Roma, 7 ago. (TMNews) - Un governo tecnico? In Italia di fatto c'è già visto che in questa crisi, invece che dibattere e adottare con convinzione misure da tempo necessarie, l'attuale esecutivo ha lasciato che tali scelte venissero imposte da un "governo tecnico sopranazionale" europeo. Perdendo tempo prezioso che avrebbe attenuato l'impatto della crisi sul Paese, e dando dimostrazione di "scarsa dignità" proprio mentre occorrerebbe un pò di "patriottismo economico". E' Mario Monti, da molti indicato come un possibile capo di un prossimo governo di salvezza nazionale, a commentare in un editoriale per il Corriere della Sera, l'attuale, delicatissima, fase politica ed economica per l'Italia
" La sequenza iniziata ai primi di luglio con l'allarme delle agenzie di rating e proseguita con la manovra, il dibattito parlamentare, la riunione con le parti sociali, la reazione negativa dei mercati e infine la conferenza stampa di venerdì, deve essere stata pesante per il presidente Berlusconi e per il ministro Tremonti. Essi sono stati costretti a modificare posizioni che avevano sostenuto a lungo, in modo disinvolto l'uno e molto puntiglioso l'altro, e a prendere decisioni non scaturite dai loro convincimenti ma dettate dai mercati e dall'Europa. Il governo e la maggioranza - sottolinea Monti - dopo avere rivendicato la propria autonoma capacità di risolvere i problemi del Paese, dopo avere rifiutato l'ipotesi di un impegno comune con altre forze politiche per cercare di risollevare un'Italia in crisi e sfiduciata, hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un «governo tecnico». Le forme sono salve. I ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta. Ma le decisioni principali sono state prese da un «governo tecnico sopranazionale» e, si potrebbe aggiungere, «mercatista», con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York".
Monti , pur vedendo "tutti i vantaggi di certi «vincoli esterni», soprattutto per un Paese che, quando si governa da sé, è poco incline a guardare all'interesse dei giovani e delle future generazioni" vede "anche, in una precipitosa soluzione eterodiretta come quella dei giorni scorsi, quattro inconvenienti".
1) Scarsa dignità. Anche se quella del «podestà forestiero» è una tradizione che risale ai Comuni italiani del XIII secolo, dispiace - spiega Monti - che l'Italia possa essere vista come un Paese che preferisce lasciarsi imporre decisioni impopolari, ma in realtà positive per gli italiani che verranno, anziché prenderle per convinzione acquisita dopo civili dibattiti tra le parti. In questo, ci vorrebbe un po' di «patriottismo economico», non nel fare barriera in nome dell'«interesse nazionale» contro acquisizioni dall'estero di imprese italiane anche in settori non strategici (barriere che del resto sono spesso goffe e inefficaci, una specie di colbertismo de noantri ).
2) Downgrading politico. Secondo Monti quanto è avvenuto nell'ultima settimana non contribuisce purtroppo ad accrescere la statura dell'Italia tra i protagonisti della scena europea e internazionale. Questo non è grave solo sul piano del prestigio, ma soprattutto su quello dell'efficacia. L'Unione europea e l'Eurozona si trovano in una fase critica, dovranno riconsiderare in profondità le proprie strategie. Dovranno darsi strumenti capaci di rafforzare la disciplina, giustamente voluta dalla Germania nell'interesse di tutti, e al tempo stesso di favorire la crescita, che neppure la Germania potrà avere durevolmente se non cresceranno anche gli altri. Il ruolo di un'Italia rispettata e autorevole, anziché fonte di problemi, sarebbe di grande aiuto all'Europa.
3) Tempo perduto. Per il presidente della Bocconi Nella diagnosi sull'economia italiana e nelle terapie, ciò che l'Europa e i mercati hanno imposto non comprende nulla che non fosse già stato proposto da tempo dal dibattito politico, dalle parti sociali, dalla Banca d'Italia, da molti economisti. La perseveranza con la quale si è preferito ascoltare solo poche voci, rassicuranti sulla solidità della nostra economia e anzi su una certa superiorità del modello italiano, è stata una delle cause del molto tempo perduto e dei conseguenti maggiori costi per la nostra economia e società, dei quali lo spread sui tassi è visibile manifestazione.
4) Crescita penalizzata. Nelle decisioni imposte dai mercati e dall'Europa, tendono a prevalere le ragioni della stabilità rispetto a quelle della crescita. Gli investitori, i governi degli altri Paesi, le autorità monetarie sono più preoccupati per i rischi di insolvenza sui titoli italiani, per il possibile contagio dell'instabilità finanziaria, per l'eventuale indebolimento dell'euro, di quanto lo siano per l'insufficiente crescita dell'economia italiana (anche se, per la prima volta, perfino le agenzie di rating hanno individuato proprio nella mancanza di crescita un fattore di non sostenibilità della finanza pubblica italiana, malgrado i miglioramenti di questi anni). L'incapacità di prendere serie decisioni per rimuovere i vincoli strutturali alla crescita e l'essersi ridotti a dover accettare misure dettate dall'imperativo della stabilità richiederanno - conclude Mario Monti - ora un impegno forte e concentrato, dall'interno dell'Italia, sulla crescita.
Redazione Tiscali, 07 agosto 2011
L'opinione di Hominibus
Perché un Capo di Governo deve perdere consensi
assumendo delle decisioni che non giovano alla sua popolarità,
se può scaricarne la responsabilità ad altri Enti, immaginati superiori,
quando in effetti possono essere configurati come servitori a costo zero
per lo svolgimento di tutte quelle mansioni di bassa amministrazione,
che annoiano personalità viziate da una straordinaria fortuna
e ormai poco sensibili verso le emergenze di altri ?
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nell'imputare un comportamento poco dignitoso al nostro Raìs
dimostra di non saper percepire e valutare gli effetti di simile manovra,
perché questi provvedimenti programmati a carico della prossima legislatura,
adesso riportati indietro, per volontà di altri Raìs, consentono al Nostro
di passare per un difensore strenuo della serenità dei Cittadini,
avvolti d'amorevole cura dalla Sua guida illuminata.
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nel prospettare il downgrading o riduzione della statura politica
dell'Italia, non tiene conto della strategia del nostro grande Conduttore
perché nel confronto, per differenza, ne esce meglio la statura dello Stesso,
mentre, in merito alla disciplina, quella é sicuramente in Sua possibilità,
perché tutto va dritto secondo regole di categorica convenienza
personale, grazie ad una numerosa servitù fidata.
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nel prospettare il tempo perduto nell'applicare le terapie indicate
dall'Europa e condivise nel dibattito politico e dalle parti sociali nazionali,
non tiene conto del pool di cervelli a disposizione del nostro grande Conduttore,
che Gli consente di disegnare percorsi inimmaginabili per destini comuni,
in quanto lo spread più alto non corrisponde a grande avversità,
ma, anzi, vantaggio per il Suo eccesso di liquidità.
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nel prospettare una crescita penalizzata dalla scarsa sensibilità
per incentivazione e potenziamento della capacità produttiva italiana,
non tiene conto del brillante andamento delle aziende del nostro Conduttore,
che, anche se hanno perduto il 60% del valore investito in cinque anni,
conservano intatto il meraviglioso obiettivo di trasformare l'Italia
nella Penisola del Famoso, con Gabibbo e Letterine.
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nell'avanzare le critiche alla grande opera del nostro Conduttore,
non si sbilancia nell'indicare una ricetta personale per uscire dalla crisi,
anzi, sembra non avere proposte in merito, salvo quella del 'così fanno tutti',
mentre, dalla sua lunga esperienza di amministratore di enti pubblici e
come presidente di una prestigiosa università di studi economici,
avrebbe potuto esibire soluzioni più appropriate.
Al professore Monti, probabile sostituto in pectore,
che sembra essere stato un interlocutore bipartisan dei politici,
Hominibus desidera chiedere di voler dare un parere su una proposta,
che potrebbe andare bene a livello internazionale per dare un contributo
in tutti i Paesi che si trovano nelle stesse condizioni del nostro Paese,
consistente nel chiamare i Cittadini più agiati a sottoscrivere titoli
del debito pubblico in proporzione alla loro ricchezza.
Il professore Monti, probabile sostituto in pectore,
nella eventualità che si avveri la sua successione al posto di guida,
é pregato di ricordarsi di questa soluzione, che non é frutto di lunghi studi,
ma di semplice osservazione della situazione in cui tutto il mondo si é cacciato,
a causa di sistemi fiscali che hanno favorito il patrimonio a scapito del lavoro,
ed hanno consentito un enorme accumulo di ricchezza presso pochi
con grandi fasce di popolazione private di futuro.
Visto che le borse continuano a crollare, l'incitamento al personaggio tecnico più ...
La soluzione semplice e sicura per risolvere i default in Italia e nel Mondo intero
ed impegnare i Cittadini che hanno conservato o incrementato il benessere e
che probabilmente sono anche i maggiori responsabili della crisi economica: