La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 354 di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

L'Inps lancia l'allarme e boccia il Jobs Act: crollano le assunzioni e aumentano i licenziamenti

Finiti gli sgravi contributivi le aziende non assumono più (-8,5%) e i licenziamenti salgono del 31%.

I dati dell'Osservatorio.

Dati negativi (anzi negativissimi) sull'occupazione. L'entrata in vigore del Jobs Act sta dando i suoi frutti: finiti gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato crollano le assunzioni. E aumentano i licenziamenti "per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo". I dati resi pubblici dall'Inps parlano chiaro: in due anni sono passati da 35 a 46 mila, il 31% in più. Il tutto grazie alla norma sul lavoro emanata dal governo Renzi che, abolendo l'articolo 18, ha dato mano libera alle aziende. I numeri - che nella sostanza confermano quanto già detto dall'Istat - dicono che nel 2014 e nel 2015 i dati sui licenziamenti si sono mantenuti praticamente invariati, galleggiando intorno ai +10 mila, mentre l'impennata c'è stata proprio negli ultimi 12 mesi, cioè dopo l'entrata in vigore del Jobs Act. L'immagine a tinte fosche è resa dai dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Istituto nazionale di previdenza, guidato da Tito Boeri.

Nei primi otto mesi dell'anno, le assunzioni sono calate dell'8,5% a quota 3,782 milioni: i contratti a tempo indeterminato sono stati "solo" 800mila, in netto calo rispetto agli 1,2 milioni dello scorso anno e meno anche dello stesso periodo del 2014, quando a marzo entrò in vigore il Jobs Act. Numeri impietosi che raccontano di un'economia asfittica per niente sostenuta dalla maggiore flessibilità nel mercato occupazionale che anzi diventa punitiva per i lavoratori: il tasso di disoccupazione resta fermo all'11,4%. E continua a crescere senza freni il ricorso ai voucher che, come noto, permettono di mascherare rapporti di lavoro di diversa natura come prestazioni a ore. Il risultato è che rallentano le assunzioni e in generale i nuovi contratti. La stretta sui voucher arriverà solo a dicembre. 

Nuove assunzioni: -88%

Andando ad analizzare i numeri assoluti, si nota che nei primi otto mesi del 2016 sono stati stipulati 1.059.834 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) a fronte di 1.006.531 cessazioni di rapporti di lavoro stabili. L'Inps spiega che il saldo positivo per 53.303 unità è di circa l'88% inferiore a quello dello stesso periodo del 2015 (465.800), quando però per le assunzioni a tempo indeterminato era in vigore l'esonero contributivo previdenziale totale. Il saldo sui contratti stabili dei primi otto mesi del 2016 è inferiore anche a quello dello stesso periodo del 2014 (104.099), anno della fase acuta della crisi economica internazionale: da lì in poi in Europa ricominciano i numeri positivi, in Italia no.

"Come già segnalato nell'ambito dei precedenti aggiornamenti dell'Osservatorio - spiega l'Inps -, il calo va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell'abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni". Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%). Fino allo scorso anno, infatti, i datori di lavoro potevano beneficiare di uno sconto fiscale di 24mila euro in tre anni per ogni neoassunti: dal 2016 lo sconto è sceso a 3.250 euro l'anno.

Impennata di licenziamenti "disciplinari", senza diritto di reintegro

Nei primi otto mesi del 2016 crescono i licenziamenti sui contratti a tempo indeterminato passando da 290.556 a 304.437, ma aumentano soprattutto i licenziamenti cosiddetti "disciplinari", ovvero quelli per giusta causa e giustificato motivo. Negli otto mesi del 2016 sono passati dai 36.048 dello stesso periodo del 2015 a 46.255 (+28%). Per coloro che sono stati assunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act a partire dal marzo 2015, sono cambiate le sanzioni in caso di licenziamento ingiusto, con la sostanziale cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e quindi con l'impossibilità della reintegra nel posto di lavoro. 

18 ottobre 2016

 L'opinione di Hominibus,

secondo la visione di un Mondo

che metta in angolo la politica internazionale

e adotti i criteri di Stati = Condomini, tra loro in pace

e connessi in rapporti di collaborazione nel reciproco rispetto"!

 

Purtroppo è abbastanza chiaro, ormai, almeno per chi voglia intendere,

che non basta un SI, anzi serve,intanto, il risoluto NO per iniziare a smantellare

la mentalità dura a cambiare delle classi politiche, sia destra, di centro-destra, di centro,

di centro-sinistra, di sinistra, che marcano distinzioni apparenti perché tutte non

limitano il criterio della imponibilità solo al patrimonio mobile e immobile.

 

Non ci vuole molto a capire che se si insiste nel massacrare il lavoro con

imposte su stipendi e salari o trasferimenti di beni con cervellotici valori aggiunti

 nelle compravendite, serve solo a dare l'impressione di tenere sotto rigoroso controllo

l'economia pubblica, mentre è solo una parvenza di rigore, poiché entrambe le

operazioni si prestano a criticità da addebitare all'arroganza della politica.

 

Basterebbe rinunciare ad entrambe le imposizioni per realizzare una serie

di vantaggi che vanno dalla grande riduzione di oneri sul lavoro con incentivo

ad attività d'impresa, alla facilitazione del passaggio di proprietà di beni, alla base di

una società più sensibile ai bisogni reali, a cui, però, bisogna dare la modalità

di accertamento sicuro per avere il quadro della ricchezza così prodotta.

 

Questa modalità si basa sulla partecipazione diretta di tutti i Cittadini alla

mappatura solo dei beni mobili ed immobili residenti nei territori, costituendo

il Bene Comune, articolato per Comuni, Province, Regioni, Stato e Federazione di

Stati associati, con l'ausilio di registri che potrebbero essere aggiornati con

l'obbligo di pubblicità in una istituenda Borsa dei Cespiti Fiscali (B.C.F.).

 

La B.C.F., sotto controllo del Ministero delle Finanze, di cui assorbirebbe

grande parte delle funzioni istituzionali, ridurrebbe l'intervento politico fino a

far prospettare la possibilità di azzerare il residuo di funzioni che passerebbero ai

Ministeri degli Interni o degli Esteri, per le procedure esecutive nei casi che

prevedano il riscontro della reale e congrua esistenza dei cespiti iscritti.

 

Hominibus lascia immaginare al Lettore il grande passo in avanti, forse

definitivo, per la rimozione delle attuali scempiaggini di cui sono infarcite le

normative fiscali, nella assurda pretesa di controllare l'assoggettamento di tutti

i movimenti di denaro, accolto e favorito dai detentori della vera ricchezza

ai quali i politici, già contigui o aspiranti, hanno mostrato compiacenza.

 

Concludendo, la riforma fiscale si impone come preminente compito

dei Governanti del Terzo Millennio che sapranno finalmente coniugare il

proprio interesse con quello dei propri Amministrati secondo regole definitive,

che, non a caso, sono uguali a quelle condominiali o consortili, vigenti

quando si procede alla ripartizione delle spese comuni indivisibili.

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

Insomma, ...

 

"Non si può risolvere un problema con

lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !"

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

 

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA,

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...

 

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Roma,  19 Ottobre 2016

 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.