Bufera su Apple. Nel mirino le cassaforti nei paradisi fiscali: tasse non
pagate per 44 miliardi di dollari di Marco
Valsania (Il
Sole 24Ore online 23/05/2013)
New
York – L'ultima innovazione di Apple non riguarda l'iPhone o l'iPad. Apple
ha scoperto le società apolidi: non hanno sede fiscale da nessuna parte,
quindi il loro reddito non è tassato da alcuno stato al mondo. E' in questo
modo che la società di Cupertino avrebbe, del tutto legalmente, evitato di
dover pagare imposte su 44 miliardi di dollari di profitti. E, quando si
contano gli utili su cui ha versato tasse estremamente basse, il totale
salirebbe ad almeno 74 miliardi in quattro anni.
Il
"meccanismo" è stato messo in luce da un rapporto del Senato americano, più
precisamente della sua Sottocommissione permanente d'inchiesta. Che ieri ha
chiamato il chief exeucutive dell'azienda, Tim Cook a renderne conto in
aula. Un meccanismo che conta su vuoti nell'incrocio tra la legislazione
americana e irlandese: le divisioni internazionali di Apple, alle quali
fanno capo le attività in Europa, Medio Oriente, India, Africa e Asia, hanno
sede a Cork in Irlanda. Ma per Dublino sono effettivamente "controllate a
gestite" dal quartier generale negli Stati Uniti, quindi ai loro fini non
vanno tassate localmente. Peccato però che per gli Stati Uniti il loro
reddito sia generato all'estero, quindi la tassazione americana può essere
differita fintanto che i capitali restano fuori dai confini.
Risultato: la colossale divisione Apple Operations
International dal 2009 al 2012 ha intascato 30 miliardi ma non ha dichiarato
alcun dimicilio fiscale e in cinque anni non ha mai neppure presentato una
dichiarazione dei redditi. Una seconda divisione, la Apple Sales
International, avrebbe pagato un'aliquota effettiva pari allo 0,5 per cento.
Gli inquirenti del Congresso hanno parlato apertamente di un ricorso ad "alchemia"
fiscale e ad "aziende fantasma" da parte di Apple.
Cook, coadiuvato dal direttore finanziario Peter
Oppenheimer, si è difeso a spada tratta durante la lunga audizione, dominata
dalle aggressive domande dei senatori Carl Levin, democratico, e John
McCain, repubblicano. Levin ha denunciato che "Apple ha sfruttato
un'assurdità che non abbiamo visto altre aziende utilizzare". Ma il chief
executive di Apple ha contrattaccato chiedendo piuttosto una riforma del
sistema fiscale per le aziende che permetta di rimpatriare capitali senza
pagare un'aliquota considerata punitive e pari oggi al 35 per cento. Cook ha
proposto un'aliquota inferiore al 10% per rimpatriare profitti e essere
competitivi con altri paesi.
L'amministratore delegato ha anche assicurato che
Apple ha sempre pagato tutte le imposte dovute negli Stati Uniti, sei
miliardi di imposte sul reddito nel 2012. Anzi ha affermato di ritenere che
Apple sia il principale contribuente aziendale all'erario americano: ha
calcolato di essere responsabile del versamento di un dollaro ogni 40 di
gettito fiscale della Corporate America.
Senza contare le migliaia di posti di lavoro che ha
creato sostenendo l'economia del Paese. La divisione irlandese, a suo
avviso, è semplicemente un modo per gestire efficacemente contanti già
tassati altrove.
Le mosse fiscali di Apple hanno destato scalpore, ma
non sono isolate. Nella polemica su riforma fiscale e elusione delle tasse
altre aziende hi-tech americane sono finite di recente nel mirino del
Congresso, tra queste la Hewlett-Packard e la Microsoft. La prima è stata
criticata per aver rimpatriato surrettiziamente profitti, facendoli passare
per prestiti esentasse delle controllate alla casa madre. La seconda per il
trasferimento "di comodo" offshore di redditizie proprietà intellettuale.
La riflessione di Hominibus
Quali altre dimostrazioni sono necessarie per
accettare
la improcrastinabilità della rivoluzione dei
sistemi fiscali ed abbandonare
la vigliacca imposizione principalmente su un
reddito che lascia libero campo
a malversazioni proprio nelle fasce
più facoltose della popolazione, come
capita ad Operatori in grado di scegliere
dove pagare?
L'opinione pubblica, percepibile nelle fasce
più deboli,
non è molto consapevole dell'enorme arroganza
degli attuali sistemi fiscali
a causa della abitudine a subire un modello
di ripartizione delle spese comuni
indivisibili che con la mano destra evita di
colpire la vera ricchezza, mentre
con la mano sinistra finge munificenza verso
i poveri.
