(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via
E' incredibile essere affascinati ancora dal recupero di Gramsci & Co., nel terzo Millennio!
Syriza in Grecia e Podemos in Spagna intercettano il malcontento verso i partiti tradizionali. Da noi invece è il premier a occupare anche quello spazio
Editoriale L'Espresso - Sinistre - Noi podemos. O no? - 19 Marzo 2015 - Luigi Vicinanza
Regola ferrea della politica:
i rapporti di forza. La conosce bene e la applica ancor meglio Matteo Renzi.
E la subiscono con nervosa rassegnazione dissidenti interni al partito,
alleati di governo e nazareni di complemento. Ce ne parla Marco Damilano
nell’anticipazione del suo libro “La Repubblica del Selfie”: «Il Populista
che costruisce il suo Popolo», svuotando ogni altra forma di opposizione
antagonista.
Basta con la regola ferrea dei rapporti
di forza e avanti con la forza delle idee!
Da Roma allora siamo andati in Spagna, con il nostro Alessandro Gilioli. Per
capire invece che cosa c’è dietro Podemos, il partito nato appena un anno
fa, dato in inarrestabile crescita dai sondaggisti. È la nostra storia di
copertina, alla ricerca di nuove identità e nuovi volti di sinistra: il
madrileno Pablo Iglesias come il vincitore ateniese Alexis Tsipras. Con una
sorpresa: gli spagnoli di Podemos studiano Antonio Gramsci e
inseguono quell’egemonia culturale teorizzata dal fondatore del Partito
comunista italiano. Bisogna ribaltare l’egemonia, è una delle loro frasi
preferite. Bravi come sono a comunicare con gli elettori spagnoli attraverso
nuovi e vecchi media.
Gli spagnoli di Podemos e i greci di Tsipras
non perdano tempo con Gramsci ed egemonie fuori luogo!
Una prassi – comunicare la politica – nella quale eccelle il nostro Renzi. I
rapporti di forza in questa fase sono tutti a suo favore. Dall’elezione del
nuovo inquilino del Quirinale alle riforme istituzionali, passando per il
Jobs Act con l’articolo 18 ridotto a pezzettini, il premier-segretario
procede con una determinazione e un’energia che spaventano gli oppositori
(«Un uomo solo al comando», copyright poco originale di Laura Boldrini) ed
esaltano i soccorritori del leader vincente («Entriamo in maggioranza ma
dateci un ministero», l’inelegante baratto proposto dal senatore ex grillino
Lorenzo Battista).
L'eccellenza renziana é la prova
evidente della confusa scala dei valori politici di riferimento!
Renzi ha dimostrato finora di avere i numeri in Parlamento per far passare
le sue riforme. Anche quelle meno sensate. Come l’abolizione – mutante - del
Senato, trasformato in una Camera delle Regioni e dei Comuni dalle funzioni
e dai poteri incerti. Intendiamoci: giusto e necessario superare il
bicameralismo perfetto, ovvero quel sistema che ha regolato il potere
legislativo dal 1948 a oggi. Lento e dispersivo. Ma che senso ha riciclare
nel “nuovo” Senato 95 tra consiglieri regionali e sindaci – protetti dalla
preziosa immunità – nella fase in cui è più bassa la fiducia verso
l’istituzione regionale e più alti gli episodi di malcostume? E senza
neppure dare al cittadino-elettore la soddisfazione di votarli e quindi
scegliere, dal momento che i futuri senatori saranno nominati dai
parlamentini regionali. Insomma una cadrega a Roma per accontentare un bel
po’ di notabilato lungo tutto lo stivale.
Renzi dimostra di sapere confezionare
solo toppe, che non risolvono i problemi di fondo!
Il voto di martedì 10 marzo a Montecitorio ha rappresentato un passaggio
importante per il governo. Al netto del solito psicodramma dentro il Pd, del
voltafaccia di Berlusconi riabilitato, che pure è coautore della riforma, e
del plateale abbandono dell’aula da parte dei deputati 5 Stelle. L’iter
parlamentare, come si sa, non è concluso: le modifiche della Costituzione –
e che modifica, in questo caso – richiedono doppia lettura, per evitare
colpi di mano di chi detiene al momento la maggioranza parlamentare. Ma il
messaggio è chiaro: è in atto quel cambiamento che nessuno ha avuto il
coraggio di osare. Un Paese più semplice e più giusto – annuncia un tweet
renziano – sembra a portata di mano.
Renzi non deve puntare ad un Paese
"più" semplice e "più" giusto, ma a quello semplicemente e definitivamente
giusto, che é anche il più facile da realizzare e far capire!
Eccolo in azione il populismo riformista del premier. Quella miscela
frizzante di speranza e interventi che ha depotenziato il populismo
incattivito di Grillo e spinge Salvini sempre più verso il rinnovato
fascismo europeo. L’eterogenesi dei fini: per esorcizzare il fantasma che si
aggira in tutta Europa – che di nazione in nazione prende forme
anti-istituzionali e antagoniste – il nostro premier deve dar corpo a una
leadership popolare e populista capace di procurargli consenso ampio,
mantenere un segno di sinistra e sfondare nell’elettorato orfano di
Berlusconi. Progetto complesso quanto preciso, ben delineato e argomentato
nell’intervista rilasciata all’“Espresso” la scorsa settimana.
Renzi dimostra di essere un politicante
accorto nel contrasto, ma incapace di indicare soluzioni veramente
risolutive!
Il partito di Renzi – pur tra le inevitabili contraddizioni, in special modo quando da Roma ci si trasferisce nei territori: la Campania ne è il concentrato – punta alla sua egemonia culturale. Per ora non si intravede spazio politico per altri competitori. Men che mai a sinistra, come spiega Massimo Cacciari, nonostante la Boldrini, Landini e i pezzi di apparato dei fatui partitini di quell’area. Piaccia o meno, qui non Podemos. O no?
Ma Sì che PODEMOS !!!
con semplici misure, c.s:
1) FISCO CONDOMINIALE
2) RAPPRESENTANZA DIRETTA
(ma solo con obolo volontario)
3) CHIUSURA DI TUTTI I PARTITI
4) Collocamento dei politici, in crisi
per astinenza di potere, recuperabili,
ai servizi di assistenza sociale, previa
frequentazione di corsi di riformazione,
per inoculare il vero rispetto verso Tutti
Insomma ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
con un Parlamento Popolare
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO & FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,
aiutatele ad accettare il fisco condominiale che risolve
non solo la corretta ripartizione delle spese comuni,
ma serve ad annullare il forte richiamo dei paradisi
fiscali, facili ricoveri generati dalla connivenza,
incapacità, stupidità o arroganza politica.
Buon Lavoro, ...ai fianchi dei Ramarri!
Roma, 19 Marzo 2015
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate