La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 358 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

Referendum,

Renzi agli italiani:

«Contro me un’accozzaglia»
L’esposto sul leader pd «troppo» in tv

Le parole del premier durante un’iniziativa per il Sì (in cui mostra anche una slide) e annuncia:

«Manderemo una lettera a casa a tutti gli italiani».

Speranza: «La solita arroganza, si devono rispettare gli avversari»- di Dino Martirano

Accozzaglia: «Turba confusa di persone spregevoli...», recita il dizionario della Treccani. E proprio di «accozzaglia» ha (ri)parlato in Basilicata il presidente del Consiglio Matteo Renzi per definire il fronte del No che si oppone alla riforma costituzionale: «In questo referendum vediamo che c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola persona. Ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme». Ma stavolta — a due settimane dal voto del 4 dicembre — il premier ha fatto un passo in più, annunciando che il Pd e il comitato Bastaunsì presto invieranno «a casa degli italiani un depliant» e «tutti quelli che dicono che spendiamo soldi pubblici per farlo li quereliamo...». E tanto per essere ben compreso sul concetto di «accozzaglia», il segretario del Pd ha fatto proiettare nel teatro che lo ospitava le slide del depliant con un collage fotografico: D’Alema, Brunetta, De Mita, Zagrebelsky, Dini, Grillo e Monti messi insieme in una macedonia di volti e di radici politiche. Dal foglio di propaganda per il Sì, però, manca l’effige di Silvio Berlusconi i cui elettori, nonostante l’endorsement del Cavaliere per il No, sono l’obiettivo di Renzi: «I voti dobbiamo a prenderli a destra....».

 

Renzi, dunque, ha confermato che imposterà l’ultimo miglio della campagna attaccando la «grande accozzaglia che è la base politica del No» per recuperare i tanti indecisi e disinteressati. Eppure, il depliant si è già trasformato in un caso politico, come la lettera fatta inviare agli italiani residenti all’estero. «Il premier adesso si permette anche di irridere gli esponenti dell’opposizione e del fronte del No, pubblicando i loro volti nell’ultimo opuscolo preparato per inondare le case degli italiani: roba da Ventennio fascista», attacca Renato Brunetta di FI. Che — invocando un intervento del Quirinale — insiste sul finanziamento della mastodontica propaganda postale del Sì: «Chi paga queste letterine? Chi le spedisce? Chi le consegna?»

 

Matteo Salvini, leader della Lega, è caustico: «Lasciare studiare ai miei figli padri costituenti come Verdini, Boschi e Renzi sarebbe un incubo». L’affondo sull’«accozzaglia del No», fa dire a Gianni Cuperlo (minoranza pd per il Sì) che non bisogna «denigrare il No per conquistare gli indecisi. Il bersaniano Roberto Speranza: «Rivedo l’arroganza del “ciaone” al referendum delle trivelle». Un altro bersaniano, Miguel Gotor (che voterà No), avverte: «Renzi, da premier, offende milioni di italiani, gioca a fare il piccolo De Gaulle...». I grillini sono telegrafici: «Renzi disperato, per votare No basta la sua faccia».

 

Il comitato per il No, intanto, ha presentato un esposto alll’Agcom per denunciare la massiccia presenza di Renzi nei Tg e nella trasmissione di Fabio Fazio. Vito Crimi (M5S) chiede che il voto all’estero sia controllato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il Sì oggi apre la propaganda nelle stazioni e negli aeroporti per rastrellare gli indecisi. A tutti, da Marzabotto, arriva il monito del presidente del Senato Pietro Grasso: «Il nostro Paese non può uscire sempre più diviso da queste contese politiche: noi abbiamo bisogno di unità»

 

 L'opinione di Hominibus

nella speranza che il 'premier' Renzi

vorrà collaborare alla bonifica dell'accozzaglia

di sua personale appartenenza, per irresistibile attrazione,

alla luce della elementare proposta italiana di Stato=Condominio,

la sola in grado di mettere finalmente fuori gioco l'intera classe politica!

 

Nel pollaio della politica mondiale cominciano a manifestarsi i malumori

generati dalla constatazione della inadeguatezza delle proposte vecchie e nuove,

che continuano ad utilizzare la strategie della lotta di classe per giustificare la necessità

di una infinita alternanza, non volendo riconoscere la responsabilità nelle regole

dell'agone che aiutano la sopportazione consueta per reciproca colpa.

 

Basterebbe accettare l'apparentamento degli Stati  a semplici Condomini

per far cessare le velleità di politici più o meno improvvisati, tutti sicuramente non

interessati se fossero costretti a rispettare regole semplici, ma stringenti, che limiterebbero

le loro acrobazie di parte, perché sono universalmente riconosciute ed applicate,

ma che presuppongono l'assoluta cancellazione della funzione politica.

 

Tutti gli Enti territoriali, dai villaggi alle Potenze politiche ed economiche,

debbono distinguere tra rapporti interni, che richiedono l'applicazione di regole

eminentemente amministrative, e rapporti esterni, che richiedono i coordinamenti politici,

ma solo in casi episodici di relazioni nuove, fuori dagli ordinamenti già preposti,

che richiedono nuove definizioni di procedure, ma di tipo amministrativo.

 

Concludendo, dell'accozzaglia il Renzi ne fa parte a pieno titolo, anzi ne é

una figura di spicco, perché, malgrado la sua giovane età, non ha avuto l'animo

di cercare veramente strade nuove per risolvere quelle carenze che non possono essere

avvertite se non si libera la mente della necessità perpetua della classe politica,

proprio quella categoria che sembra essere l'unica personale missione.

 

Rimane la speranza che un giorno possa prevalere il modello sociale che

metta al primo posto il rispetto della naturale accettazione degli oneri di questo

vivere insieme, privilegiando le formidabili opportunità offerte dal progresso tecnologico

per favorire la diretta partecipazione alla consultazione e ricorrere ai sistemi di

rappresentanza solo nella forma di delega privata tra delegante e delegato.

 

Con la privatizzazione degli oneri di rappresentanza, che ammette anche

la forma gratuita e la durata fino a reciproca soddisfazione, si otterrebbe, oltre

ai notevoli risparmi in termini di spesa pubblica, la continua corrispondenza di funzione

 alle premesse iniziali ed aggiustamenti in corso di rapporto, e, come accade in

tutte le cose buone, ne guadagnerà la velocità di trasmissione dei bisogni.

 

IL MANIFESTO CONTRO L'ACCOZZAGLIA POLITICA:

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

Insomma, ...

 

"Non si può risolvere un problema con

lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !"

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

 

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA,

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...

 

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Roma,  22 Novembre 2016

 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.