto finisce.

Intanto, in Italia accade di ogni cosa. Renzi perde il referendum e il posto di presidente del Consiglio, Maria Elena da ministro diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In Francia Macron vince le elezioni. Il nuovo caso Etruria, scatenato dall’ex direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, nasce sulle stesse premesse sbagliate: dall’idea cioè che quella banchetta sia stata uno dei centri del nuovo potere renziano. Mentre era solo un istituto mal gestito, con pochi soldi. Un affare insomma da delegare alla Guardia di Finanza più che alla politica: soldi prestati agli amici, investimenti sballati, cose così, tipiche di ogni banchetta di provincia.

Ferruccio nel suo nuovo libro spara un missile che, nelle sue intenzioni, forse, doveva essere una specie di bomba atomica, l’arma finale contro il potere renziano: nel bel mezzo della crisi la bionda ragazza avrebbe chiesto a un famoso banchiere (il capo di Unicredit, con bilanci da paura, un disastro) di comprare l’Etruria, per mettere un lastra di piombo su un possibile scandalo.

Ma già qui si intravede che a de Bortoli è scappata l’acqua per l’orto. La storia appare poco credibile. Perché rivolgersi a Unicredit, banca nei guai profondi, e a un amministratore delegato che da lì a non molto sarebbe stato cacciato proprio per via dei pessimi risultati? Si può immaginare una Boschi poco lucida fino a questo punto, che chiede di comprare l’Etruria all’unico banchiere che semmai vorrebbe essere comprato lui stesso? E così scioccherella da abusare del suo ruolo istituzionale per mettere a tacere uno scandalo di cui parlava  tutta l’Italia tutte le mattine. Nemmeno Di Maio sarebbe stato tanto sprovveduto.

E infatti il missile “fine del mondo” di de Bortoli si sgonfia nel giro di poche ore. Maria Elena Boschi, convoca un paio di avvocati di grido e minaccia una querela di quelle toste. De Bortoli, a quel punto (mentre si dice sicuro delle sue prove) fa una marcia indietro senza uso di specchietto retrovisore. Dice che Maria Elena si è interessata alle sorti dell’Etruria, come è giusto che faccia un deputato per quello che accade nel suo collegio. E tenta un incontro con il sottosegretario per arrivare a un chiarimento pacifico. L’incontro viene rifiutato. Meglio andare per le vie legali: che de Bortoli porti in aula i suoi testi. A questo punto, il missile “fine del mondo” (renziano) di de Bortoli è già pieno d’acqua e, come quelli nord coreani, si inabissa” davanti ai suoi piedi. 

Ma ci sono i soliti cacciatori di mulini a vento. I grillini, con in testa i due Sancho Panza, Dibba e Di Maio, chiedono subito le dimissioni di Maria Elena. Dimenticano, nella fretta di portare a casa almeno uno scalpo, che per i sottosegretari non sono previste mozioni di sfiducia. In più, presentano la loro alla Camera, dove è sicuro che perderanno (e dove avevano già perso). Quasi per forza d’inerzia o pigrizia mentale ai grillini, che stanno a giocare con il loro sub-missile bagnato e inutile, si aggiungono Speranza e Bersani, con toni solenni: è ora di fare un passo indietro (rivolti alla Boschi). Un coro di risate sommerge queste tardive prove di virilità.

In conclusione, de Bortoli non sarà ricordato come il Bob Woodward italiano ma al massimo come un Kim Jong-un. Dibba e Di Maio, come avanguardia militante di una truppa che manco sa leggere il regolamento della Camera. Bersani e Speranza, se mai avessero avuto una possibilità di rientrare nel Pd, se la sono giocata inseguendo un missile che non si è mai alzato da terra.

Stupisce che persone dotate di una certa esperienza (bene o male stanno in parlamento tutto il giorno) si comportino così da sprovvedute. Ma c’è una spiegazione. A loro di Banca Etruria, de Bortoli e della stessa Maria Elena, non importa nulla. Quello che vogliono è la testa di Renzi. Anzi vorrebbero vederlo fuggire sulla corvetta Baionetta, come il re, e non sentirne più parlare. Ma questo non accade, e allora si aggrappano a tutto, anche ai missili bagnati, a qualsiasi cosa, al primo che lancia un sasso. E a ogni lancio fallito sprofondano ancora un po’.

La riflessione di Hominibus

Dall'episodio raccontato da un importante Giornalista che

segnala il comportamento di un altrettanto importante Collega,

 che rileva il comportamento di un importante Esponente di governo,

che invoca l'intervento di importanti Istituti di credito per salvare banche

di incerto interesse pubblico, suscitando l'attenzione di importanti Esponenti

politici, in attesa di incarichi ancor più prestigiosi in ambito parlamentare, porta

a riflettere  sulla effettiva funzione pubblica svolta dalla trafila di persone coinvolte,

tutte, più o meno ampiamente finanziate da denaro pubblico, mentre veri problemi molto

più gravi e sconcertanti premono da sempre sul destino della povera gente di tutto il mondo.

Così, cari Giornalisti e Politici di tutto il Mondo, varrebbe la pena di valutare il seguente invito...

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ASSORBIRE IL POTERE POLITICO NELL'AMMINISTRATIVO,

IN CUI DIVENTANO INSIGNIFICANTI TERMINI COME:

CATTOLICI, LAICI, COMUNISTI, MONARCHICI, ...

PARTITI, DESTRA, SINISTRA, LIBERISTA,

 POPULISTA, TURBOLIBERISTA, ...

CONSENTENDO DI CONCENTRARE L'ATTENZIONE

SULLA CORRETTA DISTRIBUZIONE DEGLI ONERI COMUNI !!!

-------------------------------REPETITA IUVANT------------------------------

L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano

 l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento

comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei

ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.

Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi

fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto

di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico

ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo

ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon

funzionamento dei servizi pubblici sul

territorio, realizzando l'obbiettivo, insolito per la

Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza

nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con

procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi

per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!

 

Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,

la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco

della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia

e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,

che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità

e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,

richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate

ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche

richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti

politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,

che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e

la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori

tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:

"STATO = CONDOMINIO"

Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile

con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe

naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni

amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la

certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?

 

L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle

discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma

definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione

 delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,

gratuita o a compenso da convenire, grazie alla

immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi

odierni, con potere di voto unitario per

 votazioni di principio o pari alla ricchezza

patrimoniale rappresentata per le votazioni

richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando

le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di

tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.

 

Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,

vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di

liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe

essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga

la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni

indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole

e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione! 

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

"Non si può risolvere un problema con

lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !"

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

 

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA,

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...

 

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Roma,  11 Maggio 2017 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.