La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo N.306 di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

A parte la possibilità di spaventare il Debitore, non c'è una responsabilità del Creditore?

 

Ammazzare il pollo per spaventare le scimmie !

La Germania sembra aver adottato un proverbio cinese. Dove il pollo è la Grecia e le scimmie siamo noi. E non ci conviene stare a questo gioco - da L'Espresso n.32 anno LXI 13 Agosto 2015.
312 miliardi di euro, tanti sono i debiti della Grecia. In biglietti da 50, infilati uno dopo l’altro, questa somma coprirebbe più di due volte la distanza dalla Terra alla Luna. Rappresenta il 175 per cento del Prodotto Interno Lordo della Grecia. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, un livello insostenibile, che deve essere ridotto a spese dei creditori. Purtroppo tra i creditori ci siamo anche noi italiani, che abbiamo prestato soldi nel “salvataggio” della Grecia del 2010. Perché dovremmo noi - che quanto a debito non stiamo proprio bene - pagare il costo degli errori greci? Il premier Renzi ha sintetizzato in modo molto efficace questa tensione: l’Italia non può pagare le pensioni baby ai greci. E messa in questi termini è difficile dargli torto. Allora hanno ragione i tedeschi che si rifiutano di fare qualsiasi sconto alla Grecia?

Se pensiamo che quello che guadagnano i greci perdono gli altri cittadini europei, non ci sono ragioni economiche per una riduzione del debito e tanto meno ragioni politiche. Meglio fare della Grecia un esempio, come ai tempi degli antichi Romani, quando i debitori insolventi venivano venduti come schiavi.

Per fortuna non è così. Se in tutti i Paesi civili non solo la schiavitù ma anche la prigione per debiti è stata eliminata non è solo per motivi umanitari, ma anche per motivi economici. Quando un individuo accumula un debito impossibile da ripagare, anche con i suoi migliori sforzi, smette anche di provarci, tanto a perderci non è più lui, ma i suoi creditori. In questi casi una riduzione dell’ammontare del debito dovuto può portare ad un aumento dei pagamenti ricevuti dai creditori. Questo apparente paradosso è dovuto al fatto che, vedendo la prospettiva concreta di liberarsi dal debito, il debitore si impegnerà maggiormente. Grazie a questo maggiore sforzo, ci guadagnano sia il creditore sia il debitore.

È questa l’idea sottostante tutte le procedure di concordato preventivo, dove i debiti vengono ridotti in cambio di una ristrutturazione che aumenti la capacità di pagamento. Quello che vale per gli individui e per le imprese, vale anche per i Paesi. Ma se è così semplice perché i debiti della Grecia non sono stati ancora tagliati?

Innanzitutto c'è un problema di negoziazione. Ad un creditore conviene concedere un taglio del debito solo quando l’ammontare del debito è veramente insostenibile, mentre ad un debitore conviene sempre. Di qui la danza tra debitori che si fingono disperati e creditori che non ci credono. Nel caso della Grecia, però, questo problema sembra superato: anche il FMI ha decretato che il debito è eccessivo.

Il secondo problema è di credibilità. Il taglio del valore nominale del debito beneficia anche i creditori se il debitore si impegna maggiormente nel ripagare i debiti. Finora l’atteggiamento ideologico di Syriza non ha reso particolarmente credibile un compromesso in questo senso. Tagliare il debito per permettere di pagare le pensione baby sarebbe una perdita secca per i creditori.

Poi c'è il problema reputazionale. La prigione per debito era inumana, ma serviva di esempio. Un detto cinese recita “ammazzare il pollo per spaventare le scimmie”. In questo caso le scimmie siamo tutti noi, Paesi del Sud Europa. Alla Germania punire la Grecia serve di esempio, ma a noi? Rischiamo di stringerci il cappio intorno al collo.

Il problema maggiore è contabile/politico. Il credito da noi esteso nei confronti della Grecia è riportato nel bilancio statale a valore nominale: nonostante la scarsa probabilità che venga ripagato non sono state accumulate riserve, né si è ridotto il valore iscritto a bilancio. Pertanto un taglio del valore nominale del debito, porterebbe ad una perdita immediata, contabilmente non compensata da un aumento dei pagamenti futuri. Né Merkel, né Renzi vogliono dover giustificare una simile perdita di fronte all’elettorato. Paradossalmente preferiscono perdere soldi in modo invisibile, che guadagnarli dovendo riportare una perdita contabile. È qui dove si vede la differenza tra un politico e uno statista. In Europa abbiamo un disperato bisogno di statisti.
L'opinione di Hominibus
 
Egregio Prof. Luigi Zingales, grazie per la chiara rappresentazione
della imbarazzante situazione venutasi a creare tra i Paesi della Comunità Europea,
divisi e disposti su fronti opposti a causa della posizione molto critica di creditori, a nord, e debitori
a sud, conseguente a politiche di cooperazione, improntate ad euforico ottimismo,
che presto hanno messo in evidenza l'infondatezza di buon esito. 
 
Nella Sua disamina è messa bene in evidenza l'alternativa tra la
insistenza a mantenere fermo l'impegno del debitore o concederne la riduzione al
fine di recuperare tutto il possibile, ma non si nota cenno alcuno all'entusiasmo eccessivo dei Paesi
finanziatori, che hanno stimolato politiche di investimenti rivelatisi infruttuosi, anzi
fallimentari, di cui debbono essere considerati corresponsabili.
 
Sulla base di questa considerazione, bisognerebbe assumere
un atteggiamento di rimprovero verso i Paesi economicamente più forti che, nella
loro corsa sfrenata all'arricchimento, hanno fatto eccessivo affidamento alla capacità del percipiente
di intraprendere attività produttive di benessere e di ricchezza finanziaria tali da
assicurare ritorni adeguati alle aspettative del socio creditore.
 
Se si accetta questa base di discussione sugli onori ed oneri
dei due improvvisati soci in affari, di cui è molto diversa la possibilità di scelta di
comportamento, a fronte della quasi nulla prospettiva reale di restituzione del debitore, obbligato da
urgenze incontrollabili ad accettare aiuti provvidenziali, contro la smania di dare
impiego ad eccessive liquidità, entrambi sono colpevoli alla pari.
 
In un capitalismo più illuminato e responsabile, bisognerebbe
capire, sopratutto, se si vuole veramente aiutare il prossimo
in difficoltà, di cosa egli ha veramente bisogno, perché
 spesso non sono i soldi, ma la percezione di un
mondo sempre più integrato ed impegnato
in un confronto continuo, che va oltre
i tradizionali confini politici.
 
Quindi, ...
 
Salvare il pollo, le scimmie e gli allevatori !!!
 

Insomma, ...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

 

L'ITALIA

 

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale , che risolve

non soltanto la corretta ripartizione delle spese comuni,

semplificandone procedure e azzerandone costi inutili,

ma, come tutte le cose giuste, ha l'ulteriore vantaggio

 di: annullare il forte richiamo di paradisi fiscali, facili

ricoveri generati ed alimentati dalla concorrenza di

incapacità, stupidità, connivenza ed arroganza

delle storiche e attuali formazioni politiche.

 

Buon lavoro per una Vera Democrazia,

che nessuna delle forze in campo

potrebbe mai realizzare !

 

Roma, 15 Agosto 2015

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate