La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

Come potenziare le aspirazioni di un grande Giornale, a 800 anni dalla Magna Charta?

Decalogo delle cose che bisogna buttare

È costume, all’inizio di ogni anno, fare buoni proponimenti. Ecco un elenco di comportamenti che sarebbe il caso di evitare per rendere migliore la vita pubblica e dare una speranza di futuro alle nuove generazioni. (Repubblica-L’Espresso, 15/1/2015 - Il direttore Bruno Manfellotto)

Comincia l’anno nuovo e, com’è tradizione, si formulano auspici, si stilano classifiche di desideri, si snocciolano cataloghi di buoni proponimenti. Non ci sottrarremo, ma scegliendo ciò che in questo 2015 non vorremmo più vedere. Atteggiamenti, comportamenti, rituali. Fermandoci a dieci. Ai lettori, se vogliono, il compito di arricchire l’elenco.

1. Non vorremmo più che il lavoro fosse dimenticato, umiliato, sottopagato. O che se ne parlasse ancora solo per farne facile strumento di disputa ideologica. Il lavoro non è solo il cuore del primo articolo della Costituzione, è l’indicatore più affidabile dello stato di salute dell’economia e della democrazia di un Paese. Basta guardare le cifre della disoccupazione e contare i ragazzi che studiano e lavorano all’estero per capire da dove bisogna ricominciare. Qui sta la crescita.

 

*Basterebbe affidarsi al mercato e rispettare l'equilibrio automatico tra 2 aspettative contrapposte

2. Non vorremmo più vedere blitz della Finanza sulla neve, eclatanti annunci di evasori totali assicurati alla giustizia (tributaria), minacce di indagini a campione sulle partite Iva. Non servono a niente. I blitz sono una tantum per definizione e gli evasori beccàti patteggiano un decimo di quanto devono. Intanto, per dirla all’ingrosso, metà dei contribuenti paga le tasse - e pensioni e sanità - anche per l’altra metà, e per questo la pressione fiscale non cala, anzi aumenta. Così com’è, il sistema non può reggere a lungo. E però in un anno il governo Renzi ha detto “lotta all’evasione fiscale” solo una volta. Difficoltà tecniche o volontà politica?

 

*Basterebbe eliminare il disordine fiscale, spostando l'attenzione sulla ricchezza reale, al valore di mercato


3. Accomiatandosi dagli italiani, Giorgio Napolitano ha usato un linguaggio insolitamente drammatico: «Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società». Vero, la corruzione minaccia ogni angolo della vita pubblica. Ma non vorremmo più che il compito di fare piazza pulita fosse ancora ipocritamente tutto delegato ai pm, o caricato sulle spalle del solo Raffaele Cantone. Quando un leader di partito denuncerà un burocrate infedele, un manager corrotto, un parlamentare colluso? Farebbe molto più di un arresto o di un’intercettazione.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per rendere onerosa e, quindi, meno attrattiva la ricchezza reale

4. Non vorremmo più vedere i bagarini davanti al Colosseo o ai Musei Vaticani, e non come piccolo atto di giustizia e di pulizia, ma come segnale che lo Stato ha ripreso a occuparsi del suo patrimonio culturale finora abbandonato, svilito, ammuffito.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per riequilibrare valori pubblici e privati degni di uno Stato serio

5. Non vorremmo più che gli italiani affidassero le loro speranze per il futuro oggi a uomini della provvidenza, domani a cavalieri del vaffa, piuttosto pretendessero dagli uni e dagli altri di misurarsi con le ragioni del governo e della protesta, e con la complessità dei problemi e delle soluzioni. Che non si trovano né in piazza né in tv. Il resto sono chiacchiere.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per bonificare e semplificare la base del confronto politico


6. Vorremmo poi che finisse la giaculatoria del “si vota tra un mese, tra due, entro l’anno”. C’è la crisi e il Paese vuole stabilità e governi che governino. Renzi, che si dice in sintonia con il Paese, dovrebbe saperlo.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per dare significato al vero concetto di governo e di stabilità

7. Non vorremmo più sentire le facili tirate antitedesche - tutta colpa della Merkel! - e nemmeno vedere il corpaccione germanico percorso da fremiti antieuropei. Altrimenti sarà impossibile affrontare l’inevitabile choc che porteranno le prossime elezioni greche. Nel 2015 ci giochiamo l’Europa.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per non ricorrere alle colpe di altri, anzi, per essere di esempio

8. Non vorremmo più ascoltare la stanca litanìa della supremazia del tecnico sul politico o della società civile su quella parlamentare e dei partiti, perché gli uni e gli altri allo stesso modo hanno dato di sé ottima o pessima prova: vedi Mose o Mafia Capitale.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per capire l'inutilità del ruolo politico e ridurre l'ansia di arricchimento

9. Non vorremmo più sentir chiedere se il prossimo Presidente della Repubblica debba essere o no all’altezza del predecessore. Ma che domanda è? Piuttosto: Matteo Renzi avrà il coraggio di puntare su un candidato che dia di nuovo speranza alla politica, autorevole, capace di impegnarsi in quella “missione nazionale” che lo stesso Napolitano auspica per la salvezza del Paese dalla crisi e dalla corruzione, o si preoccuperà solo che non oscuri la sua premiership? È un passaggio decisivo. Per il Paese. Ma anche per Renzi.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per liberare i Cittadini da simili crucci e godere di regimi autoprotettivi

10. Infine non vorremmo più leggere di cambio di passo, velocità, ritmo. Uffa. Tutto già gioiosamente digerito. Adesso vorremmo vedere dove siamo arrivati correndo, e soprattutto dove stiamo andando. Anche se di corsa.

 

*Basterebbe la rivoluzione fiscale per rendere automatici passi, velocità, ritmi, senza gioia, ma onestamente

 

11.Il suggerimento di un grande Tecnico, per una nuova Magna Charta 2015...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione ed in associazione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

L'ITALIA

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in Europa entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

Buon Anno, Direttore e lunga vita al Suo Giornale,

nella speranza che vorrete dare un contributo

alla causa storica, fondamentale per

la pace ed il progresso di tutti

i Popoli della Terra!

...Dica, però, al Suo illustre Soffiatore di vetro

...'Ingenuo' Scalfari,

che il problema della integrazione dei Popoli
sussiste ancora al giorno d'oggi e che è priva di sostanza
l'intonazione della Marsigliese all'insegna di libertà, eguaglianza e
fraternità finché non sarà risolta la vera equa ripartizione del carico fiscale!

 

Roma, 15 Gennaio 2015

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate