La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

Caro Prof. Ainis, l'Italia ed Il Mondo debbono fare uno sforzo estremo: ZERO PARTITI !!!

 

La politica italiana ha un disturbo bipolare

Il nostro paese non ama i sistemi con due partiti che si fronteggiano. Piuttosto ne preferisce uno solo. Ed è questo il rischio creato dall’Italicum -

Michele Ainis – L’ESPRESSO -  3 Aprile 2015

 

Il bipolarismo è il sogno infranto della Seconda Repubblica. Nella Terza, rischia di diventare un incubo. Eppure i sistemi bipolari custodiscono molteplici virtù. Perché rafforzano il potere decisionale del governo. Favoriscono l’alternanza. Comprimono la spesa pubblica, insieme alla pressione fiscale. E soprattutto restituiscono lo scettro ai cittadini, permettendo l’investitura popolare dei governi.

E alle nostre latitudini? Nel 1994 il bipolarismo nasce zoppo. Sia per la presenza di terze forze (il Patto per l’Italia, che si presenta come un polo di centro). Sia perché Berlusconi costruisce due alleanze distinte: il Polo della Libertà (con la Lega) al nord, il Polo del Buon Governo al sud. Ma la creatura - diventando adulta - peggiora il suo difetto fisico, anziché attenuarlo. Diventa un bipolarismo muscolare. Prima conflitti nelle coalizioni, poi conflitti nei partiti, sicché al nemico esterno s’aggiunge il nemico interno (l’area Fitto in Forza Italia o la minoranza del Pd). E dalle forze politiche la contrapposizione s’allarga alle stesse istituzioni: guerre fra potere esecutivo e giudiziario, guerre fra lo Stato e le Regioni, che procurano un gran daffare alla Consulta. Senza dire del trasformismo: cominciò Bossi con il “ribaltone” del 1994, in questa legislatura sono già quasi 200 i parlamentari che hanno cambiato gruppo. Fenomeno sconosciuto, ai tempi della prima Repubblica; ed è un paradosso che si sia manifestato proprio mentre il bipolarismo prometteva di rafforzare il potere degli elettori sugli eletti.

Morale della favola: stavamo meglio quando stavamo peggio. E il bipolarismo funzionava quando non c’era ancora. Infatti dal 1946 al 1964 abbiamo registrato un bipolarismo tra Centro e Sinistra. Dal 1964 in poi l’ingresso del Psi al governo introdusse un bipolarismo tra Centro-Sinistra e Sinistra. Quindi con il proporzionale il sistema politico s’atteggiava in modo bipolare, con il maggioritario è diventato multipolare. Succede d’altronde anche in Germania, dove il bipolarismo fra Cdu e Spd non è mai stato frenato dal proporzionale. E all’inverso sta succedendo in Gran Bretagna, dove il maggioritario non impedisce la frammentazione, come ha documentato Philip Stephens nel numero scorso de “l’Espresso”.

Da qui tre conclusioni. Primo: può ben darsi un sistema bipolare pur in presenza di una legge elettorale proporzionale. Secondo: non è la legge elettorale che determina il sistema politico, bensì l’opposto. Terzo: noi italiani tendiamo a sopravvalutare le risorse dell’ingegneria istituzionale. Ma i congegni elettorali non possono plasmare la storia delle nazioni, la loro cultura. E la nostra storia è questa: possiamo accomodarci su un monopartitismo (ci è accaduto nel ventennio fascista), non accetteremo mai un sistema bipartitico. E un sistema davvero bipolare?

Dipenderà dalla riforma costituzionale, più che da quella elettorale. Fin qui abbiamo praticato un bipolarismo imperfetto con un bicameralismo perfetto. Ecco perché dobbiamo sbarazzarcene, se desideriamo un bipolarismo stabile. Non a caso sia i due governi Prodi, sia i vari governi Berlusconi, sia lo stesso esecutivo Renzi hanno sempre vissuto il Senato come una fossa dei leoni. Eliminando la doppia fiducia, s’eliminerebbe al contempo la principale minaccia che ha fin qui incontrato il sistema bipolare.

Tuttavia, se il bipolarismo è figlio legittimo della Costituzione più che della legge elettorale, c’è da aggiungere che quest’ultima è pur sempre in grado d’uccidere il bambino in culla. E l’ Italicum ? Quali effetti ne derivano sulle sorti del nostro bipolarismo claudicante? Il rischio è che alla fine della giostra sopravvivano un polo e una poltiglia. Perché la nuova legge premia la maggioranza, ma non incentiva la formazione d’una minoranza forte, né tantomeno coesa. Anzi: con una soglia di sbarramento al 3% la disincentiva. Sicché l’Italicum alleva un sistema monopolare, se non monopartitico. Magari potremmo uscirne fuori confezionando un premio di minoranza (per il partito sconfitto al ballottaggio), oltre al premio di maggioranza. Altrimenti, senza bipolarismo, ci rimarrà soltanto un disturbo bipolare.

 

L'opinione di Hominibus

La convinzione che il sistema bipartitico sia quello capace

di risolvere meglio i problemi di un Paese perché favorisce l'alternanza,

comprime la spesa pubblica, insieme alla pressione fiscale, restituisce lo scettro

ai Cittadini, permettendo l'investitura popolare dei governi, non sembra

poter corrispondere ad incontrovertibile verità per chi legge.

 

Egregio Professore Ainis, questa Sua affermazione potrebbe

 essere contestata a tal punto che si potrebbe riuscire a sostenere tutto

il contrario a causa dell'opacità del sistema di rappresentanza che ha permesso

a forze politiche di sinistra, anche estrema, anche a prescindere dalle

latitudini, non di travisare, ma ignorare il mandato ricevuto.

 

Egregio Professore Ainis, riflettendo sulla situazione della

Italia, non molto dissimile da quella del resto del mondo cosiddetto

 avanzato, viene da pensare che bisognerebbe provvedere ad una riforma della

nostra Costituzione per ampliare le occasioni di votazione diretta

dei Cittadini, almeno per le decisioni richiedenti solo Sì/No.

 

Ma, insistendo nella medesima direzione, tutte  le votazioni

finali possono essere decise nello stesso modo dopo le discussioni

parlamentari, facendo in modo di conservare un confronto che porti alla stessa

esigenza di consultazione popolare che, finalmente, possa  mettere

a frutto i formidabili mezzi della comunicazione telefonica.

 

Così si avrebbe una rappresentazione parlamentare che

ha il compito di avviare, approfondire e sintetizzare le questioni per

giungere alla formulazione di quesiti sintetici da sottoporre al voto dei Cittadini,

con la previsione abbastanza sicura di ridurre l'organico centrale,

regionale, provinciale, comunale e relative responsabilità.

 

Proseguendo in questa direzione, visto che ai Parlamentari

resta la minutazione delle discussioni, ma non la responsabilità del

decidere, essi dovrebbero essere scelti in base ai criteri relativi alle capacità di

articolazione politica, sociale e tecnica dei punti nodali da dirimere

che debbono essere sottoposti alla votazione dei Cittadini.

 

Il primo e più importante esperimento da eseguire dovrebbe

riguardare la discussione del prelievo fiscale per la copertura delle

spese comuni indivisibili a carico di redditi e di rendite varie, che presentano

l'enorme rischio di evasione specialmente da parte degli operatori

più facoltosi a causa della difficoltà oggettiva del controllo.

 

Su questo argomento specifico basterebbe l'avvio di una

consultazione popolare, previa sincero ed equilibrato confronto

tra le forze in campo per rilevare elementi a favore o contrari sulla specifica

proposta di spostare tutta la imposizione su redditi e rendite di

qualsiasi origine sulla ricchezza reale, alla luce del sole.

 

Il risultato sarebbe di ottenere un sistema fiscale simile a

quello consortile o condominiale, il solo capace di mettere fine al

sopruso storico dei ceti più forti verso la povera gente e, come tutte le cose

giuste, contenere l'apporto della professione politica, entro limiti

notarili, eliminando così il rischio della interpretazione.

 

Egregio Professore Ainis, convinca anche i Suoi colleghi

e la Direzione del prestigioso giornale su cui scrive, perché si possa

compiere il miracolo di far cessare la difesa della tragica rappresentanza

mono, bi o pluripolare dopo le evidenze di vigliacco tradimento da

parte di figuri apparentemente onesti, spesso malfattori.

 

Insomma ...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

L'ITALIA

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve

non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,

ma serve ad annullare il forte richiamo dei paradisi

 fiscali, facili ricoveri generati dalla connivenza,

 incapacità, stupidità o arroganza politica.

 

Intanto...

Buona Pasqua 2015

 

 

Roma, 5 Aprile 2015

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate