La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

 

 

La Bundesbank contro Renzi: "Meno parole più fatti". Il premier: "Non ci fate paura"

E' scontro al calor bianco tra Italia e Germania. A ridare fiato alle tensioni e' il "falco" della Bundesbank che stasera da Berlino ha lanciato un monito al premier Matteo Renzi, davanti a una platea di conservatori della Cdu. Jens Weidman ha attaccato la flessibilità sul patto di bilancio, detto che le riforme ''vanno fatte e non solo annunciate'' e ribadito che "fare più debito non porta crescita". Durissima la reazione del governo italiano: "Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato paese. Sicuramente, ha sbagliato governo". L'Italia di Matteo Renzi ribadisce così la linea dura contro quella parte di Germania che nutre "pregiudizi" e pretende solo di dare lezioni.

L'affondo - Weidmann ha segnalato inoltre che i tassi sui titoli di stato di Italia e Spagna ''non sono mai stati cosi' bassi''. Una situazione che non aiuta a irrobustire la volontà riformatrice dei paesi sovraindebitati: ''C'è il timore che i tassi bassi non siano usati per consolidare i bilanci, quanto piuttosto per finanziare altre spese''. Pura dottrina Weidmann, con una esclamazione, a un certo punto, ispirata dalla svolta che attraversa l'Unione europea in questa fase: ''Matteo Renzi dice che la foto dell'Europa è il volto della noia, e ci dice anche cosa dobbiamo fare...''. Al difensore della linea del rigore e delle regole, Schaeuble ha risposto spiegando la complessità degli equilibri politici in Europa. Il ministro ha ribadito la necessità di riforme, crescita e investimenti: ''Ci si deve attenere a quello che è stato concordato - ha detto, spiegando di ''rifiutare il dibattito sulla flessibilità'' cosi' come viene proposto.

''Promuovere la crescita, e bisogna fare investimenti'' - Citando due volte i colloqui con Pier Carlo Padoan, ha ribadito che vi è accordo sul tema della implementazione: ''abbiamo parlato di come migliorarla in alcuni Paesi''. Non è possibile, ha insistito, che i 6 miliardi destinati alla occupazione non siano utilizzati perchè non vi è la possibilità di farlo. Poi il ministro ha allargato l'orizzonte del suo discorso: ''Saremo pragmatici - ha spiegato - Per cambiare i trattati in Europa servono due anni'', non si può ogni volta passare attraverso il sentiero stretto delle regole. E a chi scrive che il governo Merkel vuole un'Europa tedesca, ha risposto: ''non vogliamo un'Europa tedesca, ma un'Europa forte''.

 

03 luglio 2014  Redazione Tiscali

L'opinione di Hominibus

Come si può pensare di andare in Europa e chiedere agli altri Soci

di allargare i criteri di controllo senza fornirne le adeguate garanzie del corretto

impiego, anzi, rispondendo al giustificato richiamo di rispetto delle regole da tempo convenute

con un tono accettabile tra ragazzini, intimando di non avere paura di eventuali

misure punitive, mostrando muscoli di apprezzabile inconsistenza?

 

Altra storia sarebbe stata se il nostro Premier avesse anticipato che

l'Italia avrebbe provveduto alla riduzione del debito pubblico con la distribuzione

del 50% dell'intero importo mediante l'obbligo di sottoscrizione da parte di tutti i Cittadini nella

 proporzione del patrimonio personale posseduto, così da riportarne l'esposizione

ai livelli di sicurezza, chiamando in gioco l'intera Comunità italiana.

 

A questo punto, facendosi il selfie con il documento approvato dal

Parlamento italiano, avrebbe fornito una immagine meno preoccupante di questo

travagliato Paese, che darebbe il segnale di non vivere solo di chiacchiere e di sapere chiamare

in soccorso, principalmente e in misura corrispondente ai vantaggi conseguiti,

in particolare, la Cittadinanza di  fascia alta dell'economia italiana.

 

Altra storia sarebbe stata se il nostro Premier avesse anticipato che

l'Italia avrebbe provveduto anche alla chiusura e liquidazione di tutte le formazioni

politiche per eliminare una intermediazione che si è sempre macchiata di gravi speculazioni e di

interventi macroeconomici di spesa, in cui si sono barattati progetti faraonici di

incerta realizzazione contro l'immediato tornaconto dei proponenti.

 

A questo punto, facendosi il selfie con il documento approvato dal

Parlamento italiano, avrebbe indicato all'Europa ed al Mondo intero la inutilità

di certi organismi, giustificati solo dall'ignoranza e dal bisogno di protezione presunta, ma mai

veramente accertata, dal costo esorbitante, sostituibili da delegati temporanei,

con obolo volontario, eliminando sbarramenti e premi di maggioranza.

 

Altra storia sarebbe stata se il Nostro Premier avesse anticipato che

l'Italia avrebbe abbandonato il diffuso sistema fiscale basato sul reddito e sulle

rendite varie, puntando sulla esclusiva imposizione della ricchezza reale, però non finanziaria da

esentare come evidente risorsa sociale, prendendo come oggetto i beni mobili,

immobili, civili, commerciali, industriali, religiosi non adibiti al culto.

 

A questo punto, facendosi il selfie con il documento approvato dal

Parlamento italiano, avrebbe denunciato all'Europa ed al Mondo intero la vigliacca

abitudine di inseguire le apparenze della ricchezza per mettere al riparo quella vera dei Ceti

facoltosi, predisponendo strutture di rilevamento che assorbono enormi risorse

pubbliche e private, distogliendole da impieghi più utili a tutti.

 

Questi selfies avrebbero dato la prova di un Paese coerente e coeso,

che al suo interno è fermamente deciso a risolvere i problemi nazionali, prendendo

il coraggio a piene mani per rompere con antichi costumi amministrativi, che hanno perpetuato

la ripetizione di comportamenti consistenti in palliativi per mettere solo toppe, ed

insistere nell'impedire cedimenti in contrasto con la corretta gestione.

 

Solo così, andando in Europa, il nostro Premier avrebbe potuto evitare

i rimproveri del Banchiere e del Ministro tedesco, anzi, sarebbe bastato uno solo

dei selfies sopra indicati, a scelta, per zittirli entrambi e rimandarli a casa con la coda tra le

gambe, con il seguito di tutti i rappresentanti politici presenti, facendo passare

alla storia il giorno come epilogo della lunga serie di riunioni noiose!

 

Pertanto, non basta dimostrare di essere aggiornati sui vezzi di moda,

rimane sempre il dovere di portare l'attenzione sui reali problemi

delle Comunità in cui si vive, proponendo soluzioni credibili,

in grado di stimolare partecipazioni entusiastiche perché

mirano a far compiere significativi passi in avanti

per evitare corsi e ricorsi storici di cui si ha

tanta esperienza e consapevolezza,

ma non intimo coinvolgimento

dei Governanti ai letali

 esiti finali!

 

Insomma, ...
 

"Non si può risolvere un problema con

 

lo stesso modo di pensare

 

che lo ha creato !"

 

(Einstein)

 
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle prossime elezioni.  Nell'anno?)
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio. 
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
 
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un grande...
STATO CONDOMINIALE
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
 
 
Roma, 5 Luglio 2014
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.