La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

Come evitare che l'evasore la faccia franca con il concorso di ...Legislatori e ...Magistrati !

 

Perché l’evasore la fa franca

Processi affidati a dilettanti. Che impiegano anni per decidere su cause che potrebbero portare all’erario 52 miliardi di euro (DI PAOLO BIONDANI  -  l'espresso  -  26 febbraio 20)

La lotta alla grande evasione fiscale rischia di fermarsi in tribunale. Un tribunale molto speciale, formato in maggioranza da privati. Pagati pochissimo: 26 euro lordi a sentenza. Ed esposti a gravi tentazioni. Perché le loro decisioni valgono una fortuna: più di 52 miliardi di euro, in teoria. In pratica, l’erario incasserà molto meno. Perché nei processi fiscali, in sei casi su dieci, lo Stato perde.


Mentre la nostra Costituzione stabilisce che «tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge», per cui le persone nella stessa situazione dovrebbero essere giudicate allo stesso modo, la giustizia tributaria è un ramo del diritto dove regna l’incertezza. Al caos fiscale non sfugge la lista Falciani, l’ormai famoso archivio della banca Hsbc di Ginevra, con i nomi di 7.499 italiani con il conto in Svizzera.


La lista, consegnata dal tecnico Hervé Falciani ai magistrati spagnoli e francesi, è stata trasmessa alle autorità italiane nel 2009. Da allora la Guardia di Finanza ha concluso oltre 3.200 ispezioni. Ma lo Stato finora ha riscosso solo 30 milioni. In Spagna, per fare un confronto, l’evasore più ricco ha dovuto sborsare da solo oltre 200 milioni.
 

In Italia invece ben 1.246 clienti della Hsbc hanno annientato ogni accusa grazie allo scudo fiscale varato nel 2009-2010 dal governo di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti: hanno sanato 1,7 miliardi di nero versando appena 83 milioni. 

 

Quello scudo fiscale in regalo agli evasori

E' stato varato dopo la scoperta della lista Falciani dal governo di Berlusconi e Tremonti. E 1264 di quei nomi l'hanno sfruttato. Risparmiando 700 milioni di tasse


E per tutti gli altri, quelli che non hanno pagato neppure quel condono, finora il fisco ha potuto soltanto minacciare super-multe, che verranno applicate solo se e quando lo Stato avrà vinto i processi tributari. Il primo problema è la durata di queste cause: in media passano 1.558 giorni tra primo e secondo grado, che diventano otto anni con il verdetto finale della Cassazione. Solo nell’aprile 2015, ad esempio, la nostra Corte Suprema pronuncerà la prima sentenza definitiva nel processo numero uno (il più veloce) sulla lista Falciani, avviato nel 2009 contro un giocatore professionista di poker con 41 mila dollari in Svizzera.

 

Lista Falciani, quanti ostacoli nelle indagini. Tra prescrizione e "silenzio" degli svizzeri

Sono passati cinque anni da quando l'informatico ha consegnato alla procura di Torino l'elenco degli italiani con un conto nella sede elvetica della Hsbc. Ma le indagini si sono arenate di fronte a problemi legali e burocratici


Il verdetto della Cassazione è destinato a fare scuola per tutti gli altri clienti della Hsbc, che avevano depositi complessivi per 7,5 miliardi: la lista Falciani è utilizzabile dal fisco come prova? A questa domanda, che si ripete identica in tutti i processi, i giudici di primo e secondo grado hanno finora dato risposte contraddittorie. Tutto dipende dalla posizione geografica. Gli evasori di Genova, Pisa, Treviso o Verbania sono stati stangati. Chi abita a Pinerolo, Como o Avellino, invece, ha stravinto: lista inutilizzabile, fisco sconfitto.

L’incertezza e quindi l’imprevedibilità delle sentenze sulle tasse, secondo alcuni economisti, è uno dei problemi strutturali che tengono lontani gli investimenti stranieri. «In Italia i processi fiscali vengono decisi da giudici part-time, non professionisti», lamentano gli studiosi Giuseppe e Nicola Persico in un recente articolo su “lavoce.info”, «e solo in Cassazione da giudici specializzati, ma oberati da cause di modesto valore».
I ricorsi contro il fisco, infatti, non vengono decisi dai normali tribunali, ma da organi particolari. Si chiamano commissioni tributarie, provinciali (in primo grado) e regionali (in secondo), e sono formate da volontari, in maggioranza privati: avvocati, commercialisti, professori, funzionari in pensione, geometri, ragionieri, agronomi. Su un totale di 3.419 componenti, i magistrati professionisti sono 1.543. Gli altri 1.876 sono privati che fanno i giudici come secondo lavoro, nei ritagli di tempo, con paghe bassissime: in media tra 200 e 400 euro al mese. Eppure davanti alle commissioni pendono 570 mila processi, per un valore totale di 52,6 miliardi di euro.

Affidare a privati sottopagati il potere di arbitrare cause milionarie è un sistema all’origine di infiniti scandali. L’ultima retata di giudici fiscali corrotti, a Bari, è partita da un’assurdità statistica: lo Stato perdeva il 98 per cento dei processi. Dagli affari privati di un giudice-geometra è nata, tra le tante, l’inchiesta sulla cosiddetta P3, che pilotava procedimenti a tutti i livelli. Nei fascicoli disciplinari del Consiglio di giustizia tributaria (una specie di Csm creato nel 1992), “l’Espresso” ha trovato casi di giudici tributari erano contemporaneamente imputati di corruzione, bancarotta, prostituzione e, ironia della sorte, evasione fiscale. Per frenare il malcostume, negli ultimi anni il Consiglio ha radiato decine di avvocati e commercialisti che, mentre vestivano i panni di giudici imparziali, intascavano ricche parcelle dagli evasori, spesso attraverso mogli, amanti o soci di studio.

Piercamillo Davigo: Consapevoli di queste anomalie, autorevoli giudici propongono di cambiare sistema. «La mia opinione è che le commissioni andrebbero soppresse», spiega il magistrato Piercamillo Davigo, che fa anche il giudice tributario dal 1979: «Affidare i processi fiscali ai magistrati ordinari o amministrativi offrirebbe più garanzie sia allo Stato sia ai contribuenti onesti. Naturalmente c’è il solito problema: per non paralizzare i tribunali già oberati di cause, bisognerebbe fare i concorsi e assumere nuovi magistrati».

L’attuale sistema delle commissioni aggrava anche le disuguaglianze economiche: gli evasori più ricchi possono pagarsi avvocati e consulenti in grado di schiacciare i funzionari che rappresentano lo Stato; mentre i contribuenti tartassati da un fisco forte con i deboli rischiano di non potersi permettere una difesa decente. Uno squilibrio aggravato dal «contributo unificato», imposto dall’ex ministro Tremonti per ridurre il numero di cause minori o inutili: nel 2014 sono stati presentati “solo” 181 mila ricorsi, 21 mila in meno del 2013. Secondo Davigo e altri giuristi, però, «invece di tassare chi chiede giustizia, forse sarebbe più sensato colpire con sentenze rapide e severe chi fa ricorsi pretestuosi».

Altri giudici, pur confermando i limiti delle commissioni, difendono «un sistema che sta migliorando». Il magistrato milanese Gaetano Santamaria, già presidente del Consiglio di giustizia tributaria, spiega che «gli abusi vanno stroncati, ma sarebbe sbagliato buttare via i collegi misti: anche nei processi ordinari, se c’è un minimo di complessità tecnica, i giudici si affidano alle perizie, cioè a privati lautamente remunerati. La commissione tributaria invece ha già al suo interno il revisore dei conti che sa leggere i bilanci, il ragioniere che fa gli estimi, il geometra che conosce i dati catastali...».

Fatto sta che, con tutti questi giudici privati, lo Stato perde. Secondo uno studio del “Sole24Ore” sulle sentenze emesse dalle commissioni provinciali tra il 1996 e il 2010, il fisco ha vinto solo quattro processi su dieci: l’accusa di evasione è stata cancellata totalmente in quasi due milioni di cause (45 per cento del totale), parzialmente in altre 642 mila (15 per cento).

«Ma il vero problema è se le sentenze sono giuste o sbagliate», replica Santamaria: «Il calcolo va fatto sulle decisioni annullate in Cassazione: nei processi civili sono il 33,5 per cento, in quelli tributari il 33. Quindi le commissioni sbagliano come i giudici ordinari, anzi un po’ meno». Ma perché in 60 casi su cento ha torto lo Stato? Con queste percentuali, nei processi in corso il fisco rischia di perdere più di 31 miliardi. «Alcuni uffici fiscali reclamano tasse esagerate o non dovute, costringendoci ad annullamenti sistematici», risponde Santamaria. «E spesso lo Stato non sa difendersi neppure quando avrebbe ragione». Su questo concorda anche Davigo: «Succede che il funzionario non si presenta, o porta il fascicolo sbagliato, o non parla perché era un caso seguito da un collega. Per fortuna, nei centri più importanti, ora l’amministrazione sta creando veri uffici legali, dove lavorano molti giovani preparati, anche se spesso precari».

In attesa delle riforme annunciate dal governo Renzi, che prevedono ad esempio un solo giudice per le cause di minor valore, il sistema resta caratterizzato da sentenze discutibili e contrastanti. Per tornare alla lista Falciani, alcuni verdetti l’hanno dichiarata «inutilizzabile» in quanto «sottratta illegalmente violando il segreto bancario svizzero». Per altri invece vale, perché è autentica e fu trasmessa ai magistrati di Torino con tutti i crismi delle rogatorie. A risolvere l’incertezza sarà la Cassazione con la sentenza spartiacque di metà aprile.

Come anticipato da “l’Espresso”, il fisco ha grandi probabilità di vittoria: il giudice incaricato di proporre la sentenza-pilota ai colleghi, infatti, ha spiegato nella relazione ufficiale che pagare le tasse è un «inderogabile dovere costituzionale», che vale più della privacy dei presunti evasori.

Mentre il segreto bancario svizzero in Italia non esiste. Per cui il fisco può usare la lista Falciani «anche come unica prova». Una tesi in linea con la giustizia europea: la Corte Costituzionale tedesca, il 9 novembre 2010, aveva convalidato la «lista di Vaduz», cioè un altro elenco di evasori che fu comprato nel 2007 dai servizi segreti tedeschi. E poi usato perfino dalla Svizzera, ovviamente contro i propri evasori. In Italia invece pochissimi dei 394 clienti della banca di Vaduz hanno avuto problemi con la giustizia. E alcuni fortunati hanno già dribblato anche la lista Falciani: il 4 ottobre 2011 un giudice di Pinerolo, poi imitato da altri, non si è limitato ad assolvere un accusato di evasione, ma ha ordinato addirittura la «distruzione» della sua fetta di lista. Comunque decida la Cassazione, dunque, per il plotone dei miracolati sulla scia di Pinerolo la prova non c’è più.

«In Italia c’è un’evasione che non ha paragoni nel mondo civile e non è vero che sia impossibile ridurla», conclude Davigo: «Basterebbe applicare a tutti le leggi antimafia, che permettono di confiscare le ricchezze sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati». Un esempio pratico? «Se un tizio che si dichiara nullatenente viene fermato su una Ferrari, lo si fa scendere gentilmente. E la Ferrari se la tiene la Guardia di Finanza».

 

L'opinione di Hominibus

Egregio magistrato e giudice tributario, dott. Pier luigi Davigo,

che, con il collega Gaetano Santamaria, già presidente del Consiglio di giustizia

tributaria, entrambi sembrate sensibili ed interessati al reperimento dei giusti provvedimenti

per assicurare la corretta soluzione alla dilagante evasione fiscale, Voi dovreste,

innanzitutto, liberare la Vostra mente da storici oscuramenti.

 

A tale proposito, Hominibus avrebbe ottimi suggerimenti che,

se presi in considerazione da Personalità come Voi, professionalmente impegnati

in attività di garanzia e rispetto delle normative vigenti in materia tributaria, potrebbero essere

raggiunti degli obiettivi perseguibili, però, solo se si incidesse nella direzione del

convincimento del Legislatore a rinnovare la strategia fiscale.

 

Il suggerimento di Hominibus prevede l'immediato abbandono

delle strategie "ex-post", cioè, quelle che dispongono l'intervento dopo che il fatto

sia avvenuto, da sostituire con profondi stravolgimenti sulla classificazione della ricchezza

imponibile, che, da sola, risolverebbe il problema della riorganizzazione, sia delle

commissioni tributarie, sia del primato italiano sulla evasione.

 

La proposta di Hominibus ha il doppio vantaggio di eliminare

le commissioni tributarie e il controllo spasmodico della ricchezza finanziaria sotto

il profilo fiscale, essendo sufficiente sottrarre l'oggetto del contendere, dichiarandone il valore

non influente esclusivamente sotto tale aspetto, risolvendo definitivamente il costo

di strutture solo di facciata ed alleviando l'uso di energie vitali.

 

L'idea elementare di Hominibus assicurerebbe la cessazione

del richiamo dei famosi paradisi fiscali, il contributo più favorevole per investimenti

e consumi, l'annullamento del doppio vantaggio dell'evasore, la doppia fregatura per il Paese

ospitante l'evasore, mentre politici e magistrati dovrebbero assumere la mentalità

semplice, efficiente e sicura degli amministratori condominiali.

 

L'appello di Hominibus si rivolge ai politicanti affinché stimino

più importante realizzare ordinamenti rispettosi verso tutti i Cittadini, anche ove

sia possibile approfittare della scarsa sensibilità percettiva delle parti avverse, mentre verso

i magistrati è giustificata una maggiore aspettativa di equilibrio, avendo cultura

ed addestramento al confronto tra i diritti e i doveri delle parti.

 

Hominibus raccomanda l'attenta lettura della esposizione

introduttiva che mette in evidenza il gioco del gatto ed

il topo, dove, però, entrambi sembrano più compari

 in una farsa che illustra la tragicità per grande

 parte della Popolazione, succube di una

fiscalità favorevole ai Ceti più forti.

 

Insomma ...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

L'ITALIA

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Egregi Signori, Voi che potete influenzare le coscienze,

è necessario ed urgente annullare il forte richiamo

dei paradisi fiscali, facili ricoveri generati dalla

connivenza, incapacità o stupidità politica.

Buon Lavoro, ...ai fianchi dei Ramarri!

 

 

Roma, 10 Marzo 2015

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate