La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli
(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

Sarà possibile cambiare il lampo di una meteora in un quieto e caldo sole agostano?

Legge elettorale, Renzi ancora alla carica: "Cercano di fermarmi ma io non mollo"

Prosegue il pressing di Matteo Renzi sul fronte delle riforme. "Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare. Ma io non mollo" ha scritto questa mattina il neo segretario del Partito democratico su Twitter confermando di non volersi fare intimidere dalla resistenze diffuse che per l'ennesima volta vogliono lasciare le cose come stanno. Di riforme istituzionali infatti si parla da anni ormai ma fino ad ora nulla è stato fatto. 
Senza un cambiamento saremo spazzati via - Ieri il segretario parlando alla Direzione del Pd ha duramente criticato il proprio partito e l'esecutivo provando così a dare quella "scossa" positiva attesa da tempo da gran parte degli elettori. "Il governo è al minimo storico di gradimento, non è un dato che mi fa piacere ma mi terrorizza. Il nostro problema è cercare di invertire la china e ridargli forza. Ma se si continua ad alimentare il retroscena che il mio problema è sparare sul governo, si butta via occasione storica di fare riforme" ha affermato Renzi. "Se non c'è consapevolezza di questa urgenza e pensiamo si possa andare avanti come niente fosse - ha proseguito - noi saremo spazzati via". "Il Pd ha un'unica possibilità - ha spiegato - o riesce a realizzare le riforme o da qui ai prossimi 4 mesi ci sarà una devastante campagna elettorale in cui l'antieuropeismo di Grillo e Berlusconi si salderanno con argomenti demagogici e sentiti da una crescente parte della popolazione e ci incastreranno sulla responsabilità del fallimento che sarà addebitabile a noi". 
 
 
Non voglio fare le scarpe a Letta - Non voglio "fare le scarpe" a Letta. Anzi, le critiche al governo sono un segnale di affetto ha assicurato Renzi che ha dedicato un lungo passaggio del suo intervento a smentire "complotti segreti" da parte sua per arrivare a palazzo Chigi. "Ho preso degli impegni, come ricandidarmi a Firenze, che evidenziano che la mia prospettiva personale non è giocare dentro gli intrighi di Palazzo per andare presto a votare e andare a palazzo Chigi. Ho anticipato la ricandidatura a sindaco per evitare questo sospetto. Ho inserito la revisione della Costituzione nel programma perché richiede un periodo di tempo più ampio, almeno un anno davanti, quindi di cosa parliamo? Possiamo dirlo o no che se il governo fa bene si merita bravo e sennò si critica?" ha ribadito il segretario. 
Legge elettorale, non voglio mandato ma un voto della Direzione - Renzi ha chiesto alla direzione Pd di non soffermarsi su questo o quel modello di legge elettorale ma di conferirgli un "mandato" a superare i "veti dei piccoli partiti" contro il ripristino di un meccanismo elettorale di impianto chiaramente bipolarista. In direzione, il segretario ha spiegato: "Abbiamo messo in campo tre proposte di legge. Mi sentirei di chiedervi, nell'approvare o respingere la relazione, un mandato su un punto molto chiaro: siamo alla fase finale per la scelta della legge elettorale, possiamo scegliere un modello che recuperi un modello o uno che impedisca la stabilità e anche l'alternanza". "In sostanza - ha aggiunto - accettiamo ci siano veti da parte dei piccoli partiti, o immaginiamo di concludere finalmente la lunga transizione verso un modello dell'alternanza che credo sia espressione di quasi tutte le democrazie occidentali, dove chi vince è un partito che non può ripetere le indegne figuracce consegnate dai governi di centrosinistra? Se nel 2008 abbiamo perso è perché il diritto di veto di una serie di partiti ha di fatto impedito al governo Prodi di fare le cose che aveva promesso".
Surreale polemica per dialogo con Berlusconi - E' "surreale" fare polemica per il dialogo con Forza Italia sulle riforme. "Noi cerchiamo fino all'ultimo giorno - da 5 Stelle a Fdi - di parlare con tutti, ovunque. Certo, non mi metto in testa la telecamera per parlare con quelli di 5 Stelle. Ma se riusciamo a offrire ai nostri interlocutori il pacchetto completo - legge elettorale, riforma del Senato e riforma del Titolo V - è del tutto evidente che si parla anche con Fi" ha detto Renzi che poi ha avvertito Silvio Berlusconi che non si può barattare l'intesa sulla legge elettorale con il voto a maggio. 
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17 gennaio 2014  Redazione Tiscali
Il consiglio di Hominibus
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
è il personaggio giusto al momento giusto e nel ruolo giusto per segnare la fine dei partiti,
cominciando dal travagliato Partito Democratico, se sarà capace di smettere di spostare tavoli e seggiole
nel palazzo già pericolante della devastata cittadella della politica italiana, inquadrata nel
decrepito mondo della politica internazionale in cui impera il pensiero dei forti.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
potrebbe giocare il ruolo di 'terminator' della millenaria abitudine al massacro dei Popoli,
solo se riuscisse ad intuire la giustezza del momento storico, caratterizzato dal disagio dilagante a causa
dell'evidente fallimento della organizzazione politica, economica, sociale delle Comunità,
in cui si insiste a non rispettare il criterio qualificante della vera democrazia.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
comincia a dare segnali di essere sulla strada giusta quando avverte della necessità di fare
qualcosa di significativo per evitare il pericolo immanente di essere spazzati via, ma si astiene dall'iniziare
a dare importanza alle diffuse sollecitazioni, continuando a sostenere vari modelli di legge
elettorale che presupporrebbero l'inutile sopravvivenza dei decomposti partiti.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
dimostra, così, di essere spinto solo dal viscerale bisogno di autosalvarsi, essendo giunto
al posto giusto nel momento sbagliato, che gli imporrebbe di autorottamarsi, dando il buon esempio con
la liquidazione del Partito Democratico alle formazioni politiche che hanno la sventura di
condividere l'unico provvedimento in grado di chiudere la disamina in corso.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
dovrebbe trovare, però, la forza morale di sacrificarsi nel rogo purificatore, mettendo fuori
luogo espressioni come 'fare le scarpe' al povero collega di partito, 'pretendere un voto dalla direzione',
 sempre di partito, che sarebbe sostituita dal voto della pubblica opinione, 'parlare con tutti'
 anche se sono delinquenti patentati a capo di partiti che sarebbero cancellati!
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
agirebbe in piena libertà e avrebbe garantito il seguito di milioni di Cittadini che gli hanno
consentito di vincere le primarie e che sicuramente includevano molti elettori non appartenenti al P.D.,
rottamando le onerose ed obsolete formazioni partitiche e mandando in soffitta premi di
maggioranza e criteri proporzionali che hanno alimentato interminabili dispute.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
sarebbe in grado di fare uno straordinario taglio alle spese politiche, promuovendo quel
finanziamento volontario, applicabile alla elezione diretta delle personalità politiche candidate come
rappresentanti ad assemblee comunali, provinciali, regionali, nazionali ed internazionali,
come l'unico modo di garantire la corrispondenza pubblica di volontà private.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
otterrebbe l'insolito risultato di coniugare un grande risparmio con la cancellazione della
figura tradizionale del personaggio politico e l'impiego delle nuove tecnologie di comunicazione per
consentire al Cittadino di tenere costantemente sotto controllo l'operato del suo delegato,
al quale può togliere il mandato se non agisce nel rispetto degli accordi privati.
 
L'intrepido trentanovenne catapultato alla segreteria del primo partito italiano
avrebbe l'età giusta per porre degli obbiettivi nel medio e lungo termine,
prendendo in carico un programma di lavoro adeguato alle attese,
espresse o inespresse, ma sicuramente corrispondenti ai
bisogni da tutti condivisibili, eccetto con i politici
oggi in auge che potrebbero, anche loro,
trarne vantaggio se saranno in
grado di percepirne la
vera portata!
Roma 18 Gennaio 2014
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.