Questo comportamento è da addebitare ai
Governi di
qualsiasi colore, sempre composti da una
Casta politica già agiata o che
ritiene di poterlo diventare in breve tempo
e, quindi, portata a ritenersi estranea
da certi destini, da trattare nell'ambito di
interventi di facciata, che evitino
l'emancipazione di mentalità abituate alla
sofferenza.
Sì, perché è importante conservare tutte le
abitudini,
sia quella della sopraffazione, sia quella
della indiscutibile accettazione
di essere una componente fastidiosa della
società ideale, in cui abbiano diritto
vero di cittadinanza solo coloro i quali non
necessitano di soccorso, anzi
da sollecitare, per pietà, verso chi non è
autonomo.
Purtroppo, però, questo tipo di società è il
frutto di
una mentalità ormai inaccettabile in questo
terzo millennio, per il semplice
motivo che tutti gli abitanti della Terra non
hanno altra alternativa di spostarsi in
altri mondi e, quindi, bisogna adottare dei
principi per una coesistenza che
assicuri per Tutti una vita degna di essere
vissuta.
Per ottenere ciò, superando con un balzo
tutte le
minchionerie pomposamente dette e sostenute
nelle politiche sociali di ieri
e di oggi, basta ed avanza la semplice,
elementare proposta di adottare i binomi:
Stato-Condominio, Federazione di
Stati-Federazione di Stati-Condomini, fino
alla affermazione conclusiva di
Mondo-Condominio!
Se si accettassero queste equazioni, si
otterrebbero
conclusive sistemazioni del Vivere insieme,
realizzando una straordinaria
evoluzione delle confuse normative che
regolano la partecipazione dei Cittadini
nella costruzione del Bene comune, e che,
come accade per tutte le cose
veramente buone, è sintesi di giustizia
e democrazia.
A ciò ne seguirebbe la semplificazione della
Politica,
perché si adotterebbero i comuni regolamenti
condominiali, mandando
in soffitta le sue colorazioni, dal rosso al
nero ed i relativi schieramenti di trincea,
destra,
centro-destra, centro, centro-sinistra, sinistra, e, quello di base,
che è l'archiviazione dei sistemi fiscali
basati sul reddito!
In tal modo sparirebbero tutte le
complicazioni storiche,
perché la regola base sarebbe costituita
dalla partecipazione di Tutti alle
spese comuni indivisibili, definite ai vari
livelli, dai Comuni fino alle Federazioni
di Stati, in proporzione alla ricchezza
patrimoniale, il cui valore non deve
essere fissato per legge, ma dalla Domanda ed
Offerta.
Così non saranno più possibili
notizie tanto esilaranti,
come quella sopra riportata, che
narra, con grottesca pretesa di stupire,
le imprese a livello mondiale degli
straordinari Cavalieri del Lavoro, sotto il peso
di onorificenze, pubbliche e private,
corredate da redditi provvidenziali,
che sono costretti ad elemosinare una
graziosa ospitalità.
Mentre il consuntivo di tutte le loro
stupefacenti imprese
potrà essere rilevato e sottoposto ad
equa imposizione fiscale in tutto il
mondo, prendendo in
considerazione aree, stabilimenti, impianti, infrastrutture,
attrezzature e servizi forniti, al
valore di mercato, consentendo, di contro,
il libero movimento dei capitali e
dei relativi proventi.
Da questo nuovo assetto politico,
economico e sociale
potranno trovare soluzione definitiva
tutti i problemi odierni, regalando
ad ognuno di Noi l'adesione convinta,
derivante dalla certezza di aver posto al
al centro un regolatore automatico,
capace di aggiustamenti spontanei
sulla spinta di interessi generali,
senza intermediazione!
Proprio come richiede una
vera Democrazia,
se
liberata dagli storici falsi presidii
!
Insomma, ...
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è
indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle elezioni
di ottobre)
Hominibus propone cose giuste, facili da
fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per
una società del 3° Millennio.
Traduciamola in realtà!
L'ITALIA,
La
prima Nazione nel Mondo
con il
sistema fiscale patrimoniale,
anzi,
condominiale, e la libera circolazione
della
ricchezza finanziaria, grande risorsa
sociale!
Dunque, stare insieme, ma da pari, in un
grande...
STATO
CONDOMINIALE
per consentire
finalmente la partecipazione diretta di tutti i
Cittadini,
che avranno
ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna
del binomio ...
MERCATO &
FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro
il 2020, in un'Europa condominiale entro il
2030, nel Mondo entro il 2050 !
Hominibus
Movimento di
opinione per la costruzione di una
societa' onesta,
che riconosca
finalmente i diritti della maggioranza
delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente
favorevoli alle classi benestanti,
sempre peggio rappresentate.