Ecco come un rapporto
semplice può essere reso complicato, se affidato alla cura di Terzi
Lavoro,
torna il reintegro per i licenziamenti economici, ecco la scheda del
Ddl
"Il giudice, nelle
ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del
giustificato motivo soggettivo o della giusta causa addotti dal
datore di lavoro,
perché il fatto contestato non sussiste o il lavoratore non lo ha
commesso ovvero perché il fatto rientra tra le condotte punibili con
una sanzione conservativa sulla base delle tipizzazioni di
giustificato motivo soggettivo e di giusta causa previste
dai contratti collettivi applicabili, annulla il licenziamento e
condanna il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro
e al pagamento di un`indennità risarcitoria commisurata all`ultima
retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a
quello dell`effettiva reintegrazione, dedotto quanto il lavoratore
ha percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di
altre attività lavorative, nonché quanto avrebbe potuto percepire
dedicandosi con diligenza alla ricerca di una nuova occupazione".
Le nuove tutele
- E' all'articolo 14 del Ddl di riforma del mercato del lavoro
(Tutele del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo) la
novità (ritorno al reitegro per i licenziamenti economici
'infondati' o 'insussistenti') annunciata in conferenza stampa dal
premier Mario Monti e dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. "In
ogni caso - si legge nel testo - la misura dell`indennità
risarcitoria non potrà essere superiore a dodici mensilità della
retribuzione globale di fatto. Il datore di lavoro è condannato,
altresì, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali
dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva
reintegrazione, maggiorati degli interessi nella misura legale senza
applicazione di sanzioni per omessa o ritardata contribuzione, per
un importo pari al differenziale contributivo esistente tra la
contribuzione che sarebbe stata maturata nel rapporto di lavoro
risolto dall`illegittimo licenziamento e quella accreditata al
lavoratore in conseguenza dello svolgimento di altre attività
lavorative".
L'articolo 14 del Ddl
- "In quest`ultimo caso, qualora i contributi afferiscano ad altra
gestione previdenziale - dice l'articolo 14 del Ddl - essi sono
imputati d`ufficio alla gestione corrispondente all`attività
lavorativa svolta dal dipendente licenziato, con addebito dei
relativi costi al datore di lavoro. A seguito dell`ordine di
reintegrazione, il rapporto di lavoro si intende risolto quando il
lavoratore non abbia ripreso servizio entro trenta giorni
dall`invito del datore di lavoro, salvo il caso in cui abbia
richiesto l`indennità sostitutiva della reintegrazione nel posto di
lavoro ai sensi del terzo comma".
Precisa il testo del Ddl
- "Il giudice, nelle altre ipotesi in cui accerta che non ricorrono
gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta causa
addotti dal datore di lavoro - precisa il testo del Ddl - dichiara
risolto il rapporto di lavoro con effetto dalla data del
licenziamento e condanna il datore di lavoro al pagamento di
un`indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata tra un minimo
di dodici e un massimo di ventiquattro mensilità dell`ultima
retribuzione globale di fatto, in relazione all`anzianità del
lavoratore e tenuto conto del numero dei dipendenti occupati, delle
dimensioni dell`attività economica, del comportamento e delle
condizioni delle parti, con onere di specifica motivazione a tale
riguardo".
28 aprile 2012 Redazione Tiscali
La riflessione di Hominibus su ...
"Norme sulla tutela della
libertà e dignità dei lavoratori,
della libertà sindacale e
dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul
collocamento"
Che fanno un Testone, una Accademica e 4
Rompiscatole,
giocando, da mesi, con il mitico articolo
18 dello Statuto dei Lavoratori?
Perdono tempo e ne fanno perdere a tutta
Italia i Sigg. Monti, Fornero, Marcegaglia,
Camusso, Bonanni, Angeletti, su un
argomento che può essere chiuso
con rinvio, come ultima ratio, a norme di
giustizia ordinaria.
Anche rileggendo il titolo dello Statuto,
qui sopra riportato, si
ha l'impressione di una inutile
sottolineatura nel declamare la libertà e
la dignità dei Lavoratori, come se sia
mai stato possibile, tra privati, di dover aderire
ad un ordine di lavoro contro la volontà
del lavoratore oppure il disco-
noscimento della libertà di poter
rifiutare lavori poco dignitosi.
E questo accade per la solita tendenza
molto diffusa di mutare
i termini dei problemi, che nel caso in
questione consiste nel confondere
non l'oggettività delle aspettative, ma
la soggettività delle responsabilità di ognuno,
in cui la Politica deve aiutare chi non
ce la fa a sopravvivere, i tre Tribuni
dispongono di catenaccio e l'impresa deve
puntare al risultato.
Al di sopra degli interessi opposti, tra
il Datore e i Lavoratori,
oltre al fondamentale criterio della
utilità marginale che riguarda entrambi,
sono già predisposte le norme a difesa
dello sfruttamento, da intendere nelle due
direzioni, perché la debolezza può
manifestarsi in entrambe le posizioni,
e, in tal caso, chi può fare
meglio dell'ordinanza del magistrato?
Così, fa sorridere l'impegno del
volenteroso Gruppo di perditempo
nel definire puntigliosamente ed in
anticipo i limiti dell'entità risarcitoria,
mostrando di non avere percezione della
inutile sovrapposizione di questo atto
che, comunque, richiamerà l'intervento
del giudice, che avrà il dovere di
esaminare e sentenziare con
discrezionalità le infinite fattispecie.
Concludendo, sembra che le Teste pensanti
si trovino in vicolo cieco,
perché i Rappresentanti del Governo non
hanno soldi e l'Europa li obbliga
a risparmiare, i tre Moschettieri non
hanno il lavoro da difendere a spada tratta e
fanno commedia per giustificare la
funzione, mentre l'Impresa si sveglia da
un lungo sonno, colto dai Concorrenti
esterni per essere competitivi.
Insomma ...
Non rimane, quindi, che i
Contendenti tornino a riscoprire i veri criteri
che devono essere rispettati nel rapporto
di lavoro, dove il Datore di lavoro
deve fare il suo mestiere che gli
impone, innanzitutto, di equilibrare costi e ricavi
e, cioè, di potere licenziare, con le
procedure previste in anticipo alla costituzione
del rapporto privato di collaborazione,
il Lavoratore non pretenda ammortizzatori e
utilizzi gli accantonamenti personali
alla ricerca di altre occasioni di lavoro, perchè
gli aiuti di Stato debbono essere
impiegati solo per proteggere chi é in caso di
estremo bisogno e
non dispone di alcun mezzo per sollevarsi da tale stato,
ristabilendo l'equilibrio tra obblighi
privati e oneri a carico dello Stato.
Quindi, con questa crisi che non si
sa quanto durerà. il consiglio di Hominibus:
Maggiore
attenzione alla previdenza personale,
resistere alle
blandizie dei Poteri finanziari
per acquisto non
necessario di Case,
che da
oggi saranno sempre più
convenienti in
semplice
affitto ed
investire
nella Cultura!
Inoltre,
con...
il movimento
politico
D.D.T.
che é il semplice ma
significativo acronimo di Democrazia Di Tutti,
i Datori di lavoro e
Lavoratori potranno essere liberati completamente
dagli oneri previdenziali
e fiscali, perché, se prevarrà la sua linea politica
alle prossime
elezioni nel 2013, entro la legislatura non graveranno più su
impresa e lavoro per
consentire un forte abbassamento dei costi di produzione,
poiché tutti i fondi
previdenziali saranno volontari e anche privatizzati, ed il prelievo
fiscale verrà spostato
dal reddito al patrimonio, civile, commerciale e industriale, con
esclusione della
ricchezza finanziaria come capitali, depositi, interessi, stipendi,
pensioni,
onorari, fitti, noli,
titoli, azioni, obbligazioni, partecipazioni, compravendite,
successioni, ecc.
Infine, sulla base delle
esperienze passate, D.D.T. proporrà l'estensione del criterio della
diretta responsabilità
dei Cittadini, affinché riprendano in mano il loro destino, vista
la crisi progressiva
della rappresentanza parlamentare, con la costituzione del
Parlamento Popolare, a cui affidare
il voto sulle questioni di ordine
generale e
la nomina del proprio rappresentante al Parlamento
mediante semplice
comunicazione da telefono cellulare,
finanziato esclusivamente
con obolo volontario,
con scadenza e rinnovo
annuale, per un
rapporto più controllabile e meno
oneroso con il proprio
Delegato.
Hominibus propone cose giuste, facili da fare,
sicuramente in nome di una idea onesta
per una società del 3°
Millennio.
Traduciamola in realtà!
Roma, 30 Aprile 2012
Hominibus
Movimento di opinione per la costruzione di una società
onesta,
che riconosca finalmente i diritti della maggioranza
delle popolazioni mondiali,
vessate da politiche vergognosamente favorevoli alle
classi benestanti, sempre peggio rappresentate.