La faticosa riqualificazione degli allevatori di polli
(Il tentativo di esortare i più forti, perché possano riuscire a condurre tutti sulla retta via)

Ecco perché i Partiti sono una palla al piede per il conseguimento della vera democrazia:

Un raccolta delle opinioni sulla Legge elettorale, tutte condizionate dalla cocciuta difesa di posizione

Dal "Porcellum 2" del Pdl al doppio turno alla francese del Pd tutte le proposte di riforma della legge elettorale

Sono tante, e a volte tramontano ancora prima di diventare disegni di legge, le ipotesi di riforma elettorale su cui da mesi i partiti cercano un'intesa. Nel comitato ristretto a Palazzo Madama sono state presentate le proposte di partenza dei vari partiti ma altri schemi di legge elettorale sono stati discussi dagli sherpa di Pdl-Pd e Udc. Ecco le posizioni in campo dei vari partiti e le proposte discusse.
PD - Ha da tempo depositato una proposta di legge per il doppio turno alla francese. Si tratta di un sistema maggioritario con collegi uninominali. Il candidato per essere subito eletto deve superare il 50% più uno dei voti del collegio. Se ciò non accade si va al secondo turno al quale accede chi ha superato il 12,5% nel collegio. A questo punto per essere eletti basta la maggioranza relativa. Il Pd è pronto a discutere ma ha due paletti: non vuole inoltre le preferenze e preferirebbe che il premio di maggioranza, almeno il 15%, vada alla coalizione vincente (come accade oggi).
PDL - L'ultima proposta, già ribattezzata dal Pd il 'porcellum 2', propone un premio di maggioranza del 10-15 per cento al primo partito e l'elezione dei parlamentari con le preferenze per almeno due terzi. Il partito ha anche dato disponibilità a ragionare sul modello francese ma a patto che questo vada insieme all'elezione diretta del presidente della Repubblica, riforma che però il Pd non vede realizzabile in questo scorcio di legislatura.
UDC - Aperto al confronto su varie ipotesi anche se da sempre a favore della reintroduzione delle preferenze possibilmente anche di genere. Per evitare che il meccanismo sia viziato da clientelismi ha proposto un tetto alle spese per le campagne elettorali.
IDV - Il partito di Di Pietro vuole il ritorno del Mattarellum, un sistema elettorale misto: maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari unito per il rimanente 25% dei seggi assegnati al recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato attraverso un meccanismo di calcolo denominato 'scorporo' e al proporzionale con liste bloccate e sbarramento del 4% alla Camera.
LEGA - Roberto Maroni ha presentato una proposta che prevede il premio di maggioranza alla coalizione che supera il 45%, la reintroduzione delle preferenze e una soglia di sbarramento innalzata al 4% su scala nazionale (in chiave regionale 6% in almeno tre circoscrizioni).
PROVINCELLUM. Una delle proposte discusse è il cosiddetto Provincellum, che ricalca il modello delle elezioni provinciali con i parlamentari eletti in parte (almeno il 50%) sulla base di collegi uninominali ma proporzionali e in parte su liste bloccate 'corte' di tre o quattro nomi (come accade in Spagna).
BOZZA VIOLANTE MODIFICATA. E' l'ultima proposta in discussione tra gli 'emissari' dei partiti. Prevede il premio di maggioranza anche se ancora non è sciolto il nodo se al partito o alla coalizione, uno sbarramento al 5 per cento e l'elezione dei parlamentari con collegi uninominali e una quota di liste bloccate.

Legge elettorale: il Pdl chiede di considerare la Lega, Bersani s'infuria. A rischio l'"Abc" che sostiene Monti

Tutti vogliono mettere mano alla legge elettorale, ma le distanze tra i maggiori partiti sono notevoli. La tensione resta altissima e mette a rischio il dialogo dell "Abc" (Alfano-Bersani-Casini) con ripercussioni imprevedibili anche sulla tenuta del governo Monti. Nonostante la delicatezza del passaggio infatti, i toni della vigilia restano alti e il Pdl sfida il Pd, pretendendo di includere la Lega nella "conta" sulla riforma del voto. E Casini? Il leader Udc è chiarissimo: "Non ci interessano maggioranze di parte". Nella rissa si inserisce anche Di Pietro (Idv) che accusa Pd e Pdl di "giocare a rimpiattino". Mentre per Grillo si cerca di "far quadrare i conti senza l'oste", cioé il suo M5S.
Bersani si scaglia contro il "Porcellum 2" - Il più infuriato nella "strana maggioranza" che sostiene Monti è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. La mossa del Pdl, che ha annunciato l'intenzione di votare anche a maggioranza la propria proposta di riforma elettorale, non va giù al leader Pd. "Il Porcellum 2 noi non lo votiamo", dicono ai vertici del partito, lasciando intendere che, pur di bloccare nuove forzature del Pdl e Lega, il Pd non esclude niente, neanche uno scenario da voto anticipato. Una minaccia che potrebbe far rientrare le intenzioni del Pdl che le urne non le vuole perché, come spiega oggi il coordinatore Ignazio La Russa, "sarebbe incoerente prospettare oggi" le elezioni con la situazione economica italiana ancora appesa ad un filo. Per il Pd la 'doppia maggioranza' che il Pdl mette in piedi con la Lega sulle riforme, è un problema per tutti, governo compreso. "Monti - sostiene Anna Finocchiaro - deve essere allarmato, come molto allarmati siamo noi. Ci sono due maggioranze, come dimostra lo scambio al Senato tra Pdl e Lega su semipresidenzialismo e Senato federale. Il partito di Berlusconi sta lavorando per rafforzare la seconda maggioranza ai danni della prima, cioé di quella che sostiene il governo".
La Russa tira dentro la Lega - In effetti, anche sulla riforma elettorale, il Pdl chiede di considerare il Carroccio perché, sostiene La Russa, "non c'é nulla di antidemocratico nel formare una maggioranza tra noi e chi ci sta, compresa la Lega". "Si mettano bene in testa - sostiene La Russa - che garantire a Monti la sopravvivenza non vuol dire essere (specie su questa materia) maggioranza organica col Pd e che anzi la distanza politica che ci separa da loro resta enorme e di sicuro maggiore di quella con la Lega". E in realtà, sospettano Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, è il Pd ad alzare polveroni "per celare, senza riuscirci, la sua intenzione di andare al voto con la legge in vigore dalla quale ritiene di trarre vantaggi".
Casini cerca di mediare - Ma, al di là degli scambi di accuse, sembra che i contatti tra gli sherpa non siano interrotti e non si esclude in settimana un incontro chiarificatore tra 'Abc' per vedere se è possibile ripartire dal quella proposta - premio di maggioranza al partito e un mix di collegi uninominali e liste bloccate - in discussione fino a che il Pdl ha rilanciato le preferenze. Un nuovo invito al dialogo arriva da Pier Ferdinando Casini, che in realtà non disprezza la proposta di riforma avanzata dal Pdl, ma condivide l'allarme di Bersani: "Non ci interessano maggioranze di parte, ci interessa la massima condivisione". E il tira e molla dei partiti sulla riforma elettorale dà agio a Beppe Grillo per sparare a zero su tutti: 'Abc' altro non sono che "vecchi bari colti sul fatto" che puntano a mettersi d'accordo "non nell'interesse del paese ma per far quadrare i conti senza l'osté, cioé senza il Movimento a 5 stelle.
Di Pietro: "Pd e Pdl in realtà complici" - "Il gioco a rimpiattino che i partiti della maggioranza inesistente stanno facendo sulla legge elettorale dimostra che:  
 
"La politica e la realtà del Paese sono ormai universi che nemmeno più comunicano tra loro"
 ha scritto sul suo blog il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
"Una legge elettorale dovrebbe servire a permettere la più larga e
democratica rappresentanza popolare garantendo,
allo stesso tempo, la governabilità
 
Il compromesso tra massimo di rappresentanza democratica e rispetto delle esigenze di governabilità dovrebbe essere l'unico valido in una democrazia seria - spiega Di Pietro -. Nel Parlamento italiano, invece, impera tutt'altra logica: quella dell`interesse di partito e dell`ipocrisia bugiarda. Berlusconi vuol fare saltare il banco per tenersi il Porcellum e, su questa base, rimettere insieme i cocci dell`alleanza con la Lega, e per arrivare a ciò mette in campo richieste contraddittorie che servono solo a confondere le acque. Il Pd dice di volere un premio di maggioranza assegnato alla coalizione, ma in realtà è prontissimo ad accogliere la proposta di assegnarlo al partito più votato, perché così potrebbe andare alle elezioni con una proposta di governo tenendosi, però, le mani libere per poter fare dopo il voto tutto il contrario".
Lega: "Casini cerca sponsor per il Colle" - "Da un lato Pier Ferdinando Casini non è contrario a una riforma della legge elettorale sulle linee indicate da Angelino Alfano, dall`altro non ha intenzione di rompere l`asse con Pier Luigi Bersani e dall`altro ancora è disponibile a mettere a disposizione il suo partito per una eventuale iniziativa di una lista per proseguire l`agenda del governo tecnico. Insomma Casini è favorevole a tutto e a tutti e non si capisce da cosa discenda tanta generosità da parte sua: è forse alla ricerca di uno sponsor per il Quirinale?". Lo afferma in una nota il presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo.
L'attacco di Grillo - Beppe Grillo attacca dal suo blog i partiti di maggioranza alla ricerca di una riforma elettorale, definendoli dei "vecchi bari colti sul fatto" che hanno come unico obiettivo "far quadrare i conti senza l'oste", cioé il M5s. "Napolitano - scrive Grillo - è in pressing per una nuova legge elettorale. I partiti di governo eseguono gli ordini del presidente della Repubblica nell"interesse del Paesé. La 'grande coalizione' pdl, pdmenoelle, udc che tiene in vita Monti vuole cambiare le carte in tavola. Sono come dei vecchi bari colti sul fatto. L'obiettivo non è migliorare il Porcellum che fu da loro voluto e applicato nelle elezioni del 2006 e del 2008. Infatti, né Prodi, né Berlusconi hanno mai messo all'ordine del giorno la sua abolizione. L'obiettivo è far quadrare i conti senza l'oste, senza il Movimento 5 Stelle". Per il comico genovese, "la legge elettorale dovrebbe essere materia di referendum, non discussa in segrete stanze. Il conflitto di interessi è palese: chi viene eletto decide come farsi eleggere, il tutto a pochi mesi dalle elezioni. Sono come i ladri di Pisa che litigavano di giorno e la notte andavano a rubare insieme. Le discussioni sulla nuova legge sono incomprensibili, più complesse della teoria del Bosone di Higgs e della relatività generale. Ci volevano talenti puri, teorici istituzionali del livello di Bersani e Letta (il nipote), di Alfano e Fini, per concepirla".

Napolitano: "Sulla riforma elettorale serve convergenza, decido io su elezioni anticipate"

Spetta solo al Capo dello Stato la valutazione su eventuali elezioni anticipate. Lo ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a conclusione della nota nella quale chiede di nuovo ai partiti una "larga intesa" sulla legge elettorale, tema più che mai arroventato in questi giorni di continue accuse e battibecchi tra le principali forze politiche in campo. Secondo il capo dello Stato: "In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile, ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all'esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al Presidente della Repubblica".
Importante convergenza
 
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
ha rinnovato l'appello alle forze politiche "a un responsabile sforzo
 di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare".
 
Già all'inizio di lugnlio aveva chiesto la "formalizzazione di un testo di riforma elettorale largamente condiviso" ma le posizioni dei partiti "sono apparse diventare più sfuggenti e polemiche. Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi con il Presidente del Senato e il Presidente della Camera - scrive Napolitano - abbiamo constatato come a distanza di oltre 20 giorni lo sforzo da me sollecitato con lettera del 9 luglio non abbia purtroppo prodotto i risultati attesi. Altre settimane sono trascorse senza che abbia avuto inizio in Parlamento l'esame di un progetto di legge elettorale sulla base dell'intesa, pure annunciata come imminente da parte dei partiti rappresentanti attualmente la maggioranza e aperta al confronto tra tutte le forze politiche".
Serve rafforzare la credibilità - Una intesa sulla riforma elettorale "corrisponderebbe con tutta evidenza al rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale in una fase di persistenti gravi difficoltà e prove" insiste nella sua nota il presidente Napolitano. "L'ipotesi che avevo prospettato all'inizio di luglio ai Presidenti delle Camere, perché la ponessero all'attenzione dei Presidenti dei gruppi parlamentari - era quella della formalizzazione di un testo di riforma largamente condiviso, anche se non definito su alcuni punti ancora controversi" spiega Napolitano. "Ma nei giorni scorsi anziché chiarirsi e avvicinarsi, le posizioni dei partiti da tempo impegnati in consultazioni riservate, sono apparse diventare più sfuggenti e polemiche. Debbo dunque rinnovare il mio forte appello a un responsabile sforzo di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare. Ciò corrisponderebbe con tutta evidenza al rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale in una fase di persistenti gravi difficoltà e prove".
 
30 luglio 2012 Redazione Tiscali
Appelllo di Hominibus al
Presidente della Repubblica
 
La Legge Elettorale sarebbe un'ottima occasione per giustificare
la validità, la necessità, l'urgenza di potere dare voce direttamente al Popolo
e, di conseguenza, l'utilità di instituire il Parlamento Popolare, a cui affidare la competenza
 su tutte le questioni che riguardano principi generali di grande importanza,
come la modalità procedurale per eleggere i propri rappresentanti.
 
Data la inequivocabile inconciliabilità tra le aspettative dei Cittadini
e l'operosità divergente della ostinatamente presunta rappresentanza politica,
se ne dovrebbe dedurre che i Partiti sono intermediari inutili, ma addirittura molto dannosi,
perché piegano le loro strategie ai giochi di potere personale, che non hanno
alcuna coincidenza con i veri interessi e bisogni della popolazione.
 
La conseguenza, volendo rimuovere il principale motivo di deriva,
sarebbe quella di adottare soluzioni molto più efficaci, di indiscutibile capacità
non solo a risolvere il problema alla base, ma di estremo interesse anche dal punto di vista
dell'economia e rapidità di gestione, che richiedono un riconoscimento, anche
dove si può e si deve, come l'ineluttabilità di un Parlamento Popolare.
 
Oggi il grande progresso dei mezzi di comunicazione elettronica
permette di cogliere enormi vantaggi, fino al punto di garantire il riconoscimento
fisico dell'Utente oltre ogni ragionevole dubbio, aprendo la via all'uso di molte applicazioni,
che possono risolvere funzioni ormai eliminabili, come conservare i ruoli antichi
di apparente 'passaparola', con tutti i rischi di vari fraintendimenti.
 
Inoltre, i Cittadini di oggi sono molto più informati e consapevoli
e, quindi, non si può addurre l'ignoranza come motivo di resistenza alle novità,
lasciando libero il passo all'aggiornamento e all'adeguamento degli strumenti più adatti
per conseguire gli obbiettivi scelti direttamente dagli Interessati nella loro ottica,
rimuovendo antiche posizioni di vantaggio, oggi non giustificate.
 
Concludendo, la istituzione del Parlamento Popolare potrebbe
essere favorito dagli stessi Parlamentari che dichiarano il distacco con il Paese
reale, e dovrebbe avere competenza ed attribuzione delle decisioni in cui sia sufficiente
 esprimere un'accettazione o un rifiuto con un semplice 'Sì/No' oppure scegliere
tra proposte elaborate ed etichettate con una semplice sigla.
 
Ma il Parlamento Popolare non solo può sanare il lamentato
distacco con il Paese reale, ma, nella proposta di Hominibus, può incidere anche
nel rapporto di delega, che avverrebbe con le medesime sicurezze del riconoscimento
 personale, per voto, pro-capite e ponderato, per la durata di 1 anno, rinnovabile,
ma con obolo volontario, da proporzionare al risultato.
 
Però, questa nuova forma di remunerazione del Delegato
potrebbe essere più selettiva di quella odierna, perché premierebbe i migliori
con retribuzioni anche molto superiori ai già lauti trattamenti automatici di lungo corso,
ottenendo insieme molti risultati, come il controllo del Delegante sul Delegato,
la giusta rappresentanza per i più deboli, ma più numerosi.
 
Infine, il voto diretto con lo istituendo  Parlamento Popolare
consentirebbe di risolvere in unico passaggio l'elezione di Deputati nazionali
e dei Senatori federali, entrambi con il conteggio numerico delle preferenze personali
per votazioni pro-capite e con la somma del peso per votazioni per investimenti, 
senza vetuste colorazioni partitiche e maggioranze forzate.
 
I più votati dei Deputati, per 2 terzi, e dei Senatori, per 1 terzo,
parteciperebbero di diritto alla formazione del Governo, fatto salvo il diritto di
rinuncia a favore di chi segue, tutti finanziati con oboli spontanei dai privati Cittadini,
ripetendo stesso metodo per le nomine delle assemblee regionali, provinciali,
comunali e la composizione delle formazioni di governo locale.
 
Proseguendo nella formulazione delle ipotesi di competenza
del Parlamento Popolare, potrebbero rientrare la elezione del Presidente della
 Repubblica, la modifica del sistema fiscale a copertura delle spese comuni indivisibili,
come la decisione di andare a nuove elezioni, se il Governo dovesse risultare
inidoneo nel sondaggio annuale, a costo 0 e in pochi minuti.
 
Detto in breve, sarebbe vera democrazia, perché tutti i Cittadini
si prenderebbero la responsabilità delle loro scelte, realizzando i processi di
scelta che rifletterebbero la risultante delle esigenze personali, evitando interpretazioni.
Certamente simili  richieste di cambiamento richiedono un approfondimento
molto impegnativo per essere pilotate nell'attuale ordinamento.
 
Pertanto, ...

 
Grazie, Signor Presidente GIORGIO NAPOLITANO
per tutto quello che potrà e vorrà fare
a favore di una proposta che può
giungere solo da chi
non ha voce.
Lei ,
che ha lunga esperienza
della Cosa Pubblica, ci aiuti a compiere
quello che dovrebbe essere compito di Chi è
alla guida per il Bene di Tutti, ma è impedito dalla
incapacità di percepire le sofferenze inferte agli altri ! 
 
In tale attesa, intanto ...
Buona Estate 2012 !
Roma, 31 Luglio 2012
Movimento di opinione per la costruzione di una società onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle classi benestanti, sempre peggio rappresentate.