La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

Aspettando l'Oracolo ...


 

Bruno Manfellotto

L'Espresso: Opinioni - 24 Aprile 2015

Chissà se Mattarella  si occuperà di politica...

Molti silenzi. Pochi discorsi, tutti istituzionali. 
Ma la prudenza mostrata finora dal Capo dello Stato potrebbe presto lasciare spazio a qualche sorpresa

C'è sorpresa, e forse un po’ di delusione, chissà, dietro i silenzi assai poco mediatici di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica da appena due mesi, tre settimane e qualche giorno. Su tutto prevalgono, per ora, le sfumature di grigio, peraltro assai inferiori alle proverbiali cinquanta, e la voglia di starsene per quanto possibile defilato. Al punto da spingere Crozza a riderci su e Grillo a definire tali silenzi «inquietanti». Chi lo conosce bene non si sorprende, né pretende qualcosa che il Nostro non è, piuttosto va a caccia di dettagli che facciano capire il ruolo che si è dato e quanto peserà nelle scelte chiave: uomo normale; moderato che non alza mai la voce (Marcello Sorgi); autorità disarmata (Marzio Breda); siciliano muto (Francesco Merlo), monaco appartato (Filippo Ceccarelli); uomo invisibile (Marco Damilano).

In verità, zitto zitto non è stato. Parla con parsimonia, quando è necessario, meglio se nelle occasioni istituzionali, meglio ancora se sotto forma di messaggio formale o di lettera, lontano dai riflettori. Comunque privilegiando i temi istituzionali e i grandi princìpi. Appena proclamato presidente, ha parlato alle Camere riunite per una mezz’ora scarsa, e con chi dopo gli chiedeva qualche riflessione in più, ha tagliato corto: «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo». Dalla sobrietà del loden a quella delle parole. E poi: prima uscita da Capo dello Stato, una visita alle Fosse Ardeatine, dove è tornato il 24 marzo per l’anniversario dell’eccidio; esordio pubblico e ufficiale, solo il 9 aprile al Csm dopo la strage al Tribunale di Milano.

Prima di questo, e dopo un mese di totale silenzio, un messaggio contro la corruzione e a sostegno dei magistrati che la combattono (9 marzo), un altro sul razzismo (21 marzo) e un terzo sull’Expo («Una grande sfida che non va delusa», 28 marzo); una dichiarazione sul volontariato (16 aprile), una lettera a “Micromega” sulla Resistenza per mettere in guardia da «pericolose equiparazioni» tra i due campi in conflitto (16 aprile) e un appello alla Ue per la tragedia dei migranti (21 aprile). Nel segno della Costituzione.

E la politica politicante? Questo presidente non se ne occupa? In due sole occasioni, per ora: una volta in prima persona (28 marzo), con un’intervista molto ufficiale al “Figaro”, spezzando una lancia a favore delle riforme («indispensabili»); un’altra volta, invece, su un tema più spinoso, la legge elettorale e la possibilità che si arrivi a un voto di fiducia, ha voluto che fossero i suoi uffici a dire (15 aprile) che il presidente lascerà fare al Parlamento, ma che il ricorso alla fiducia sarebbe comunque una decisione politica dirompente. Moral suasion.

Certo, al debutto la cautela è d’obbligo: si prende possesso di carte e uffici, si saggia il terreno, ci si muove studiando le reazioni. Poi c’è la tradizione. Da che Quirinale è Quirinale, non c’è stata elezione in cui i leader politici non abbiano cercato il candidato giusto nelle seconde file, tra le riserve della Repubblica, meglio se privi di truppe, lobby e correnti alle spalle. Con l’idea non tanto mascherata di dirgli: tu vai là, fai l’arbitro e non t’impicciare. E però non c’è stato presidente che dopo un po’ - sette anni sono lunghi - non si sia preso qualche libertà poco notarile: si pensa subito a Cossiga e a Pertini ma, ciascuno a modo suo, lo hanno fatto anche Gronchi e Segni, Leone e Ciampi, Scalfaro e Napolitano.

Lo farà anche Mattarella? La sua biografia testimonia che quando erano in discussione valori di fondo ha saputo prendere decisioni scomode anche per se stesso. E questo ci rassicura. Ma forse, dietro la prudenza c’è anche l’attesa per quello che succederà. La legge elettorale con il premio di maggioranza e la riforma che priverà il Senato della doppia lettura dei provvedimenti di legge offriranno al premier-leader poteri che nessuno ha mai avuto, e ridurranno quelli del Parlamento finora interlocutore, spesso in contrasto, del governo. Se nella Prima Repubblica il Capo dello Stato arbitrava tra l’uno e l’altro, che farà nella Repubblica di Renzi? Osserverà in silenzio o frenerà eventuali eccessi del capo del governo? Si ha l’impressione che presto Mattarella comincerà a parlare un po’ di più…
La speranza di Hominibus
 
Il Personaggio in questione ha tutte le caratteristiche per
far ben sperare in un invito al Paese a voler considerare la opportunità
di avviare quell'unica, seria, risolutiva riflessione sulla modifica del sistema fiscale,
al fine di permetterne la correttezza formale e sostanziale verso TUTTI
i Cittadini nella ripartizione delle spese comuni indivisibili.
 
La eccezionale gravità della consueta abitudine a colpire
ogni transazione di qualsiasi natura che preveda passaggio di denaro,
è dannosa perché impone la predisposizione di procedure, apparati e personale,
pubblico e privato, dai risultati di generale dubbia efficacia, ma utile a
dare l'impressione che tutto sia sotto rigoroso controllo!
 
Ma, anche se si dovesse avere l'impressione della bontà
del risultato, rimarrebbe il dovere, a qualsiasi livello di responsabilità,
di valutare la evidente convenienza ad ottenere lo stesso risultato con l'adozione
del modello amministrativo dei consorzi o condomìni per la copertura
delle spese comuni in proporzione al patrimonio servito.
 
Si provi ad immaginare come sarebbe risolto il problema
relativo all'effettivo controllo degli introiti per la prestazione sessuale,
che é una delle transazioni più imbarazzanti da rilevare, ma anche da esibire nella
 dichiarazione fiscale, magari con descrizione molto particolareggiata
per giustificarne un importo eccezionalmente elevato!
 
In tal caso una amministrazione pubblica,  in regime di
fisco di tipo consortile o condominiale, non avrebbe alcun interesse
a ricevere notizia delle prestazioni simili, poiché si limiterebbe a rilevare l'effetto di
scambio, più o meno reiterato, dalla semplice, sintetica, economica,
efficace lettura dello stato patrimoniale dei contraenti.
 
Se il Lettore ha superato l'imbarazzo, troverà molto
semplice capire il vantaggio amministrativo per rilevare arricchimenti
per malversazioni, fatture non emesse, ruberie varie, indebiti compensi pubblici e
privati,  svariati altri trasferimenti che, se si trasformano in beni reali
nel territorio nazionale, richiederanno servizi comuni.
 
Da ciò si dovrebbe ricavare l'urgenza di concentrare
l'attenzione sui beni alla luce del sole, come il risultato di miliardi di
atti economici che sarebbe solo stupido criticare, ma che fanno capire il motivo di
badare solo ai beni del territorio perché solo quelli  richiederanno
l'approntamento ed il godimento dei servizi pubblici.
 
Questa riflessione serve a capire meglio il motivo per
cui deve essere ammessa l'esportazione di capitali senza oneri o
controlli perché sottintende lo svolgimento di attività che hanno lasciato nel Paese
un controvalore corrispondente e, quindi, perseguibile all'estero
solo in caso di attività di malaffare individuate in patria.
 
Insomma, prima di pensare a proposte per assicurare
il reddito minimo di sopravvivenza, è urgente mettere ordine nella
fase del prelievo delle imposte affinché non si perda tempo nelle analisi meticolose
spesso inefficienti, se non, addirittura, fuorvianti delle transazioni
finanziarie di incerto significato di tipo patrimoniale.
 
In definitiva, i capitali accumulati in conti più o meno
in bella vista richiedono solo una cassetta di sicurezza finché non
vengono investiti direttamente o prestati per finanziare attività produttive di beni e/o
servizi, il cui economico svolgimento dipende da un ambiente bene
organizzato tramite infrastrutture di pubblica utilità.
 
In conclusione, i denari sono solo valori numerari,
insignificanti dal punto di vista della ripartizione delle spese comuni
indivisibili, mentre il loro impiego, diretto o indiretto, merita attenzione in occasione
 di attività nel territorio nazionale, giustificando l'esonero di controllo
nell'esportazione, non eccependo dubbi di origine.
 
In compenso, c'è da mettere in evidenza il richiamo
di capitali stranieri che coglierebbero i vantaggi di un regime fiscale
 così favorevole, essendo giustificata, però, l'ipotesi di un rapido allineamento anche
dei loro sistemi, ritornando ad un confronto basato sulla efficienza
dei processi interni, ma alleggeriti da oneri indebiti,
imposti dai politici a strenua difesa dello stato
di benestanti, già acquisito o 'in fieri'.

 

Insomma, ecco perché ...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

L'ITALIA

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve ad annullare il forte richiamo dei paradisi

 fiscali, facili ricoveri generati dalla connivenza,

 incapacità, stupidità o arroganza politica. 

 

Roma, 13 Maggio 2015

 

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate