La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo N. 378 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)
Il picchio democratico sul nostro voto più lungo
L’era del “No” ha un anticorpo: una Turchia che si oppone al regime.
La Ue deve crederci. E vincere le 4 sfide delle urne
Direttore
Tommaso Cerno:
Come il pachidermico radar
sovietico Duga, ammasso di ferraglia costato miliardi di rubli di cui il mondo
s’accorse solo perché - come il ticchettio di un picchio - penetrava sulle
frequenze radio rovinando il rock&roll, così dalla Turchia arriva uno strano
segnale di sottofondo alle democrazie cosiddette occidentali.
Un rumore alieno, che ci coglie incredibilmente di sorpresa, capace come quel
ticchettio di squarciare il caos della grande fanfara populista che promette e
minaccia, minaccia e promette, contando sul voto di pancia di un popolo
stremato.
Al di là del risultato ufficiale che ha visto Erdogan all’apparenza
vittorioso nel referendum sulla Turchia presidenzial-sultanato (con
stucchevoli congratulazioni tanto di Trump, quanto di Putin), è stato invece
chiaro a noi europei che quel signore con la esse minuscola di Ankara aveva
perso, nella sostanza, la sua battaglia di muscoli e potere. Una sfida non
turca, ma lanciata a tutti noi. Eppure, nonostante brogli, paura e schede
farlocche, Erdogan rischia di andare sotto e perde nelle città quindi, in
pratica, nel Paese.
Il fatto grave è che noi europei non ce l’aspettavamo. Perché? Siamo nell’era
del "No" ed eravamo convinti che il “grido contro” funzionasse sempre quando
esso è rivolto alla vecchia e fragile democrazia rappresentativa, nel nome di un
potere più veloce e spiccio. C’è da capirlo: l’Occidente si sente
vecchio e stanco, s’è digerito la vittoria di Trump, la spocchia di
Putin, i missili sulla Siria e la minaccia di una guerra nucleare mentre le navi
perdevano la rotta. Roba da fumetto anni Settanta, buono per Twitter e i suoi
strampalati commenti sul futuro del mondo. Eppure ci caschiamo sempre. E mentre
discutiamo di vitalizi e fondi pubblici contro le grida di novelli rivoluzionari
che a parole risolvono tutto con un clic, c’è il Duga democratico che viene da
Ankara a ricordarci chi siamo davvero. E a dirci che non può l’Europa prendere
lezioni di resistenza dalla Turchia. O sentirsi sveglia perché là, per fortuna,
qualcuno è ancora sveglio e non si è rassegnato.
Serve uno scatto d’orgoglio, più cuore e meno statistiche, più coraggio
e meno sondaggi. Lo scatto significa dirci e dire ai cittadini la
verità: cosa la politica oggi può realmente fare? Cosa, invece, non è più sotto
il suo controllo? Un’operazione che vale più di slogan e promesse che hanno reso
esausto anche l’ultimo dei sognatori. È questo il senso della copertina di
questa settimana. “L’ultimo voto” è quello che comincia in Francia ma non
finisce in Francia. Come una staffetta democratica passerà per la Gran Bretagna,
dove Theresa May sta provando a mutare la natura del “dissenso” che l’ha portata
a Downing Street dopo il suicidio politico di David Cameron sulla Brexit in
“consenso”. Lavora a una mutazione genetica della componente antisistema che ha
gridato “inglesi fuori!” verso una canalizzazione democratica di quel responso,
ascrivendolo al progetto politico dei Tories, partito conservatore britannico
simbolo stesso della tradizione europea dell’alternanza. Poi sarà la volta della
Germania di Angela Merkel, che raccontiamo nei suoi aspetti meno noti.
Con un lungo viaggio in treno nelle periferie tedesche, a mostrare un Paese non
poi così diverso dal nostro. E piuttosto lontano dallo stereotipo che in Italia
ripetiamo sempre, la storica rivalità post-bellica fra noi e loro, che spazia un
po’ a tentoni dai mondiali ’82 alla predominanza finanziaria di Berlino su noi
poveri italiani vittime di chissà quale disegno, se non il ritardo secolare con
cui (non) abbiamo affrontato i nodi strutturali del Paese. Per finire proprio
qui da noi. Alla vigilia delle primarie del Pd, dall’esito scontato in quanto al
vincitore, ma non troppo prevedibili per quel che riguarda l’effetto sul governo
e la data delle elezioni. Comincia in queste ore un unico, ultimo grande voto
europeo, dunque, diviso in quattro tappe. Il cui esito dovrà essere letto solo
nell’insieme. L’ultimo sforzo di ripartenza di un’Europa che, come spiega
Massimo Cacciari, è al tramonto. E comunque vada a finire non sarà quella che
abbiamo conosciuto.
Un’Europa che deve vincere queste semifinali, per poi prendere una semplice (ma
finora impensabile) decisione. Ogni governo, in crisi di peso politico e
credibilità, dovrà cedere parte della sovranità a vantaggio dell’Unione e quindi
dei cittadini europei. Così potremmo arrivare in finale con il tifo dei turchi
democratici che dicono no al Sultano. E ritrovare un’identità capace di sposare
la nostra storia di democrazia e diritti sudati con le esigenze dei tempi. Tempi
che così moderni non sono. Ma che senza un antidoto potrebbero avere la meglio.
Rendendo la nostra resistenza democratica più debole e meno autentica di quella
turca. Con tutto ciò che questo significa per noi.
La preghiera di Hominibus per l'affermazione della vera democrazia:
Nella incertezza di avere compreso appieno il significato del pensiero
sopra espresso, non rimane che sperare nella scelta di andare verso la basilare
accettazione di regole più rispettose verso i ceti più deboli delle popolazioni europee,
in primis, e mondiali, sostituendo il potere politico con elementari criteri amministrativi.
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Anche in Italia c'è un picchio che va incentivato e sostenuto!
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L'invito di Hominibus a voler riflettere sui criteri politici che governano
l'Amministrazione pubblica, in cui è facile rilevare un comportamento
comune, tendente a cogliere irresistibili occasioni per ritagliare dei
ghiotti margini, che sono alla base dell'agire privato o di gruppo.
Tali comportamenti sono resi più irresistibili a causa di sistemi
fiscali che scelgono di inseguire la ricchezza liquida al posto
di quella solida, mentre sarebbe più efficace ed economico
ridurre l'interesse al solo patrimonio, essendo scopo
ultimo dell'umana attività, beneficiario del buon
funzionamento dei servizi pubblici sul
territorio, realizzando l'obbiettivo, insolito per la
Amministrazione pubblica, di semplicità e correttezza
nei confronti di tutti i Cittadini, evitando di fare le pulci con
procedure che richiederebbero meritati provvedimenti punitivi
per il relativo costo e la complessità inutile e fallace di gestione!
....repetita iuvant....
Anche cambiando la guida di governo, pescando nel finto nuovo,
la musica rimane la stessa perché il canovaccio usato lungo tutto l'arco
della rappresentanza politica denuncia, alla base, lo stesso difetto che inficia
e pregiudica l'adozione d'unica strategia capace di assicurare il risultato migliore,
che consiste nel coniugare, insieme, i requisiti di semplicità, economicità, universalità
e automaticità, tutti raggiungibili solo se basati sul presupposto del vero rispetto reciproco,
richiedendo il totale azzeramento degli attuali apparati politici, le cui funzioni sarebbero affidate
ai massimi livelli dell'amministrazione pubblica con compiti di continua rilevazione delle pubbliche
richieste di modifiche degli ordinamenti statali e delle istanze relative alla gestione dei rapporti
politici ed economici nazionali ed internazionali, basata sulla risposta al seguente quesito,
che può sembrare strampalato, ma che assicura la partecipazione diretta dei Cittadini e
la continua uniformità dei provvedimenti conseguenti, sostituendo figure oramai fuori
tempo, essendo necessaria accettare la insolita equazione richiesta qui di seguito:
"STATO = CONDOMINIO"
Ma perché non debba essere presa in considerazione una soluzione prospettabile
con l'apparentamento di Stato ad un grosso Condominio, da cui discenderebbe
naturalmente l'eliminazione del potere politico e l'ampliamento delle funzioni
amministrative dei Ministeri secondo regolamenti predefiniti che diano la
certezza del domani perché basati su norme elementari da seguire?
L'adozione dello Stato Condominiale farebbe cessare molte delle
discussioni apparentemente vitali, dando impulso alla riforma
definitiva che permetta l'accesso diretto alla formazione
delle leggi o la delega temporanea a rappresentare,
gratuita o a compenso da convenire, grazie alla
immensa potenzialità dei mezzi trasmissivi
odierni, con potere di voto unitario per
votazioni di principio o pari alla ricchezza
patrimoniale rappresentata per le votazioni
richiedenti gli impegni di spesa collettiva, usando
le Camere per l'accoglienza di Delegati con accordi di
tipo privato di durata e compensi con Cittadini deleganti.
Nella speranza che, finalmente, sparisca l'attuale ceto politico,
vera causa, innanzitutto, di disordine morale per la incapacità di
liberare l'animo dall'ansia di arricchimento personale, che potrebbe
essere combattuta con la rivoluzione del sistema fiscale che imponga
la giusta partecipazione della ricchezza patrimoniale alle spese comuni
indivisibili, esimendo, in cambio, la ricchezza finanziaria dalla consapevole
e arrogante presunzione di poterne controllare correttamente la circolazione!
IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:
Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che
sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità
sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria
preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino
nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari
prima che possa accadere l'irreparabile,
oggi molto più probabile di ieri con
i soliti politici al comando!
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il
Roma, 25 Aprile 2017
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.