Chissà se Mattarella si occuperà di politica...
Molti silenzi. Pochi discorsi, tutti istituzionali.
Ma la prudenza mostrata
finora dal Capo dello Stato potrebbe presto lasciare spazio a qualche
sorpresa
C'è sorpresa, e forse un po’ di delusione, chissà, dietro i silenzi
assai poco mediatici di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica
da appena due mesi, tre settimane e qualche giorno. Su tutto prevalgono,
per ora, le sfumature di grigio, peraltro assai inferiori alle
proverbiali cinquanta, e la voglia di starsene per quanto possibile
defilato. Al punto da spingere Crozza a riderci su e Grillo a definire
tali silenzi «inquietanti». Chi lo conosce bene non si sorprende, né
pretende qualcosa che il Nostro non è, piuttosto va a caccia di dettagli
che facciano capire il ruolo che si è dato e quanto peserà nelle scelte
chiave: uomo normale; moderato che non alza mai la voce (Marcello
Sorgi); autorità disarmata (Marzio Breda); siciliano muto (Francesco
Merlo), monaco appartato (Filippo Ceccarelli); uomo invisibile (Marco
Damilano).
In verità, zitto zitto non è stato. Parla con parsimonia, quando è
necessario, meglio se nelle occasioni istituzionali, meglio ancora se
sotto forma di messaggio formale o di lettera, lontano dai riflettori.
Comunque privilegiando i temi istituzionali e i grandi princìpi. Appena
proclamato presidente, ha parlato alle Camere riunite per una mezz’ora
scarsa, e con chi dopo gli chiedeva qualche riflessione in più, ha
tagliato corto: «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà
e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo». Dalla
sobrietà del loden a quella delle parole. E poi: prima uscita da Capo
dello Stato, una visita alle Fosse Ardeatine, dove è tornato il 24 marzo
per l’anniversario dell’eccidio; esordio pubblico e ufficiale, solo il 9
aprile al Csm dopo la strage al Tribunale di Milano.
Prima di questo, e dopo un mese di totale silenzio, un messaggio contro
la corruzione e a sostegno dei magistrati che la combattono (9 marzo),
un altro sul razzismo (21 marzo) e un terzo sull’Expo («Una grande sfida
che non va delusa», 28 marzo); una dichiarazione sul volontariato (16
aprile), una lettera a “Micromega” sulla Resistenza per mettere in
guardia da «pericolose equiparazioni» tra i due campi in conflitto (16
aprile) e un appello alla Ue per la tragedia dei migranti (21 aprile).
Nel segno della Costituzione.
E la politica politicante? Questo presidente non se ne occupa? In due
sole occasioni, per ora: una volta in prima persona (28 marzo), con
un’intervista molto ufficiale al “Figaro”, spezzando una lancia a favore
delle riforme («indispensabili»); un’altra volta, invece, su un tema più
spinoso, la legge elettorale e la possibilità che si arrivi a un voto di
fiducia, ha voluto che fossero i suoi uffici a dire (15 aprile) che il
presidente lascerà fare al Parlamento, ma che il ricorso alla fiducia
sarebbe comunque una decisione politica dirompente. Moral suasion.
Certo, al debutto la cautela è d’obbligo: si prende possesso di carte e
uffici, si saggia il terreno, ci si muove studiando le reazioni. Poi c’è
la tradizione. Da che Quirinale è Quirinale, non c’è stata elezione in
cui i leader politici non abbiano cercato il candidato giusto nelle
seconde file, tra le riserve della Repubblica, meglio se privi di
truppe, lobby e correnti alle spalle. Con l’idea non tanto mascherata di
dirgli: tu vai là, fai l’arbitro e non t’impicciare. E però non c’è
stato presidente che dopo un po’ - sette anni sono lunghi - non si sia
preso qualche libertà poco notarile: si pensa subito a Cossiga e a
Pertini ma, ciascuno a modo suo, lo hanno fatto anche Gronchi e Segni,
Leone e Ciampi, Scalfaro e Napolitano.
Lo farà anche Mattarella? La sua biografia testimonia che quando erano
in discussione valori di fondo ha saputo prendere decisioni scomode
anche per se stesso. E questo ci rassicura. Ma forse, dietro la prudenza
c’è anche l’attesa per quello che succederà. La legge elettorale con il
premio di maggioranza e la riforma che priverà il Senato della doppia
lettura dei provvedimenti di legge offriranno al premier-leader poteri
che nessuno ha mai avuto, e ridurranno quelli del Parlamento finora
interlocutore, spesso in contrasto, del governo. Se nella Prima
Repubblica il Capo dello Stato arbitrava tra l’uno e l’altro, che farà
nella Repubblica di Renzi? Osserverà in silenzio o frenerà eventuali
eccessi del capo del governo? Si ha
l’impressione che presto Mattarella comincerà a parlare un po’ di più…
La speranza di Hominibus
Il Personaggio in questione ha tutte
le caratteristiche per
far ben sperare in un invito al Paese a voler
considerare la opportunità
di avviare quell'unica, seria,
risolutiva riflessione sulla modifica del sistema fiscale,
al fine di permetterne la correttezza formale
e sostanziale verso TUTTI
i Cittadini nella ripartizione delle spese
comuni indivisibili.
La eccezionale gravità della consueta
abitudine a colpire
ogni transazione di qualsiasi natura che
preveda passaggio di denaro,
è dannosa perché impone la predisposizione di
procedure, apparati e personale,
pubblico e privato, dai risultati di generale
dubbia efficacia, ma utile a
dare l'impressione che tutto sia sotto
rigoroso controllo!
Ma, anche se si dovesse avere
l'impressione della bontà
del risultato, rimarrebbe il dovere, a
qualsiasi livello di responsabilità,
di valutare la evidente convenienza ad
ottenere lo stesso risultato con l'adozione
del modello amministrativo dei consorzi o
condomìni per la copertura
delle spese comuni in proporzione al
patrimonio servito.
Si provi ad immaginare come sarebbe
risolto il problema
relativo all'effettivo controllo degli
introiti per la prestazione sessuale,
che é una delle transazioni più imbarazzanti
da rilevare, ma anche da esibire nella
dichiarazione fiscale, magari con
descrizione molto particolareggiata
per giustificarne un importo eccezionalmente
elevato!
In tal caso una amministrazione
pubblica, in regime di
fisco di tipo consortile o condominiale, non
avrebbe alcun interesse
a ricevere notizia delle prestazioni simili,
poiché si limiterebbe a rilevare l'effetto di
scambio, più o meno reiterato, dalla
semplice, sintetica, economica,
efficace lettura dello stato patrimoniale dei
contraenti.
Se il Lettore ha superato l'imbarazzo, troverà molto
semplice capire il vantaggio
amministrativo per rilevare arricchimenti
per malversazioni, fatture non emesse,
ruberie varie, indebiti compensi pubblici e
privati, svariati altri trasferimenti che,
se si trasformano in beni reali
nel territorio nazionale, richiederanno
servizi comuni.
Da ciò si dovrebbe ricavare l'urgenza
di concentrare
l'attenzione sui beni alla luce del sole,
come il risultato di miliardi di
atti economici che sarebbe solo stupido
criticare, ma che fanno capire il motivo di
badare solo ai beni
del territorio perché solo quelli richiederanno
l'approntamento
ed il godimento dei servizi pubblici.
Questa riflessione serve a capire
meglio il motivo per
cui deve essere ammessa l'esportazione di
capitali senza oneri o
controlli perché sottintende lo svolgimento
di attività che hanno lasciato nel Paese
un controvalore corrispondente e, quindi,
perseguibile all'estero
solo in caso di attività di malaffare
individuate in patria.
Insomma, prima di pensare a proposte
per assicurare
il reddito minimo di
sopravvivenza, è urgente mettere ordine nella
fase del prelievo delle imposte affinché non
si perda tempo nelle analisi meticolose
spesso inefficienti, se non, addirittura,
fuorvianti delle transazioni
finanziarie di incerto significato di tipo
patrimoniale.
In definitiva,
i capitali accumulati in conti più o meno
in bella vista
richiedono solo una cassetta di sicurezza finché non
vengono investiti direttamente o prestati per
finanziare attività produttive di beni e/o
servizi, il cui economico svolgimento dipende
da un ambiente bene
organizzato tramite infrastrutture di
pubblica utilità.
In conclusione,
i denari sono solo valori numerari,
insignificanti dal
punto di vista della ripartizione delle spese comuni
indivisibili,
mentre il loro impiego, diretto o indiretto, merita
attenzione in occasione
di attività nel territorio nazionale,
giustificando l'esonero di controllo
nell'esportazione, non eccependo dubbi di
origine.
In compenso,
c'è da mettere in evidenza il richiamo
di capitali
stranieri che coglierebbero i vantaggi di un regime fiscale
così favorevole, essendo giustificata, però,
l'ipotesi di un rapido allineamento anche
dei loro sistemi, ritornando ad un confronto
basato sulla efficienza
dei processi interni, ma alleggeriti da oneri
indebiti,
imposti dai politici a strenua difesa dello
stato
di benestanti, già acquisito o 'in fieri'.
Insomma, ecco perché ...
"Non
si può risolvere un problema con
lo stesso
modo di pensare
che lo
ha creato !"
(Einstein)
E'
necessario cambiare radicalmente metodo, come
è indicato in
www.parlamentopopolare.it
(in costruzione
ed in
associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone
cose giuste, facili da fare,
sicuramente in
nome di una idea onesta
per una società del
3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La
prima Nazione nel Mondo
con il
sistema fiscale patrimoniale,
anzi,
condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza
finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque,
stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO
CONDOMINIALE
con un
Parlamento Popolare
per consentire
finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno
ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia
entro il 2020, in Europa entro
il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve ad annullare il forte richiamo dei paradisi
fiscali, facili ricoveri generati dalla
connivenza,
incapacità, stupidità o arroganza politica.
Roma, 13
Maggio 2015
Hominibus
Movimento di opinione per
la costruzione di una società onesta,
che riconosca
finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti,
sempre peggio rappresentate