La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 382 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via
La democrazia in crisi e il diritto alla Resistenza
Il primo dovere per non arrendersi
alla deriva è distinguere tra buona e cattiva politica. L'Italia deve riflettere
sul caso francese, dove un profilo riformista ed europeista, senza ridicole
imitazioni populiste, ha prevalso sul nazionalismo lepenista
di EZIO MAURO -
Mentre la febbre della
democrazia malata contagia tutto l'Occidente, dalla
Francia alla
Brexit, dall'Europa di mezzo a Trump, c'è un Paese dove il sistema politico
sembra galleggiare sull'onda bassa della rassegnazione, come se il suo destino
conclamato fosse ormai quello di finire spiaggiato insieme con le balene che
hanno smarrito la rotta: è naturalmente l'Italia. Il meccanismo istituzionale
vivacchia, a debole intermittenza, salvando la forma ma rendendo impalpabile la
sostanza. Il sistema dei partiti sembra esausto non solo dal punto di vista
ideale e progettuale ma persino sul piano tattico, e la miseria della legge
elettorale impossibile diventa la prova del nove di un'impotenza quasi
dichiarata, come un vecchio pugile che getta la spugna davanti agli spalti che
ribolliscono, perché gli spettatori vogliono indietro il prezzo del biglietto.
La cifra politica complessiva è la più debole degli ultimi decenni. Mancano
insieme le grandi figure dotate di personalità e leadership, una battaglia delle
idee in grado di dare un orizzonte culturale al confronto politico, la capacità
di modernizzare le identità di destra e di sinistra che storicamente hanno
incarnato il profilo della democrazia parlamentare, salvando la loro anima
antica e portandola a incrociare i nuovi bisogni e a rispondere alle ultime
paure. Soprattutto, e proprio per queste ragioni, si è rotto il vaso comune
della rappresentanza. Pezzi interi di società si sentono scartati da un sistema
politico che non sa rispondere alle emergenze quotidiane della loro vita, il
sentimento di esclusione vanifica gli stessi diritti costituzionali, fino a
generare il dubbio capitale sulla democrazia stessa: se vale solo per gli
inclusi, i rappresentati, i tutelati, allora viene meno il suo valore supremo di
garanzia universale per tutti i cittadini.
Il deficit culturale del sistema ha prodotto un minimo comun denominatore di
scarso significato, con destra e sinistra che sono scivolate sui loro piani
inclinati verso il centro, in un indistinto democratico dove si smarriscono le
distinzioni e crescono le confusioni, favorendo un mimetismo gregario che si
ripara sotto il pensiero dominante, incapace di pensare in proprio. Con il
risultato di non saper più fornire al cittadino opzioni identitarie in cui
riconoscersi liberamente dopo la fine delle ideologie e lo smarrimento di ogni
sentire comune. Ma soprattutto con la conseguenza di non riuscire a proporre una
critica organizzata al pensiero unico, un'obiezione culturale, un'alternativa di
idee, lasciando così crescere il pregiudizio secondo cui l'unica alternativa
possibile è fuori dal sistema.
E qui, infatti, ingrassa la rendita opportunista di chi di fronte alla crisi
generale non ha nulla da proporre, ma ha molto da speculare. La miseria
culturale investe infatti in pieno anche le opposizioni, che mentre non
distinguono tra Cile e Venezuela quasi rivendicano in proprio, e coi loro
cantori, l'ignoranza come prova di estraneità al sistema, e in quanto tale
garanzia automatica di alterità, dunque patente perfetta di innocenza. Tutto
questo tra gli omaggi e le riverenze che parte della classe dirigente, della
Chiesa e della stessa sinistra sta riversando con consigli e blandizie sui
grillini in crescita, quasi fornendo loro dall'esterno un profilo intellettuale
che in tutti questi anni non sono riusciti a costruirsi dall'interno: in
un'operazione del tutto artificiale che vuole coprire non tanto un deficit del
movimento, quanto un deficit di autonomia di quei corpi sociali pronti a cercare
lo scambio perpetuo con qualsiasi nuovo potere. A conferma che il cosiddetto
establishment è parte della crisi di sistema, non della sua soluzione.
Ma tutto questo è inevitabile? Qualcuno dovrà pur riflettere sul caso francese,
dove un profilo di competenza e responsabilità apertamente riformista e
europeista, senza ridicole imitazioni populiste, ha prevalso sul nazionalismo
lepenista. E qualcun altro dovrà pur ricordare che l'Italia ha vissuto momenti
molto più difficili - il primo dopoguerra, la sfida delle Brigate Rosse, la
stagione delle stragi impunite - senza smarrire il filo di una democrazia
largamente imperfetta, ma condivisa: e quando Sciascia disse che "lo Stato è un
guscio vuoto" una larga parte della sinistra scelse di difendere la fragilità
estranea e lontana di quel guscio, anche per difendere la possibilità di poterlo
un giorno cambiare.
