I due candidati al ballottaggio delle primarie per la premiership del
centrosinistra arrivano agli studi Dear della Rai tutti e due vestiti
con un completo blu. Cambia solo la cravatta: il segretario Pd ce l'ha
rossa, mentre il sindaco di Firenze, abbandonata quella viola, stavolta
ha preferito il blu. Prima di entrare in studio, però, Matteo opta per
la camicia ed entra così sul set televisivo a maniche arrotolate per
affrontare Bersani. E infatti è subito scontro fin dalle prime battute.
Alla fine della contesa sono entrambi soddisfatti. Dopo aver abbracciato
e baciato la conduttrice Monica Maggioni, Renzi si è ancora appellato ai
suoi fan: "dai, dai ragazzi, andiamo avanti fino alla fine". "E' stata
una bella serata, civilissima. Sono contento per il Pd". Il segretario
del Pd Pierluigi Bersani commenta così la sua sfida tv con Matteo Renzi
che però non vuole definire "un match".
Primo scontro su Equitalia - Il sindaco attacca
definendo un errore aver messo "le ganasce di Equitalia agli artigiani".
"Equitalia, chiarisco a Matteo, non l'abbiamo inventata noi" replica il
segretario. "Non ho detto - è la controreplica di Renzi - che l'abbiamo
inventata noi ma che su quello non siamo stati all'altezza". "Sei stato
- è stato l'affondo del sindaco al segretario Pd - 2.547 giorni al
governo e dico questo perché è necessario fare un passo avanti".
"Nessuno è perfetto", ha chiosato il segretario. Renzi ha attaccato
anche sul fronte della lotta all'evasione fiscale che, a suo avviso,
dovrebbe passare anche dall'"andare a prendere i soldi in Svizzera se ci
sono". Duro Bersani: "Se c'è gente che preferisce il passerotto al
tacchino sul piatto - ha attaccato con la prima delle sue proverbiali
metafore - va bene ma io voglio dire che sul condono non sono
d'accordo". E Renzi sdrammatizza con una battuta: "per fare il leader
bisogna saper fare le metafore...".
Ganasce a tutti,
anche ai politici inutili, rottamati e finti rottamatori, nessun
interesse per i soldi in Svizzera,
il condono deve
essere solo un ricordo, al tacchino può provvedere direttamente il
Cittadino consapevole
Servono Stati Uniti Ue - Pier Luigi Bersani e Matteo
Renzi, nella sfida tv, sono d'accordo sulla necessità della creazione
degli Stati Uniti d'Europa. "In Europa vado a dire - sostiene il sindaco
- che io sono per gli Stati Uniti d'Europa perché questo ha senso per i
miei figli. Sogno un'Europa che intervenga su politica estera, una Bce
che faccia davvero il suo lavoro. Non è un problema personale se io ho
l'autorevolezza per dire questo, qua è in ballo l'Italia. Voglio mettere
a posto il debito pubblico non perché me lo chiede la Merkel ma per i
miei figli". "Ci rendiamo conto che - afferma Bersani - l'Europa è
diventato un problema per il mondo, che l'austerità da soli non ci porta
da nessuna parte e che siamo tutti sullo stesso treno. I progressisti
hanno una piattaforma che mette al centro l'Europa, corregge gli errori
della finanza e favorisce politiche di investimento. E certo rilanciamo
il tema degli Stati Uniti di Europa, non è un'utopia ma altrimenti c'è
il disastro".
E' così ovvio che lo
sa già il Cittadino, da solo, senza vecchi e nuovi parlamentari super
pagati
Evasione fiscale - "Si paga molto perché non si paga
tutti, per umanità mandiamo l'ambulanza a chi non paga le tasse. Bisogna
fare la Maastricht della fedeltà fiscale come in altri paesi europei. O
decidiamo di combattere l'evasione o facciamo finta, dobbiamo abituarci
a usare meno il contante. E poi serve la tracciabilità dei movimenti
bancari, le agenzie del fisco più amichevoli con chi paga le tasse.
Bisogna attaccare a livello europeo e internazionale i paradisi
fiscali". Sono le ricette indicate da Bersani nella sfida tv per
combattere l'evasione fiscale. " Bersani ha ribadito la possibilità di
una patrimoniale parlando di un "giro di solidarietà fiscale" per
rimettere in moto i consumi. E ancora qualcosa sul fronte dei prezzi e
delle tariffe. Infine misure per gli investimenti dei comuni e sul
lavoro con "un po' di credito per le piccole imprese". Secondo Renzi
bisogna "rimettere in tasca i soldi al ceto medio"."Parto
da una serie di misure immediate: nel nostro programma ci sono
100 euro netti al mese
a chi guadagna meno di 2mila euro al mese; rafforzare il sistema dei
Comuni che fanno da gabellieri per lo Stato".
Qui c'è l'imbarazzo
di scegliere la cosa più stupida.
Sul fisco i
parlamentari vecchi e gli aspiranti danno il peggio di sé:
Essere umani con
l'ambulanza, la Mastricht per la fedeltà fiscale, meno contante,
tracciabilità,
inciucio amichevole con le agenzie fiscali, valzer patrimoniale per
incentivare
i
consumi, manipolazione di prezzi e tariffe, regalo di credito politico a
piccole imprese, a prescindere,
tanto i soldi sono
pubblici, non di Bersani, mentre il nuovo che avanza, intrepido, i soldi
glieli
vuole
mettere direttamente... in tasca al ceto medio, regalando sempre soldi
pubblici
a persone già
privilegiate, perché, oltre ad avere un lavoro, hanno la 'fortuna'
di dare
l'opportunità del gesto al politico rampante,
che dimostra di
avere capito tutto!
Meno male che
Bersani
non abbia offerto
110 euro!
Onu e Palestina - "Non si possono avere titubanze a
dare alla Palestina un ruolo da osservatore nell'Onu, ha detto Bersani.
"E noi dobbiamo votare sì altrimenti avrà sempre ragione Hamas e non Abu
Mazen". Se non si risolve il problema israelo-palestinese, "se non
riusciremo a trovare per questi due popoli qualcosa di positivo, non si
risolve nulla" nello scacchiere mediorientale. "Qui ci sono due popoli -
uno insicuro, uno umiliato - che non si parlano. L'Italia e l'Europa
devono allora incoraggiare le forze moderate" e "puntare sull'evoluzione
del processo democratico". "Non sono d'accordo sul fatto che la
centralità di tutto sia il conflitto Israelo-Palestinese: il problema è
l'Iran, ha risposto Renzi, e se non raccogliamo il grido di dolore dei
ragazzi di quel Paese, se non risolviamo lì non risolviamo nemmeno la
questione tra Israele e Palestina, e un'Europa degna di questo nome non
deve lasciare solo gli Stati Uniti" di fronte a questo.
Immaginarli, i due,
protagonisti su questi argomenti fa un pò sorridere,
ma il peggio lo dà
il Giovane, sensibile al grido di dolore.
La sfida sull'industria - Nuovo botta e risposta tra
Bersani e Renzi sull'eredita dei governi del centrosinistra nella
politica industriale. "Nessuno è perfetto - afferma il leader Pd
replicando ad osservazioni di Renzi - per l'amore di Dio ma non mettiamo
insieme tutti gli ultimi 20 anni e i nostri governi con quelli di
destra. Noi rispetto alla politica industriale abbiamo fatto parecchie
cose". "Certo - ribatte Renzi - Berlusconi ha deluso tutti ma noi non
abbiamo capito la strategia per i nostri figli". Il segretario Pd a
questo punto taglia corto: "Discutiamo un altro momento, davanti ad una
birra..."."Su questi temi abbiamo qualcosa da farci perdonare". Renzi è
andato all'attacco, tra l'altro, all'attacco anche sulla questione Ilva
sottolineando che "si è lasciato fare alla famiglia Riva quello che ha
fatto"."Bisogna occuparsene delle imprese perché se non ce se ne
occupa...Se sei azionista pubblico, ad esempio, chiediti se è il caso di
vendere Ansaldo Energia, se la Fiat ce la fa da sola o deve arrivare
qualcun altro, sulla siderurgia bisogna rimettere a posto un sistema
prezioso per il paese. Bisogna tornare a fare mente locale su cose
basiche del sistema industriale, il saper fare italiano va portato verso
nuove frontiere tecnologiche", controribattuto Bersani.
I politici debbono
ignorare l'argomento e lasciarlo alla iniziativa privata,
la sola capace di
rispettare l'equilibrio tra rischi e prospettive di guadagni
Il finanziamento pubblico - Nuovo duello tra Pier
Luigi Bersani e Matteo Renzi sui costi della politica. "Bisogna studiare
un tetto ai cumuli dei vitalizi e delle pensioni. Bisogna partire dalla
politica ma non è inammissibile che grande manager prende buona uscita
da 20 milioni di euro". E' la posizione di Pier Luigi Bersani sui tagli
alla casta, aggiungendo che "non siamo contrari al finanziamento
pubblico". Punto su cui Renzi non è d'accordo: "Non basta dire
dimezziamo il finanziamento pubblico, bisogna abolirlo, a Sposetti
bisogna dire che è ora di dire stop all'aumento dei finanziamenti ai
partiti e che tutte le spese dei partiti devono essere messe con fatture
on line. Al Comune di Firenze c'è scritto come il sindaco spende i
soldi". E Bersani chiede la sua quarta replica: "Son d'accordo con
Matteo sulla trasparenza ma la democrazia è stata inventata in Grecia e
decisero che in democrazia la politica va sostenuta pubblicamente, così
non è una tirannide. Non mi rassegno all'idea che la politica la
facciano solo i ricchi". E Renzi: "Passar da pericle a Fiorito ce ne
passa...".
Sul finanziamento
pubblico sono entrambi fuori strada:
Il politico
politicante è la cancrena della società moderna, la quale non ha bisogno
di morboso
patrocinio, ma di regole di autogoverno che consentano la creazione di
ricchezza,
applicando
dispositivi automatici che adeguino la partecipazione alle spese comuni,
che possono essere
assicurati solo dagli stessi Cittadini.
Il Politico del 3°
millennio sarà un professionista,
finanziato con obolo
privato volontario,
che non richiede
controllo di note
spese, ma di
risultati!
Il conflitto di interessi - "Il non aver fatto il
conflitto di interessi con il centrosinistra al governo "è la
dimostrazione più drammatica che abbiamo fallito", insieme alla caduta
del governo Prodi con Mastella che tolse la fiducia, ha attaccato Renzi.
"Dobbiamo dire che nei primi 100 giorni si fa", aggiunge. Non aver
affrontato il problema del conflitto di interessi "è stato un limite ma
bisogna capire bene" dove si deve andare a intervenire: "ci vuole una
legge sull'incompatibilità e l'antitrust", ha spiegato il segretario del
Pd. Bersani ha ricordato di aver fatto una battaglia su questo punto
all'epoca. Bersani ha sottolineato comunque che "non aver fatto un
antitrust serio sulle comunicazioni è stato un limite". Bersani ha poi
citato il caso dell'Inghilterra dove "non c'è il conflitto di interessi
ma non ci si mette le dita nel naso; se l'avessimo fatta la storia del
Paese avrebbe avuto qualche curva in meno". "D'accordo con il segretario
- ha detto Renzi - sul fatto che non ci mettono le mani nel naso e
sull'antitrust". "Ma non giriamo intorno al problema - ha concluso - non
aver fatto il conflitto di interessi è la dimostrazione più drammatica
che abbiamo fallito".
Il conflitto di
interessi non ha bisogno di misure politiche,
ma di applicazione
di norme del codice penale!
Pensioni - "La riforma Fornero è giusta a parte gli
esodati. Ma non si può rimettere in discussione perché non si arrabbia
solo l'Europa ma le nuove generazioni. Certo non dobbiamo fare le cose
del 2007: con lo scalone abbiamo sbagliato, è una riforma che è costata
9 miliardi e che abbiamo fatto per dare soddisfazione alla sinistra
radicale. E' per questo che io chiedo la rottamazione della classe
dirigente del passato". Così il sindaco di Firenze torna ad attaccare i
governi del centrosinistra, stavolta sul tema della riforma Damiano. "Io
sono contrario agli scaloni" per il sistema pensionistico "e se ci
avessero dato ragione e avessimo pensato a uscite più flessibili (con
chi esce prima che prende meno e chi dopo prende di più), ora non
saremmo" a questa situazione. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier
Luigi Bersani durante la sfida tv con Renzi. "Costa di più? Sì, ma ora
abbiamo il problema degli esodati che non è un ammennicolo. Queste sono
cose che costeranno miliardi perché non possiamo lasciare la gente per
tre anni senza salario, pensioni, senza niente...". Anche per questo, ha
aggiunto Bersani, "io non posso ritenere chiusa la questione delle
pensioni finché non è risolta la questione degli esodati. Non c'è niente
da stravolgere e so benissimo che bisogna tenere il sistema in
equilibrio e in sicurezza", ha concluso.
