Teatrino Politico
 
Mentre gli allevatori nostrani si confrontano ipocritamente sulla comune incapacità
a difendere l'interesse di tutti per superare la crisi economico-finanziaria...
 
Ecco le pillole di saggezza culinaria concesse da George Soros:
Dopo essere andato a male il pollo in salsa 'immobiliare',
Il futuro dei mercati è nella cucina del pollo in salsa 'verde' !
raccolte da Enrico Pedemonte (Editoriale "L'Espresso"):
 
Investire nelle energie alternative. Dare una chance a Obama. Non demonizzare gli hedge fund. Stabilire nuove regole per controllare le prossime, inevitabili, bolle. Ecco come vede il futuro il famoso finanziere. Colloquio con George Soros
 
George Soros, principe di Wall Street, ha una ricetta semplice per uscire dalla crisi: un nuovo New Deal basato sulle energie alternative. "C'è bisogno di un nuovo motore per l'economia mondiale, e io credo che la lotta al global warming e la necessità di raggiungere l'indipendenza economica ci offrano una grande opportunità per il futuro".
A 78 anni George Soros è ancora una delle menti più lucide di Wall Street. L'anno scorso, quando capì che sarebbe esplosa la crisi dei mutui subprime, decise di tornare a dirigere personalmente il suo fondo di investimenti, il Quantum Fund. E dimostrò che il suo fiuto funzionava ancora: secondo una stima di 'Alpha magazine', una rivista specializzata in hedge fund, solo nel 2007 Soros ha guadagnato 2,9 miliardi di dollari e (secondo 'Forbes') questo ha fatto salire il suo patrimonio a 9 miliardi.

Soros, speculatore e filantropo, divenne noto nel 1997 quando guadagnò un miliardo di dollari in un solo giorno speculando sulla sterlina, e in quell'occasione mandò al collasso finanziario la Banca d'Inghilterra. Soros è un personaggio contraddittorio. Come fondatore di uno dei più redditizi hedge fund della storia è considerato il massimo esperto della finanza speculativa degli ultimi trent'anni. Ma come intellettuale progressista è uno dei critici più feroci di quello che lui definisce il 'fondamentalismo del libero mercato', cioè l'idea che il governo non debba mettere il naso nel mercato perché questo possiede in sé la capacità di correggersi e di trovare l'equilibrio. In un libro uscito da pochi mesi ('Cattiva Finanza. Come uscire dalla crisi: un nuovo paradigma per i mercati', pubblicato in Italia da Fazi Editore), Soros spiega le ragioni della crisi finanziaria che sta scuotendo i mercati, la morte del reaganismo e l'avvento di una nuova era di interventismo statale. 'L'espresso' lo ha intervistato.

C'è un nuovo New Deal nel futuro dell'America?
"C'è bisogno di una nuova leadership. E io spero che un'amministrazione Obama possa darci qualcosa di simile al New Deal di Roosevelt. Un altro tipo di New Deal. Bisognerà andare al cuore del problema. I consumatori americani non possono più svolgere il ruolo di motori dell'economia mondiale: da decenni consumano più di quello che producono. Per questa ragione il nostro deficit ha toccato il 7 per cento. Ma questo non è più sostenibile. Le famiglie americane hanno usato l'aumento del valore delle case come strumento per aumentare i consumi e non per risparmiare. Ora c'è bisogno di un nuovo motore: e l'opportunità viene dal global warming e dalla necessità di raggiungere l'indipendenza energetica. Ci sarà bisogno di enormi investimenti in energie alternative e nelle tecnologie per rimuovere il carbonio dai combustibili fossili, in particolare dal carbone. Questo vorrà dire meno disoccupazione, più investimenti e rilancio dell'economia mondiale".

Quando cominciò a vedere i primi segnali di questa crisi?
"Sono decenni che vedo crescere questa superbolla. Pensavo che sarebbe scoppiata nel 1998-99, ma mi sbagliavo: in quell'occasione le autorità finanziarie riuscirono a rimettere insieme i pezzi. Ma restai all'erta aspettando nuovi segnali di pericolo nel mondo finanziario. Nell'agosto dell'anno scorso mi sono reso conto che la crisi stava esplodendo. Per questa ragione ho ricominciato a occuparmi in prima persona del mio fondo. L'ho fatto per tutelare il mio capitale, ma anche perché era una buona occasione per studiare il mondo della finanza e dimostrare che alla base di questa nuova crisi c'erano idee profondamente sbagliate su come funzionano i mercati".

Come è nata la crisi?
"Non è stata causata da cause esterne al sistema, ma da processi interni. Questo contraddice il paradigma tradizionale della finanza, secondo cui i mercati tendono verso una situazione di equilibrio. Questo paradigma si è rivelato falso. Io ne ho proposto uno alternativo, secondo cui i mercati finanziari distorcono sempre la realtà in un modo o nell'altro. Non è possibile fare previsioni, c'è sempre qualche situazione imprevista che in certe situazioni può alterare i fondamentali del mercato e i relativi prezzi. È quello che io chiamo riflessività".

Molti accusano Alan Greenspan, che è stato capo della Federal Reserve per 19 anni, di avere causato l'attuale crisi finanziaria...
"Greenspan è un fondamentalista del libero mercato, cioè un sostenitore delle teorie sbagliate che hanno dominato la recente epoca storica. A causa di queste sue convinzioni si è sempre rifiutato di regolare il mercato e di prevenire gli eccessi che nascevano dallo sviluppo. L'esempio più evidente è quello del mercato dei mutui. Greenspan ha lasciato che i prezzi delle case crescessero senza sosta. Inoltre non è intervenuto nei processi di innovazione che hanno prodotto i nuovi strumenti finanziari che erano alla radice dei problemi. Poi ha sbagliato lasciando i tassi di interesse troppo bassi e troppo a lungo. Greenspan è stato l'architetto della superbolla".
 
Non salvare Lehman Brothers è stato un errore?
"Un errore fatale, il colpo di grazia inferto al sistema finanziario, che è andato in pezzi. Tutti avevano paura del suo crollo, e il crollo è avvenuto. Dopo la Lehman è crollato il mercato monetario, e il credito commerciale è arrivato alla paralisi. Alla fine il panico si è diffuso in Borsa. Questo è stato l'ultimo collasso di una lunga sequenza. Prima sono crollati tutti gli altri mercati del credito e poi è arrivato il crollo del mercato azionario. E questo ha spinto le autorità finanziarie ad abbandonare ogni remora e a fare tutto il possibile per rimettere insieme il sistema. Una delle lezioni che abbiamo imparato dalla Grande Depressione del '29 è che bisogna fare il possibile per far sì che il sistema finanziario continui a funzionare".

Ora Usa ed Europa sono sulla strada giusta?
"Sì. La crisi ha raggiunto il culmine nel corso tra l'11 e il 12 ottobre. Proprio mentre era in corso l'incontro tra Fondo monetario e Banca mondiale a Washington".

E adesso?
"La crisi non è ancora alle nostre spalle. Il sistema finanziario è crollato. Ora i pezzi si stanno ricomponendo al centro del sistema, ma ci sono ancora gravi problemi alla periferia. Per esempio in Islanda e in Ungheria, e in molti altri paesi del mondo. Perché tutti i depositi bancari sono garantiti in Europa e negli Stati Uniti. E questo fornisce una garanzia pressoché certa che nessuna istituzione finanziaria sarà lasciata fallire come è accaduto con la Lehman. Ma non è facile dare questa garanzia al resto del mondo".

In concreto cosa bisogna fare per uscire dalla crisi finanziaria?
"Cinque cose. Primo: i governi devono ricapitalizzare le banche. Secondo: bisogna far ripartire i prestiti e la fiducia tra gli istituti di credito. Terzo: è necessario riformare il sistema dei mutui negli Usa, rinegoziando i prestiti. Quarto: l'Europa deve creare una rete di sicurezza per le banche. Quinto: il Fondo monetario deve offrire garanzie ai paesi alla periferia".

Che cosa accadrà all'economia reale?
"Dopo la scossa finanziaria, ci saranno pesanti effetti sull'economia reale. L'economia americana sta cadendo in un precipizio, e anche quella europea è sotto stress. I consumatori e gli investitori sono spaventati, e il mondo degli affari si sta contraendo. Stiamo assistendo alla nascita di una recessione mondiale di prima grandezza".

È il momento giusto per investire?
"Spetta agli investitori decidere. Non sta a me dirlo. Non dirò una parola su questo".

Il ministro italiano dell'Economia Giulio Tremonti ha chiesto di mettere al bando gli hedge fund, definendoli 'strumenti demenziali'...
"Mi sembra una reazione eccessiva".

Ma anche il tedesco Steinbruech ha lanciato una campagna per 'civilizzare' i mercati finanziari...
"Tutto ciò ha le caratteristiche di una caccia alle streghe. Si cerca di trovare un capro espiatorio. In realtà è stato il fallimento delle autorità finanziarie a causare la crisi, non l'attività degli hedge fund".

Come dovrebbero essere regolati i mercati finanziari?
"Ci sono alcune lezioni importanti da imparare. I mercati finanziari hanno bisogno di regole perché hanno una naturale predisposizione agli eccessi e alla creazione di bolle. Ed è responsabilità delle autorità finanziarie fare in modo che queste bolle non diventino troppo grandi. Le bolle non si possono eliminare, sono intrinseche al sistema, ma bisogna fare di tutto perché non crescano troppo. Il controllo del mercato dei capitali non è sufficiente. Bisogna anche tenere sotto controllo il credito e il leverage. E questo non può essere fatto solo con strumenti monetari. Bisogna utilizzare nuovi strumenti, più sofisticati, strumenti che sono caduti in disuso e che devono essere riattivati".
 
Strumenti di che tipo?
"Per esempio i depositi di garanzia e i requisiti di capitale minimo, che vanno utilizzati in un modo attivo. E questo significa modificare continuamente il loro valore per controbilanciare le tendenze del mercato. Abbassarli quando il mercato è in una situazione di panico e alzarli quando c'è esuberanza. Questo richiede capacità di giudizio da parte delle autorità finanziarie. È loro compito tenere i mercati in equilibrio. Ed evitare che si creino le situazioni che si sono sviluppate negli ultimi 25 anni. Le autorità finanziarie possono commettere errori, ma questi possono essere corretti studiando il feed-back dei mercati".

Che cosa dovrebbe fare un'amministrazione Obama per fare uscire l'economia dalla crisi?
"Dovrebbe indicare una strategia da adottare a livello internazionale perché questa non è una cosa che gli Usa possono fare da soli. Gli Usa non godono più della posizione dominante che avevano in passato".

Il reaganismo è morto?
"Sì.
Il fondamentalismo del libero mercato ha dimostrato di essere
 una falsa ideologia !".
 
L'opinione di Hominibus:
Premesso che Obama non sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti
a causa della scarsa aderenza del suo programma alle istanze di vera democrazia
come accade in Italia con partiti democratici che non ne hanno ancora la percezione,
 
George Soros
si dichiara convinto e dà il suo sostegno all'abbandono del 'mercatismo',
inteso come un meccanismo capace di autoregolamentarsi,
 causa prima dell'attuale crisi mondiale, che impone
il massiccio intervento di ricapitalizzazione
degli istituti finanziari in difficoltà
ma...
non rileva un aspetto importante
della politica amministrativa degli Stati,
sia di quello americano, sia di tutto l'universo mondo,
dove nessuno di essi ne ha mai consentito il funzionamento,
veramente libero, inteso solo come l'incontro tra la domanda ed offerta,
ritenendo di doverne controllare la dinamica su beni e servizi
giudicati, spesso ipocritamente, di pubblico interesse,
con il risultato di turbarne gravemente
l'interazione riequilibratrice.
Così...
oggi é sotto gli occhi di tutti
la teatrale farsa della crisi economica,
imbastita dalla lobby al comando, per nascondere
solo il disappunto per l'insolito inceppamento di quel bel gioco,
che da sempre assicura ai potenti della terra di amministrare il pollaio,
mantenendosi estranei dalle comuni incertezze di vita terrena,
volgendo a proprio vantaggio qualsiasi imprevisto,
anche quando l'ansia di arricchimento
li espone oltre ogni limite.
Ecco che...
rinunciando al gaio liberismo,
essi sono pronti a reclamare un aiuto,
senza vergogna, anzi come imperativo categorico,
al fine di poter continuare a gozzovigliare a spese degli ignari polli,
addirittura indicati come i destinatari e beneficiari del soccorso solidale,
mentre questi permangono nella atavica parte di carne da macello,
per garantire la vita serena ad una ristretta cerchia
di crapuloni a cui repelle il significato
di una esistenza onesta.
Pertanto...
Questa crisi finanziaria
é stata provocata da un'ovvia causa,
consistente nella ottusa difesa fiscale del mattone,
che ne ha spinto i valori oltre ogni economica giustificazione,
ha distolto da impieghi produttivi enormi capitali, la cui cospicua entità
 é stata elevata all'ennesima potenza da strumenti finanziari, 
concepiti da menti esaltate, convinte di superare
 le ferree leggi di mercato con modelli
di fisica e matematica!
Concludendo...
La colpa non é del mercato,
ma dei legislatori ed amministratori,
che con la loro smania di acconciare la realtà
ai loro interessi ed a quelli della loro classe di appartenenza,
non esitano a predisporre ed applicare provvedimenti di grande disonestà,
come quelli tendenti a rendere meno stretto la connessione
tra la vera ricchezza e sua imposizione fiscale
ricorrendo alla pietra filosofale
costituita dal
REDDITO !
che consente di nascondere enormi patrimoni
tra le pieghe di bilanci vergognosamente non veritieri,
di addossare sul consumo di beni e servizi oneri fiscali indebiti
che passano come giuste ritenute su salari e stipendi per lavoro
dipendente ed autonomo, mentre sono prelievi forzosi operati
da una classe politica di legislatori e di governanti che
non mostrano rispetto alcuno per la Costituzione
ed i principi di
CAPACITA' CONTRIBUTIVA
che corrisponde
ad un principio di mera correttezza contabile,
applicato nella ripartizione di oneri per spese indivisibili
nella pratica quotidiana di condomini, consorzi ed enti similari,
ove non é consentito, p.e., che il proprietario di un attico partecipi
alle spese condominiali, non in base ai millesimi corrispondenti
al valore commerciale dell'immobile, ma in base al reddito
da lui dichiarato liberamente, spesso senza riscontro,
giungendo così magari a pagare meno del
proprietario solo di una cantina !
E questo oggi avviene
anche in presenza
di forze politiche
che fanno
ampio
uso
di
DENOMINAZIONI DEMOCRATICHE
senza vergogna di dire il falso !
 
Il 'Mercatismo'
deve essere coniugato con
l'unico sistema fiscale compatibile:
Il Fisco Patrimoniale
cioé
Mercato applicato ANCHE al Fisco
per consentirne il corretto funzionamento di entrambi,
 necessari per il recupero dei poveri della terra
finalmente ad una vita dignitosa,
aldilà di fumose teorie
di moda !
Il Mondo
necessita solo di amministratori onesti,
con poca fantasia e grande rigore contabile,
per il resto gli conviene che faccia da solo,
ed evitare le intromissioni di tutori ipocriti!
 
Hominibus
Movimento di opinione per l'affermazione della democrazia fiscale
a difesa del 70/80% della popolazione vittima di un fisco disonesto