E' giustificata l'impressione che i Politici, a tutti i livelli, siano affetti da miopia nei confronti degli abusi verso i più deboli?
"Di recente la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo per la legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni di corruzione inimmaginabili, vergognosi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso per l'inaugurazione dell'anno scolastico definendo la situazione "non accettabile". "Chi si preoccupa giustamente per l'antipolitica - ha aggiunto - deve sapere risanare in profondità la politica". "Non è questo un contesto accettabile per persone sensibili al bene comune - ha avvertito Napolitano - per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un'impresa". Secondo il capo dello Stato, infatti, "chi vuole promuovere nuovi investimenti non può ignorare lo svantaggio della corruzione e del malaffare". Bisogna quindi - ha detto ancora tra gli applausi "risanare in profondità la politica" per combattere l'antipolitica crescente. Ed anche, ha aggiunto, rivolto probabilmente al governo, "chi vuole promuovere nuovi investimento non può ignorare lo svantaggio della corruzione e del malaffare". Un vero e proprio handicap allo sviluppo che, per il presidente, non solo si deve combattere ma che si può vincere.
Sorti dell'Italia sono legate a quelle dell'Europa - "Le sorti dell'Italia sono legate a quelle dell'Europa". Il capo dello Stato ha ricordato come sia necessario "anche nel mondo della scuola rafforzare la fiducia nell'Europa e nell'impegno comune per renderla più democratica e più forte". L'Italia può farcela, può migliorare quando si impegna con sforzi collettivi e condivisi"."Non ci si può abbandonare alla sfiducia nelle nostre possibilità - ha sottolineato il capo dello Stato - sottovalutando i progressi compiuti dall'Italia. Progressi straordinari anche nel campo dell'istruzione".
"Risanare la politica si può se lo si vuole fare" - Ne è convinto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel suo intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico ha rivolto un duro richiamo sulla legalità riferendosi a recenti fatti di cronaca e ha nuovamente invitato a "risanare in profondità la politica" per contrastare l'antipolitica. "Dobbiamo costruire opportunità" per i giovani. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso per l'apertura dell'anno scolastico, rivolge un appello per il lavoro giovanile sottolineando come questo "è l'assillo di tutte le famiglie. Quel che mi si dice dovunque io vada: pensate ai giovani. Dobbiamo farlo - ha aggiunto il capo dello Stato - se vogliamo limitare l'emigrazione dei giovani, in particolare dei giovani più ricchi di istruzione".
"Basta raccomandazioni" -
"Una società che creda e pratichi la superiorità dell'istruirsi bene rispetto al
contare sulla raccomandazione; un mondo del lavoro che contribuisca alla
formazione dei giovani e premi le loro competenze, un'azione pubblica che
riconosca il ruolo cardine dell'istruzione e in essa investa". Questi sono i tre
elementi fondamentali per il buon funzionamento della società secondo il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ne ha parlato agli studenti
alla cerimonia per l'apertura dell'anno scolastico. Il "valore della legalità"
in primis nel mondo della politica: "Ma la legalità si deve praticare a tutti i
livelli, e dunque anche nel nostro piccolo mondo quotidiano. Nella vita
scolastica legalità vuol dire rispetto per le regole, rispetto dei compagni,
specie di quelli più deboli, e soprattutto rispetto degli insegnanti". A ciò
bisogna aggiungere, ha detto ancora il capo dello Stato, "un altro fondamentale
valore: quello della solidarietà, mostrandosi capaci di stare al fianco di chi
ha maggiori difficoltà".
25 settembre 2012 Redazione Tiscali
La riflessione di Hominibus
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
per le malversazioni e corruzione inaccettabili dovrebbe essere esercitata al massimo livello,
perché il problema del malgoverno riguarda l'intero ambito politico, dove è regola confondere l'interesse
personale con quello pubblico, rilevabile nei conti da serva a livello regionale, ma che è filiato
da comportamenti ben più devastanti ai livelli in cui si gioca il destino umano.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere rivolta con maggiore efficacia e condivisione verso l'intera marmaglia politica,
spesso frequentata o da presuntuosi, votatisi ad una missione di cui non ne percepiscono la vera portata,
o da poveri ingenui, che sembrano cascare dal pero, allorché capiscono di essere invischiati in
ben altra missione, cioè l'occasione per cogliere facili vantaggi personali.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere rivolta contro la consuetudine a disconoscere i veri diritti della povera gente,
presupponendo che anch'Egli sia affetto da miopia nei confronti degli abusi verso i più deboli, che sono
inermi contro lo strapotere dei ceti benestanti, presenti in tutte le strutture di comando delle
società mondiali, da cui è copiato e giustificato lo stile comportamentale.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere diretta verso la madre di tutti gli abusi, che sta sotto gli occhi di tutti, alla
cui costituzione anch'Egli ha dato il personale contributo durante la Sua pluridecennale carriera politica,
partecipando al guazzabuglio fiscale, dove l'impressione che se ne ha è di una grande cura
nel rendere impossibile la equa ripartizione delle spese comuni indivisibili.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere motivata dalla constatazione di non avere speso bene il personale impegno
nella costruzione di una Italia veramente rispettosa verso tutti, che è l'unica condizione per poter parlare
del Bene Comune, altrimenti la società viene trasformata in una macchina spaventosa, in cui
i delitti amministrativi ai vari livelli ricopiano in scala il modello principale.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere diretta contro coloro che insistono ancora nel mantenere il finanziamento
pubblico, puntando su controlli più severi e demandando, così, la soluzione del problema all'incapacità
solita di poter esercitare un'azione efficace mediante l'ispezione documentale, in cui si dà agio
all'esperienza di contraffazione e collusione, buona anche verso il fisco.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
dovrebbe essere usata per combattere l'attuale sistema politico-istituzionale e sostenere una
iniziativa veramente capace di realizzare i punti fondanti di una società del terzo millennio, perché coniuga
la semplicità di modelli già funzionanti tra privati Cittadini, in cui, posta la parità personale, vige
l'interesse economico come parametro base nel ripartire le spese comuni.
L'ira del nostro caro Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
potrebbe scaricarsi con un progetto che non può essere sostenuto dai poteri forti a causa della
chiara connotazione di contrasto al loro libero officiare nel mondo intero, e, quindi, necessita di un aiuto
da parte di persone 'per bene', che hanno ottenuto tutto dalla vita e che potrebbero completare
il loro curriculum, mettendo a disposizione la grande forza accumulata ...
...Al servizio di un sogno che coniuga correttezza, trasparenza, semplicità,
economicità con certezza, sicurezza, efficacia, efficienza, rispetto, vantaggi per chi da sempre
soffre per continui abusi, perche finalmente gli vengono riconosciuti i propri diritti, e per chi da sempre
sottopone a continui abusi il prossimo più debole, perché non intende rinunciare ai suoi interessi,
ma capire che la forza può trovare una buona sostituta nell'intelligenza.
E l'intelligenza suggerisce di semplificare le regole che governano la società,
rinunciando agli interessi di parte, nella convinzione di non dover dire addio ai soliti vantaggi,
ma di poterli realizzare nel rispetto del prossimo, evitando vane contorsioni nel tentativo di nasconderli,
adottando, p.e., il sistema fiscale esclusivamente patrimoniale, che persegue il vero risultato
economico dell'umana operosità, contro l'esenzione della ricchezza finanziaria.
Ecco, quindi, il controllo della vera ricchezza, intendendo solo quella censita nel
territorio, che sarebbe gravata per i servizi approntati per il suo pacifico godimento, esclusi
eventuali beni all'estero, nessun illusorio impegno per il controllo dei redditi e rendite varie, eliminando,
così, la fatica alla imperterrita banda di ispettori, in vena di scampagnate, gite ed escursioni,
con ridicoli risultati, sbandierati senza vergogna dai loro altrettanto imperterriti Capi.
Per non parlare, inoltre, dei grandi vantaggi realizzabili con un Parlamento Popolare,
che permetterebbe di dare finalmente rilevanza politica a quella stragrande maggioranza di
Cittadini mal rappresentati da formazioni politiche asserragliate dietro false etichette, più simili a tagliole
di passo per organismi esausti che vere organizzazioni di protezione, se nel giro di secoli
di lotte sociali si è ancora al punto di contrapposti arricchimenti ed impoverimenti.
Insomma, la verità e la giustizia non sono di questa comunità, barricata su opposti
schieramenti, dando significato ed importanza a scaramucce che servono ad alimentare arti
e mestieri consumistici, stornando l'interesse dai provvedimenti per dare soluzione al ripetersi delle crisi
cicliche del sistema politico e sociale, a cui anche l'ira dell'esimio Presidente della Repubblica,
se male indirizzata, non serve, risultando inefficace e storicamente compromessa.
Riepilogando, ...