(Negli USA, perfino il Presidente 'abbronzato', riconfermato grazie agli ispani, espone al fisco solo il suo reddito, non la ricchezza acquisita!)
Il presidente Usa, Barack Obama, accelera sul “fiscal cliff”. E come prima mossa ricorda di aver ricevuto un mandato per aumentare le imposte ai ricchi in modo da ridurre il deficit: «Chi, come me, guadagna oltre 250mila dollari l’anno, paghi più tasse».
«Non possiamo tagliare la nostra strada verso la prosperità. Se siamo seri sulla riduzione del deficit dobbiamo combinare i tagli alla spesa con le entrate e questo significa chiedere agli americani più ricchi di pagare un po’ più di tasse». Nella sua prima apparizione pubblica alla Casa Bianca dopo la rielezione, parlando a una folla di sostenitori raccolti nella East Room, il presidente ha invitato i leader del Congresso a dialogare (il primo appuntamento sarà alla Casa Bianca la prossima settimana): il negoziato deve evitare il catastrofico baratro che incombe sugli Stati Uniti, il taglio automatico delle spese e l’aumento delle tasse per tutti.
CHE COSA È IL FISCAL CLIFF
Con il termine «fiscal cliff» – letteralmente «precipizio fiscale» – si intende il duplice problema che dovrà affrontare l’America a fine 2012, quando scadranno gli incentivi fiscali introdotti nel 2001 da Bush e si dovrà trovare un accordo sul tetto al debito per evitare tagli automatici alle spese e aumenti delle tasse. Un dare-avere che rischia di essere sbilanciato verso il “dare”, senza che nulla entri nelle casse federali. Si calcola che il buco potrebbe essere di 400-600 miliardi di dollari. E il rischio è il precipitare verso la recessione.
Da "La Stampa" del 9/11/2012
La riflessione di Hominibus
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
per poter rimuovere dal linguaggio dei Politici i segni "+" e "-",
per essere sostituiti, insieme alle dichiarazioni approssimative, ma, anzi,
insieme all'intera attuale classe politica mondiale, che sembra prosperare grazie
alla facoltà di usare tali espressioni ondivaghe, assecondando gli umori
dei più forti, in dispregio di elementari criteri sicuramente migliori
per regolare i rapporti economici tra Cittadini?
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
per fare affermare un fisco di tipo esclusivamente patrimoniale,
anzi, condominiale, in cui non serve il solito volenteroso proclamatore,
che, se di destra, fa male, ma fa solo il suo mestiere, ma se è di sinistra è ancora
peggio, come accade in Italia, dove incantano falsi difensori dei deboli,
o strenui rottamatori, o esagitati comici, o ex-magistrati esperti
in leggi errate, o cantastorie di miserie umane?
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
per dare a tutti i Cittadini la facoltà di controllare reciprocamente
tra di loro, usando le regole fondamentali del mercato e a costo zero per
lo Stato, il valore commerciale dei beni censiti nel territorio, dato utile anche per
Comuni, Province, Regioni, istituendo un pubblico registro dei cespiti
fiscali, gli unici che sono funzionali per esercitare correttamente
l'imposizione a copertura delle spese comuni?
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
per evitare la deformazione della volontà popolare a causa degli
intermediari parlamentari, che litigano nel riconoscersi reciprocamente in
classificazioni fuori tempo, buone solo per guadagnare premi di maggioranza
che violano i principi fondamentali della democrazia, mentre, con deleghe
personali dirette, cesserebbero simili difficoltà, essendo selezionati
a governare i più votati, con obolo volontario?
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
per abbandonare le parossistiche procedure di controllo minuzioso
delle minute fasi di arricchimento o impoverimento, che sarebbe più rapido
e sicuro rilevare, se affidato al genuino interesse di miliardi di Cittadini del mondo,
i quali, in tal modo, curando un interesse personale, realizzano l'interesse
comune mediante il magico binomio Mercato- Fisco, che, se libero di
di agire, è l'unica garanzia di BENE COMUNE?
Quanti decenni debbono ancora trascorrere
affinché spariscano dalla scena politica le connotazioni da estrema
destra ad estrema sinistra, insieme ai Partiti, impediti nello svolgere funzioni
utili, certamente non per scarsa intelligenza, ma per la incapacità di superamento
degli interessi personali, e ne prendano il posto puri e semplici Amministratori,
che finalmente sappiano intendere i veri termini della loro funzione,
con la solidarietà come esigenza sistematica?