Parigi sotto attacco, almeno 150 morti. Il presidente Hollande dichiara lo stato di emergenza e chiude le frontiere.
Dice
che chiude le frontiere per evitare l’ingresso di terroristi. Se non si
trattasse di una tragedia, quest’uomo farebbe quasi tenerezza, per
l’ingenuità, l’incoscienza, l’irresponsabilità, l’inconsapevolezza che lo
anima; qualità che si possono scusare in un bambino, non in un capo di
Stato. Chiude le frontiere per evitare che entrino terroristi?
Hollande, guardi che i terroristi sono già
entrati, ce li ha già in casa. Doveva chiuderle prima le frontiere. Doveva
pensarci prima, lei e tutta la schiera di governanti euroidioti che da
decenni, sotto la bandiera ipocrita della solidarietà e dell’operazione
umanitaria, sta favorendo l’invasione dell’Europa da parte di disperati
afro/arabo/asiatici in gran parte musulmani che covano odio, rancore e
volontà di rivalsa e vendetta nei confronti dell’Europa e dei cristiani.
Lepanto è un’onta da lavare col sangue. Ma il Papa dice che sono nostri
fratelli e che dobbiamo accogliere tutti. Anzi, i vescovi ed i preti dicono
di accoglierli direttamente in casa nostra. Come dire “Adotta un
terrorista“. Poi, quando gli scoppia la bomba sotto il culo,
fingono sorpresa e tentano maldestramente di correre ai ripari. Da noi si
dice “Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati“. Hollande
chiude le frontiere quando i terroristi sono già entrati. Geniale, ecco
perché lui è presidente e voi no. Ed ecco perché l’Europa è destinata a
soccombere al jihad, alla guerra santa; perché siamo in mano a gentaglia
simile, che vuole adattare il mondo alla propria ideologia nefasta, allo
scellerato buonismo masochista, e si accorge del danno quando è ormai tardi
per rimediare.
Intanto, come di consueto in simili circostanze drammatiche, parte la passerella di dichiarazioni ufficiali di solidarietà e vicinanza alla popolazione parigina colpita dall’attacco terrorista. Dopo “Je suis Charlie“, ora il motto è “Je suis Paris“. A gridarlo sono gli stessi terzomondisti che sostengono l’immigrazione e l’accoglienza senza limiti e controlli, continuano a sognare l’integrazione (che è già ampiamente fallita ovunque, ma questi fingono di non saperlo) e che, grazie ai loro residuati ideologici di un socialismo storicamente fallimentare, sono responsabili della progressiva islamizzazione dell’Europa. Mai che gli venga in mente di gridare l’unico motto che gli si addice:
“Je suis idiot“.
Il
presidente Obama, appena ha avuto notizia della strage, ha dichiarato: “E’
un attacco non solo al popolo francese ma a tutta l’umanità e
ai valori che condividiamo. I valori di liberté, egalité e fraternité non
sono solo condivisi dal popolo francese, ma anche da noi.”. Che parole
toccanti, che originalità, che profondità di pensiero. Solo i grandi
presidenti, specie se americani, possono fare dichiarazioni così dense di
significato. Anche Hillary Clinton si è affrettata a commentare: “Le
notizie che giungono da Parigi sono strazianti. Prego per la città e le
famiglie delle vittime.”. Ha fatto bene a precisarlo, perché la gente
comune magari pensava che la notizia della strage fosse rassicurante e di
buon auspicio: no, è straziante; lo dice la Clinton. Ma i parigini possono
dormire sonni tranquilli perché Hillary Clinton prega per loro.
Anche i servizi segreti americani, quelli che parlavano di armi chimiche inesistenti di Saddam (con cui giustificarono l’intervento in Iraq, del quale si pagano ancora le conseguenze) e che di recente hanno riconosciuto di aver sbagliato tutto sulla strategia militare per combattere l’Isis, hanno rilasciato la loro bella dichiarazione sugli attentati a Parigi: “Appaiono chiaramente come una serie di attacchi coordinati.”.Ma va, “Cosa mi dici maaiii…”, direbbe Topo Gigio. Roba da non credere, tutti avrebbero pensato che tre attacchi a Parigi, avvenuti contemporaneamente, fossero del tutto casuali. Invece erano “coordinati“, lo dicono i servizi per la sicurezza USA.
E non finisce qui, perché tra oggi e domani assisteremo alla solita rassegna di dichiarazioni di circostanza banali, scontate, di facciata ed un po’ ipocrite, sentite mille volte. Bisognerebbe raccoglierle e stamparle in un opuscolo (magari esiste davvero) a disposizione di capi di Sato, commentatori, opinionisti, intellettuali: da tenere sempre a portata di mano, buone per ogni occasione. Che tempi, signora mia, non ci sono più le mezze stagioni.
Ma
non è che l’inizio, il bello deve ancora venire. Lo dice l’Isis, e quelli
mica scherzano, non hanno un grande senso dell’umorismo. “Ora
tocca a Roma“, dicono. Ma sono certo che il ministro Alfano, quello che
continua a sciorinare dati Istat per dire che i reati stanno diminuendo (e
magari ci crede davvero), ci dirà che è tutto sotto controllo, che non ci
sono pericoli per l’Italia (è quello che ripete ogni volta che qualcuno
lancia l’allarme su possibili azioni terroristiche sul territorio nazionale
e sulla presenza di terroristi fra gli immigrati). E poi, per male che vada,
se proprio dovesse esserci un attacco, dichiariamo lo stato di emergenza e,
se necessario, chiudiamo anche le frontiere. In ogni caso, in previsione di
un possibile attentato in casa nostra (è solo questione di tempo) è bene
cominciare a pensare qualche bella frase ad effetto da pronunciare con aria
afflitta davanti alle telecamere e da rilanciare sui media. Potrebbero andar
bene, per esempio “Chi è causa del suo mal pianga se stesso“, o “Del
senno di poi son piene le fosse“, o…beh, lasciamo spazio alla fantasia,
quella non ci manca.