(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)
La semiologia può fermarsi al riconoscimento statistico dei segnali ed evitare di studiarne i significati?
In Italia la sinistra può vincere solo se tutti pensano che stia per perdere. Altrimenti non ha chance.
E' uno dei paradossi emersi dalle urne. Facciamone tesoro, la
prossima voltaCi si attendeva una decisa vittoria del Pd e una pallida
rimonta di Berlusconi, e le previsioni non si sono verificate. Ma c'è stato
un precedente, quando Occhetto aveva annunciato di aver messo in piedi una
gioiosa macchina da guerra, e poi è iniziata l'epoca berlusconiana.
Parimenti, nel corso della scorsa campagna elettorale, tutto l'approccio del
Pd è stato in termini trionfalistici: Bersani dava per certa la propria
decisiva maggioranza, asseriva che chi avrebbe vinto (e cioè lui) avrebbe
governato. Così, mentre a molti di noi pareva che il leader Pd conducesse
una campagna da gran signore, senza svaccare come i suoi avversari, la sua
campagna è risultata fiacca, perché condotta in base alla tranquilla
persuasione che, secondo i sondaggi, ormai il Pd aveva vinto.
Corollario: ogni volta che la sinistra si presenta come
sicuramente vincente, perde. Pura jella? Non ricordo più in quale talk show,
Paolo Mieli aveva detto che è ormai un dato di fatto assodato, e da almeno
sessant'anni, che in Italia il 50 per cento dei votanti non vuole un governo
di sinistra o di centrosinistra. Sarà (commento io) la paura remota che
risale ai tempi del "terribile Stalino l'orco rosso del Cremlino" di cui a
noi fanciulli raccontava settimanalmente "il Balilla", sarà il terrore del
bolscevico che abbevera i suoi cavalli alle acquasantiere di San Pietro (su
cui aveva bene giocato la propaganda dei Comitati Civici nel 1948), sarà il
terrore continuo che la sinistra aumenti le tasse (cosa che peraltro ha
sempre annunciato, mentre è la destra che poi l'ha fatto), ma in sostanza
quel popolo di buoni borghesi di mezza e tarda età, che non leggono giornali
e vedono solo le televisioni di Mediaset, e a cui si rivolge Berlusconi
quando minaccia il ritorno del comunismo, queste cose le pensa, e la paura
dei governi di sinistra è un poco come il terrore dei Turchi, che dev'essere
continuato a lungo anche dopo che a Lepanto era iniziato il declino
dell'impero ottomano.
Dunque, e torno a quelle parole di Mieli, se la metà degli elettori italiani
vive questo costante timore, non potrà che rivolgersi a chi ne propone
l'antidoto, per cinquant'anni la Dc e per venti il berlusconismo. Credo che
Mieli facesse questa analisi quando pareva che una salita in campo di Monti
potesse offrire un'alternativa - e si veda come infatti, guidato da questo
timore, Berlusconi abbia sempre condotto la sua battaglia contro Monti
mostrandolo come servo sciocco della sinistra.
Bene, Monti non ce l'ha fatta e la difesa dalla sinistra è tornata a essere
monopolio di Berlusconi. Da cui una riflessione che mi pare ovvia: la destra
vince quando la sinistra convince l'elettorato moderato che sarà essa a
salire al potere. La sinistra invece vince come, quando nel caso delle
campagne di Prodi, non ha ostentato troppa fiducia, ha solo comunicato il
messaggio subliminale "io speriamo che me la cavo", ed è riuscita a vincere
quando non tutti ci avrebbero scommesso.
Una dose di vittimismo è indispensabile per non
galvanizzare gli avversari. Grillo ha fatto una campagna da vincente, ma è
riuscito a dare l'impressione che lo escludessero dalla tv e dovesse
rifugiarsi nelle piazze - e così ha riempito i teleschermi prendendo le
parti delle vittime del sistema. Ma sapevano piangere Togliatti, che
presentava i lavoratori come tenuti fuori dalla stanza dei bottoni dalla
reazione in agguato; Pannella che, lamentandosi sempre che i media
ignorassero i radicali, riusciva a monopolizzare l'attenzione costante di
giornali e televisioni; Berlusconi, che si è sempre presentato come
perseguitato dai giornali, dai poteri forti e dalla magistratura, e quando
era al potere si lamentava che non lo lasciassero lavorare e gli remassero
contro. E' dunque fondamentale il principio del "chiagne e fotti", ovvero,
per non esprimerci in modo troppo volgare, quello del "keep a low profile",
tieni sempre un "profilo basso".
Solo se non dà per sicura l'avanzata della sinistra il signore di mezza età
si astiene o disperde i suoi voti. Se la sinistra millanta vittoria, il
moderato si rifugia presso l'Unto del Signore.
!4 Marzo 2013
La riflessione di Hominibus
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
Lei dà un esempio straordinario di travisamento dei motivi che hanno determinato l'arretramento
del Partito democratico rispetto alle previsioni di sicuro successo nelle elezioni politiche appena concluse,
limitandosi a semplici considerazioni statistiche, anziché sfruttare la forza coinvolgente dei mezzi
a Sua disposizione per aiutare a capire i motivi profondi di quanto si ripete a sinistra.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
è evidente il Suo scarso interesse ad esaminare il significato della ripetizione dei comportamenti,
perché ha la fortuna di appartenere ad un ceto a cui sta bene l'assetto amministrativo di questa nostra Italia,
ripetuto nel mondo solo con piccole variazioni, in cui impera la mistificazione dei valori di base,
nell'intento, mai dichiarato esplicitamente, di salvaguardare il benessere acquisito.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
tutti i Cittadini che si trovano, insieme a Lei, in stato economico agiato, che sono spinti a destra
perché non giudicano pericolosi i propositi di questa finta forza politica di centro-sinistra, che sarebbe giusto
clssificarla 'destra di seconda scelta', dovrebbero provare ad esaminare dei criteri semplici, chiari
che, però, hanno difficoltà a raggiungere l'opinione pubblica con la forza necessaria.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
i criteri semplici, chiari, esposti di seguito, hanno la necessità di conquistare 'testimoni' prestigiosi
per avere la strumentale forza di penetrazione presso la Cittadinanza di destra, perché si convinca a lasciare
l'attuale arroccamento che impedisce l'armonizzazione spontanea degli interessi, piccoli e grandi,
capace di incentivare il razionale ammodernamento dell'amministrazione pubblica.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
i criteri semplici, chiari, consistono nell'assimilare, nell'esempio più facile da fare, la nostra Italia
ad un semplice, ma enorme, condomìnio, replicabile, però, in Europa e, di conseguenza, anche in tutto il
Mondo, in cui ogni Cittadino paghi le imposte necessarie per le spese comuni indivisibili in misura
alla personale ricchezza, mobile ed immobile, solo nel Paese dove essa è censita.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
la motivazione del carico fiscale sarebbe, appunto, semplice, chiara, indiscutibile perché riferita
a beni materiali, oggetti di arrivo delle umane attività, ed ai servizi necessari per il loro corretto e pacifico
godimento, evitando la costosissima, incerta e pericolosa pretesa delle attuali amministrazioni
di controllare la parvenza di ricchezza in tutte le transazioni del vivere quotidiano.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
conclude il breve elenco dei semplici criteri la esenzione delle forme di ricchezza finanziaria,
fino a realizzare la libera circolazione internazionale dei capitali, finalmente spinti a correre verso i Paesi
che offrono maggiore garanzia di ritorni, contribuendo a superare vecchie politiche di economia
domestica, che non sono più ammissibili nella ineluttabile integrazione mondiale.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
quindi, si ricava, nella ripetizione storica dei segni, il significato della persistenza della vigliacca
e reciproca collusione tra destra e sinistra, in cui alla prima bisogna riconoscere la coerenza della azione,
mentre alla seconda la grave colpa, per arroganza, incapacità culturale o suo condizionamento
storico, di volersi riconoscere nella difesa dei più deboli, collaborandone al massacro.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
così, anche i nuovi movimenti, che hanno la pretesa di smantellare le concrezioni politiche, non
dimostrano di aver capito che le vere cause dell'avvitamento sociale ed economico, che l'Italia, l'Europa
ed il Mondo intero stanno vivendo, non possono essere rimosse solo con la riduzione della spesa
pubblica, miglioramento della rappresentanza politica, maggiore efficienza gestionale.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
l'aggravamento delle crisi cicliche impone un cambiamento epocale dei criteri nella ripartizione
degli oneri comuni indivisibili di questo vivere insieme, adottando l'azzeramento dell'arbitrio politico nella
politica fiscale, esonerando redditi e rendite di varia origine e concentrando l'imposizione sulla
ricchezza reale con l'adozione del criterio condominiale del binomio: Fisco-Mercato.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
di conseguenza, prendendo ad esempio la Sua posizione di contribuente nel regime proposto,
Lei sarebbe libero di incassare i proventi dei Suoi libri in completa esenzione fiscale, ma anche esportarli
dove Le conviene, può prestarli, investirli in titoli, depositarli, percependo interessi senza oneri
fiscali, rendendo più leggero il finanziamento nella produzione dei beni e servizi.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
Lei non subirebbe oneri aggiuntivi nella compravendita di beni e servizi, sia per investimento
che per consumo, in importazione ed esportazione, essendo imponibili solo i cespiti patrimoniali censiti
nel territorio, il cui valore viene definito spontaneamente dal mercato, frenando l'immobilizzo
di risorse nella distruttiva replicazione di beni, oggi divenuta solo un inutile rifugio.
Egregio critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, Umberto Eco,
concludendo, la vera sollecitazione che vale per la Sinistra, ma che ...
potrebbe valere anche per Lei, anzi per noi tutti, è:
KEEP A HIGH PROFILE
"Non si può risolvere un problema con