La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N.322 di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

Tito Boeri, presidente dell'Inps:

"Problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni.

Servono strumenti forti di contrasto alla povertà"

Le pensioni “ sono una specie in via d’estinzione”, almeno a sentire il presidente dell’Inps Tito Boeri. La previsione è poco allettante: tra i trentenni di oggi, nel 2050, "nell'ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione, e avranno prestazioni mediamente del 25% più basse”.

Secondo Boeri, intervenuto al convegno Pensioni e povertà oggi e domani”, “avremo problemi seri di adeguatezza, che non potrebbero che aumentare nel caso di una crescita economica minore. Questo aprirà anche un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni. Occorre perciò affrontare molto seriamente il problema di introdurre strumenti forti di contrasto alla povertà".

L'Osce: "Il Paese faccia di più" - L'Italia ha fatto importanti riforme del sistema previdenziale in direzione dell'aumento dell'età di uscita dal lavoro e della riduzione della spesa futura ma perché il sistema sia finanziariamente sostenibile sono necessari "ulteriori sforzi negli anni a venire". Il rapporto Ocse Pensions at a glance 2015 sottolinea che quanto fatto finora non basta e conferma le valutazioni di Boeri. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il nostro Paese ha la spesa previdenziale più alta dopo la Grecia rispetto al Pil (15,7% nel 2013 a fronte dell'8,4% medio nell'Ocse) e contributi previdenziali sul lavoro dipendente rispetto alla retribuzione al 33%, percentuale più alta tra i Paesi Ocse. I pensionati attuali hanno tassi di sostituzione netta rispetto al salario medio, vicini all'80% a fronte del 63% medio dei paesi più sviluppati e assegni in media largamente superiori ai contributi versati. Con la riforma del 2011 - spiega l'Ocse - sono state adottate importanti misure per ridurre la generosità del sistema, in particolare attraverso l'aumento dell'età pensionabile e la sua equità tra uomini e donne ma l'invecchiamento della popolazione continuerà ad esercitare pressioni sul finanziamento del sistema". Fatti che "avranno un impatto sostanziale sulla spesa pubblica" e che rischiano di creare un notevole divario con i futuri pensionati, oggi in età di poco superiore ai 30 anni.

Secondo le simulazioni dell'Inps, chi è nato nel 1980 riscuoterà mediamente una pensione nel 2050 pari a 1.593 euro, contro l'importo medio di 1.703 euro percepito mediamente oggi da chi è nato nel 1945. Occorre tuttavia tenere conto, ha spiegato Boeri, del fatto che chi è in pensione attualmente sta ricevendo la pensione per un periodo molto più lungo rispetto a chi la riceverà in futuro. Perciò l'istituto ha calcolato un "importo medio comparabile", che è pari a 2.106 euro.

"Con le regole del contributivo le persone che non raggiungono un certo ammontare di prestazione prima dell'età pensionabile rischiano di non avere alcun reddito. Si apre perciò il tema di una assistenza di base che protegga queste persone contro il rischio povertà. E' un problema molto serio che riguarda i giovani. Parliamo della generazione 1980, persone che avranno 70 anni nel 2050", ha aggiunto Boeri.

"Col sistema contributivo - ha aggiunto - i buchi contributivi incidono pesantemente, soprattutto quelli che avvengono nelle fasi precoci della carriera". Perciò, ha continuato, "se l'economia italiana non cresce almeno dell'1% all'anno e non c'è non un processo di maggiore stabilizzazione del lavoro iniziando con prospettive di carriera più lunghe, senza tutte le interruzioni che contraddistinguono spesso con i contratti temporanei o precari, ci potrebbero essere problemi molto seri in futuro".

Donne con figli? Nel 2050 una su tre avrà un assegno di 750 euro. Se le donne tra i trenta e i quaranta anni decidessero tutte di avere un figlio, una su tre si dovrebbe accontentare nel 2050 di una pensione di 750 euro. E' quanto emerge dalla relazione del presidente dell'Inps Tito Boeri al convegno 'pensioni e povertà oggi e domani'. Secondo uno studio dell'istituto previdenziale, infatti, che ha elaborato una simulazione ipotizzando una crescita media del nostro Paese dell'1% (ma la situazione potrebbe peggiorare in caso di una crescita inferiore), le donne che avranno una pensione di 750 euro, in assenza di interruzioni di carriera saranno poco più del 15%. Se invece sceglieranno tutte di avere almeno un figlio, aumenteranno a oltre il 30%. "Naturalmente l'interruzione di carriera - sottolinea Boeri - non è una scelta, è una cosa che si subisce ed è un problema sul quale torneremo".

In generale la distribuzione delle fasce di importo del trattamento pensionistico si sposta drasticamente verso il basso, nel caso di interruzioni di carriera legate alla maternità, e i trattamenti sopra i 2000 euro crollano da circa il 30% delle donne a circa il 10% di loro.-

Da il Fatto Quotidiano - 1 Dicembre 2015

 

L'opinione di Hominibus

Un'ottima occasione per riformare, insieme, Fisco e Pensioni !!!

 

Egregio Professore TITO BOERI, presidente dell'INPS,

è risaputo che la longevità umana oggi è messa gravemente a rischio

da incombenti gravi disastri ambientali, che potrebbero mettere in seconda linea tutte

le precauzioni da Lei evidenziate, consigliando, addirittura, di stornare

buona parte delle risorse esorbitanti del Suo Istituto!

 

Questa Sua personale sensibilità evidenzia l'urgenza

di trovare una modalità alternativa capace di disporre ed offrire i servizi

generali dentro una strategia complessiva del Bene comune, che potrebbe prevedere

anche la dismissione dell'accertata allegra gestione previdenziale, fino

a considerare una presa di responsabilità privatistica.

 

Ed in questo caso si potrebbe giungere alla riduzione

delle ritenute previdenziali a favore dell'Ente statale con conseguente

modifica delle sue funzioni per coprire solo i servizi di soccorso verso i Cittadini che

non hanno potuto o saputo accantonare le risorse a livello personale

per i periodi di sospensione o fine capacità  lavorativa.

 

L'ipotesi di ridimensionare l'amministrazione pubblica

potrebbe essere suffragata dalla consapevolezza della scarsa qualità

dei suoi risultati storici, in cui non si può fare a meno di riscontrare le caratteristiche

tipiche di una gestione poco oculata per la tendenza a magnificare le

evidenze più immediate per ricadute personalizzate.

 

L'attuale stato di cose porterebbe a modificare le linee

guida di un nuovo servizio pensionistico attraverso la incentivazione

dell'aggancio dei redditi da lavoro direttamente con il mercato di beni duraturi alfine

di favorire investimenti personali, di gruppo, di categoria, in ricchezza

 reale, poco sensibile agli andamenti economici critici.

 

Questa forma di previdenza di tipo mercantile avrebbe

il pregio di stimolare la formazione di una mentalità più responsabile

verso la costruzione personale delle sicurezze necessarie a copertura dei rischi dei

fermi lavorativi, temporanei o definitivi, riducendo o azzerando forme

di deleghe che potrebbero danneggiare il Lavoratore.

 

In tal modo l'Inps ridurrebbe la sua attività ai soli casi

di rischio per i quali non ci sono accantonamenti previsti, utilizzando

parte minima dei fondi della fiscalità generale di tipo essenzialmente patrimoniale,

oppure predisponendo la costituzione di fondi specifici per finalità che

possono essere generate da congiunture emergenti.

 

Insomma, la sollecitazione di Hominibus è in direzione

di un alleggerimento della gestione pubblica della previdenza allo scopo

di aiutare il Cittadino ad uscire dal pollaio per responsabilizzarsi con comportamenti

consapevoli, richiedendo la predisposizione di regolamenti favorevoli al

recupero di una gestione autonoma dei rischi connessi.

 

Un'ultima considerazione riguarda il ruolo del patrimonio

personale, che diventa fondamentale con la doppia funzione del bene di

assicurare il corretto prelievo fiscale per la copertura delle spese comuni indivisibili

e, contemporaneamente, la base della sicurezza personale, ma con una

integrazione di strategiche riserve finanziarie non imponibili,

che, secondo convenienza individuale, rappresentano

la modalità duale di essere un Buon Cittadino,

ma con una vitale autonomia di critica!

 

Insomma,  ...

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

Gli Italiani sono invitati a dare l'esempio al Mondo, come è indicato in...

 

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve ad annullare il forte richiamo dei paradisi

 fiscali, facili ricoveri generati dalla connivenza,

 incapacità, stupidità o arroganza politica. 

 

Roma, 8 Dicembre 2015

 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate