La faticosa riqualificazione degli allevatori mondiali di polli

(Il tentativo di esortare i piu' forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

Come sarebbe stata l'Italia se fosse stata fondata sul fisco condominiale, anziché sul lavoro, che è un'ovvietà?

Giorgio Napolitano (Ansa)Il monito di Napolitano: "Guardiamo alla Costituzione, serve una maggioranza vera"

Il Capo dello Stato bisogna sempre guardare alla Carta Costituzionale. Per questo qualsiasi soluzione per uscire dall’empasse dovrà rispettare una condizione imprescindibile: l’esistenza di una “maggioranza vera” anche a Palazzo Madama. Serve insomma un governo non basato su assenze o voti caso per caso. Quindi no a un governino di minoranza e no a un esecutivo di combattimento.
Il monito di Napolitano - Napolitano lancia un monito verso chi sta facendo le "ipotesi più disparate" sulle soluzioni da perseguire per il dopo elezioni, ma soprattutto un invito alle forze politiche ad avere "misura" e "senso di responsabilità" e a "salvaguardare l'interesse generale evitando premature categoriche determinazioni di parte". Dopo il suo rientro dalla visita di Stato in Germania, il presidente della Repubblica sente ancora una volta la necessità di dire una parola di chiarezza nel dibattito politico.
“Serve senso di responsabilità” - "Al mio rientro dalla Germania, ho potuto prendere meglio visione - sottolinea in una nota - delle prese di posizione apparse sulla stampa italiana in ordine alle prospettive post elettorali. Sono state affacciate, sia da analisti e commentatori sia da esponenti politici, le ipotesi più disparate circa le soluzioni da perseguire. Nel ribadire attenzione e rispetto per ogni libero dibattito e, soprattutto, nel riservarmi ogni autonoma valutazione nella fase delle previste consultazioni formali con le forze politiche rappresentate in Parlamento, mi permetto - è il monito che arriva dal Colle - di raccomandare a qualsiasi soggetto politico misura, realismo, senso di responsabilità anche in questi giorni dedicati a riflessioni preparatorie. Abbiamo tutti il dovere di salvaguardare l'interesse generale e l'immagine internazionale del Paese, evitando premature categoriche determinazioni di parte".
“Mi riservo ogni autonoma valutazione” - Inoltre Napolitano ha detto di avere "rispetto per ogni libero dibattito" ma mi riservo "ogni autonoma valutazione nella fase delle previste consultazioni formali con le forze politiche rappresentate in Parlamento".
 
03 marzo 2013  Redazione Tiscali
Mentre la Presidenza della Repubblica invita ad attenersi alle regole costituite
 per dare soluzione all'imprevista situazione creata dalla impetuosa
nuova forza politica degli incontenibili Grillini...
 
La preghiera di Hominibus
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
a Lei tocca il compito di gestire la baraonda generata dalla invasione nel Parlamento
da parte di questa nuova massiccia generazione di parlamentari al di sotto dei quaranta anni,
che risolve in buona parte lo svecchiamento degli apparati e che dovrebbe far sperare
in un accorciamento della filiera di rappresentanza politica del Cittadino.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
certamente Lei avrebbe preferito un completamento del Suo settennato meno scosso
da sollecitazioni così insolite, scaturite dall'uso della rete per muovere l'attacco alle Istituzioni,
imbalsamate in consuetudini che imponevano lenti processi di aggregazioni, mentre
 oggi contatti planetari gratuiti si effettuano viaggiando alla velocità della luce.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
era quindi prevedibile che la vecchia baracca parlamentare non avrebbe resistito a lungo
alle spallate provenienti specialmente dai giovani cresciuti in mezzo a computer, telefoni mobili,
palmari, blog, forum, ecc., per i quali sembra scontato poter utilizzare questi strumenti per
scambio informazioni ed opinioni, rendendo naturale l'impiego nella politica.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
nulla, però, sembra che cambi nei cuori e menti di questi giovani cresciuti nella democrazia
realizzata nei settanta anni di storia repubblicana, tranne l'impulso travolgente di voler buttare
 fuori gli attuali residenti nelle Camere parlamentari, con la presunzione di poter fare meglio
 di loro, affidandosi solo alla loro giovane età, ma incuranti d'inesperienza.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
ora, visto che l'attacco è irresistibile, non rimane che immaginare cosa attenda l'Italia nei
 prossimi anni o decenni se non si provvederà subito ad educare questi nuovi rappresentanti
affinché non insistano negl stessi errori dei precedenti legislatori, a favore dei quali si
cominciava a percepire dei sintomi di cedimento, se non di convincimento.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
in questa impresa Lei potrebbe svolgere una azione molto importante, di eccezionale
conseguenza, cogliendo gli ultimi mesi della Sua carica istituzionale per assegnare a queste
nuove generazioni il mandato di porre fine al solito massacro dei più deboli realizzando
quelle modifiche che sono necessarie per evitare le cicliche crisi economiche.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
Lei certamente avrebbe preferito  non assistere all'attacco micidiale, con alzo zero,
mosso, addirittura da parte di un Comico in disarmo, a questo sistema politico, che tanta parte
 nella Sua vita e nella Sua carriera ha avuto, esponendoLa al rischio di rappresentare
la risultante massima del disagio odierno, vissuto dalle nuove generazioni.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
la massiccia adesione popolare alla protesta ha raggiunto una tale determinazione
che richiede una presa d'atto a tutti i livelli delle cariche politiche e l'assunzione responsabile
di leggere dentro la spettacolarità degli atteggiamenti, le vere cause di un disastro
 provocato dalla superficiale impostazione della politica detta 'di sinistra'.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
Lei si appella ad un senso di responsabilità, che, però, sembra essere mancato
allo schieramento partitico, di cui Lei ha fatto parte per lunghi decenni, scalandone tutte le
posizioni fino a rappresentare l'intera Nazione, da cui non può escludere la Sua
persona, rivedendo criticamente le manchevolezze della Sua lunga carriera.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
oggi, purtroppo, Lei deve dare il segnale della profonda revisione improrogabile
da applicare al pensiero della fantomatica sinistra, fino a giungere alla dichiarazione della
errata impostazione dei principi costituzionali che indicano con il primo articolo
essere il lavoro la base fondante di questa nostra bella Repubblica Italiana.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
Lei dovrebbe convenire che sarebbe stato meglio mettere al primo posto il diritto
al rispetto reciproco che è, senza ricorrere ai sofismi di cui si è sempre ornata la Sinistra,
la corretta ripartizione degli oneri del vivere insieme nel costruire il bene comune,
considerando il soccorso ai ceti più deboli un servizio per la pace sociale.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
oggi incombe il pericolo di fare una lettura errata del movimento di protesta in atto,
perché non è tale, ma agisce per la semplice opportunità di usare la rete come grimaldello
per invadere le stanze dei bottoni, supportato da un programma poco originale,
in cui mancano i provvedimenti necessari per evitare il ripetersi dei difetti.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
Hominibus desidera pregarLa di voler dire, dall'alto della Sua grande esperienza
politica ed amministrativa, l'urgenza di sostituire, a fondamento della nostra Repubblica,
il diritto al lavoro con il diritto al rispetto reciproco, che si basa sul diritto-dovere
di partecipare alle spese comuni indivisibili con spirito di semplici condòmini.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
Lei deve convenire di avere una grande responsabilità nell'avere partecipato alla
definizione dei principi che governano la delittuosa fiscalità vigente, ordita per mettere
 al riparo la vera grande ricchezza, caricando sulle parti più deboli, rappresentate
dai ceti destinati a non poterne profittare, gli oneri di una incerta protezione.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
se la Sinistra avesse avuto in serio conto la protezione del Lavoro, non avrebbe
consentito di caricare di oneri impropri le magre retribuzioni difficilmente identificabili
tecnicamente come veri redditi, aggravando l'attività d'impresa e sostenendola
fittiziamente dalla concorrenza internazionale, pregiudicandone il futuro.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
oggi tutti i nodi vengono al pettine ed è necessario cambiare rapidamente registro
per adeguarsi alle  problematiche imposte dalla integrazione dell'economia mondiale,
in cui i Paesi emergenti trarranno vantaggio con i costi di produzione più bassi,
costringendo le economie mature a mettere in gioco i  patrimoni nascosti.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
è oggi urgente che la classe sociale dei famosi "percossi" debba includere tutti
i Cittadini, e questo può avvenire solo con l'abbandono della imposizione sul reddito
con l'adozione della fiscalità esercitata sulla ricchezza patrimoniale, la sola che
possa realizzare efficienza, equità ed economia, combinata con il mercato.
 
Caro Presidente uscente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO,
non abbandoni la scena politica senza dare il Suo contributo per il
riscatto della stragrande maggioranza della Popolazione che è
costretta a soffrire per assicurare il bene di chi sta già bene!
 
"Non si può risolvere un problema con
lo stesso modo di pensare
che lo ha creato !"
(Einstein)
 
E' necessario cambiare radicalmente metodo, come è indicato in
(in costruzione, attendendo l'occasione delle nuove elezioni)
 
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3° Millennio. 
Traduciamola in realtà!
 
L'ITALIA,
La prima Nazione nel Mondo
con il sistema fiscale patrimoniale,
anzi, condominiale, e la libera circolazione
della ricchezza finanziaria, grande risorsa sociale!
 
Insomma, stare insieme, ma da pari, in un grande...
 
STATO CONDOMINIALE
per consentire finalmente la partecipazione diretta di tutti i Cittadini,
che avranno ruolo attivo, anche amministrativo, all'insegna del binomio ...
MERCATO  &  FISCO PATRIMONIALE
in Italia entro il 2020, in un'Europa condominiale entro il 2030, nel Mondo entro il 2050 !
 
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una societa' onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.