Altro importante
argomento che sarebbe sottratto alla politica
se si eliminano i
partiti, mettendo fine ad un potere funesto!
La questione delle alleanze - Il tema caldo è quello
delle alleanze. Renzi mette in guardia il segretario sulla
frammentazione e sul fatto che è "circondato da gente che vuol star
dentro solo per lucrare". Il sindaco va giù duro auspicando, a proposito
anche di programmi, che non accada che "vinciamo e tra due anni ci
rimandano a casa un'altra volta perché c'é il problema dell'agenda
Monti". Le primarie, evidenzia "servono anche a questo". Ma "sei sicuro
- attacca - che le anime vadano tutte insieme? Perché la nostra
preoccupazione è finire come l'Unione nel 2008". Una frase alla quale
Bersani replica con durezza: "Attenzione - va all'attacco - a non usare
l'argomento dell'avversario". Bersani ricorda che all'epoca "c'erano 12
partiti: non c'era il Pd che è il primo partito del Paese e noi
garantiamo all'Europa che siamo in grado di governare, questo non va
messo in dubbio. "Se qui non vogliamo ne l'Udc né Vendola, ricordo che
l'ultima volta che abbiamo voluto fare tutto da soli ha vinto
Berlusconi. Bisogna essere umili e aprirsi". "Non dovremmo fare
l'accordo con Casini: Vendola dice che vuole sentire profumo di
sinistra, questo è profumo di inciucio", ha replicato Matteo Renzi.
In assenza dei
Partiti, viene a cessare la questione delle alleanze!
Le liberalizzazioni - Le liberalizzazioni targate
Bersani "sono un passo avanti" ed il "paradosso che vedo è che le
abbiamo fatte prima noi di loro (il centrodestra, ndr). La sinistra
insomma ha fatto due parti in commedia". Matteo Renzi affronta così il
tema delle riforme del mercato introdotto da una sostenitrice in
collegamento con la sfida in Tv. Una puntualizzazione, che ha visto il
sindaco di Firenze puntare il dito su quelle che ancora non brillano, a
cui ha replicato Bersani precisando da subito che "le liberalizzazioni
sono di sinistra perché danno regole precise al mercato". Alla domanda e
all'offerta di maggior coraggio avanzata dal 'rottamatore', poi, Bersani
assicura: "se vinco le farò e riguarderanno tante cose della vita comune
della gente (farmaci, carburanti, assicurazioni, telefonia...), ma
attenzione: dobbiamo vincere bene perché queste sono battaglie
difficili".
Le liberalizzazioni
appartengono alla vecchia politica
Il governo e i primi tre provvedimenti - Matteo Renzi,
se vincerà le primarie e le elezioni, farà un governo che sarà "l'Unione
al contrario che è arrivato a 101 persone, per me bastano 10 ministri".
Pier Luigi Bersani farà un governo di "20 ministri, metà uomini e donne
e con un rinnovamento generazionale molto netto anche se non prima di
esperienza". "Una l'ho già detta: un ragazzo o una ragazza figlia di
immigrati che studia qui è italiana; una norma secca
sull'anti-corruzione e l'anti-mafia; qualcosa sulla piccola impresa ma
lascerei anche qualche sorpresa per il primo giorno: governare è anche
sorprendere un po'". Lo ha detto Pierluigi Bersani, replicando a chi gli
chiedeva quali sarebbero i suoi primi tre provvedimenti se fosse al
governo durante la sfida tv. Renzi ha detto che i suoi primi tre
provvedimenti sarebbero tutti e tre sul lavoro: ridurre le norme a
"59-60 articoli"; un intervento per la sburocratizzazione e, inoltre "un
piano di innovazione per il digitale"
Nessuno dei due
ha promesso un governo composto dal 20% di ricchi ed dall'80% di poveri
Unioni omosessuali e femminicidi - Pier Luigi Bersani e
Matteo Renzi concordano sulla necessità di riconoscere i diritti alle
coppie omosessuali. "Nei primi 100 giorni davvero - sostiene Renzi -
serva la civil partnership inglese, uguali diritti per coppie dello
stesso sesso, in passato abbiamo perduto un'occasione su omofobia e
diritti civili". Pier Luigi Bersani evita la polemica e assicura "le
unioni civili secondo la legge tedesca, che Casini sia d'accordo o meno
e una legge contro l'omofobia". Una "vergogna", uno "scandalo". Così i
due sfidanti alle primarie del centrosinistra, Renzi e Bersani parlano
della violenza sulle donne. il segretario Pd ricorda di aver firmato da
poco una proposta di legge che ridefinisce le pene prevede formazione ed
educazione, tutele alle donne e sostegno ai centri antiviolenza. "Da lì
possiamo partire", spiega. D'accordo anche il sindaco di Firenze che poi
si appella ai media per "chiamare le cose con il loro nome" e non
definire più i femminicidi "delitti passionali" ma omicidi.
Ok, al primo
quesito, il secondo è fuori dalla portata di chiunque
L'appello finale di Renzi - "Chiedo di andare a votare
a chi non è riuscito domenica scorsa, noi siamo partiti in modo strano
contro tutto e tutti, mi hanno dipinto come un mostro, se lo conosci lo
eviti ma anche nelle regioni rosse chi ci conosce ci ha votato. Per noi
la politica deve scaldare i cuori e non solo ricordare che cosa hanno
fatto quelli di 30 anni prima ma pensare ai bambini". E' l'appello
finale di Matteo Renzi nella sfida tv. "Ci siamo messi in gioco - dice -
convinti che il Pd non possa essere Pci 2.0, la stessa cosa per 20 anni
cambiando solo querce e ulivi. Ci sono due modi: o dire vabbé stiamo a
vedere, come fanno molti della mia generazione, o giocarsi tutto. Il
ballottaggio è più di una finale: è scegliere per il cambiamento, io
sogno un'Italia che torni a dare del tu alla speranza. Agli italiani
dico: se vi va di cambiare andate a votare, se vi va di credere nel
domani provate a credere nelle primarie del centrosinistra"
io
sogno un'Italia che torni a dare del tu alla speranza
Acciderbolina, che
chiusura, adeguata alle aspettative!
L'appello finale di Bersani - "Serve un cambiamento e
io lo posso offrire. Le promesse, il personalismo, la comunicazione
esagerata è il passato non è il nuovo. Il nuovo è guardare la gente
all'altezza degli occhi e cercare di mettersi al loro servizio". E'
questo il messaggio centrale dell'appello finale del segretario del Pd,
Pier Luigi Bersani, che ha chiuso la sfida in tv con Matteo Renzi.
Cavalcano la domanda di rinnovamento, Bersani assicura di "sentire
questa esigenza" ricordando che "ovunque io sia andato, in qualsiasi
posto sia stato ho sempre cercato di cambiare le cose e credo - ha detto
- di poter raccogliere questo sentimento nelle cose da fare e nel
rinnovamento delle persone". Bersani, per spiegare con quale spirito
intenda mettersi al servizio del paese ha voluto raccontare quanto
accadutogli ieri durante la visita ai dipendenti dell'Istituto
Dermatologico dell'Immacolata ("che si trova in una situazione
fallimentare, da 4 mesi non prendono lo stipendio"): "all' uscita una
bambina di nome Lucrezia di 4 anni mi fa: 'io per Natale voglio una
bambola rossa e lo stipendio di mamma'. Ecco, io cercherò di guardare il
mondo e l' Italia da quel punto di vista lì, della gente più in
difficoltà, più debole".
Bersani, un
confronto simile deve convincerLa che è tempo di cambiare,
ma molto in fretta,
se si vuole evitare la rivoluzione!
La cosa che unisce Renzi a Bersani? - La politica "che
è una cosa bella, è la risposta - se fatta bene - ai problemi, è
entusiasmo". Ma li divide, secondo il sindaco di Firenze, "l'idea del
futuro. Io non vedo un futuro con le stesse persone che accompagnano
Bersani e che non hanno scritto una pagina di futuro". "Renzi ed io
siamo uniti dalla passione politica, ma ci divide l'idea di
rinnovamento: io voglio che la ruota giri, ma non prendendo a calci
l'esperienza. All'esperienza bisogna chiedere una mano a farla girare e
io lo farò". Così il segretario del Pd, risponde su cosa lo avvicina e
cosa lo divide al suo sfidante alle primarie.
Siamo alle comiche finali con
l'irrompere del renzino nell'arena politica, denunciandone il livello
Bersani è diviso da Renzi
dall'idea del futuro,
ma il vero futuro è diviso da Renzi
per tanta presunzione!
Redazione Tiscali, 28 novembre 2012
Roma, 29 Novembre 2012
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società
onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza
delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle
classi benestanti, sempre peggio rappresentate.