È dunque in buona misura un'ipnosi collettiva quella che ci consegna oggi a
questa deriva come se fosse un fato in cui una cattiva politica rischia di
lasciare il posto all'antipolitica, premiata non perché è buona, ma perché è
contro. Si capisce perfettamente lo smarrimento del cittadino di fronte alla
perdita di significato della politica, che rende significanti gli slogan al
posto dei pensieri, i fake, le battute, le invettive, trasformando l'atto
politico in gesto, riducendolo a pura performance. Si comprende anche la rabbia
per la scarsa efficienza del sistema, la ribellione davanti alla corruzione che
si mangia lo Stato, il rifiuto degli scandali del potere. Ma questo risentimento
futurista, profondamente di destra, che fa quotidianamente l'elogio del caos
sperando di ereditarlo mentre dipinge un Paese marcio che può solo arrendersi
agli invasori, è il contrario del sentimento liberal-democratico che governa il
sistema politico occidentale nella buona e nella cattiva sorte: sapendo che
siamo testimoni imperfetti e gestori infedeli di un sistema di valori e di
istituzioni, che tuttavia abbiamo creato noi, come modello di riferimento comune
e di garanzia reciproca per il nostro vivere insieme. Anzi, quel meccanismo
democratico lo abbiamo creato da sobri, perché funzioni e ci tuteli anche quando
siamo ubriachi, come sembra oggi dal nostro barcollare sovreccitato, incerto e
senza meta.
Il primo dovere per non arrendersi alla deriva, dunque, è quello di esercitare
il diritto alla distinzione, fondamento di ogni pensiero democratico, rifiutando
di fare di ogni erba un fascio accettando giudizi sommari, antidemocratici per
definizione. Distinguere tra la buona e la cattiva politica, intanto, senza
gettare tutto al macero nell'attesa del Redentore. Credere nella possibilità di
correggere le politiche sbagliate - denunciando gli errori e i loro autori -
invece di credere nell'avvento del Vendicatore. Confidare nel parlamento come
luogo di composizione e risoluzione democratica dei conflitti, e non nella
piazza come luogo di spettacolarizzazione conflittuale del confronto
parlamentare. Preferire il voto al pollice verso del populismo. E soprattutto,
distinguere le istituzioni permanenti dalla politica contingente, cercando di
preservarle dal gioco al massacro perché nel disegno voluto dalla Costituzione
resti qualcosa di "sacro" in cui riconoscersi laicamente, quando si incontrano
lo Stato e la democrazia rappresentativa. Non a caso in Assemblea Costituente
Benedetto Croce (dopo aver denunciato il "dispregio e il vituperio versati
sull'Italia") invitò tutti a intonare il "Veni Creator Spiritus ".
Nel nostro Paese tutto questo dovrebbe avere un significato in più. Le
istituzioni che rendono possibile e arbitrano il libero gioco politico, infatti,
da noi non sono una costruzione artificiale o un prodotto d'importazione ma il
frutto di quel poco o di quel tanto di ribellione autonoma alla vergogna del
ventennio fascista. Ribellione parziale ma indispensabile e sufficiente per
rendere la nostra democrazia non "octroyée" dagli Alleati che hanno
sconfitto il nazifascismo, ma in qualche misura riconquistata da cattolici,
laici, comunisti, monarchici: e naturalmente dalla Brigata Ebraica, coi suoi
caduti e la sua bandiera. Questa è la vera fonte di legittimazione della
democrazia repubblicana, la scelta di "resistenza" alla dittatura, principio
ispiratore della Costituzione e delle libere istituzioni che hanno dato forma ai
principi costituzionali. Per evitare di lasciar travolgere tutto, dovremmo
ricordarcene. E non solo il 25 aprile.
La riflessione di Hominibus
Ma quanti anni, decenni, se non secoli, debbono trascorrere
per essere evidente che basterebbe prendere esempio dello stare
insieme da un modello che non ha necessità di grande cultura, ma solo
di sincero rispetto per il prossimo, per capire che si potrebbe prendere a tale
scopo una organizzazione che sta sotto gli occhi di tutti, essendo sufficiente che si
riducesse, fino ad annullamento totale, la funzione politica, il cui ruolo serve solamente
a garantire i privilegi della classe benestante contro il minimo necessario per rimandare al
più tardi possibile il riconoscimento dei diritti naturali ai Cittadini che non hanno altra scelta.
Intanto, anche per il Giornalismo di tutto il Mondo, varrebbe la pena di aderire al seguente invito...
----------------------------------repetita iuvant-----------------------------------
ASSORBIRE IL POTERE POLITICO NELL'AMMINISTRATIVO,
IN CUI DIVENTANO INSIGNIFICANTI TERMINI COME:
CATTOLICI, LAICI, COMUNISTI, MONARCHICI, ...
PARTITI, DESTRA, SINISTRA, LIBERISTA,
POPULISTA, TURBOLIBERISTA, ...
... "per non arrendersi alla deriva populista
esercitando il diritto alla distinzione,fondamento
di ogni pensiero democratico, rifiutando di fare di ogni
erba un fascio accettando giudizi sommari, antidemocratici..." !!!
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L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obbiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 9 Maggio 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.