TEATRINO POLITICO
in vista delle imminenti elezioni
Impresario cercasi per
HOMINIBUS,
il 70/80% della popolazione, vittima di un fisco disonesto
 
Egregi Signori Deputati, Senatori, Governanti, Parlamentari europei, Segreterie di partiti, Direzioni di Centri studi, Docenti, Religiosi, Rappresentanti delle Associazioni di categoria, Detentori dei mezzi di comunicazione di massa,
(insomma Benestanti e Potenti, però non corrotti dal potere e dalla ricchezza),
 
poiché é facile condividere, sia da destra che da sinistra, obiettivi come pace, ambiente, salvaguardia del pianeta, solidarietà, cambiamento sociale, sviluppo sostenibile, eguaglianza delle persone, nella cittadinanza e nelle condizioni e scelte di vita, nei diritti e nei doveri, ecc., presenti in quasi tutti i programmi di formazioni politiche vecchie e nuove, ed oggetti prediletti nei salotti mediatici, per il semplice fatto che non presentano alcun rischio economico personale per infaticabili organizzatori, vispi conduttori ed ispirati ospiti, é necessario capire se possono essere prese in considerazione indicazioni più precise, pratiche, innovative e risolutive, che, ad un comune sentire e al di fuori dei giochi di potere, appaiono prioritarie ed ineludibili per un programma veramente democratico, come le seguenti:
 

1.      La sottrazione alla competenza del Parlamento del compito di reperire i mezzi di finanziamento della spesa pubblica, trasferendone l’incarico con legge costituzionale ad un Ente estraneo alla politica, rispettoso degli elementari criteri contabili, che impieghi metodologie simili a quelle usate con grande equilibrio dagli amministratori di condomini, consorzi, comunità per la gestione di servizi indivisibili;

2.       L’accesso del pubblico ai registri relativi ai beni mobili ed immobili fiscalmente imponibili (cespiti fiscali), conservandone la segretezza della titolarità di possesso, per permettere il reciproco controllo da parte dei cittadini degli elementi su cui si fonda la corretta ripartizione del carico fiscale, fondamentale per realizzare una naturale combinazione dell’interesse pubblico e privato;

3.       La istituzione della Borsa dei cespiti fiscali (BCF), sotto il cui controllo debbono essere eseguite tutte le operazioni relative ai cespiti fiscalmente rilevanti;

4.       La obbligatorietà della offerta pubblica per la vendita dei cespiti fiscali, da espletare al migliore offerente, riconoscendo, a parità di prezzo, gli eventuali diritti di prelazione;   

5.       La autorizzazione dell’offerta pubblica per l’acquisto dei cespiti fiscali che risultino sottovalutati per il fisco, con i dovuti accorgimenti per controllarne la frequenza che non dovrebbe essere inferiore ad un periodo congruo, p.e. 5 anni,, o cautele particolari ove si tratti di cespiti sensibili, come le prime case di abitazione;

6.       L’applicazione dei soli diritti di registro, limitati all'effettivo costo tecnico di archiviazione, per i trasferimenti a qualsiasi titolo dei cespiti fiscali;

7.       La modifica dell’imposizione fiscale sulle imprese in base al valore di borsa, se quotate, o al valore commerciale degli immobili, impianti, attrezzature, scorte, brevetti, concessioni in uso, ecc.;

8.       La completa esenzione e libera circolazione della ricchezza finanziaria, come depositi, capitali, titoli, azioni, obbligazioni, partecipazioni, per rendere più economico l’esercizio del credito al consumo ed alle imprese;

9.       Il rigoroso controllo dei movimenti di capitali, beni, servizi con l’estero, assoggettando ad imposta solo i saldi negativi dal punto di vista patrimoniale in entrambe le direzioni;

10. La drastica effettiva riduzione della mano politica nei servizi pubblici essenziali, ove non sia possibile estendere il regime della concorrenza e delle leggi di mercato. 

 

In tal caso si otterrebbero, secondo HOMINIBUS, i seguenti vantaggi:

 

A.      La eliminazione del riferimento al reddito, elemento filosofico e causa principale della incertezza ed ingiustizia nell’azione fiscale, sostituito dal riferimento più concreto e solido del patrimonio mobile ed immobile, in costante allineamento al suo valore di mercato;

B.      La soppressione della dichiarazione fiscale da parte del cittadino;

C.      Il definitivo azzeramento dei fenomeni di evasione ed elusione, resi impossibili da praticare nel fisco patrimoniale;

D.      Il calcolo statistico ed automatico del carico fiscale per ogni contribuente in base ai cespiti risultanti nella sua disponibilità alla fine di ogni esercizio fiscale;

E.      La semplificazione delle manovre di copertura e ripartizione della spesa indivisibile, dovendo operare solo su un’unica aliquota da applicare su un unico imponibile, quello costituito dalla ricchezza reale di ogni contribuente, che verrebbe codificata univocamente in miliardesimi, grani o carati in rapporto all’ammontare complessivo della ricchezza nazionale imponibile;

F.      La limitazione dell’arbitrio politico, in ambito fiscale, solo ad atti che definiscono il livello minimo di benessere da assicurare ai cittadini più poveri o mirati ad incentivare limitati settori definiti di interesse pubblico, nel quadro, però, immutabile delle regole del prelievo fiscale, che renda improponibili definitivamente misure in piena libertà come aumento dell’Iva o la modifica del regime fiscale delle donazioni o delle successioni o delle accise o delle aliquote sul reddito, dell'Ici, ecc.;

G.     La estrema razionalizzazione ed economicità della amministrazione fiscale, finalmente liberata dalla difficile interpretazione di bilanci e dichiarazioni, resa più sicura nella sua azione di recupero delle imposte eluse, evase o non pagate, potendo rivalersi su elementi patrimoniali concreti;

H.      L’aspettativa plausibile di una diminuita richiesta di assistenza alle classi più disagiate, che si realizzerebbe in conseguenza del minore costo della vita per l’assenza di Iva, Ire, Monopoli, Accise, imposte che sarebbero sostituite solo da incrementi di prezzi al consumo non più in misura fissa ma secondo le regole di mercato, e cioè concorrenza, competitività e produttività;

I.        La moralizzazione dell’esercizio della ricchezza, a cui si imporrebbe di abbandonare le attuali facili forme di speculazione immobiliare e di spostare l’attenzione verso gli impieghi produttivi, assumendo così un ruolo socialmente più utile;

J.       Il superamento del fenomeno dell’economia sommersa, in quanto il fisco controllerebbe gli elementi fisici risultanti ‘alla luce del sole’, adibiti o no alla produzione, al valore di mercato, e non la redditività del loro impiego, così come per un fabbricato o un terreno prenderebbe in considerazione il loro valore commerciale, che ingloba l’effettiva o potenziale redditività;

K.     L’attenuazione del fenomeno del lavoro ‘in nero’, se, augurandoci che il reddito da lavoro possa essere un giorno liberato anche da ‘cunei’ contributivi, si potesse giungere al riconoscimento della maturità del lavoratore, fino a giudicarlo finalmente responsabile da sapere valutare autonomamente l’equa contropartita al lavoro prestato, in presenza di norme che, comunque, ne difendano, su richiesta dell’interessato, la remunerazione minima, e di sapere provvedere alle forme di previdenza più idonee allo suo stato economico presente e futuro, riducendo l’intervento dell’egoistico paternalismo politico.

 

Insomma, HOMINIBUS chiede il riconoscimento di un sacrosanto diritto oggettivo, che non dovrebbe presupporre neppure il consenso politico né l’alto riferimento alla Costituzione, essendo basato sulla richiesta legittima della corretta applicazione di una regola contabile nell’uso e consuetudine generale per la ripartizione delle spese comuni, la cui violazione in un rapporto privato porterebbe i responsabili in tribunale, mentre nella amministrazione pubblica, essendo il Parlamento  blindato dalla Costituzione, essa viene sminuita portando a difesa la complessità della gestione, resa tale forse a proposito proprio dai legislatori, di ceto medio-alto da sempre, mentre la gestione fiscale potrebbe essere non solo semplificata, ma resa anche giusta, anzi esatta, efficiente ed economica!

 

In conclusione, ove le argomentazioni di HOMINIBUS siano considerate condivisibili, si chiede, in vista delle imminenti elezioni politiche, la collaborazione di tutte le persone di buona volontà per sostenere, come primo punto, una campagna di informazione e formazione della pubblica opinione  per far capire la vera riforma del sistema fiscale di cui ha bisogno l'Italia, l'Europa, il Mondo intero, e perché sia finalmente chiaro che, spostando l’obiettivo del fisco dal reddito al patrimonio, si vuole, con una più equa ripartizione, spostare il carico fiscale dai ceti più deboli, che sono la maggioranza della popolazione (70/80%), ingiustamente massacrati da un diluvio di imposte subdole, verso quelli più forti, specialmente verso quella prepotente minoranza del 10% che possiede il 45% della ricchezza reale (rel. Draghi, Bankitalia), oltre al monopolio del potere, e per far cessare una vergognosa consuetudine secolare, ormai inaccettabile in una democrazia che vuole definirsi ‘avanzata’.

 

                        Roma, 6 Febbraio 2008

 

 

Partecipate alla causa più importante nel panorama politico nazionale ed internazionale:

La vera riforma fiscale, che non consiste nel 'bricolage' di aliquote e classi imponibili,

 ma nell'affermarne l'onestà contabile che si realizza solo con la ..

I.A.C.C.

Imposta Annuale sulla Capacità Contributiva !

L'obiettivo di HOMINIBUS:

Un fisco onesto, efficace, efficiente, equamente partecipativo,

in una società semplice, liberale, laboriosa, ma fiscalmente mercantile,

capace di ridurre la solidarietà perché ne rimuove la principale causa…

cioè l’ipocrisia del potere, spesso sotto le vesti di premuroso patrocinio !