La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

Il nuovo sentiero per l'Europa: Fisco patrimoniale, drastica riduzione della delega politica e sindacale !

 !Napolitano e Draghi (Ansa) 

Napolitano alla Bce: "L'Italia supererà le sue debolezze. Serve crescita".

Draghi: "Prima le riforme"

"La sfida numero uno è quella di aprire un nuovo sentiero di forte e sostenibile crescita in Europa", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'incontro avuto a Napoli con il Direttivo della Bce. "L'Italia intende portare avanti con determinazione e accelerare un chiaro impegno di superamento di sue debolezze strutturali, a cominciare dal così elevato debito pubblico", ha aggiunto a cospetto dei governatori delle banche centrali della zona Euro.

Gioco di squadra tra Renzi e Napolitano - Mai come in questo caso il gioco di squadra tra palazzo Chigi e Quirinale è sembrato così chiaro. "L'Italia intende portare avanti con determinazione e accelerare un chiaro impegno di superamento di sue debolezze strutturali, a cominciare dal così elevato debito pubblico", ha infatti garantito il presidente della Repubblica in un eccezionale incontro con i governatori di tutte le banche centrali della zona euro e del direttivo della Bce.

Draghi: "Fare le riforme" - Una assicurazione necessaria visto che Mario Draghi è tornato a chiedere all'Italia riforme e ancora riforme per ridare fiducia agli investitori e alle imprese. "Solo le riforme strutturali, che aumentano la crescita potenziale, e quindi la sostenibilità del debito, possono creare i margini per usare in futuro la politica di bilancio" in funzione pro-crescita, ha detto il presidente Bce, Mario Draghi, subito dopo l'incontro con il capo dello Stato. Non mancando di sottolineare che le politiche suggerite per l'Ue "sono anche, e forse specialmente, valide per l'Italia"

Nella giornata in cui la Francia ha apertamente lanciato la sfida al rigore tedesco annunciando che rientrerà nei parametri del tre per cento solo nel 2017 (confermando quest'anno un clamoroso 4,4 per cento), Napolitano ha informalmente ricevuto nella splendida residenza napoletana di villa Rosebery il gotha delle politiche monetarie europee per lanciare tre messaggi chiari: non è più sostenibile "l'altissimo tasso di disoccupazione in area euro e soprattutto in alcuni Paesi come l'Italia"; per cui il Governo certamente farà i suoi "compiti a casa" riducendo il gigantesco Debito pubblico italiano e parallelamente sta facendo e farà quelle riforme strutturali che l'Europa non si stanca di chiederci. Ma la "sfida numero uno", e questo è il messaggio più forte, rimane quella di "aprire un nuovo sentiero di forte e sostenibile crescita in Europa".

La partita di Bruxelles entra nel vivo, la Bce marca stretto il Governo e la sua azione riformatrice, la Germania vigila occhiuta sulla scelta italiana di far virare le politiche europee verso una maggiore flessibilità. Battaglia non facile e per la quale l'indisciplinata Italia deve dimostrare di essere cambiata, di essere almeno un pò più virtuosa. E di questo hanno parlato Draghi e Napolitano nella coda dell'incontro che li ha visti soli a villa Rosebery per almeno una mezz'ora. Già, proprio quelle riforme che la Ue non chiede ma pretende e che il premier sta cercando di velocizzare anche a costo di spaccare il suo partito come sta accadendo sul Jobs act.

Per questo il presidente Napolitano, certamente l'italiano più conosciuto e autorevole in Europa nonchè simbolo della pur volatile stabilità politica italiana, ha ancora una volta speso il suo nome - in un parterre decisivo per le scelte economiche europee - certificando l'assoluta "determinazione" dell'Italia nel piano di riduzione del "così elevato Debito pubblico"; ma anche confermando che il Governo sta "accelerando" il suo sforzo riformatore, che l'Italia abbandonerà i suoi vizi, cambierà le regole e si avvicinerà progressivamente ai più produttivi standard europei. Solo così l'Italia potrà essere credibile - e qui sembra di sentir parlare Matteo Renzi - nel tentativo di "spostare l'accento delle politiche europee" verso "l'innovazione e la creazione di lavoro". Non è dato di sapere cosa avrà pensato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, presente anch'egli ma silente. Domani la parola passa al Consiglio direttivo dell'Eurotower che si riunisce nella città partenopea per dare un segnale di vita anche ai Paesi mediterranei.

Visco, al vertice CE: Crisi, si è partiti da test sulle banche invece di risolvere i problemi di economia reale. Una moneta senza Stato non è una fase finale del processo. Tanto à vero che abbiamo avuto una grave crisi per molti errori e ritardi. Noi siamo intervenuti in Grecia con una azione sulla ristrutturazione del debito invece di risolvere i problemi di economia reale, facendo uscire i capitali dall'Europa, creando la crisi dei debiti sovrani.

La Bce è un organo tecnico che non rappresenta nessuno ed ha il compito della stabilità monetaria.

 

01 Ottobre 2014  Redazione Tiscali e Mattino di Napoli.

 

L'opinione di Hominibus
Quanto tempo si risparmierebbe se si smettesse l'abitudine di dire e non dire,
specialmente nelle alte sfere del potere, a causa della grande distanza che corre tra la visione
politica e la dura realtà, quando questa deve trovare una spiegazione che consenta di nascondere l'urgenza
di trovare una soluzione veramente rispettosa delle aspettative delle popolazioni amministrate,
includendo finalmente le masse, enormi in numeri, insignificanti in diritti reali.
 
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dichiara che la sfida n.1 è
 quella di "aprire un nuovo sentiero di forte e sostenibile crescita in Europa", riconoscendo alla
Politica, quella con la P maiuscola, finora grande assente, come qualità, nella storia dei Popoli, l'onere di dare
soluzione adeguata alla crisi che attanaglia grandi economie, in particolare quelle europee, con
la speranza che significhi la messa in secondo piano del destino delle banche.
 
Se così è, sarebbe auspicabile assistere alla rivoluzione dei valori economici,
mettendo in primo piano il lavoro, che deve essere immediatamente liberato dalle scemenze, tipo
'Jobs Act' e suoi sussidiari, per assumere il ruolo di asse portante della persona e delle sue aggregazioni, con
la responsabilizzazione diretta nella costituzione dei fondi di previdenza e nella contribuzione alle
spese comuni indivisibili in base alla ricchezza personale, al valore di mercato.
 
Il lavoratore, a qualsiasi livello, dovrebbe poter utilizzare i redditi realizzati in
attività autonome o dipendenti, personali o associate, come meglio crede, in assenza di qualsiasi
restrizione o imposizione politica, richiedendo il diritto alla libera circolazione internazionale dei capitali, che
impone il confronto e la integrazione delle economie statali, nell'ambito di accordi e riconoscimenti
per la formazione di aree sempre più grandi, dove esercitare la propria attività.
 
Di conseguenza, le banche passerebbero in secondo piano rispetto al Lavoro,
per il semplice motivo che i soldi, anche se tesorizzati scrupolosamente, hanno un valore che deve
essere sostenuto dalla ricchezza reale, che, a sua volta, è determinata dalla domanda, a sua volta alimentata
dal reddito da lavoro, produttivo o speculativo, in assenza del quale tutto s'affloscia come un soufflé,
la cui cottura ha bisogno di molta attenzione e di un processo assai delicato.
 
Allora, basta con la maniaca difesa della ricchezza reale, mobile, immobile,
civile, commerciale, industriale, che gli attuali sistemi fiscali mettono in un'area protetta, perché, se
non c'è lavoro competitivo, oberato com'è oggi, da oneri asfissianti, che, addirittura, non hanno giustificazione
alcuna, come imposte preventive di redditi presunti o di supposti valori aggiunti, non si creano quei
capitali necessari ad alimentare la ricerca, la produzione ed il progresso.
 
In aggiunta, per la liberazione del lavoro, sarebbe necessario migliorare la
personalità del Lavoratore, affinché possa essere sottratto alla soggezione degli apparati sindacali,
che non sono stati capaci di rilevare e capire, in tanti anni di dominio quasi incontrastato nelle grandi contese,
che la cosa più importante è e sarà finché non si otterrà, la rimozione dell'ottusa imposizione dei
redditi di varia origine e del fantasioso valore aggiunto, presunto dai politici!
 
Pertanto, sarà capitato che il Lavoratore, spendendo il suo sudato salario,
 avrà subito un'imposta su un presunto reddito, che, confrontato con
 l'insieme di spese che gli hanno permesso di andare al lavoro,
come vestiario, spese e assicurazioni di trasferimento,
 alimentazione fuori casa, stress psicofisico,
 potrebbe essere addirittura negativo,
con buona pace del Legislatore!
 

Insomma, ...

 

"Non si può risolvere un problema con

 lo stesso modo di pensare

che lo ha creato !" 

(Einstein)

 

(*) E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in

www.parlamentopopolare.it

(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni.  Nell'anno?)

Hominibus propone cose giuste, facili da fare,

sicuramente in nome di una idea onesta

per una società del 3° Millennio. 

Traduciamola in realtà!

L'ITALIA

La prima Nazione nel Mondo

con il sistema fiscale patrimoniale,

anzi, condominiale, e la libera circolazione

della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!

 

Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...

STATO CONDOMINIALE

con un Parlamento Popolare

per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,

che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...

MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE

in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !

 

 

Roma, 2 Ottobre 2014

Hominibus

Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,

che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,

vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate