La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N. 350 di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

E' Apple il primo big che si piega: accordo col Fisco italiano, pagherà 318 milioni

La rivelazione di Repubblica in edicola: Cupertino era accusata di aver sottratto ingenti somme all’Agenzia delle Entrate vendendo lungo la Penisola, ma fatturando in Irlanda dove godeva di aliquote prossime allo zero.

Un assegno da 318 milioni di euro che finisce dritto nelle tasche dell'Erario. E' quello che ha dovuto staccare ieri mattina Apple Italia, come rivela questa mattina Repubblica in edicola. Unica via di scampo per il colosso americano di Cupertino fondato da Steve Jobs, per sanare una evasione fiscale per cinque annualità che sfiora - secondo l'accusa - il miliardo di euro.

La cifra versata è esattamente quanto richiesto nei verbali di accertamento. La società ha quindi accettato tutti i rilievi delle ispezioni che ha visto impegnati l'Anti-frode, l'Ufficio grandi contribuenti e il ruling delle Entrate. E la formalizzazione dell'accordo crea un precedente importante, visto che proprio Apple ha altre pendenze in Paesi Ue.

In Italia, come però anche nel resto d'Europa, Apple fa riferimento alla società irlandese, che ha una fiscalità più favorevole rispetto alla nostra. Gli inquirenti, nell'avviso di garanzia, definiscono Apple Italia come "una struttura svincolata rispetto alle attività ausiliare svolte dalla società residente, che svolge una vera e propria attività di vendita sul territorio per conto di Apple Sales International". In soldoni, il fatturato di quanto venduto in Italia, viene messo a bilancio in Irlanda per pagare meno tasse. Da qui, il calcolo degli 880 milioni di Ires evasa. Per i tre manager Apple indagati, l'accordo con il fisco non cancella la posizione processuale. Scudieri, tre mesi fa ha chiuso l'inchiesta ed è possibile che, dopo la ratifica dell'accordo, formalizzi anche la richiesta del rinvio a giudizio, ma con la chiusura della pendenza fiscale, la posizione dovrebbe alleggerirsi.

Il meccanismo della cosiddetta "esterovestizione" non è nuovo agli stessi magistrati milanesi, che contestano a un'altra multinazionale americana del calibro di Google,vertici italiani del numero uno al mondo dei motori di ricerca, per trovare un accordo. La cifra su cui si cerca di chiudere la pendenza si aggirerebbe sui 150 milioni di euro.

Roma, 30 ago. (askanews) - La decisione della Commissione europea su Apple è destinata ad inasprire i toni dello scontro tra le due sponde dell'Atlantico in materia di fisco e concorrenza. Il Dipartimento del Tesoro americano ha commentato con toni negativi la decisione dell'esecutivo comunitario in base alla quale Apple dovrà pagare all'Irlanda 13 miliardi di euro di imposte non corrisposte.

Ma una settimana fa il Tesoro americano ha diffuso un white paper sollevando riserve e non risparmiando critiche alla Commissione europea sul merito delle istruttorie sugli aiuti di Stato in materia di imposte. In particolare Washington contesta "il nuovo approccio" di Bruxelles da due anni ad oggi con le indagini su alcuni casi di tax ruling.

"Il Dipartimento del Tesoro comprende e condivide l'obiettivo della Commissione europea di scongiurare che le multinazionali possano realizzare una double non-taxation, tuttavia la nuova interpretazione della Commissione sulla dottrina degli aiuti di Stato rischia di scardinare le solide basi di mutua cooperazione e di reciproco rispetto".

Sul tema degli aiuti di Stato "la Commissione europea sta imboccando una strada che mette da parte anni di impegno multilaterale e di progressi su temi importanti". Se la Commissione europea insisterà su questo nuovo approccio "minerà anni di delicati negoziati e di importanti compromessi tra i paesi dell'Ocse", in particolare sul tema della proprietà intellettuale".(Segue)

 

L'opinione di Hominibus,

secondo la visione di un Mondo

che metta in angolo la politica internazionale

e adotti i criteri di Stati = Condomini tra loro in pace

e connessi in rapporti di collaborazione nel reciproco rispetto!

 

La contesa relativa alla partecipazione agli utili prodotti da campioni

mondiali dell'imprenditoria sarebbe risolta con buona pace delle parti in causa

se, finalmente, si abbandonassero criteri fumosi, come la redditività delle attività svolte,

con la ricchezza reale, mobile ed immobile, prodotta in entrambe le economie in

 contrapposizione, come la effettiva remunerazione in beni materiali.

 

In questo modo non vi sarebbe motivo di domiciliare la fatturazione

in un Paese a bassa imposizione fiscale, in quanto assente in tutto il Mondo o,

almeno, tra i Paesi a regime neutro, permettendo ad Apple di non doversi più scomodare

in dislocazioni fittizie, altrimenti bisognerebbe analizzare l'effetto indotto per la

positività conseguente alle forniture di prodotti di largo consumo.

 

Quindi, se si abbandonasse la connessione fiscale con il divenire

apparente della ricchezza, allora accadrebbe il miracolo della semplificazione

del vivere insieme perché è la maniera migliore per ottenere spontanei dati relativi alle

interazioni, positive o negative, che, però, bisogna essere disposti a letture

solo in un secondo tempo, con minore sforzo, ma più istruttive.

 

Dunque, é sufficiente non subire l'invasione di prodotti e servizi

come fenomeno da contrastare, ma come occasione di studio per orientare

le iniziative imprenditoriali nella direzione di ottimizzare le produzioni partendo dagli

esempi venuti da lontano, accettando il ruolo di momentanei sostenitori di

sforzi altrui, ma anche di competitori capaci di migliorarne l'arte.

 

Insomma, volendo favorire la circolazione internazionale di beni

e servizi, tornerebbe utile unificare i sistemi fiscali almeno tra tutti i Paesi che

 vogliono creare un'area in cui sia possibile abbandonare il controllo dettagliato delle

singole operazioni commerciali sotto il profilo fiscale, che è l'unico modo per

lavorare tutti insieme, seguendo obiettivi facilmente condivisibili.

 

Hominibus, consapevole del fastidio sopportato dal ceo di Apple,

costretto a  far finta di produrre dall'Irlanda per rimpolparne il magro bottino

accusa la politica, condivisa ed adottata in tutti i Paesi, che non riesce a permettere

che ognuno possa dichiarare dove esattamente produce, sperando che sarà

possibile, in un prossimo futuro, di dire la verità, senza danno!

 

Hominibus desidera far riflettere il Lettore sulla situazione che

sta sotto gli occhi di tutti, in cui posti di grande responsabilità

sono ricoperti da personalità che non hanno la necessaria

preparazione, sensibilità, cultura per decidere il destino

nel rispetto di Tutti e, quindi, urge correre ai ripari

prima che possa accadere l'irreparabile,

oggi molto più probabile di ieri con

i soliti politici al comando!

 

Insomma, ...

 

"Non si può risolvere un problema con

lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !"

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

 

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA,

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...

 

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Roma,  1 Settembre 2016

 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.